sabato 21 dicembre 2019

Ecco amici la certezza della nostra salvezza, 6° giorno della Novena di Natale.


21 Dicembre; 6° giorno della Novena di Natale.
Un incontra tra madri e, da quell’incontro c’è la certezza
che nascerà il Salvatore del mondo, il Cristo Signore Gesù.
Preghiamo per tutte quelle madri che hanno messo a
disposizione il loro ventre per dare alla luce una nuova
vita, il loro figlio, che ameranno per tutta la vita.
Non c’è la sala d’aspetto di un reparto maternità, che non ci dia il senso
dell’attesa, della confidenza, del racconto, dello scambio di nuove vite.
Apprensioni e certezze, timori e serenità, speranze e sogni si confondono in
dialoghi serrati, in cenni di soddisfazioni e racconti di dolore.
Loro, i bambini che ancora stanno nel seno della madre, che ancora non si vedono,
ma che ci sono e hanno già trasformato la vita delle madri, loro sono il centro
ormai delle loro famiglie.
Ci sono, hanno diritti, hanno già carattere, hanno espressività, esigenze, ascoltano,
percepiscono se sono protetti o rifiutati, amati o sopportati.
Sono loro i due bambini annunciati a Maria e ad Elisabetta che calcano la bellissima
scena raccontata da Luca di queste due madri che si incontrano sui monti della Palestina.
Lei, la giovane Maria, ancora confusa dal grande dono che Dio le ha fatto, non
sta nella pelle sapendo che la sua vecchia cugina aspetta un bambino.
Va nella casa di Zaccaria per incontrare Elisabetta.
Sono sei mesi che è chiusa in casa perché ha vergogna a far sapere che alla sua
età aspetta un bambino.
Maria pure si porta dentro un segreto che ancora nessuno sa.
Chi lo svelerà sarà Gesù stesso, che farà sobbalzare di gioia nel seno di Elisabetta
il figlio della promessa fatta a Zaccaria nel tempio.
E le madri che si portano in seno la storia del mondo si scambiano quel saluto
che fa parte della preghiera più semplice che fiorisce sulle labbra anche del
miscredente più incallito.
L’angelo aveva detto: “Ave, piena di grazia, il Signore è con te”.
Ed Elisabetta continua: “Tu sei benedetta fra tutte le donne e benedetto è il
frutto del tuo seno”.
È la prima contemplazione verso il Dio incarnato, la prima adorazione che
continuerà nel sacramento dell’Eucaristia per tutti i secoli a venire.
Ancora la donna è centrale nella vita di fede.
Ancora la maternità è decisiva per la vita non solo del mondo, ma anche della
fede cristiana.
È quella maternità che oggi è tanto bersagliata, che si distrugge nella soppressione
della vita nel seno della madre, di una vita già definita, delineata nei suoi tratti,
già soggetto di diritti, ma fragile e debole, povera e indifesa.
Quei due bambini, quelle due storie di popolo condensate nei loro lineamenti
non conclusi, ma già impostati e progettati, sono l’incontro della sete e della
sorgente, del passato e del futuro, dell’attesa e della speranza, della promessa e
del compimento, come lo è ogni bambino concepito nel seno di una donna.
Nel presepio che andremo a visitare, troveremo anche la gioia di una maternità
offerta e portata a compimento, sempre dono inaspettato di Dio.
Vieni Gesù, ti aspettiamo.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, aspettando il Signore che viene, Fausto.

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