Dopo tanto tempo ho
voluto meditare la Via Crucis, l’autunno scorso
al Santuario
dell’Amore Misericordioso a Collevalenza, con le riflessioni
che per tanto tempo
avevo tenuto segretamente nascoste.
Sono confidenze
ricevute in momenti di sconforto, che degli ammalati avevano
voluto condividere con
me, ammalati che ora non ci sono più, o che magari sono
guariti e, per questo,
ometto il loro nome per rispetto delle loro confidenze.
Ma voglio con questo
ringraziarli, uno per uno, perché, attraverso le loro
confidenze sono
riuscito a prendere una immensa forza interiore.
Via Crucis del Malato.
Adattata al percorso
della Via Crucis che troviamo
al Santuario
dell’Amore Misericordioso, come l’ha
interpretata la Beata
Madre Speranza.
Ho incontrato degli ammalati, ho condiviso il loro
cammino di dolore,
ho voluto calarmi nel vero senso della parola,
nel loro stato di ammalati.
Ho parlato tanto con loro nei nostri incontri,
abbiamo pregato, ma ci siamo
anche arrabbiati con il Signore, abbiamo anche
pianto assieme.
Poi piano piano se ne sono andati, ed hanno
lasciato un grande vuoto dentro
il mio cuore, ma ancora di più era la mia rabbia
che lo riempiva.
Mi sono arrabbiato, pensavo andasse diversamente
e sono rimasto deluso,
volevo chiudere il mio rapporto con il Signore,
perché mi sono sentito tradito.
Non è stato facile riprendermi dal dolore, ma
fortunatamente non sono
scappato dalle mie responsabilità, ma mi sono
detto; non voglio più avere
a che fare con gli ammalati, si soffre troppo.
Invece era solo l’inizio, perché il Signore
aveva in serbo per me un’altra strada,
quella di incontrare gli ammalati ed i
sofferenti.
Preghiera iniziale.
Signore, voglio rifare
con Te la strada della croce.
La tua sofferenza
porti un pò di luce al mio dolore.
La forza e il coraggio
con i quali hai affrontato la morte diventino la mia forza
e il mio coraggio,
affinché meno pesante mi sia il cammino della vita.
Insegnami o Signore ad
accogliere anche la sofferenza come dono del Tuo Amore.
Prima Stazione.
L’ultima Cena di Gesù.
Ti adoriamo, o Cristo e
Ti Benediciamo.
Perché con la Tua Santa
Croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo
Matteo.
Ora mentre essi
mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunciata la benedizione, lo
spezzò e lo diede ai
discepoli dicendo: “Prendete e mangiate, questo è il mio corpo”.
Poi prese il calice e
dopo aver reso grazie lo diede loro dicendo: “Bevetene tutti,
perché questo è il mio
sangue dell’alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati”.
Meditazione
Farsi dono.
Loro sono sconcertati, non
capiscono questo gesto di Gesù.
Ma noi sì, questo gesto lo capiamo.
Gesù desidera celebrare la Pasqua
presso ciascuno di noi, nella nostra vita,
nella nostra stanza interiore,
nella nostra malattia.
La fede non è un evento che ci
sfiora, che ci sta accanto, che ci vede partecipi part-time,
l’evento delle feste comandate e
della domenica, da tirare fuori quando serve.
È finito il tempo in cui Dio si
nascondeva misteriosamente altrove.
Egli è presente nella quotidianità,
incontrabile e accessibile, in particolar
modo nella malattia.
Manifesta il suo desiderio di stare
con noi, di stare con me, con te con tutti voi.
Abbiamo allora una stanza addobbata
in cui accogliere il Signore nella nostra vita?
Un luogo, un tempo, un
atteggiamento che gli permetta di celebrare il dono della sua vita?
È questo che Lui vuole, che
possiamo renderci presenti.
Il grande dramma del nostro tempo è
che lamentiamo l’assenza di Dio, ma non
ci facciamo trovare, spesso ci
nascondiamo dietro la nostra malattia.
Dio ci rende partecipi, si fa
nostro ospite, si dona totalmente, vuole condividere
il nostro dramma; solo se lo
vogliamo, solo se lo invitiamo.
Grande Dio!
Perciò, lasciamoci incontrare!
Egli che vive e regna
nei secoli dei secoli. AMEN.
Santa Madre, deh voi fate,
che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.
