venerdì 31 luglio 2020

Il Vangelo del Sabato 1 Agosto 2020


Della 17° settimana del Tempo Ordinario.
Sant'Alfonso Maria de' Liguori, vescovo e dottore della Chiesa.
Prima lettura dal libro del profeta Geremia (26,11-16.24)
In quei giorni, i sacerdoti e i profeti dissero ai capi e a tutto il popolo: «Una
condanna a morte merita quest'uomo, perché ha profetizzato contro questa
città, come avete udito con i vostri orecchi!».
Ma Geremìa rispose a tutti i capi e a tutto il popolo: «Il Signore mi ha mandato a
profetizzare contro questo tempio e contro questa città le cose che avete ascoltato.
Migliorate dunque la vostra condotta e le vostre azioni e ascoltate la voce del
Signore, vostro Dio, e il Signore si pentirà del male che ha annunciato contro di voi.
Quanto a me, eccomi in mano vostra, fate di me come vi sembra bene e giusto;
ma sappiate bene che, se voi mi ucciderete, sarete responsabili del sangue innocente,
voi e tutti gli abitanti di questa città, perché il Signore mi ha veramente inviato
a voi per dire ai vostri orecchi tutte queste parole».
I capi e tutto il popolo dissero ai sacerdoti e ai profeti: «Non ci deve essere condanna
a morte per quest'uomo, perché ci ha parlato nel nome del Signore, nostro Dio».
La mano di Achikàm, figlio di Safan, fu a favore di Geremìa, perché non lo
consegnassero al popolo per metterlo a morte.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Matteo (14,1-12) anno pari.
In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù.
Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista.
È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!».
Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in
prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo.
Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!».
Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo
considerava un profeta.
Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico
e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello
che avesse chiesto.
Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa
di Giovanni il Battista».
Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le
venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione.
La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre.
I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e
andarono a informare Gesù.
Parola del Signore.
Meditazione personale sul Vangelo di oggi.
I potenti hanno paura dei profeti, li considerano come gramigna, cercano di
estirparne con violenza la presenza, smorzano la forza delle loro parole,
li ostacolano in tutti i modi.
Erode, come tutti i potenti, usa la religione per il proprio tornaconto; poco gli
importa di Dio e di fede, accoglie i profeti e i sacerdoti solo se non gli danno
fastidio, se non gli creano imbarazzo.
Anche il Battista, all’inizio, è ascoltato volentieri, come un fenomeno
da baraccone, come succederà col Nazareno.
Il potere si fa dio di sè stesso, non sa accogliere la vera profezia, è incapace
di mettersi in discussione.
Giovanni viene ucciso per una stupida sfida di una donna infastidita dal suo
moralismo e perla paura di Erode di sfigurare davanti agli ospiti.
Ma, ora che la pratica “Giovanni Battista” è archiviata, eccone spuntare un altro.
È perplesso Erode, e fa bene ad esserlo.
Dio continua a mandare profeti, sempre, perciò, ringraziamolo con la nostra preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

