venerdì 31 dicembre 2021

Il Vangelo del Sabato 1 Gennaio 2022

 

Della 1° settimana di Natale.

Maria santissima Madre di Dio, Regina della Pace.

Prima Lettura

Porranno il mio nome sugli Israeliti, e io li benedirò.

Dal libro dei Numeri (6,22-27)

Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla ad Aronne e ai suoi figli dicendo: "Così

benedirete gli Israeliti: direte loro: Ti benedica il Signore e ti custodisca.

Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia.

Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace".

Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò».

Parola di Dio.

Seconda Lettura

Dio mandò il suo Figlio, nato da donna.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati (4,4-7)

Fratelli, quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da

donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché

ricevessimo l'adozione a figli.

E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito

del suo Figlio, il quale grida: Abbà! Padre!

Quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio.

Parola di Dio.

Vangelo

I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino.

Dopo otto giorni gli fu messo nome Gesù.

Dal Vangelo secondo Luca (2,16-21) anno pari.

In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe

e il bambino, adagiato nella mangiatoia.

E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.

Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori.

Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.

I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che

avevano udito e visto, com'era stato detto loro.

Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu

messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima che fosse

concepito nel grembo.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

A Betlemme il nostro sguardo si posa su Maria e Giuseppe e il loro neonato primogenito.

È stata una settimana faticosa, il tumulto della notte del parto, la visita inattesa

e piena di stupore dei pastori, la fatica dell’avere un neonato che, pur essendo la

presenza stessa di Dio, viene allattato e cambiato come tutti i neonati del mondo.

Ecco Dio, dicevamo.

Inatteso, stupefacente, diverso, inquietante nella sua disarmante fragilità e donato.

Ecco Dio, ci ripetiamo da una settimana intera, quasi scrollandoci la sensazione

di intorpidimento che ci ha dato la festa natalizia.

Rimessi negli armadi i panni di Babbo Natale, digerite le troppe luculliane

pietanze, superato il dolore devastante di chi vive da solo (e male) ogni Natale,

lasciamo spazio alla teologia, mettiamo da parte emozioni e tradizioni e

riappropriamoci della fede.

Dicevamo che Natale è uno schiaffo pacifico ai nostri pregiudizi e alle nostre

convinzioni, che, preso sul serio, ci scomoda e ci obbliga a riflettere.

Siamo convinti che Dio non ci sia, che sia il grande assente della nostra modernità,

che il ritmo forsennato che abbiamo preso (o ci hanno imposto?) non dà spazio

all’interiorità; davanti ai grandi drammi della natura siamo sempre pronti a far

salire sul banco degli imputati Dio (ricordiamo le varie catastrofi?) e scivoliamo

sulle eventuali responsabilità degli uomini (violenza e guerre sono opera nostra,

come pure le catastrofi).

Natale, invece, dice che non è Dio a essere assente, ma che è l’uomo il grande

assente della storia.

Eterno adolescente, come Adamo che si nasconde da Dio che lo cerca, l’uomo

fugge l’inquietudine per non mettersi in gioco; la luce viene nelle tenebre,

ma i suoi non l’hanno accolta!

Siamo convinti che Dio c’è ed è strano, inaccessibile e incomprensibile.

Che è meglio tenerselo buono, semmai ne avessimo bisogno e, quando ne

abbiamo bisogno, chiediamo e invochiamo e imploriamo per avere una grazia,

un favore; Lui che è l’Onnipotente potrebbe (o dovrebbe?) ascoltare noi suoi

figli, noi devoti.

Natale, invece, dice che Dio diventa fragile, che chiede, invece di donare, che

elemosina, invece di dare che, per amore, annienta se stesso, si umilia

abbandonando la sua divinità.

Ma voi, lo volete davvero un Dio così?

Siamo convinti che Dio sia nelle cose del cielo, nei momenti forti, nei luoghi

sacri, nelle lunghe celebrazioni (a volte noiose), nelle settimane di ritiro, nelle

messe domenicali.