Pater, Ave, Gloria
Seconda Stazione
Gesù nell’orto del
Getsemani
Ti adoriamo, o Cristo e
Ti Benediciamo.
Perché con la Tua Santa
Croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo
Matteo.
Allora Gesù andò con
loro in un podere, chiamato Getsemani e disse ai
discepoli: “Sedetevi
qui, mentre Io vado la a pregare”.
E presi con sé Pietro e
i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia.
Allora disse loro: “La
mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me”.
E avanzatosi un poco, si
prostrò con la faccia a terra e pregava dicendo: “Padre mio,
se è possibile passi da
me questo calice!
Però non come voglio Io,
ma come vuoi Tu”.
Meditazione.
Vedo Gesù, in mezzo agli ulivi, lo
sento pregare.
Sto a distanza, come fanno gli
apostoli.
È la notte del giovedì santo.
Immagino lo stato d’animo del
Rabbì, non è difficile; basta aprire il cuore.
Sono turbato, emozionato e
commosso.
Gesù prende con se i tre discepoli
della prima ora, vuole stare in compagnia.
Anche noi siamo invitati a far
parte del gruppo ristretto dei tre, a seguire Gesù
nei momenti più intensi.
Qui nel Getsemani, Gesù, svela
l’inatteso volto di un Dio che si spaventa,
che è pieno di angoscia, che
condivide senza falsità, i tratti più deboli della
natura umana; cioè, la malattia.
Di che cosa ha paura
Gesù?
Del fallimento della
propria vita?
Gesù non ha paura della morte, ma
dell’inutilità del suo sacrificio.
Per questo ci vuole vicini, è un
rischio il suo, il più terribile, ma decide di
andare fino in fondo, anche se noi
ci siamo addormentati, anche se noi
continuiamo a lamentarci.
Lui tira dritto per la sua strada e
ci scuote, ci chiede di stargli vicino, di unirci
a Lui, di non lasciarci andare alla
deriva, di prendere coraggio e forza nella
preghiera e nell’abbandono, come ha
fatto Lui.
Egli che vive e regna
nei secoli dei secoli. AMEN.
Santa Madre, deh voi fate,
che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.
Pater, Ave, Gloria
Terza Stazione.
Gesù è flagellato.
Il momento della diagnosi
di tumore, la condanna.
Ti adoriamo, o Cristo e
Ti Benediciamo.
Perché con la Tua Santa
Croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo
Matteo.
Disse loro Pilato: “Che
farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?”.
Tutti gli risposero:
“Sia crocifisso!”.
Ed egli aggiunse: “Ma
che male ha fatto?”.
Essi allora urlarono:
“Sia crocifisso!”.
Allora rilasciò loro
Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù,
lo consegnò ai soldati
perché fosse crocifisso.
Meditazione
Quello che temevo
è reale; la biopsia ha rivelato la natura tumorale
della macchia al
fegato.
Sia fatta la
volontà di Dio.
Io ce la metterò
tutta per combattere.
È iniziata una
nuova fase della mia vita; la certezza della diagnosi e l’incertezza di
una cura che non
so quando terminerà, non so se potrà ridarmi la salute, la guarigione,
se mi consentirà
di tornare alla vita con la mia famiglia, con i miei amici.
Quando sei colpito
da tumore, questo invade tutta la tua vita, impossessandosi
di tutte le tue
forze e della tua volontà.
Allora lottare
diventa molto faticoso, quanto superare questo misterioso tunnel;
la vita va vissuta
così, giorno per giorno, sia quando ne hai la forza, sia quando
ti senti
sprofondare nel buio della solitudine.
La carica per
andare avanti te la dà l’amore che provi per gli altri; ma anche il
sapersi accettare
così come si è, con pregi e difetti, con dolore e malinconie,
pensando che altre
persone vivono drammi più grandi dei nostri, ma soprattutto
con amici, quelli
veri, che ti stanno vicino che ti ascoltano con tanta pazienza.
Preghiamo.
Ci sono delle
persone che soffrono e sono trattate male da coloro che invece
dovrebbero amare,
consolare, aiutare.
E nonostante tutto
pregano in silenzio per chi aumenta le loro sofferenze.
Sono come Te, o
Signore, che malgrado tutto, hai chiamato Giuda, nell’atto
stesso del suo
tradimento, col dolce nome di amico.
Noi ti preghiamo
di aiutarli o Dio, per Gesù Cristo nostro Signore.