giovedì 30 luglio 2020

Il Vangelo del Venerdì 31 Luglio 2020


Della 17° settimana del Tempo Ordinario.
Sant'Ignazio di Loyola, Sacerdote
Prima lettura dal libro del profeta Geremia (26,1-9)
All'inizio del regno di Ioiakìm, figlio di Giosìa, re di Giuda, fu rivolta a
Geremìa questa parola da parte del Signore:
«Così dice il Signore: Va' nell'atrio del tempio del Signore e riferisci a tutte le
città di Giuda che vengono per adorare nel tempio del Signore tutte le parole che
ti ho comandato di annunciare loro; non tralasciare neppure una parola.
Forse ti ascolteranno e ciascuno abbandonerà la propria condotta perversa; in tal caso
mi pentirò di tutto il male che pensavo di fare loro per la malvagità delle loro azioni.
Tu dunque dirai loro: Dice il Signore: Se non mi ascolterete, se non camminerete
secondo la legge che ho posto davanti a voi e se non ascolterete le parole dei profeti,
miei servi, che ho inviato a voi con assidua premura, ma che voi non avete ascoltato,
io ridurrò questo tempio come quello di Silo e farò di questa città una maledizione
per tutti i popoli della terra».
I sacerdoti, i profeti e tutto il popolo udirono Geremìa che diceva queste parole nel
tempio del Signore.
Ora, quando Geremìa finì di riferire quanto il Signore gli aveva comandato di dire a tutto
il popolo, i sacerdoti, i profeti e tutto il popolo lo arrestarono dicendo: «Devi morire!
Perché hai predetto nel nome del Signore: "Questo tempio diventerà come Silo
e questa città sarà devastata, disabitata"?».
Tutto il popolo si radunò contro Geremìa nel tempio del Signore.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Matteo (13,54-58) anno pari.
In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la
gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi?
Non è costui il figlio del falegname?
E sua madre, non si chiama Maria?
E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda?
E le sue sorelle, non stanno tutte da noi?
Da dove gli vengono allora tutte queste cose?».
Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua
patria e in casa sua».
E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.
Parola del Signore.
Meditazione personale sul Vangelo di oggi.
Nei Vangeli, Gesù è conosciuto con il mestiere trasmessogli dal padre, quello
di carpentiere abile nella lavorazione del legno ma capace, come si usava allora,
di fare altri lavori inerenti all’edilizia.
Stupisce il fatto che Dio abbia lavorato con le sue mani, scegliendo un’occupazione
impegnativa, da artigiano appunto, che ha svolto per gran parte della sua vita.
Nella Bibbia il lavoro dell’uomo aiuta Dio a completare la Creazione, diventa
il modo che l’uomo ha di assomigliare al Dio artigiano che costruisce il Cosmo.
Lavorare perciò, dona a noi la dimensione della dignità prima ancora che garantirci
il sostentamento col guadagno.
Oggi è il profitto a determinare la validità di un lavoro e le scelte, a volte drammatiche, dell’economia che, come vediamo, finiscono col determinare anche le scelte politiche.
Riappropriamoci del lavoro così come l’ha voluto Dio, anche se non sarà facile,
ma la preghiera ci può aiutare!
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

mercoledì 29 luglio 2020

Il Vangelo del Giovedì 30 Luglio 2020


Della 17° settimana del Tempo Ordinario.
San Pietro Crisologo, Vescovo e Dottore della Chiesa.
Prima lettura dal libro del profeta Geremìa (18,1-6)
Questa parola fu rivolta dal Signore a Geremìa: «Àlzati e scendi nella bottega
del vasaio; là ti farò udire la mia parola».
Scesi nella bottega del vasaio, ed ecco, egli stava lavorando al tornio.
Ora, se si guastava il vaso che stava modellando, come capita con la creta in mano
al vasaio, egli riprovava di nuovo e ne faceva un altro, come ai suoi occhi pareva giusto.
Allora mi fu rivolta la parola del Signore in questi termini: «Forse non potrei
agire con voi, casa d’Israele, come questo vasaio?
Oracolo del Signore.
Ecco, come l’argilla è nelle mani del vasaio, così voi siete nelle mie mani, casa d’Israele».
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Matteo (13,47-53) anno pari.
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Ancora, il regno dei cieli è simile
a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci.
Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono
i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi.
Così sarà alla fine del mondo.
Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella
fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Avete compreso tutte queste cose?».
Gli risposero: «Sì».
Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli,
è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
Terminate queste parabole, Gesù partì di là.
Parola del Signore.
Meditazione personale sul Vangelo di oggi.
Gli scribi erano gli unici in grado di ricopiare la Scrittura, ed erano conosciuti
ed apprezzati per la loro cultura biblica; spesso intervenivano nelle dispute
teologiche per dare opinioni autorevoli.
Appartengono, quindi, alla parte avversa, a quanti si oppongono risolutamente alle
novità destabilizzanti di Gesù, al suo modo poco tradizionale di interpretare la Scrittura.
Spesso nei Vangeli, gli scribi, assieme al farisei, sono annoverati fra i più ostinati
oppositori di Gesù; non in questo caso però; Gesù loda quegli scribi che lo hanno
accolto, paragonandoli ad un buon padrone di casa che sa estrarre dal proprio
tesoro cose nuove e cose antiche.
Anche nella Chiesa ci sono persone che sanno accogliere le novità con intelligenza,
sapendo distinguere cosa è essenziale alla fede e cosa è accessorio o secondario.
Persone, anche non più giovani, formate ad una vita cristiana precisa e rigorosa,
che capiscono e apprezzano i modi nuovi di dire lo stesso Vangelo, senza arroccarsi
sulle proprie posizioni, facendosi aiutare dalla preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

