lunedì 7 dicembre 2020

Il Vangelo del Martedì 8 Dicembre 2020

 

Della 2° settimana di Avvento.

Immacolata Concezione della B. Vergine Maria.

Prima lettura dal libro della Gènesi (3,9-15.20)

[Dopo che l'uomo ebbe mangiato del frutto dell'albero,] il Signore Dio lo chiamò

e gli disse: «Dove sei?».

Rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo,

e mi sono nascosto».

Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che sei nudo?

Hai forse mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?».

Rispose l'uomo: «La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell'albero

e io ne ho mangiato».

Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?».

Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato».

Allora il Signore Dio disse al serpente: «Poiché hai fatto questo, maledetto

tu fra tutto il bestiame e fra tutti gli animali selvatici!

Sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita.

Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti

schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno».

L'uomo chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre di tutti i viventi.

Parola di Dio.

Seconda lettura dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni (1,3-6.11-12)

Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni

benedizione spirituale nei cieli in Cristo.

In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di

fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante

Gesù Cristo, secondo il disegno d'amore della sua volontà, a lode dello splendore

della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.

In lui siamo stati fatti anche eredi, predestinati-secondo il progetto di colui che

tutto opera secondo la sua volontà-a essere lode della sua gloria, noi, che già

prima abbiamo sperato nel Cristo.

Parola di Dio.

Dal Vangelo secondo Luca (1,26-38) anno dispari.

In quel tempo, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea,

chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di

Davide, di nome Giuseppe.

La vergine si chiamava Maria.

Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».

A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un

saluto come questo.

L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio.

Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.

Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide

suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

Allora Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?».

Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo

ti coprirà con la sua ombra.

Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio.

Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio

e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».

Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».

E l'angelo si allontanò da lei.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Abbiamo appena cominciato il cammino di Avvento in preparazione alla grande

luce del Natale e, ci viene incontro la figura di Maria, una delle protagoniste

di ogni Natale.

E come fu per Lei, si prospetta che sia un Natale senza i nostri cari vicino, per

colpa della pandemia e di leggi folli che ci vietano di uscire dal nostro paese,

ma che, come Lei, abbiamo la possibilità di ricevere la visita del Signore Gesù,

in intimità nel calore delle nostre famiglie.

È sempre difficile parlare di Maria; Lei stessa non ama molto sentir parlare di Lei!

Maria è una giovane adolescente che vive in un microscopico paese di una

regione occupata.

Come tutte le ragazze d’Israele, aspetta il Messia, la redenzione d’Israele,

redenzione che tarda ad arrivare.

Poi, un giorno, accade; Maria riceve la visita dell’angelo, Dio decide

d’intervenire; Lui verrà.

Non ci saranno più profeti, non ci saranno più attese; il Messia verrà.

Come il Battista, anche Maria di Nazareth ci è presentata come modello di

attesa, come esempio di discepolato.

Giovanni credente della povera provincia palestinese, attende; Maria la bella,

accoglie, la provocazione di un Dio che vuole venire a raccontarsi e chiede in

dono un corpo ad un’acerba adolescente.

Burlone, Dio.

Che cerca la sana incoscienza dei ragazzi, come quella di Davide e di Maria,

per salvare il modo.

Per forza, credo che se avesse chiesto ad ognuno di noi, di prestargli il nostro corpo,

sicuramente, l’avremmo guardato dritto negli occhi e gli avremmo detto fuori dai

denti: “Ma sei matto?”, e io dovrei perdere il mio tempo per te, perché pretendi

di venire a parlare agli uomini; senti per favore; arrangiati che ho altro da fare!

Sicuro!

Guardatela questa ragazzina che discute alla pari con gli angeli, che accetta di

vedere la sua vita per sempre sconvolta, che mette il suo cuore in quello di Dio.

Maria diventa Regina dei Cieli, portone d’ingresso che Dio userà per entrare nel mondo.

Anche noi, come Lei, siamo chiamati a fidarci del Dio dell’impossibile, a osare Dio,

a metterci nelle sue mani.

Maria vive già la redenzione, in Lei non c’è traccia di rifiuto, di ombra di peccato, prefigura

la nuova umanità che Cristo, suo Figlio e Signore, inaugurerà sull’altare della croce.

Anche a noi è chiesto di diventare Regina dei Cieli, di offrire la nostra vita come

porta d’ingresso per Dio nel mondo.

È Dio che salva il mondo, è Lui che interviene; noi possiamo esserci, abitare la nostra

quotidianità lasciando aperto uno spiraglio, alla presenza di Dio.

Ogni uomo nasce con una ferita profonda, una fatica, una fragilità che i cristiani

chiamano, “peccato originale”.

Non c’è bisogno di essere dei grandi mistici per capire la verità di quest’intuizione;

davvero portiamo nel cuore una fatica che ogni uomo sperimenta; desideriamo

amare, ma cadiamo nell’egoismo e nella solitudine.

Gesù ci salva da questa ferita; nel giorno del nostro battesimo siamo sanati in profondità,

salvati grazie alla redenzione di Cristo, davvero siamo resi capaci di amare.

Maria, questo professa la Chiesa, è stata preservata dal peccato originale; ha vissuto

la redenzione prima che si compisse, ha vissuto lo stupore di Dio, prima ancora

che Egli venisse a redimere l’uomo.

Maria non è una superdonna, non è diversa da noi.

Maria Immacolata si ritrova nella stessa condizione in cui ci siamo trovati noi il

giorno del nostro battesimo.

Dico questa cosa per superare una terribile sindrome di molti credenti; quella di

lasciare i santi nelle nicchie, senza riuscire a farli scendere nella concretezza della vita.

I santi sono persone speciali, super, che non conoscono la fatica del credere e la

noia del quotidiano?

NO! Niente di più sbagliato!

Come noi hanno creduto, come noi hanno lottato, come noi sono caduti, io per

primo amici, per poi rialzarsi.

Maria Immacolata c’incoraggia, nel tempo dell’Avvento, a vivere nella tenerezza

di Dio, a fidarci del Dio dell’impossibile, che ha fatto grandi cose in Lei, e che può

fare grandi cose in noi, solo se, come Lei, diciamo il nostro sì convinto al Signore!

Santa festa dell’Immacolata della Vergine Maria amici, e che sia una festa piena

di amore e tenerezza per tutti voi, Fausto.  

 

 

 

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