Tu che vivi e regni nei
secoli dei secoli. AMEN.
Santa Madre, deh voi fate,
che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.
Pater, Ave, Gloria
Quarta Stazione.
Gesù è condannato a
morte, mettono la croce sulle sue spalle.
L’inizio dei trattamenti,
il dover cambiare vita, il sentirsi diverso.
Ti adoriamo, o Cristo e
Ti Benediciamo.
Perché con la Tua Santa
Croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Marco 15,20
Dopo averlo schernito, lo spogliarono della
porpora e gli rimisero le sue
vesti, poi lo condussero fuori per
crocifiggerlo.
E a tutti diceva: Se qualcuno vuol venire dietro
a me, rinneghi se stesso,
prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.
Meditazione.
La mia vita sta
cambiando giorno dopo giorno; ci sono momenti in cui mi
sento avvilita e non
riesco a reagire.
Dopo le terapie mi
sento davvero a pezzi, stanca, distrutta.
Ma ho scoperto che la
sofferenza matura tantissimo e inoltre unisce, lega
e rafforza i rapporti
veri, quelli con le persone che ti stanno vicino, e questa
è una garanzia che non
verrà mai meno.
Ho vissuto momenti di
angoscia, di grande sofferenza e incertezza ma, per fortuna,
l’amore di Dio non è
certo come il mio, volubile, titubante, incostante; in certi
momenti nessuno può
esserti d’aiuto nella responsabilità, nei conflitti, nella
sofferenza,
nell’angoscia e persino nella morte.
Si resta soli anche quando
si è circondati da tanti veri amici.
Mi occorre però la
certezza che Dio è accanto a me in modo particolarissimo
dal momento che mi ha
scelto nella sofferenza; Egli sa perché mi fa soffrire,
ma io, debole
creatura, lo capirò solo quando sarò tra le sue braccia.
Come sarebbe bello che
i medici aiutassero ogni paziente ad accogliere la
chemioterapia come
dono alla vita e per la vita; infatti la mia vita continua
ad essere vita di
amore, di preghiera e di servizio apostolico molto intenso
tra i giovani e tutti
coloro che mi è dato di incontrare ogni giorno.
Preghiamo.
Fai, o Dio, che
sappiamo abbracciare questo pesante fardello alla tua maniera.
Insegnaci ad accettare
i dolori che ci logorano e ci spezzano per essere degni di
salire con Te verso il
Calvario, fedeli tuoi discepoli.
Per Cristo nostro Signore Tu che vivi e regni nei
secoli dei secoli. AMEN.
Santa Madre, deh voi fate,
che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.
Pater, Ave, Gloria
Quinta Stazione.
Gesù incontra sua Madre.
L’aiuto ed il sostegno
dei famigliari.
Ti adoriamo, o Cristo e
Ti Benediciamo.
Perché con la Tua Santa
Croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Luca 2,34-35
Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre:
“Egli è qui per la rovina
e la risurrezione di molti in Israele, segno di
contraddizione perché siano
svelati i pensieri di molti cuori.
E anche a te una spada trafiggerà l’anima”.
Meditazione.
Oggi sono tornata a
casa piena di rabbia e di rancore.
Non ho mai odiato
nessuno, ma adesso forse sì.
Su consiglio dei
medici ho ripreso a lavorare, ma se lavorare significa
accumulare altra
tensione, non ci sto.
Questa mattina sono
riusciti a mettermi in ginocchio, adesso sono a casa.
Lo sapevano cosa stavo
passando.
Sono tornata troppo
sorridente?
Volevano vedermi
piangere?
Speravano che mi
facessi commiserare?
È vero che essere un
capo è difficile, spesso non si è amati.
Se però sapessero il
ribrezzo che mi faccio quando mi spoglio per lavarmi,
come mi sento e come
mi irrigidisco quando mio marito si avvicina a me,
e io mi sento
mostruosa con queste due “bocce” non mie, attraversate da
due cicatrici, con
questa testa pelata, senza peli dappertutto, senza ciglia.
Come vorrei che
provassero, per un pò, quello che sto passando io.
La cosa più pesante è
che mi sento privata del mio diritto a lavorare perché non
posso tollerare tutte
queste tensioni.
Sono stata costretta a
restare a casa contro la mia volontà, e adesso mi sto
richiudendo in me
stessa.