E ci lamentiamo di non potere, di non avere il tempo, di non riuscire, i monaci

loro sì, beati loro, i santi loro sì, ma noi poveri cristi, come facciamo, manca il tempo!

(Parlando con una mamma con bimbo problematico, mi diceva che non aveva

neanche più la voglia e la forza per pregare, l’ho invogliata a guardare Maria

e Giuseppe; per loro è stato un pessimo Natale!).

Natale, invece, ci parla dell’incarnazione di Dio, del fatto che, facendosi uomo,

Dio riempie di santità ogni frammento di vita, dallo straccio per lavare i pavimenti,

alla mano unta del meccanico, allo sforzo ripetitivo dell’operaio in fabbrica.

Non esistono più luoghi e tempi sacri.

Esiste un luogo e un tempo santo; la mia vita, quella che Dio sceglie di abitare.

Per accorgerci di questa trasfigurazione abbiamo bisogno di silenzio e preghiera,

come fa Maria la bella di Nazareth.

Luca dice che Maria serbava nel cuore tutti questi eventi, mettendo insieme i pezzi.

Iniziando questo anno nuovo (mi spiace per gli astrologi, ma sarà molto simile a

quello appena passato!), la liturgia ci dice di imitare Maria, di dedicare del tempo

al “dentro”, di accorgerci di Dio.

Manca un centro nella nostra vita, siamo travolti dalla vita vissuta.

Come il bucato ammucchiato nella bacinella, ci serve un filo a cui appendere

tutte le cose ad asciugare.

Questo centro unificatore che è la fede ci è prezioso, indispensabile.

Perché non assumerci l’impegno, in questo anno che oggi inizia, di ripartire da

Dio, di mettere l’ascolto della Parola e la meditazione al centro della nostra giornata?

Solo così ci accorgeremo che Dio ci sorride; “Far splendere il volto” indica

il bellissimo volto di una persona che sorride gioiosa.

Perciò quando sorridiamo il nostro volto si illumina.

Questo vi auguro, cordialmente, amici, qualunque cosa accada in questi mesi,

che possiate cogliere il volto sorridente di Dio.

Dio sorride, certo!

Chi ama, anche nelle avversità, sorride.

Il volto di Dio sorridente ci viene svelato dal neonato Gesù.

Dio sorride, non è imbronciato ne inpenetrabile ne scostante ne innervosito, macchè.

Dio sorride, sempre.

Il problema, semmai, sono io.

Nei momenti di fatica e di dolore non guardo verso Dio, sono travolto

dall’emozione, non riconosco in Dio nessun sorriso.

Non aspettiamo che Dio ci risolva i problemi ne che ci appiani la vita o ce la semplifichi.

La vita è mistero e come tale va accolta e rispettata.

Ma se Dio mi sorride, sempre, significa che esiste un trucco che non vedo,

una ragione che ignoro, e allora mi fido e Lo prego.

Qualunque cosa succeda nella vostra vita, quest’anno,

che Dio vi sorrida sempre, Buon Anno amici Fausto.

Buon 2022 a tutti voi.

 
Fra poche ore, amici, inizia un nuovo anno; il 2022.

Per ogni nuovo anno le aspettative sono sempre tante e si spera positive.

Ma il 2022 non sembra sia diverso da quello trascorso, i soliti problemi cronici,

rincari dei servizi essenziali, aumento a dismisura dei generi di prima necessità,

e non sembra essere finita.

I nostri politici che incuranti dei problemi di quasi tutti noi, continuano a litigare.

Ed allora mi sono chiesto; cosa vorrei per il nuovo Anno?

Per il nuovo Anno, questa sera quando vado a Messa, chiederò al Signore alcune

cose importanti per me ma anche per tutti voi amici, che ogni giorno mi fate

sentire la vostra vicinanza quando venite a leggere quelle quattro strampalate

parole che scrivo sul Vangelo; chiederò che Lui possa donarci tanta serenità,

salute, pace e gioia per tutte le nostre famiglie.

