sabato 31 luglio 2021

Il Vangelo di Domenica 1 Agosto 2021

 

Della 18° Domenica del Tempo Ordinario.

Sant’Alfonso Maria de Liguori, sacerdote e confessore misericordioso.

Prima Lettura

Io farò piovere pane dal cielo per voi.

Dal libro dell’Èsodo (16,2-4.12-15)

In quei giorni, nel deserto tutta la comunità degli Israeliti mormorò contro Mosè

e contro Aronne.

Gli Israeliti dissero loro: «Fossimo morti per mano del Signore nella terra d’Egitto,

quando eravamo seduti presso la pentola della carne, mangiando pane a sazietà!

Invece ci avete fatto uscire in questo deserto per far morire di fame tutta

questa moltitudine».

Allora il Signore disse a Mosè: «Ecco, io sto per far piovere pane dal cielo per voi:

il popolo uscirà a raccoglierne ogni giorno la razione di un giorno, perché io lo

metta alla prova, per vedere se cammina o no secondo la mia legge.

Ho inteso la mormorazione degli Israeliti.

Parla loro così: “Al tramonto mangerete carne e alla mattina vi sazierete

di pane; saprete che io sono il Signore, vostro Dio”».

La sera le quaglie salirono e coprirono l’accampamento; al mattino c’era uno

strato di rugiada intorno all’accampamento.

Quando lo strato di rugiada svanì, ecco, sulla superficie del deserto c’era una

cosa fine e granulosa, minuta come è la brina sulla terra.

Gli Israeliti la videro e si dissero l’un l’altro: «Che cos’è?», perché non sapevano

che cosa fosse.

Mosè disse loro: «È il pane che il Signore vi ha dato in cibo».

Parola di Dio.

Seconda Lettura

Rivestite l'uomo nuovo, creato secondo Dio.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni (4,17.20-24)

Fratelli, vi dico dunque e vi scongiuro nel Signore: non comportatevi più

come i pagani con i loro vani pensieri.

Voi non così avete imparato a conoscere il Cristo, se davvero gli avete dato

ascolto e se in lui siete stati istruiti, secondo la verità che è in Gesù, ad

abbandonare, con la sua condotta di prima, l’uomo vecchio che si corrompe

seguendo le passioni ingannevoli, a rinnovarvi nello spirito della vostra mente

e a rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santità.

Parola di Dio.

Vangelo

Chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!

Dal Vangelo secondo Giovanni (6,24-35) anno B.

In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi

discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù.

Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».

Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete

visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati.

Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita

eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà.

Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».

Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?».

Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».

Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo?

Quale opera fai?

I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro

da mangiare un pane dal cielo”».

Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il

pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero.

Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».

Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane».

Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame

e chi crede in me non avrà sete, mai!».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

È l’inizio della fine.

Non lo sa Gesù, tenero, ma la moltiplicazione dei pani e dei pesci segna il

declino della sua popolarità.

Ma anche, come vedremo più avanti, motiverà la decisione, da parte sua,

di cambiare strategia pastorale; non si rivolgerà più alle folle ma al gruppo

dei discepoli, agli intimi.

Il Maestro pensava, sperava, che la gente fosse pronta al salto di qualità.

Così come sperava che i suoi avessero superato la più impegnativa delle prove,

quella della compassione.

Entrambi falliranno.

La folla, manipolando e stravolgendo il chiaro messaggio inerente al miracolo.

I discepoli che, nel Vangelo di Marco, vogliono che ciascuno se ne torni casa.

Gesù, davanti alla folla, davanti alla missione impossibile di trovare pane a

sufficienza per tutti, davanti alla pressione dei problemi concreti e reali che

anche noi dobbiamo affrontare, propone la soluzione; imitare il gesto ingenuo

e profetico dell’adolescente che mette in gioco la merenda.

Il miracolo della condivisione, del mettersi in gioco senza attendere che altri

lo facciano al posto nostro.

La gente ha capito l’esatto contrario; ecco un Dio che ci sfama gratuitamente.

Povero Gesù. Poveri noi.

L’impatto emotivo su Gesù è enorme; decide di andarsene, di fuggire, la situazione

è fuori controllo.

Vogliono farlo re; chi non voterebbe un partito che, invece di pretendere delle tasse,

ci regalasse del denaro?

La delusione del Signore è quasi palpabile ma né la folla, né i discepoli hanno

colto la pesantezza della situazione; anzi, sembra quasi che il Nazareno si faccia

desiderare, che cerchi complimenti.