In questi giorni mi
sembra di avvertire una sensazione preziosa; il perdono.
È come se dentro di
me, fosse presente una disponibilità totale al perdono,
anche per ciò che di
male mi è stato fatto in passato e di cui non ricordo;
di più, è come se
perdonassi chi eventualmente ha fatto cose ingiuste alle
persone che amo e
addirittura a chi potrà farle.
Questa sensazione mi
provoca una pace interiore forse mai conosciuta.
Preghiamo.
Fà o Dio che i
nostri ammalati abbiano sempre vicino al loro letto un cuore
di mamma, così che
possano sentirsi sorretti, compresi, capiti, amati e consolati.
Per Gesù Cristo nostro
Signore.
Tu che vivi e regni nei
secoli dei secoli. AMEN.
Santa Madre, deh voi fate,
che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.
Pater, Ave, Gloria
Sesta Stazione.
Gesù è aiutato dal
Cireneo a portare la croce.
L’aiuto e la comprensione
di un compagno di “sventura”, di un “estraneo” una
persona che ho conosciuto
attraverso l’acqua di un Santuario e, che con tanta
pazienza mi è vicina con
l’ascolto e la preghiera.
Ti adoriamo, o Cristo e
Ti Benediciamo.
Perché con la Tua Santa
Croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Marco 15,21
Allora costrinsero un tale che passava, un certo
Simone di Cirene che veniva
dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo, a
portare la croce.
Chi non prende la sua croce e non mi segue, non
è degno di me.
Meditazione.
Dovrei amarli molto;
saranno noiosi, brutti e acidi; prepotenti, stupiti eppure
gentili, riconoscenti,
umili, pazienti, rassegnati ma, se guarderai bene, scoprirai
che il loro vero
disperato male è la paura.
Molti non guariranno,
non moriranno subito, altri sì, ma tu non sei Dio per fare miracoli.
Ma quello che so,
perché lo sai fare e puoi farlo, è dar loro la quiete, il coraggio;
se riuscirai a
togliere la paura avrai dato un senso a tutta la tua vita.
Lo hai già fatto e io
lo so.
Fallo ancora, fallo
sempre; in loro guarda me e il babbo che ami e che hai già aiutati.
Preghiamo.
Così a giorni di
pacati riposi, si alternano le crisi che ci abbattono, durante le quali
anche l’aiuto di un
cireneo amico diventa inutile, esattamente come è accaduto a Te.
Aiutaci o Dio a
pregare per chi ci aiuta e ci soccorre.
Per Cristo nostro Signore.
Tu che vivi e regni nei
secoli dei secoli. AMEN.
Santa Madre, deh voi fate,
che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.
Pater, Ave, Gloria
Settima Stazione.
Gesù parla alle pie
donne.
L’aiuto ed il sostegno di
medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali,
che aiutano a rendere
meno faticoso il cammino della malattia.
Ti adoriamo, o Cristo e
Ti Benediciamo.
Perché con la Tua Santa
Croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Luca 23,27-28.31
Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne
che si battevano il petto
e facevano lamenti su di lui.
Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse:
“Figlie di Gerusalemme,
non piangete su di me, ma piangete su voi stesse
e sui vostri figli.
Perchè se trattano così il legno verde, che
avverrà del legno secco?”
Io sono la vite, voi i tralci.
Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto,
perché senza di me non potete far nulla.
Chi non rimane in me viene gettato via come il
tralcio e si secca, e poi lo
raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Meditazione.
Cara dottoressa,
averla incontrata su questo percorso di sofferenza, di involontarie
violenze sul corpo e
sull’anima di nostro padre, ci ha reso il cammino un pò più
facile e soprattutto,
crediamo, lo abbia reso meno difficile a mio padre.
Mi preme molto dirle
che in questo periodo ho maturato la sincera convinzione
di trovarmi al centro
di uno sforzo collettivo per farmi guarire.
Cara dottoressa, cara
amica, vorrei ringraziarla di tutto; delle attenzioni, della
pazienza, del tempo
che sai comunque trovare per le mie lamentele, i miei
momenti di sconforto,
la mia rabbia che non mi va di controllare,
la mia voglia di
stramaledire.
Vorrei ringraziarti di
tutto, ma specialmente di riuscire ad essermi così amica.