Ed allora, dal profondo del mio cuore; Buon Anno a tutti voi Fausto.

  

giovedì 30 dicembre 2021

Il Vangelo del Venerdì 31 Dicembre 2021

 

Della 1° settimana di Natale.

San Silvestro I, Papa.

Prima Lettura

Avete ricevuto l'unzione dal Santo e tutti avete la conoscenza.

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo (2,18-21) anno pari.

Figlioli, è giunta l'ultima ora.

Come avete sentito dire che l'anticristo deve venire, di fatto molti anticristi

sono già venuti.

Da questo conosciamo che è l'ultima ora.

Sono usciti da noi, ma non erano dei nostri; se fossero stati dei nostri, sarebbero

rimasti con noi; sono usciti perché fosse manifesto che non tutti sono dei nostri.

Ora voi avete ricevuto l'unzione dal Santo, e tutti avete la conoscenza.

Non vi ho scritto perché non conoscete la verità, ma perché la conoscete

e perché nessuna menzogna viene dalla verità.

Parola di Dio.

Vangelo

Il Verbo si fece carne.

Dal Vangelo secondo Giovanni (1,1-18) anno pari.

In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.

Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di

lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli

uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta.

Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni.

Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti

credessero per mezzo di lui.

Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.

Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo.

Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo

non lo ha riconosciuto.

Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto.

A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli

che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da

volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.

E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo

contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre,

pieno di grazia e di verità.

Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che

viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me».

Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia.

Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per

mezzo di Gesù Cristo.

Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno

del Padre, è lui che lo ha rivelato.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Giovanni scrive il suo Vangelo parecchi decenni dopo Matteo e Luca.

Anzi, per dirla tutta, il suo non è neppure un “Vangelo” così come lo intendiamo noi.

Potremmo dire che è quasi una meditazione sul Vangelo.

D’altronde, Giovanni dà per scontato che il suo lettore conosca, e bene, la

vita e le opere di Gesù.

Lui aggiunge, approfondisce, scandaglia e meraviglia.

Non gli interessa la nascita di Gesù, patrimonio acquisito quando lui scrive,

e inizia direttamente dalla predicazione del Battista, suo Maestro spirituale.

Ma, alla fine del Vangelo, decide di scrivere una poesia, un inno, un poema

che inserisce prima del Vangelo.

È il famosissimo prologo, diciotto versetti di teologia pura, da prendere in

dosi omeopatiche.

Riassume tutto il Vangelo della nascita, dicendo che quel bambino non è

soltanto un grande uomo, un profeta, l’inviato di Dio, ma la sua stessa

presenza, la Parola che Dio dona agli uomini per farsi capire, per spiegarsi.

Concludiamo questo anno mettendo la Parola al centro, la Parola che ci svela

Dio e ci svela a noi stessi, la Parola che vogliamo continuare a meditare.

E con la mia preghiera, vi auguro, buon fine anno e buon inizio!

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

mercoledì 29 dicembre 2021

Il Vangelo del Giovedì 30 Dicembre 2021

 

Della 6° giorno fra l’Ottava di Natale.

Sant' Eugenio di Milano, vescovo.

Prima Lettura

Chi fa la volontà di Dio rimane in eterno.

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo (2,12-17)

Scrivo a voi, figlioli, perché vi sono stati perdonati i peccati in virtù del suo nome.

Scrivo a voi, padri, perché avete conosciuto colui che è da principio.

Scrivo a voi, giovani, perché avete vinto il Maligno.

Ho scritto a voi, figlioli, perché avete conosciuto il Padre.

Ho scritto a voi, padri, perché avete conosciuto colui che è da principio.

Ho scritto a voi, giovani, perché siete forti e la parola di Dio rimane in voi

e avete vinto il Maligno.

Non amate il mondo, né le cose del mondo!

Se uno ama il mondo, l'amore del Padre non è in lui; perché tutto quello che

è nel mondo-la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la

superbia della vita-non viene dal Padre, ma viene dal mondo.