martedì 28 luglio 2020

Il Vangelo del Mercoledì 29 Luglio 2020


Della 17° settimana del Tempo Ordinario.
Prima lettura dalla prima lettera di san Giovanni Apostolo (4,7-16)
Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio: chiunque ama
è stato generato da Dio e conosce Dio.
Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.
In questo si è manifestato l'amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il
suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui.
In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato
noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.
Carissimi, se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri.
Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e
l'amore di lui è perfetto in noi. In questo si conosce che noi rimaniamo in lui
ed egli in noi: egli ci ha donato il suo Spirito.
E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio
come salvatore del mondo.
Chiunque confessa che Gesù è il Figlio di Dio, Dio rimane in lui ed egli in Dio.
E noi abbiamo conosciuto e creduto l'amore che Dio ha in noi.
Dio è amore; chi rimane nell'amore rimane in Dio e Dio rimane in lui.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Luca (10,38-42 anno pari.
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una
donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore,
ascoltava la sua parola.
Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t'importa nulla che mia sorella mi
abbia lasciata sola a servire?
Dille dunque che mi aiuti».
Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose,
ma di una cosa sola c'è bisogno.
Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
Parola del Signore.
Meditazione personale sul Vangelo di oggi.
Marta e Maria hanno accolto il Signore molte volte nella loro piccola abitazione
di Betania, sul monte degli ulivi, fornendo al Maestro, stanco della Gerusalemme
che uccide i profeti, un angolo di famiglia, un piccolo rifugio dove trovare
intimità e ascolto, un piatto caldo e qualche sorriso.
Ci intenerisce l’idea che Dio abbia bisogno di pace, come noi, che abbia
bisogno di riposo e di intimità!
E le due sorelle sono diventate famose per una scenetta in cui Maria ascoltava,
rapita, le parole di Gesù mentre Marta preparava un po' di cena.
Gesù, racconta Luca, rimprovero bonariamente Marta, salvo poi, ne sono certo,
far alzare Maria perché apparecchiasse la tavola assieme a sua sorella.
Marta è l’icona di una fede attiva, concreta, che vede il bisogno ed interviene,
che sa tradurre operativamente l’amore; di una fede che si concretizza nel servizio.
E quante “Marte” ci sono nelle nostre parrocchie!
Fortunatamente tante amici, perciò, prendiamo esempio da Marta,
facendoci aiutare dalla preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