In particolare un
grazie affettuoso sentiamo di dedicarlo a Loredana, che nel
periodo di assistenza
domiciliare è riuscita ad integrare le cure mediche con
un apporto umano
stupendo che ha procurato un sollievo incredibile a mia
moglie nonché, cosa di
sommo significato, è riuscita ad assisterla per un
trapasso sereno e
indolore e soprattutto inconsapevole dell’ultimo atto
che stava subendo.
Preghiamo.
Fai o Dio che il
nostro avvicinarsi ai malati non sia una convenzione sociale
o soltanto un momento
terapeutico, ma un atto delicatissimo di amore così
da scoprire in chi
soffre l’immagine del tuo volto, intriso di sangue.
Per Cristo nostro Signore.
Tu che vivi e regni nei
secoli dei secoli. AMEN.
Santa Madre, deh voi fate,
che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.
Pater, Ave, Gloria
Ottava Stazione.
Gesù cade a terra
schiacciato dal peso della croce.
L’inefficacia della cura,
la progressione di un peso insostenibile che ti annienta.
Ti adoriamo, o Cristo e
Ti Benediciamo.
Perché con la Tua Santa
Croce hai redento il mondo.
Da Salmo 34,15-16
Ma essi godono della mia caduta, si radunano, si
radunano contro di me
per colpirmi all’improvviso.
Mi dilaniano senza posa, mi mettono alla prova,
scherno su scherno,
contro di me digrignano i denti.
Meditazione.
Ho crisi terribili; mi
fanno male tutti i muscoli, ho mal di testa ed ho crisi
d’ansia; ho una gran
paura di morire.
Anche il cuore ma fa
male.
Voglio bene al mio
bambino ed a mio marito, ma mi sento di peso perché li faccio soffrire.
In certi momenti, poi,
mi sembra di non volere loro più bene.
Mi sento sempre in uno
stato d’angoscia e, sono ormai senza lacrime.
In queste ultime notti
non sono riuscita a dormire.
Questi miei disturbi
sono più intensi e più forti la sera.
Ho incominciato a
pensare di essere cambiata, di non essere più quella che
ero prima e, a pensare
di non essere capace di seguire il mio bambino.
Mi sono messa in testa
di non meritare né mio merito né il mio bambino.
In certi momenti mi
sembra di non voler più bene a nessuno; questo pensiero mi tormenta.
Non tengo nemmeno più
alla mia persona; prima ci tenevo molto, ma adesso non mi
interessa più di me.
Ho paura di morire ma
ho anche paura di vivere.
L’angoscia è molto
forte.
Sono l’unica persona
al mondo che soffre nel far soffrire gli altri; ma non sono
capace di non farli
soffrire.
Mi sembra proprio di
non riuscire a fare nulla.
Non riesco a piangere;
mi viene da piangere solo quando sento il mio bambino,
e che ho una tremenda
paura di non vederlo crescere.
Preghiamo.
Insegnaci, o Dio, ad
accettare la tua volontà, particolarmente quando i rimedi
umani non servono più
a niente.
Insegnaci a confidare
oltre che sulle medicine, soprattutto sulla tua infinita misericordia.
Per Cristo nostro Signore.
Egli che vive e regna
nei secoli dei secoli. AMEN.
Santa Madre, deh voi fate,
che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.
Pater, Ave, Gloria
Nona Stazione.
Gesù è spogliato delle
sue vesti.
La malattia come perdita
di identità (mutilazione del corpo, perdita dei
capelli, perdita di peso,
incapacità di autodeterminazione, di mantenere
le normali attività della
vita).
Ti adoriamo, o Cristo e
Ti Benediciamo.
Perché con la Tua Santa
Croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Giovanni 19,23-24
I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù,
presero le sue vesti e ne fecero
quattro parti, una per ciascun soldato.
E la tunica.
Ora quella tunica era senza cucitura, tessuta
tutta d’un pezzo da cima a fondo.
Perciò dissero tra loro: “Non stracciamola, ma
tiriamo a sorte a chi tocca”.
Così si adempiva la Scrittura: Si son divise tra
loro le mie vesti e sulla mia
tunica han gettato la sorte.
E i soldati fecero proprio così.
Meditazione.
L’angoscia che si
prova guardandosi allo specchio, vedendosi trasformata è terribile.
Ho sempre amato la
cura della persona, vestirsi, apparire fresca e giovanile;
ora mi sento brutta e
invecchiata.
Cosa accadrà con il
passare dei giorni?
