Col cuore alle Beatitudini.
Da quando il Signore ha parlato dalla montagna delle
Beatitudini, (era una
collina sulle sponde del lago di Tiberiade), si può
dire che ciascun uomo
è chiamato per nome, è chiamato a rispondere
all’appello.
Beati i poveri di spirito! (Chiediamoci se possiamo
dire: “Eccomi Signore, ci sono”.
Beati i miti! (Eccomi Signore, sono presente).
Beati i puri di cuore! (Eccoci Signore, ci siamo).
Beati i misericordiosi, perché otterranno
misericordia! (Eccoci Signore, ci siamo).
Beati gli afflitti, perché saranno consolati! (Eccoci
Signore, ci siamo).
Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia!
(Eccoci Signore).
Chiediamoci se al martellare della Beatitudini, ad
ogni annuncio, noi potremmo
dire al Signore: “Eccoci, siamo presenti, siamo qui”.
In verità Dio ha creato l’uomo per la bontà, quella
bontà che si chiama santità.
Quando qualcuno ci incoraggia ad essere generosi, buoni,
pazienti e noi
rispondiamo: “Non sono mica un santo”, diciamoci che
non è vero; perché
siamo fatti per essere santi, siamo dotati di cuore
per riconoscere nel sacrificio
il vertice della grandezza, siamo dotati di volontà
per educarci alla mansuetudine
dei forti, siamo dotati di lumi per vedere nella
purezza il bagliore avvincente
della luce autentica.
Siamo destinati alla santità, le Beatitudini sono il
destino che non dobbiamo sfuggire.
C’è bisogno di meditarle però le Beatitudini, affinché
entrino e restino nella nostra
coscienza; e poi c’è da far si che passino dalla
nostra coscienza al nostro progetto di vita.
Ma io credo che si possa aggiungere un’altra
Beatitudine che le unisce e le assimila
ed è questa: “Beati coloro che sanno scegliere”.
Perché in definitiva si tratta di fare una “scelta”,
la scelta del Vangelo, la scelta
di essere poveri di spirito e umili di cuore, la
scelta di essere puri, miti, limpidi,
onesti, generosi, in una parola; la scelta di essere
santi.
Il cristiano vero è colui che sceglie di essere santo,
è colui che sceglie di perdere
valori non essenziali, è colui che sa scegliere tutto
ciò che garantisce la Beatitudine
autentica per l’oggi e per l’eternità.
Ma questa scelta non deve essere una scelta puramente
intellettiva, deve essere
una scelta religiosa, una scelta innamorata.
Come l’ago della bussola punta a un polo, a un
riferimento, così il cristiano nelle
sue scelte deve puntare a una Persona; a Cristo.
Non deve staccarsi da lì.
Le frecce del suo amore non devono puntare tanto ai
valori, quanto al Dio dei
valori.
Soltanto così li potrà centrare tutti ed evitare
errori e deviazioni.
Cerchiamo Cristo, noi poveri della terra.
Mettiamolo al primo posto in ogni istante; nei nostri
pensieri e desideri, nei nostri
atti, nelle nostre decisioni, nelle nostre
rassegnazioni, nei nostri programmi,
ma soprattutto nella nostra vita quotidiana.
Cerchiamolo dovunque, sempre, nella nostra vita.
E forse, nell’ultimo momento della nostra esistenza, quando
ormai le ombre
veleranno i nostri occhi, sentiremo ancora un ultimo brivido,
un ultimo guizzo,
un ultimo desiderio di trovare Dio.
Finchè i nostri occhi si apriranno alla visione piena
di Lui; e sarà l’ultima,
la perenne Beatitudine.
Alzati gli occhi verso i suoi discepoli,
Gesù diceva: “Beati voi poveri,
perché
vostro è il regno di Dio.
Beati voi che ora avete fame, perché sarete
saziati.
Beati voi che ora piangete, perché
riderete.
Beati voi quando gli uomini vi odieranno e
quando vi metteranno al bando
e v’insulteranno e respingeranno il vostro nome
come scellerato, a causa del
figlio dell’uomo.
Rallegratevi in quel giorno ed esultate,
perché, ecco, la vostra ricompensa
è grande nei cieli.
Allo stesso modo infatti facevano i loro
padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi, perché avete già la
vostra consolazione.
Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete
fame.
Guai a voi che ora ridete, perché sarete
afflitti e piangerete. (Luca 6.20-25).
Buona meditazione amici, ma non fermatevi
al solo leggere; meditate ogni frase,
ogni singola parola che forse vi aiuterà a
superare questo tremendo momento,
buona meditazione, aspettando la prossima
che sto preparando Fausto.
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