lunedì 27 luglio 2020

Il Vangelo del Martedì 28 Luglio 2020


Della 17° settimana del Tempo Ordinario.
Beata Alfonsa Muttathupadam, martire
Prima lettura dal libro del profeta Geremia (14,17-22)
Il Signore ha detto: «I miei occhi grondano lacrime notte e giorno, senza
cessare, perché da grande calamità è stata colpita la vergine, figlia del mio
popolo, da una ferita mortale.
Se esco in aperta campagna, ecco le vittime della spada; se entro nella città,
ecco chi muore di fame.
Anche il profeta e il sacerdote si aggirano per la regione senza comprendere».
Hai forse rigettato completamente Giuda, oppure ti sei disgustato di Sion?
Perché ci hai colpiti, senza più rimedio per noi?
Aspettavamo la pace, ma non c'è alcun bene, il tempo della guarigione,
ed ecco il terrore!
Riconosciamo, Signore, la nostra infedeltà, la colpa dei nostri padri: abbiamo
peccato contro di te.
Ma per il tuo nome non respingerci, non disonorare il trono della tua gloria.
Ricòrdati! Non rompere la tua alleanza con noi.
Fra gli idoli vani delle nazioni c'è qualcuno che può far piovere?
Forse che i cieli da sé mandano rovesci?
Non sei piuttosto tu, Signore, nostro Dio?
In te noi speriamo, perché tu hai fatto tutto questo.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Matteo (13,36-43) anno pari.
In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si
avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo».
Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo.
Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno.
La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l'ha seminata è il diavolo.
La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli.
Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla
fine del mondo.
Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno
tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella
fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro.
Chi ha orecchi, ascolti!».
Parola del Signore.
Meditazione personale sul Vangelo di oggi.
Esiste il male, e agisce, funziona e opera.
Spesso si parla del maligno, nella Bibbia, a lui si attribuivano gli aspetti negativi
della realtà ma anche le cose che non si riuscivano a spiegare come ad esempio
alcune manifestazioni di malattie neurologiche o psichiatriche.
L’approccio biblico è semplice; esiste una parte oscura della realtà, anch’essa
creata, non contrapposta a Dio, che è luce e bontà, come principio autonomo.
Questa realtà opera per intorbidire le acque, per allontanarci dal bene, dalla luce;
semina zizzania nella nostra vita a piene mani.
Ma, e questo è stupendo, nei vangeli il maligno è chiamato “avversario”, cioè
colui che si riesce a vincere.
Nulla a che vedere con l’eroe decadente che la nostra modernità ha creato,
facendolo diventare quasi un modello drammatico che suscita simpatia.
Quando parliamo di maligno, allora, lasciate perdere i film di horror e i libri che
raccontano di esorcismi; se viviamo una vita affidata al Signore, con semplicità
e fede, abbiamo in casa chi ci difende e protegge e nessuno può penetrare
nella nostra serenità.
Esiste il maligno e agisce ma noi confidiamo in Colui che ha sconfitto l’avversario,
facendoci sempre aiutare dalla preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.


domenica 26 luglio 2020

Il Vangelo del Lunedì 27 Luglio 2020


Della 17° settimana del Tempo Ordinario.
Prima lettura dal libro del profeta Geremìa (13,1-11)
Il Signore mi disse così: «Va' a comprarti una cintura di lino e mettitela ai
fianchi senza immergerla nell'acqua». Io comprai la cintura, secondo il
comando del Signore, e me la misi ai fianchi.
Poi la parola del Signore mi fu rivolta una seconda volta: «Prendi la cintura che
hai comprato e che porti ai fianchi e va' subito all'Eufrate e nascondila nella
fessura di una pietra».
Io andai e la nascosi presso l'Eufrate, come mi aveva comandato il Signore.
Dopo molto tempo il Signore mi disse: «Àlzati, va' all'Eufrate e prendi di là la
cintura che ti avevo comandato di nascondervi».
Io andai all'Eufrate, cercai e presi la cintura dal luogo in cui l'avevo nascosta;
ed ecco, la cintura era marcita, non era più buona a nulla.
Allora mi fu rivolta questa parola del Signore: «Dice il Signore: In questo modo
ridurrò in marciume l'orgoglio di Giuda e il grande orgoglio di Gerusalemme.
Questo popolo malvagio, che rifiuta di ascoltare le mie parole, che si comporta
secondo la caparbietà del suo cuore e segue altri dèi per servirli e per adorarli,
diventerà come questa cintura, che non è più buona a nulla.
Poiché, come questa cintura aderisce ai fianchi di un uomo, così io volli che
aderisse a me tutta la casa d'Israele e tutta la casa di Giuda-oracolo del Signore-,
perché fossero mio popolo, mia fama, mia lode e mia gloria, ma non mi ascoltarono».
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Matteo (13,31-35) anno pari.
In quel tempo, Gesù espose alla folla un'altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli
è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo.
Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre
piante dell'orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare
il nido fra i suoi rami».
Disse loro un'altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna
prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non
con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta:
«Aprirò la mia bocca con parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla
fondazione del mondo».
Parola del Signore.
Meditazione personale sul Vangelo di oggi.
È un seme la presenza di Dio, perché dubitare della sua presenza?
È un seme; necessita di una logica di attesa, di pazienza, di fiducia.
E di lavoro.
Il seme va accudito, irrigato, concimato, difeso dalle erbacce, protetto.
Richiede un coinvolgimento da parte nostra, un minimo impegno,
ma comunque un’attenzione.
Non è magica la presenza di Dio, non è scontata, evidente, obbligata.
Cresciamo nella pazienza, allora; verso noi stessi perché fatichiamo ad
essere ciò che vorremmo, anche agli occhi di Dio.
E verso la Chiesa; perché non sempre realizza ed esprime il Regno,
diventando un albero che non porta frutti.
Cresciamo nell’azione operosa, all’ora; prendiamo consapevolezza di quanto
preziosa è la nostra fede, agiamo quotidianamente per realizzare la crescita
dei seme di Dio nella nostra comunità, facendoci aiutare dalla preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