Durante la degenza,
volevo che nessuno mi venisse a trovare, tranne i familiari più stretti.
Non volevo che
vedessero com’ero ridotta, sì, ridotta.
Con dieci chili in
meno per un mese di quasi digiuno, per le cannucce nel naso,
per l’ago nel collo,
le flebo nel braccio, i drenaggi alla pancia.
Non volevo che mi
vedessero, perché non volevo che vedessero un animale
ferito; non volevo
leggere pietà nei loro occhi, perché forse non volevo
rispecchiarmi nei loro
occhi.
Stamane, alle otto,
con la barella fin giù in radiologia per eseguire la Tac,
dal collo fino alle
pieghe dell’inguine; tagliata idealmente in tante fettine
da raggi invisibili
che mi leggono dentro, che scoprono quello che, nel
mio corpo, io non
posso vedere.
È qualcosa che va
contro natura; estranei guardano e studiano ciò che mi
appartiene, ma su cui
ho perso qualsiasi diritto.
Avverto l’ansia che mi
inumidisce i polpastrelli delle mie dita; è difficile
scrivere, forse quanto
ritrovare bagliori, anche rari di serenità.
Sento avvicinarsi il
momento della sentenza ed ho paura.
Preghiamo.
Insegnaci, o Dio, a
distaccare in tempo il nostro cuore dalle cose di quaggiù,
così che gli ultimi
istanti della nostra vita non conoscano lo strappo violento
di una spogliazione
improvvisa e, perché inaspettata, più dolorosa.
Per Cristo nostro Signore.
Egli che vive e regna
nei secoli dei secoli. AMEN.
Santa Madre, deh voi fate,
che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.
Pater, Ave, Gloria
Decima Stazione.
Gesù viene inchiodato
sulla croce.
La sofferenza (fisica,
psichica, spirituale e sociale) nella fase finale della malattia.
Ti adoriamo, o Cristo e
Ti Benediciamo.
Perché con la Tua Santa
Croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Luca 23,33-34.35
Quando giunsero al luogo detto Cranio, là
crocifissero lui e i due malfattori,
uno a destra e l’altro a sinistra.
Gesù diceva: “Padre, perdonali, perché non sanno
quello che fanno” Dopo
essersi poi divise le vesti, le tirarono a
sorte.
Il popolo stava a vedere, i capi invece lo
schernivano dicendo: “Ha salvato
gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di
Dio, il suo eletto.”
Al di sopra del suo capo, posero la motivazione
scritta della sua
condanna: “Questi è Gesù, il re dei Giudei”.
Meditazione.
Dolore, demone
inesorabile e crudele, che incessante spii e perseguiti, mi hai
strappato i denti ed i
capelli, con artigli di fuoco m’hai dilaniato il ventre e con
la nausea fetida m’hai
illividito il volto ed ingrigita la pelle.
Dolore che strisci e
t’insinui e mordi, lascia le mie membra tese, le mie ossa
corrose, le mie carni
appassite, mi hai spento il sorriso ed oscurato il sole.
Ti prego dolore, fammi
riposare, lascia che la mia anima si acquieti e torni
a cantare, le note
della sua voce saranno più struggenti e pure in una melodia
accorata e profonda,
dolce ed avvincente.
Le note della sua voce
parleranno di Dio e d’amore.
E la tua voracità avrà
avuto un senso.
Preghiamo.
Fai, o Dio, che quando
anche noi saremo inchiodati sulla croce dei nostri dolori
possiamo incontrare la
tua immagine crocifissa, sì che possiamo più facilmente
unire la nostra
sofferenza alla tua per completare ciò che manca alla tua passione.
Per Cristo nostro Signore.
Egli che vive e regna
nei secoli dei secoli. AMEN.
Santa Madre, deh voi fate,
che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.
Pater, Ave, Gloria
Undicesima Stazione.
Gesù muore sulla croce.
Il momento della morte,
la paura di morire soli.
Ti adoriamo, o Cristo e
Ti Benediciamo.
Perché con la Tua Santa
Croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Marco 15,34-39
Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloì, Eloì,
lema sabactàni?, che significa:
Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?
Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: “Ecco
chiama Elia!”.
Uno corse a inzuppare di aceto una spugna e
postala su una canna, gli dava
da bere, dicendo: “Aspettate, vediamo se viene
Elia a toglierlo dalla croce”.
Ma Gesù, dando un forte grido, spirò.