E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio

rimane in eterno!

Parola di Dio.

Vangelo

Anna parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione.

Dal Vangelo secondo Luca (2,36-40) anno pari.

[Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore].

C'era una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser.

Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo

matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni.

Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. 

Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del

bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno

in Galilea, alla loro città di Nàzaret.

Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Come Simeone, anche Anna, un’anziana vedova a servizio del tempio,

vede il bambino, e il suo cuore si riempie di Gioia.

Simeone e Anna rappresentano tutte le persone che, con semplicità e fedeltà,

seguono il Signore, nelle nostre parrocchie, prestando qualche servizio,

partecipando ogni giorno alle celebrazioni.

Il Signore accetta anche questo tipo di presenza, gradisce queste persone

che rappresentano lo zoccolo duro delle nostre povere comunità.

E dice; anche vivendo la fedeltà con abitudine, senza grandi eventi, possiamo

accogliere il Signore nel suo Natale.

Dio chiede di essere accolto, di nascere nel cuore di ogni discepolo, di ogni

Uomo; i giorni che stiamo vivendo ci aiutano a spalancare il nostro cuore

e la nostra vita alla fede del Dio che viene.

Paradossalmente, dopo più di duemila anni di cristianesimo, il rischio è quello di

anestetizzare il Natale di stravolgerne il significato, di renderlo insopportabile, inutile.

Le persone che soffrono, che vivono sole, vivono il Natale come una festa

infinitamente dolorosa.

A loro, invece, Dio dice che sono i privilegiati, i prescelti, coloro che possono

riconoscere il Dio fattosi povero, aiutandosi con la preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

martedì 28 dicembre 2021

Il Vangelo del Mercoledì 29 Dicembre 2021

 

Della 5° giorno fra l’Ottava di Natale.

San Tommaso Becket, vescovo e martire.

Prima Lettura

Chi ama suo fratello, rimane nella luce.

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo (2,3-11)

Figlioli miei, da questo sappiamo di avere conosciuto Gesù: se osserviamo

i suoi comandamenti.

Chi dice: "Lo conosco", e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e

in lui non c'è la verità.

Chi invece osserva la sua parola, in lui l'amore di Dio è veramente perfetto.

Da questo conosciamo di essere in lui.

Chi dice di rimanere in lui, deve anch'egli comportarsi come lui si è comportato.

Carissimi, non vi scrivo un nuovo comandamento, ma un comandamento antico,

che avete ricevuto da principio.

Il comandamento antico è la Parola che avete udito.

Eppure vi scrivo un comandamento nuovo, e ciò è vero in lui e in voi, perché

le tenebre stanno diradandosi e già appare la luce vera.

Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello, è ancora nelle tenebre.

Chi ama suo fratello, rimane nella luce e non vi è in lui occasione di inciampo.

Ma chi odia suo fratello, è nelle tenebre, cammina nelle tenebre e non sa dove

va, perché le tenebre hanno accecato i suoi occhi.

Parola di Dio.

Vangelo

Luce per rivelarti alle genti.

Dal Vangelo secondo Luca (2,22-35) anno pari.

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la

legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme

per presentarlo al Signore-come è scritto nella legge del Signore: "Ogni maschio

primogenito sarà sacro al Signore"-e per offrire in sacrificio una coppia di tortore

o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.

Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che

aspettava la consolazione d'Israele, e lo Spirito Santo era su di lui.

Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza

prima aver veduto il Cristo del Signore.

Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino

Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch'egli lo accolse

tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: "Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo

servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua

salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti

e gloria del tuo popolo, Israele".

Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui.

Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: "Ecco, egli è qui per la caduta

e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione-e anche a te

una spada trafiggerà l'anima-, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori".

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Non sono molti coloro che accolgono Dio; Maria, il suo amato sposo,

i pastori, i magi.

E un personaggio sconosciuto ai più; Simeone.

