domenica 11 ottobre 2020

Il Vangelo del Lunedì 12 Ottobre 2020

 

Della 28° settimana del Tempo Ordinario.

Nostra Signora del Pilar, e San Serafino da Montegranaro, religioso.

Prima lettura dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati (4,22-24. 26-27.31-5,1)

Fratelli, sta scritto che Abramo ebbe due figli, uno dalla schiava e uno dalla donna libera.

Ma il figlio della schiava è nato secondo la carne; il figlio della donna libera,

in virtù della promessa.

Ora, queste cose sono dette per allegoria: le due donne infatti rappresentano le due alleanze.

Una, quella del monte Sinai, che genera nella schiavitù, è rappresentata da Agar.

Invece la Gerusalemme di lassù è libera ed è la madre di tutti noi.

Sta scritto infatti: «Rallégrati, sterile, tu che non partorisci, grida di gioia, tu che non

conosci i dolori del parto, perché molti sono i figli dell'abbandonata, più di quelli

della donna che ha marito».

Così, fratelli, noi non siamo figli di una schiava, ma della donna libera.

Cristo ci ha liberati per la libertà! State dunque saldi e non lasciatevi imporre di

nuovo il giogo della schiavitù.

Parola di Dio.

Dal Vangelo secondo Luca (11,29-32) anno pari.

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa

generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà

dato alcun segno, se non il segno di Giona.

Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio

dell'uomo lo sarà per questa generazione.

Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa

generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra

per ascoltare la sapienza di Salomone.

Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.

Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione

e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono.

Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Cerchiamo segni della presenza di Dio, sempre, ovunque.

Gesù, duro, ammonisce; nessun segno ci è dato, se non quello di Giona, il segno

della predicazione.

Gli abitanti di Ninive si sono convertiti alla predicazione di un pavido profeta,

gli hanno dato retta, hanno proclamato una penitenza pubblica hanno chiesto e

ottenuto perdono e misericordia. E noi?

Siamo arcistufi dei profeti, conosciamo a memoria il cattolicesimo, siamo troppo

presi per prendere sul serio l’annuncio soffocante della Chiesa.

No, amici, stiamo attenti; nella povertà della nostra Chiesa Dio ci raggiunge,

nelle parole spesso (troppo spesso) che paiono usurate e consumate, parole

ripetute ma che non dicono più nulla.

Siamo chiamati a scovare la traccia della presenza di Dio nelle esperienze

quotidiane che facciamo, dalla parrocchia agli incontri che ci richiamano

all’altrove, con l’aiuto della preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri

debitori, e non ci indurre in tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

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