sabato 25 luglio 2020

Il Vangelo di Domenica 26 Luglio 2020


Della 17° Domenica del Tempo Ordinario.
Santi Gioacchino ed Anna, Genitori della B.V.M.
Prima lettura dal primo libro dei Re (3,5.7-12)
In quei giorni a Gàbaon il Signore apparve a Salomone in sogno durante la notte.
Dio disse: «Chiedimi ciò che vuoi che io ti conceda».
Salomone disse: «Signore, mio Dio, tu hai fatto regnare il tuo servo al posto di
Davide, mio padre.
Ebbene io sono solo un ragazzo; non so come regolarmi.
Il tuo servo è in mezzo al tuo popolo che hai scelto, popolo numeroso che per la
quantità non si può calcolare né contare.
Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male; infatti chi può governare questo tuo popolo
così numeroso?».
Piacque agli occhi del Signore che Salomone avesse domandato questa cosa.
Dio gli disse: «Poiché hai domandato questa cosa e non hai domandato per te
molti giorni, né hai domandato per te ricchezza, né hai domandato la vita dei
tuoi nemici, ma hai domandato per te il discernimento nel giudicare, ecco,
faccio secondo le tue parole.
Ti concedo un cuore saggio e intelligente: uno come te non ci fu prima di te
né sorgerà dopo di te».
Parola di Dio.
Seconda lettura dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (Rm 8, 28-30)
Fratelli, noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio,
per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno.
Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati a essere
conformi all'immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti
fratelli; quelli poi che ha predestinato, li ha anche chiamati; quelli che ha chiamato,
li ha anche giustificati; quelli che ha giustificato, li ha anche glorificati.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Matteo (13,44-52) anno A.
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro
nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende
tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose;
trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.
Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni
genere di pesci.
Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono
i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi.
Così sarà alla fine del mondo.
Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace
ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Avete compreso tutte queste cose?».
Gli risposero: «Sì».
Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli,
è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
Parola del Signore.
Meditazione personale sul Vangelo di oggi.
La vita è una caccia al tesoro. Bella storia.
E abbiamo in tasca le istruzioni, a saperle leggere.
La mappa è offerta a tutti, gratuitamente.
E invece, tontoloni, siamo lì, col naso per aria, e diamo retta ai tanti che ci
vogliono vendere le istruzioni per la felicità.
Diamo retta ai venditori di fumo, agli esperti di tutto, che ci spiegano che,
per essere felici, abbiamo bisogno di una macchina più grande, di un corpo
più snello, di uno stipendio milionario.
La cosa tragica è che molti credono a questa pia illusione!
Matteo scrive questa pagina trent’anni dopo avere lasciato tutto.
Ha trovato il tesoro mentre lavorava nello spinoso campo della riscossione
dei tributi; lì ha incontrato lo sguardo del Nazareno, l’ospite di Simone il
pescatore, il falegname che si era preso per un profeta.
Il Messia si era avvicinato al banchetto delle imposte, senza odio, come facevano
tutti, senza timore, e gli aveva chiesto di lasciare tutto e di seguirlo così, senza paura.
Ed egli lo aveva fatto, senza sapere bene il perché.
Da allora la sua vita era cambiata.