Lo cercano, lo raggiungono, trovano un Gesù riflessivo, duro, la prima

affermazione è una staffilata.

Voi non mi cercate per me o per le mie Parole, ma perché avete la pancia piena.

Doccia fredda.

Parole dirette e vere, verità provata, talmente evidente da essere imbarazzante.

Istintivamente non cerchiamo Dio perché ci indichi una strada per crescere,

per capire, per amare, ma perché ci risolva i problemi.

Senza faticare, se possibile.

Anzi; per molti Dio esiste proprio se risolve i miei guai.

Se permangono i miei problemi, Dio non esiste.

Siamo noi a stabilire l’utilità di Dio, a cosa ci serve la sua presenza, qual’è

il suo ruolo.

Siamo ridicoli e arroganti, preferiamo una visione meschina di Dio, servo

delle nostre pretese!

È grande il nostro Dio, onnipotente.

Si fa servo, sì, ma per prenderci per mani e portarci alla verità delle cose e di noi

stessi, per spingerci a fare la sua volontà di bene, non per piegare la sua volontà

ai nostri capricci.

È vero; cerchiamo Dio per averne un tornaconto.

Ma possiamo convertirci, o almeno lo spero.

Gesù non sta rinchiuso nella sua delusione, non fa l’imbronciato; offre una via

d’uscita alla folla. E a noi.

Cercate il pane vero, quello che sazia.

Esiste, quindi, un pane che sazia e uno che lascia la fame.

L’essere umano è divorato dalla fame, dal desiderio.

Mi piace il termine desiderio perché ha a che fare con le stelle (de-sidera).

Solo se guardiamo il alto, altrove, solo se indirizziamo la fame verso una

pienezza possiamo placarla.

La fame del successo, di denaro, di approvazione, di gratificazione, anche se

soddisfatta, ci lascia un vuoto nello stomaco, sembra saziare, ma non colma.

Meglio seguire la fame interiore, quella di senso, quella della verità profonda,

del giudizio sul mondo e sulla storia che Dio solo può dare.

Gesù spiega; il pane che sazia, solo io ve lo posso dare.

Pretende di essere l’unico che sazia, l’unico che colma.

Godiamoci le gioie legittime che la vita ci offre; gli affetti, le soddisfazioni,

le vacanze, ben sapendo che la nostra pienezza è altrove, è in Dio.

La folla replica; cosa dobbiamo fare?

Fare, sempre fare.

Fare o non fare, a questo abbiamo ridotto la fede, a morale.

Gesù sa che prima del fare c’è l’essere e il credere.

Ecco cosa “fare”; “credere” in colui che il Padre ha inviato.

La folla chiede; quale segno fai perché possiamo crederti?

Quale segno? Prego? Come?

Ha appena sfamato cinquemila persone!

Di quanti segni necessitiamo per credere?

Perché continuiamo a ricattare Dio?

Si aspettano la manna, ovvio.

Si aspettano che continui quella grazia.

Mosè sì che era un grande, li ha sfamati nel deserto.

Per quarant’anni.

Meglio di un vitalizio, in questi tempi di crisi.

Gesù puntualizza, non è Mosè che vi ha dato la manna, ma il Dio di Mosè.

Lo stesso che ha mandato il pane che sazia il cuore, non la pancia, il pane della

vita eterna che dona vita ad un mondo altrimenti esangue ed inanimato.

La folla è stranita, e chiede; dacci questo pane.

Non è una preghiera autentica, la loro, non converte il loro cuore, non sono

ancora disposti a mettersi in gioco, neanche un pò.

Chiedono, ma per avere ancora, senza cambiare, senza convertirsi.

Gesù replica; è Lui il pane di vita, l’unico che sazia.

Non cerchiamo Dio perché ci esaudisca, perché ci risolva i guai in cui ci mettiamo.

Non cerchiamo di dissetarci all’acqua di cisterne screpolate.

Gesù dice di essere l’unico che sazia la fame interiore.

Che abbia ragione? Credo proprio di sì, amici.

Solo amando il Signore possiamo sfamarci, Santa Domenica Fausto.

venerdì 30 luglio 2021

Il Vangelo del Sabato 31 Luglio 2021

 

Della 17° settimana del Tempo Ordinario.

Sant' Ignazio di Loyola, Fondatore della Compagnia di Gesù.

Prima Lettura

Nell’anno del giubileo ciascuno tornerà nella sua proprietà.

Dal libro del Levìtico (25,8-17)

Il Signore parlò a Mosè sul monte Sinai e disse: «Conterai sette settimane di

anni, cioè sette volte sette anni; queste sette settimane di anni faranno un

periodo di quarantanove anni.

