domenica 10 gennaio 2021

Il Vangelo del Lunedì 11 Gennaio 2021

 
Della 1° settimana del Tempo Ordinario

Sant' Igino, Papa.

Prima lettura dalla lettera agli Ebrei (1,1-6)

Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per

mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del

Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo.

Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene

con la sua parola potente.

Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà

nell'alto dei cieli, divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del

loro è il nome che ha ereditato.

Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato»?

E ancora: «Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio»?

Quando invece introduce il primogenito nel mondo, dice: «Lo adorino tutti

gli angeli di Dio».

Parola di Dio.

Dal Vangelo secondo Marco (1,14-20) anno dispari.

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo

di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi

e credete nel Vangelo».

Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone,

mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori.

Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini».

E subito lasciarono le reti e lo seguirono.

Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo

fratello, mentre anch'essi nella barca riparavano le reti.

Subito li chiamò.

Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono

dietro a lui.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Riprende il tempo ordinario, dopo la breve ma intensa parentesi del tempo natalizio.

Gesù condivide con noi la quotidianità; solidale con gli uomini, non ha paura di

assaporare le gioie e le fatiche che sperimentiamo nelle nostre piccole vite.

I trent’anni di Nazareth, passati a piallare assi, ci rivelano molto della logica di

Dio, del suo stile, della sua volontà salvifica.

Quel tempo che noi consideriamo inutile, perso, noioso, Dio lo ha riempito di

stupore, abitandolo.

Facciamo esperienza di Dio esattamente nell’ordinarietà, andando al lavoro,

giocando con i nostri figli, pianificando le bollette da pagare.

È questa la novità del cristianesimo; Dio abita ogni luogo, ogni tempo, ogni

spazio, con discrezione.

Non recluta i suoi discepoli in una scuola teologica, in un seminario vescovile, ma

fra i pescatori che stanno riassettando le reti, alla fine di una faticosa giornata di pesca.

Ciò che siamo chiamati a fare è spalancare lo sguardo, accorgerci della sua presenza,

riconoscerlo nelle pieghe dei piccoli eventi che riempiono una giornata.

Perciò, con costanza, ci dedichiamo qualche minuto di preghiera; per riconoscere

i segni della sua presenza.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

 

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