Il velo del tempio si squarciò in due,
dall’altro in basso.
Allora il centurione che gli stava di fronte,
vistolo spirare in quel modo
disse: “Veramente quest’uomo era Figlio di
Dio!”.
Il velo del tempio si squarciò nel mezzo.
Meditazione.
Ora la casa è vuota;
non più siringhe, non più deflussori, non più farmaci
contro il dolore,
nulla più.
La morte è un evento
misterioso che ognuno deve affrontare da solo; non ci
si può sostituire,
tuttavia penso che il sentirsi accompagnati fino all’attimo
in cui è umanamente
possibile dalle persone che ti vogliono bene, renda
questo momento meno
doloroso.
Ecco, io ho avuto la
certezza che anche tu, come noi, con la nostra stessa
partecipazione e lo
stesso rispetto per quello che stava accadendo a mio padre,
hai cercato di
accompagnarlo fino al momento in cui doveva proseguire da
solo il suo cammino, e
a noi non è restato altro che affidarlo nelle mani di Dio.
Sappi che qualsiasi
cosa possa accadere nella nostra vita, anche se non dovessimo
più vederci, non
dimenticherò mai che Tu eri lì con noi e come noi.
Il tradimento della
vita non avviene come quello del sole; non può essere
istantaneo,
imprevedibile, può spazzare via anche chi non ha ancora assaporato
la bellezza e la
dolcezza della vita.
Però, come per il sole
che si spegne da una parte ma illumina e riscalda l’altra parte del
mondo, così dovrebbe
accadere anche per noi; una luce in più si accende nell’eternità.
Preghiamo.
O Dio, giunti al
termine della nostra vita, quando sentiamo le forze venirci meno,
fa che possiamo avere
il tempo di abbandonare in pienezza di coscienza la nostra
anima nelle tue mani,
sì che possiamo attendere con fiducia filiale la tua volontà
e morire in pace con
gli uomini e con Te.
Per Cristo nostro Signore.
Tu che vivi e regni nei
secoli dei secoli. AMEN.
Santa Madre, deh voi fate,
che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.
Pater, Ave, Gloria
Dodicesima Stazione.
Gesù è deposto tra le
braccia della Madre.
Gli operatori che
preparano la salma per il funerale.
Ti adoriamo, o Cristo e
Ti Benediciamo.
Perché con la Tua Santa
Croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Giovanni 19, 25.31.33-34
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la
sorella di sua madre,
Maria di Cleofa e Maria di Magdala.
Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché
i corpi non rimanessero in croce
durante il sabato (era infatti un giorno solenne
quel sabato), chiesero a Pilato
che fossero loro spezzate le gambe e fossero
portati via.
Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto
no gli spezzarono le gambe,
ma uno dei soldati gli colpì il costato con la
lancia e subito ne uscì sangue e acqua.
Meditazione.
Mi dicevi; tu sei mio
amico, io non posso essere tuo amico.
Tu sei dottore, io
operaio, viviamo in due mondi diversi.
Abbiamo quasi litigato
quando ti ho invitato al mio compleanno, una semplice
cena tra amici.
Mi dicevi che ti
saresti trovato spaesato tra i miei colleghi.
Ma il tempo è passato
insieme a noi; quanto hai sofferto della mancanza di tua madre.
Alla fine ti ho
convinto ad essere testimone delle mie nozze; alla fine, dopo mesi
di discussioni, sei
riuscito a smettere di dirmi “grazie”.
Alla fine, alla fine
di tutto, quando hai chiuso gli occhi tra le mie braccia.
Preghiamo.
Insegnaci, o Dio, a
non essere adoratori del nostro corpo, ma saperlo usare
con rispetto a
servizio dei fratelli.
Per Cristo nostro Signore.
Tu che vivi e regni nei
secoli dei secoli. AMEN.
Santa Madre, deh voi fate,
che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.
Pater, Ave,
Gloria.
Tredicesima Stazione.
Gesù è deposto nel
sepolcro.
Il funerale, la
partecipazione degli amici, l’aiuto degli operatori nella
elaborazione del lutto
dei famigliari.
Ti adoriamo, o Cristo e
Ti Benediciamo.
Perché con la Tua Santa
Croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Giovanni 19,41.
Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era
un giardino e nel giardino
un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato
ancora deposto.
Rotolata poi un gran pietra sulla porta del
sepolcro, se ne andò.