Al decimo giorno del settimo mese, farai echeggiare il suono del corno; nel

giorno dell’espiazione farete echeggiare il corno per tutta la terra.

Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione

nella terra per tutti i suoi abitanti.

Sarà per voi un giubileo; ognuno di voi tornerà nella sua proprietà e nella

sua famiglia.

Il cinquantesimo anno sarà per voi un giubileo; non farete né semina né mietitura

di quanto i campi produrranno da sé, né farete la vendemmia delle vigne non potate.

Poiché è un giubileo: esso sarà per voi santo; potrete però mangiare il prodotto

che daranno i campi.

In quest’anno del giubileo ciascuno tornerà nella sua proprietà.

Quando vendete qualcosa al vostro prossimo o quando acquistate qualcosa

dal vostro prossimo, nessuno faccia torto al fratello.

Regolerai l’acquisto che farai dal tuo prossimo in base al numero degli anni

trascorsi dopo l’ultimo giubileo: egli venderà a te in base agli anni di raccolto.

Quanti più anni resteranno, tanto più aumenterai il prezzo; quanto minore sarà il

tempo, tanto più ribasserai il prezzo, perché egli ti vende la somma dei raccolti.

Nessuno di voi opprima il suo prossimo; temi il tuo Dio, poiché io sono il

Signore, vostro Dio».

Parola di Dio.

Vangelo

Erode mandò a decapitare Giovanni e i suoi discepoli andarono a informare Gesù.

Dal Vangelo secondo Matteo (14,1-12) anno dispari.

In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù.

Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista.

È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!».

Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in

prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo.

Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!».

Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo

considerava un profeta.

Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico

e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello

che avesse chiesto.

Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di

Giovanni il Battista».

Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le

venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione.

La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la

portò a sua madre.

I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono

e andarono a informare Gesù.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

La storia si ripete, stancamente, senza fantasia.

È Matteo a raccontarci la triste fine del più grande fra i profeti.

Gesù stesso ne aveva intessuto le lodi, dichiarando che Giovanni Battista è

stato il più grande uomo mai vissuto.

Eppure il povero Giovanni finisce i suoi giorni in una prigione a Macheronte,

sacrificato alla gelosia rabbiosa di una primadonna che non accetta le sue critiche

e che manipola l’appetito di un re fantoccio vittima delle sue proprie irrefrenabili

pulsioni e dell’eccessiva immagine di se stesso.

Giovanni viene ucciso, decapitato, senza ragione, senza processo, senza giustizia.

Erode lo ascoltava volentieri e lo temeva, dicono gli evangelisti, ma non è bastato

per far diventare quello spiraglio di ascolto una vera conversione.

Anche noi a volte, come Erode, ascoltiamo volentieri le cose di Dio, e quante

volte si legge di presunte “conversioni” da parte di personaggi del mondo dello

spettacolo o dei potenti di questo mondo!

Ma la conversione si vede nei fatti, quando cambia il giudizio e la vita si adegua

alle scoperte fatte.

Così non accade per l’inetto Erode, solleticato dalla predicazione ma mai convertito.

Purtroppo, quanti erode ci sono anche ai giorni nostri, in particolare, fra quelli che

frequentano la Chiesa, per questo, dobbiamo pregare.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

giovedì 29 luglio 2021

Il Vangelo del Venerdì 30 Luglio 2021

 

Della 17° settimana del Tempo Ordinario.

San Pietro Crisologo, Vescovo e dottore della Chiesa.

Prima Lettura

Queste sono le solennità del Signore nelle quali convocherete riunioni sacre.

Dal libro del Levìtico (23,1.4-11.15-16.27.34b-37)

Il Signore parlò a Mosè e disse: «Queste sono le solennità del Signore, le riunioni

sacre che convocherete nei tempi stabiliti.

Il primo mese, al quattordicesimo giorno, al tramonto del sole sarà la Pasqua del

Signore; il quindici dello stesso mese sarà la festa degli Àzzimi in onore del

Signore; per sette giorni mangerete pane senza lievito.

Nel primo giorno avrete una riunione sacra: non farete alcun lavoro servile.

Per sette giorni offrirete al Signore sacrifici consumati dal fuoco.

Il settimo giorno vi sarà una riunione sacra: non farete alcun lavoro servile».

Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla agli Israeliti dicendo loro: “Quando sarete

entrati nella terra che io vi do e ne mieterete la messe, porterete al sacerdote un

covone, come primizia del vostro raccolto.

