giovedì 30 gennaio 2020

Il Vangelo del Venerdì 31 Gennaio 2020


Della 3° settimana del Tempo Ordinario.
S. Giovanni Bosco, sacerdote.
1° Lettura dal secondo libro di Samuèle (11,1-45a.5,10a.13-17)
All’inizio dell’anno successivo, al tempo in cui i re sono soliti andare in guerra, Davide
mandò Ioab con i suoi servitori e con tutto Israele a compiere devastazioni contro gli
Ammoniti; posero l’assedio a Rabbà, mentre Davide rimaneva a Gerusalemme.
Un tardo pomeriggio Davide, alzatosi dal letto, si mise a passeggiare sulla
terrazza della reggia.
Dalla terrazza vide una donna che faceva il bagno: la donna era molto bella d’aspetto.
Davide mandò a informarsi sulla donna.
Gli fu detto: «È Betsabea, figlia di Eliàm, moglie di Urìa l’Ittita».
Allora Davide mandò messaggeri a prenderla.
La donna concepì e mandò ad annunciare a Davide: «Sono incinta».
Allora Davide mandò a dire a Ioab: «Mandami Urìa l’Ittita».
Ioab mandò Urìa da Davide.
Arrivato Urìa, Davide gli chiese come stessero Ioab e la truppa e come andasse la guerra.
Poi Davide disse a Urìa: «Scendi a casa tua e làvati i piedi».
Urìa uscì dalla reggia e gli fu mandata dietro una porzione delle vivande del re.
Ma Urìa dormì alla porta della reggia con tutti i servi del suo signore e non scese a casa sua.
La cosa fu riferita a Davide: «Urìa non è sceso a casa sua».
Davide lo invitò a mangiare e a bere con sé e lo fece ubriacare; la sera Urìa uscì per
andarsene a dormire sul suo giaciglio con i servi del suo signore e non scese a casa sua.
La mattina dopo Davide scrisse una lettera a Ioab e gliela mandò per mano di Urìa.
Nella lettera aveva scritto così: «Ponete Urìa sul fronte della battaglia più dura; poi
ritiratevi da lui perché resti colpito e muoia».
Allora Ioab, che assediava la città, pose Urìa nel luogo dove sapeva che
c’erano uomini valorosi.
Gli uomini della città fecero una sortita e attaccarono Ioab; caddero parecchi
della truppa e dei servi di Davide e perì anche Urìa l’Ittita.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Marco (4,26-34) anno pari.
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo
che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme
germoglia e cresce.
Come, egli stesso non lo sa.
Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco
pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché
è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola
possiamo descriverlo?
È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più
piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce
e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli
uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come
potevano intendere.
Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Una volta che il seme della Parola attecchisce nel nostro cuore, attecchisce
in un luogo, non c’è nulla che possa fermarne la crescita.
Il contadino non si sveglia nel cuore della notte per verificare se la sua
pianticella sta spuntando; neppure lui sa bene come, ma il grano cresce spinto
da una propria forza interiore.
Così è il Regno di Dio in noi; una volta che abbiamo accolto l’annuncio di Dio,
questi cresce senza interruzione nelle vicissitudini della nostra vita, come,
neppure noi lo sappiamo.
E, come Chiesa, ricordiamoci che non è nei numeri che manifestiamo l’efficacia
della presenza di Dio, ma nella verità dei gesti; il Regno, anche se all’inizio è
un piccolo seme, diventa un grande arbusto alla cui ombra ci riposiamo, ma solo
se lo innaffiamo con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

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