Pensava di avere in tasca una perla preziosa; soldi, rispetto, conoscenza altolocate;
nello sguardo sorridente di Gesù aveva visto cos’era davvero il tesoro.
Anche noi pensiamo di sapere in che cosa consista la nostra felicità, crediamo
di avere individuato il tesoro e investiamo energie e intelligenza per trovarlo.
Siamo proprio sicuri di sapere cosa ci riempie il cuore?
Mah, sinceramente non lo so!
Salomone è giovane ed eredita da suo padre Davide un regno in difficoltà;
i nemici premono ai confini e il piccolo popolo di Israele è diventato una delle
potenze dell’epoca, lotte intestine dilaniano la corte e Davide stesso ha
sperimentato il dolore lancinante di vedere il proprio trono assediato dai suoi figli.
Salomone, figlio della preferita, Betsabea, è stato scelto. Lui, ora, regna.
Ha di fronte a sé un compito immane; proteggere e governare il popolo,
far costruire il tempio.
È giovane, molto giovane e ha bisogno di aiuto.
Dio gli farà un dono.
Salomone chiede in dono la capacità di agire con saggezza. Grandioso!
Se trovassimo la famosa lampada di Aladino cosa chiederemmo?
Salute, ricchezza, amore, serenità?
Salomone chiede la saggezza di governare un popolo, non per sé, ma per gli altri.
Quando parliamo di tesoro nella nostra vita, quando cerchiamo la felicità,
abbiamo bisogno di saggezza per fare le scelte giuste.
Per la terza domenica consecutiva la liturgia ci consegna una pagina di parabole.
Gesù usa le parabole per facilitare la comprensione del mistero di Dio.
Usando immagini conosciute a quanti lo ascoltano, il Signore dimostra la sua
capacità comunicativa e la sua volontà.
Imparassimo da Lui a parlare di Dio, invece di sfoggiare elaborati linguaggi
teologici incomprensibili ai più!
Tre sono le piccole parabole di oggi.
La prima e l’ultima parlano di qualcosa di prezioso, che cambia la vita alle persone.
Un uomo trova un tesoro mentre sta scavando, ricopre il tutto e compra il campo.
Un collezionista di perle, l’oggetto più prezioso in antichità, come sono per
noi oggi i diamanti, trova una perla straordinaria e la compra.
L’idea di fondo è la stessa; la vita è una ricerca, e Dio solo conosce ciò che
può riempire i nostri cuori.
Solo Dio sa cosa ci rende profondamente felici, autenticamente felici.
A volte incontriamo Dio senza cercarlo, come fa quel tale che trova il tesoro
zappando e, come ho fatto io amici, non lo cercavo assolutamente, è stato Lui che
mi ha trovato, perché, era da tanto tempo che mi cercava, ma io mi nascondevo.
Altre volte, invece, l’incontro con Dio è l’approdo dopo una lunga e laboriosa
ricerca che può durare tutta la vita.
Cosa stiamo cercando? Stiamo ancora cercando?
Nel cuore dell’estate il Signore si propone come colui che, unico, colma il nostro cuore.
Sul lago di Tiberiade la pesca avveniva a strascico.
Una volta giunti a riva i pescatori dovevano fare una cernita, rigettando in mare
i pesci impuri o non commestibili.
Così è la dinamica spirituale; una volta scoperto il tesoro, rapiti dall’entusiasmo,
ci mettiamo al seguito del Signore.
Ma occorre fare una cernita delle nostre emozioni, dei nostri sentimenti, come
il campo seminato a buon grano cresce con la zizzania, così la nostra vita
spirituale cresce con fatica, dopo l’adesione degli inizi.
La costanza nasce dalla meditazione della Parola, dalla frequentazione del
Signore, dalla compagnia della comunità.
Ma, per oggi, facciamo memoria del momento in cui abbiamo trovato il tesoro
e trovato la perla.
E se questo non è ancora avvenuto, diamoci da fare!
Spero, amici, che queste mie meditazioni possano facilitarvi la ricerca,
Buona Domenica Fausto.