Il sacerdote eleverà il covone davanti al Signore, perché sia gradito per il vostro

bene; il sacerdote lo eleverà il giorno dopo il sabato.

Dal giorno dopo il sabato, cioè dal giorno in cui avrete portato il covone per

il rito di elevazione, conterete sette settimane complete.

Conterete cinquanta giorni fino all’indomani del settimo sabato e offrirete

al Signore una nuova oblazione.

Il decimo giorno del settimo mese sarà il giorno dell’espiazione; terrete una riunione

sacra, vi umilierete e offrirete sacrifici consumati dal fuoco in onore del Signore.

Il giorno quindici di questo settimo mese sarà la festa delle Capanne per sette

giorni in onore del Signore.

Il primo giorno vi sarà una riunione sacra; non farete alcun lavoro servile.

Per sette giorni offrirete vittime consumate dal fuoco in onore del Signore.

L’ottavo giorno terrete la riunione sacra e offrirete al Signore sacrifici

consumati con il fuoco.

È giorno di riunione; non farete alcun lavoro servile.

Queste sono le solennità del Signore nelle quali convocherete riunioni sacre,

per presentare al Signore sacrifici consumati dal fuoco, olocausti e oblazioni,

vittime e libagioni, ogni cosa nel giorno stabilito"».

Parola di Dio.

Vangelo

Non è costui il figlio del falegname?

Da dove gli vengono allora tutte queste cose?

Dal Vangelo secondo Matteo (13,54-58) anno dispari.

In quel tempo, Gesù venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la

gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi?

Non è costui il figlio del falegname?

E sua madre, non si chiama Maria?

E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda?

E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?».

Ed era per loro motivo di scandalo.

Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua».

E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Gesù, purtroppo, non è all’altezza del suo ruolo.

E non fa nulla per esserlo.

La sconcertante pagina di oggi mette a nudo uno dei reali problemi che riguarda

Gesù; è difficile riconoscere in lui l’opera di Dio visto che non si adegua al

nostro immaginario religioso.

Ma dai! Dio che fa il falegname?

Che ha fratelli e sorelle?

Che è stato compagno di banco di qualcuno del paese?

Che ha litigato con lui per un fallo durante una partita?

Come biasimare i poveri cittadini di Nazareth, già piuttosto svantaggiati

nell’abitare in uno dei posti più sperduti e senza storia di Israele!

Gesù scandalizza perché non gioca a fare il guru, non solletica la nostra

fantasia, non rinnega le sue radici popolane.

Così anche noi, oggi, rischiamo di chiudere le orecchie all’annuncio Evangelico

per la povertà e l’incoerenza di chi ce lo proclama.

(Ecco perché spesso e volentieri, vengo criticato per quello che scrivo, perché

non sono nessuno e non ho il patentino per scrivere, praticamente sono una

nullità, perciò, non posso scrivere le mie idee; me lo sono sentito dire anche

da uomini di Chiesa).

Non siamo disposti ad accogliere la novità del Regno perché ci sembra che le

persone che ne parlano devono ancora convertirsi a ciò che dicono.

E, in questo, abbiamo perfettamente ragione; sempre chi parla del Vangelo ne

è giudicato, sempre chi parla di Cristo cerca di scomparire dietro la Parola che

converte lui e gli altri.

Per questo dobbiamo pregare e tanto per la conversione di tante persone.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

mercoledì 28 luglio 2021

Il Vangelo del Giovedì 29 Luglio 2021

 

Della 17° settimana del Tempo Ordinario.

Santa Marta di Betania, Vergine.

Prima Lettura

Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi.

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo (4,7-16)

Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio: chiunque ama

è stato generato da Dio e conosce Dio.

Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.

In questo si è manifestato l'amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il

suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui.

In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato

noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.

Carissimi, se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri.

Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e

l'amore di lui è perfetto in noi.

In questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha donato

il suo Spirito.

E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio

come salvatore del mondo.

Chiunque confessa che Gesù è il Figlio di Dio, Dio rimane in lui ed egli in Dio.

E noi abbiamo conosciuto e creduto l'amore che Dio ha in noi.

Dio è amore; chi rimane nell'amore rimane in Dio e Dio rimane in lui.

Parola di Dio.

Vangelo

Io credo che sei il Cristo, il Figlio di Dio.

Dal Vangelo secondo Giovanni (11,19-27) anno dispari.

In quel tempo, molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello.

Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece

stava seduta in casa.

Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!

Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà».

Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà».

Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell'ultimo giorno».

Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se

muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno.

Credi questo?».

Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui

che viene nel mondo».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Marta e Maria hanno accolto il Signore molte volte nella loro piccola abitazione

di Betania, sul monte degli ulivi, fornendo al Maestro, stanco della Gerusalemme

che uccide i profeti, un angolo di famiglia, un piccolo rifugio dove trovare

intimità e ascolto, un piatto caldo e qualche sorriso.

Ci intenerisce l’idea che Dio abbia bisogno di pace, come noi, che abbia

bisogno di riposo e di intimità!

E le due sorelle sono diventate famose per una scenetta in cui Maria ascoltava,

rapita, le parole di Gesù mentre Marta preparava un pò di cena.

Gesù, racconta Luca, rimproverò bonariamente Marta, salvo poi, ne sono certo,

far alzare Maria perché apparecchiasse la tavola assieme a sua sorella.

Marta è l’icona di una fede attiva, concreta, che vede il bisogno ed interviene,

che sa tradurre operativamente l’amore; di una fede che si concretizza nel servizio.

E quante “Marte” ci sono nelle nostre parrocchie!

Fortunatamente tante amici, perciò, prendiamo esempio da Marta,

facendoci aiutare dalla preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

martedì 27 luglio 2021

Il Vangelo del Mercoledì 28 Luglio 2021

 

Della 17° settimana del Tempo Ordinario.

Santi Nazario e Celso, Martiri.

Prima Lettura

Vedendo che la pelle del suo viso era raggiante, ebbero timore di avvicinarsi a Mosè.

Dal libro dell'Èsodo (34,29-35)

Quando Mosè scese dal monte Sinai-le due tavole della Testimonianza si trovavano

nelle mani di Mosè mentre egli scendeva dal monte-non sapeva che la pelle del suo

viso era diventata raggiante, poiché aveva conversato con il Signore.

Ma Aronne e tutti gli Israeliti, vedendo che la pelle del suo viso era raggiante,

ebbero timore di avvicinarsi a lui.

Mosè allora li chiamò, e Aronne, con tutti i capi della comunità, tornò da lui.

Mosè parlò a loro.

Si avvicinarono dopo di loro tutti gli Israeliti ed egli ingiunse loro ciò che il

Signore gli aveva ordinato sul monte Sinai.

Quando Mosè ebbe finito di parlare a loro, si pose un velo sul viso.

Quando entrava davanti al Signore per parlare con lui, Mosè si toglieva il velo,

fin quando non fosse uscito.

Una volta uscito, riferiva agli Israeliti ciò che gli era stato ordinato.

Gli Israeliti, guardando in faccia Mosè, vedevano che la pelle del suo viso era raggiante.

Poi egli si rimetteva il velo sul viso, fin quando non fosse di nuovo entrato

a parlare con il Signore.

Parola di Dio.

Vangelo

Vende tutti i suoi averi e compra quel campo.

Dal Vangelo secondo Matteo (13,44-46) anno dispari.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro

nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende

tutti i suoi averi e compra quel campo.

Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose;

trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Quanto intenerisce questo brano di Matteo!

Quando deve raccontare l’esperienza di fede, l’evangelista usa una doppia

immagine accessibile ed efficace; il Regno è come uno che trova un tesoro

nel campo, come un collezionista che trova la più preziosa delle perle, allora

considerate il massimo del lusso, come per noi oggi i diamanti.

La presenza di Dio è preziosa, cambia la vita, la ribalta, la rivoluziona.

L’incontro con Dio è quanto di meglio possa capitare nel percorso di vita

di una persona, questo dice Matteo.

Tutto il resto, per quanto importante, prezioso, efficace, è secondario.

Gli affetti, i successi, il lavoro, le emozioni; sono sempre e solo secondi

e conseguenti all’incontro con Dio.

L’inquietudine che portiamo radicata nel profondo di noi stessi ci porta a

cercare il tesoro ma, troppo spesso, ci accontentiamo di ninnoli senza valore,

ci illudiamo collezionando copie maldestre di preziosi gioielli.

Iniziamo, fra qualche giorno il mese di agosto, il mese della vacanza, sapendo

che possiamo ancora scavare in noi stessi e cercare attorno a noi l’essenziale.

Matteo scrive trent’anni dopo l’incontro col Nazareno, il suo tesoro, e ancora

ci testimonia che ne è valsa la pena, che bello!

Vero, amici, ne vale veramente la pena, incontrando il Signore e la preghiera,

incontriamo dei tesori preziosi.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.