domenica 25 luglio 2021

Il Vangelo del Lunedì 26 Luglio 2021

 

Della 17° settimana del Tempo Ordinario.

Santi Gioacchino e Anna, genitori della Beata Vergine Maria.

Prima Lettura

Questo popolo ha commesso un grande peccato; si sono fatti un dio d'oro.

Dal libro dell’Èsodo (32,15-24.30-34)

In quei giorni, Mosè si voltò e scese dal monte con in mano le due tavole della

Testimonianza, tavole scritte sui due lati, da una parte e dall’altra.

Le tavole erano opera di Dio, la scrittura era scrittura di Dio, scolpita sulle tavole.

Giosuè sentì il rumore del popolo che urlava e disse a Mosè: «C’è rumore di

battaglia nell’accampamento».

Ma rispose Mosè: «Non è il grido di chi canta: “Vittoria!”.

Non è il grido di chi canta: “Disfatta!”.

Il grido di chi canta a due cori io sento».

Quando si fu avvicinato all’accampamento, vide il vitello e le danze.

Allora l’ira di Mosè si accese: egli scagliò dalle mani le tavole, spezzandole ai

piedi della montagna.

Poi afferrò il vitello che avevano fatto, lo bruciò nel fuoco, lo frantumò fino a ridurlo

in polvere, ne sparse la polvere nell’acqua e la fece bere agli Israeliti.

Mosè disse ad Aronne: «Che cosa ti ha fatto questo popolo, perché tu l’abbia

gravato di un peccato così grande?».

Aronne rispose: «Non si accenda l’ira del mio signore; tu stesso sai che questo

popolo è incline al male.

Mi dissero: “Fa’ per noi un dio che cammini alla nostra testa, perché a Mosè, quell’uomo

che ci ha fatto uscire dalla terra d’Egitto, non sappiamo che cosa sia accaduto”.

Allora io dissi: “Chi ha dell’oro? Toglietevelo!”.

Essi me lo hanno dato; io l’ho gettato nel fuoco e ne è uscito questo vitello».

Il giorno dopo Mosè disse al popolo: «Voi avete commesso un grande peccato;

ora salirò verso il Signore: forse otterrò il perdono della vostra colpa».

Mosè ritornò dal Signore e disse: «Questo popolo ha commesso un grande peccato:

si sono fatti un dio d’oro.

Ma ora, se tu perdonassi il loro peccato.

Altrimenti, cancellami dal tuo libro che hai scritto!».

Il Signore disse a Mosè: «Io cancellerò dal mio libro colui che ha peccato contro di me.

Ora va’, conduci il popolo là dove io ti ho detto.

Ecco, il mio angelo ti precederà; nel giorno della mia visita li punirò per il loro peccato».

Parola di Dio.

Vangelo

Il granello di senape diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono

a fare il nido fra i suoi rami.

Dal Vangelo secondo Matteo (13,31-35) anno dispari.

In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli

è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo.

Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante

dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami».

Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese

e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».

Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con

parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: «Aprirò la mia

bocca con parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

È poca cosa il Regno di Dio, come il seme polveroso della senape.

Eppure, una volta cresciuto, diventa un albero alla cui ombra ci possiamo riposare.

È un seme la presenza di Dio, perché dubitare della sua presenza?

È un seme; necessita di una logica di attesa, di pazienza, di fiducia. E di lavoro.

Il seme va accudito, irrigato, concimato, difeso dalle erbacce, protetto.

Richiede un coinvolgimento da parte nostra, un minimo impegno, ma comunque un’attenzione.

Non è magica la presenza di Dio, non è scontata, evidente, obbligata.

Cresciamo nella pazienza, allora; verso noi stessi perché fatichiamo ad essere

ciò che vorremmo, anche agli occhi di Dio.

E verso la Chiesa; perché non sempre realizza ed esprime il Regno, diventando

un albero che non porta frutti.

Cresciamo nell’azione operosa, allora; prendiamo consapevolezza di quanto preziosa

è la nostra fede, agiamo quotidianamente per realizzare la crescita del seme di Dio

nella nostra comunità.

E impariamo da Gesù che, attraverso la parabola, ha voluto raggiungere tutti,

utilizzando un linguaggio accessibile e immediato.

Smettiamola di usare un linguaggio per pochi adepti, ma parliamo con parole

semplici, come sto facendo da questa mia pagina, ogni giorno in semplicità,

facendomi aiutare dalla preghiera!

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

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