Meditazione.
Potevo scendere, non
lo feci.
Scelsi di rimanere.
Così come ai piedi
della croce; scelse di rimanere mia Madre.
Mi piace quando ti
soffermi a contemplarmi inchiodato alla croce.
Dalla mia croce,
intendo semplicemente suggerirti questo: “Non si ama a metà,
l’amore va fino in
fondo, l’amore non è una incompiuta, l’amore va oltre la morte”.
Preghiamo.
Insegnaci, o Dio, a
vedere nel dolore umano un passo obbligato e necessario per
dare i frutti di vita
eterna, così che ai giorni del dolore succedano i giorni della
gloria, esattamente
come a Te che dopo aver conosciuto le amarezze del
Venerdì Santo,
provasti gli splendori della radiosa mattina di Pasqua.
Per Cristo nostro Signore.
Egli che vive e regna
nei secoli dei secoli. AMEN.
Santa Madre, deh voi fate,
che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.
Pater, Ave,
Gloria.
Quattordicesima Stazione.
La Risurrezione di Gesù.
La certezza della
resurrezione.
Ti adoriamo, o Cristo e
Ti Benediciamo.
Perché con la Tua Santa
Croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo.
L’Angelo disse alle donne: “Non temete, voi!
So che cercate Gesù crocifisso; non è qui, è
risorto, come aveva predetto.
Meditazione.
A tutti i miei figli,
nuore, generi.
Non piangete la mia
assenza, sentitemi vicina, io vi amerò dal cielo, come vi
ho amati sulla terra.
Siate buoni, aiutatevi
e confortatevi nelle tribolazioni, amatevi e siate affiatati
uno all’altro.
Andate spesso a
ricevere i Sacramenti, vi saranno di grande conforto.
Vi auguro la pace, la
pace vera.
Abbiate cura di papà.
Vi benedico tutti e vi
attendo in cielo.
Preghiamo.
O Dio che con la morte
del tuo Figlio, hai vinto ogni morte e ogni rassegnazione
e, con la risurrezione
doni a noi la vita, concedi a tutti i malati di partecipare alla
gioia della tua vita e
a tutti gli operatori sanitari di lavorare per il tuo regno che viene.
Per Cristo nostro Signore.
Egli che vive e regna
nei secoli dei secoli. AMEN.
Santa Madre, deh voi fate,
che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.
Pater, Ave, Gloria
PREGHIERA FINALE:
Fà, Signore, che la
meditazione sulla tua passione, porti al nostro animo la forza
e il coraggio di
superare questa prova misteriosa della vita per essere con Te,
un giorno, felice nel
tuo regno. Amen.
Perdona la nostra impazienza.
Ho letto nella
Scrittura che non dobbiamo avvilirci nella malattia, hai promesso
di guarirci, se avremo
fiducia in Te.
Ora ti chiediamo di
insegnarci a pregare e domandarti se sia più conveniente
per noi il dono della
salute, oppure abbandonarci alla tua santa volontà, senza
chiederci che sarà di
noi e della nostra pena.
Ebbene, tu ci chiedi
di aver fiducia, perché sei buono e misericordioso.
Tu ci obblighi a
domandare, perché qualunque cosa noi chiediamo nel nome
di Gesù, ci sarà data.
Saremo allora
impertinenti se ancora ritorniamo a domandarti la stessa cosa?
Tu hai cura di noi e
ci proteggi all’ombra delle tue ali, per questo ti preghiamo
di aver pietà di noi e
tutto avvenga secondo le tue promesse.
Ti chiediamo di
perdonare le nostre colpe, di cantare le tue lodi e guarire, anche
se questo è solo un
anticipo della salute piena che ci sarà concessa quando ci
chiamerai a
condividere la tua vita gloriosa, con Gesù vivo e risorto.
Ti vogliamo benedire,
Signore, perché ti sentiamo a noi vicino per illuminarci
il sentiero della
croce, nostra compagna inseparabile, la stessa che Tu hai
abbracciata per amor nostro.
Ora non privarci del
tuo Santo Spirito, perché ti sei fatto nostro alleato
e non vuoi deluderci.
In te confidiamo, nostro Signore. Così sia.
E con il tuo spirito.
Per il vessillo della santa Croce, ci benedica,
Dio onnipotente e Misericordioso.
Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito
Santo. AMEN.
Andiamo in pace.
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