21 Dicembre; 6° giorno
della Novena di Natale.
Un incontra tra madri
e, da quell’incontro c’è la certezza
che nascerà il
Salvatore del mondo, il Cristo Signore Gesù.
Preghiamo per tutte
quelle madri che hanno messo a
disposizione il loro
ventre per dare alla luce una nuova
vita, il loro figlio,
che ameranno per tutta la vita.
Non c’è la sala d’aspetto di un
reparto maternità, che non ci dia il senso
dell’attesa, della confidenza,
del racconto, dello scambio di nuove vite.
Apprensioni e certezze, timori e
serenità, speranze e sogni si confondono in
dialoghi serrati, in cenni di
soddisfazioni e racconti di dolore.
Loro, i bambini che ancora stanno
nel seno della madre, che ancora non si vedono,
ma che ci sono e hanno già
trasformato la vita delle madri, loro sono il centro
ormai delle loro famiglie.
Ci sono, hanno diritti, hanno già
carattere, hanno espressività, esigenze, ascoltano,
percepiscono se sono protetti o
rifiutati, amati o sopportati.
Sono loro i due bambini
annunciati a Maria e ad Elisabetta che calcano la bellissima
scena raccontata da Luca di
queste due madri che si incontrano sui monti della Palestina.
Lei, la giovane Maria, ancora
confusa dal grande dono che Dio le ha fatto, non
sta nella pelle sapendo che la
sua vecchia cugina aspetta un bambino.
Va nella casa di Zaccaria per
incontrare Elisabetta.
Sono sei mesi che è chiusa in
casa perché ha vergogna a far sapere che alla sua
età aspetta un bambino.
Maria pure si porta dentro un
segreto che ancora nessuno sa.
Chi lo svelerà sarà Gesù stesso,
che farà sobbalzare di gioia nel seno di Elisabetta
il figlio della promessa fatta a
Zaccaria nel tempio.
E le madri che si portano in seno
la storia del mondo si scambiano quel saluto
che fa parte della preghiera più
semplice che fiorisce sulle labbra anche del
miscredente più incallito.
L’angelo aveva detto: “Ave, piena
di grazia, il Signore è con te”.
Ed Elisabetta continua: “Tu sei
benedetta fra tutte le donne e benedetto è il
frutto del tuo seno”.
È la prima contemplazione verso
il Dio incarnato, la prima adorazione che
continuerà nel sacramento
dell’Eucaristia per tutti i secoli a venire.
Ancora la donna è centrale nella
vita di fede.
Ancora la maternità è decisiva
per la vita non solo del mondo, ma anche della
fede cristiana.
È quella maternità che oggi è
tanto bersagliata, che si distrugge nella soppressione
della vita nel seno della madre,
di una vita già definita, delineata nei suoi tratti,
già soggetto di diritti, ma
fragile e debole, povera e indifesa.
Quei due bambini, quelle due
storie di popolo condensate nei loro lineamenti
non conclusi, ma già impostati e
progettati, sono l’incontro della sete e della
sorgente, del passato e del
futuro, dell’attesa e della speranza, della promessa e
del compimento, come lo è ogni
bambino concepito nel seno di una donna.
Nel presepio che andremo a
visitare, troveremo anche la gioia di una maternità
offerta e portata a compimento,
sempre dono inaspettato di Dio.
Vieni Gesù, ti
aspettiamo.
Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo
regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo
così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci
indurre in tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di
grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel
principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli.
Amen.
Buona giornata, aspettando
il Signore che viene, Fausto.
Nessun commento:
Posta un commento