Simeone è anziano e sconfortato, ha vissuto a Gerusalemme e ha visto ricostruire

il tempio, innalzare le imponenti mura, decorarne gli esterni, e lo ha visto poi

riempirsi di pellegrini.

Un tempio tornato al suo antico splendore, con la classe sacerdotale e la rinascita di

una città che, però, non è stata accompagnata in ugual misura dalla crescita della fede.

È sconfortato, Simeone, come spesso sono le persone anziane un pò deluse dalla vita.

Eppure sale al Tempio, ancora una volta, ha fiducia, aspetta ancora, nonostante la

sua età avanzata.

E fa bene. Li vede.

Quanti li hanno incrociati?

Una coppia di paesani, smarriti nei grandi corridoi del tempio brulicante di gente;

la madre stringe un neonato avvolto in un manto, lo sposo porta due colombe da

offrire in sacrificio, l’offerta dei poveri.

Molti li guardano, uno solo li vede, Simeone.

E capisce.

Che folle, la logica di Dio! Che folle!

Sorride, ora, Simeone, mentre prende il Bambino davanti ai due genitori smarriti.

Ecco la luce.

Non il Tempio, non i cruenti sacrifici, ecco la luce.

Si amici, ecco la luce anche per noi, ringraziamo il Bambino Gesù con la preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

lunedì 27 dicembre 2021

Il Vangelo del Martedì 28 Dicembre 2021

 

Della 1° settimana del Tempo di Natale.

Strage degli Innocenti, Santi, I primi martiri di Cristo.

Lettura

Il sangue di Gesù ci purifica da ogni peccato.

Dalla prima lettera di san Giovanni Apostolo (1,5-2,2)

Figlioli miei, questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che noi vi

annunciamo: Dio è luce e in lui non c'è tenebra alcuna.

Se diciamo di essere in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre,

siamo bugiardi e non mettiamo in pratica la verità.

Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli

uni con gli altri, e il sangue di Gesù, il Figlio suo, ci purifica da ogni peccato.

Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi.

Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto tanto da perdonarci

i peccati e purificarci da ogni iniquità.

Se diciamo di non avere peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola

non è in noi.

Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha

peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto.

È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri,

ma anche per quelli di tutto il mondo.

Parola di Dio.

Vangelo

Erode mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme.

Dal Vangelo secondo Matteo (2,13-18) anno pari.

I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno

a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi

in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il

bambino per ucciderlo».

Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto,

dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato

detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall'Egitto ho chiamato mio figlio».

Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e

mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo

territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva

appreso con esattezza dai Magi.

Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremìa: «Un

grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange

i suoi figli e non vuole essere consolata,

perché non sono più».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Questa volta si esagera!

Vada per il primo martire che ci richiama alla scelta pro o contro Dio, vada per

san Giovanni che ci invita a leggere il Natale con sguardo pasquale, ma cosa

c'entrano i poveri bambini di Betlemme uccisi dal feroce Erode?

Questo veramente rovina il bel clima natalizio!

Non vogliamo brutte notizie!

Almeno non in questa settimana!

E invece; quei bambini sono celebrati dalla Chiesa come martiri, come vittime

della follia omicida di un re sanguinario che teme la concorrenza di Dio, che

si spaventa (inutilmente) come se Dio volesse rubargli il trono.

E il potere, la bramosia, spingono a commettere follie, annebbiano la testa.

Muoiono, i bambini di Betlemme, per difendere un bambino come loro.

Come non pensare ai tanti bambini che non vedono la luce?

Oppure a quelli uccisi sotto le bombe in Siria?

O a quelli che imbracciano un fucile o passano la giornata a lavorare per

pochi centesimi?

O ancora a quelli che finiscono nei depravati traffici della pedofilia internazionale?

Se Natale è la festa dell’infanzia, la giornata di oggi urla il suo disappunto

perché questa infanzia è continuamente violata.

Rimbocchiamoci le maniche, allora, perché l’infanzia sia sempre tutelata

e protetta in ogni suo aspetto, per questo preghiamo il Bambino Gesù.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.