giovedì 3 ottobre 2019

Il Vangelo del Venerdì 4 Ottobre 2019


Della 26° settimana del Tempo Ordinario.
San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia.
1° Lettura dalla lettera di san Paolo ai Gàlati (6,14-18)
Fratelli, quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore
nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso,
come io per il mondo.
Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere
nuova creatura.
E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su
tutto l’Israele di Dio.
D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo.
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Matteo (11,25-30) anno dispari.
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra,
perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.
Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza.
Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre,
e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di
cuore, e troverete ristoro per la vostra vita.
Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Quanto ci emoziona Francesco poverello!
È un folle di Dio frate Francesco, nell’Italia dei Comuni e delle lotte fratricide,
della Chiesa onnipresente e statica, così simile alla nostra; è un folle che segue
la sua chiamata, che osa, che smette le vesti del giovane rampante per vestire,
quelle urticanti del sacco.
È un folle innamorato dello Sposo, che lo cerca, inquieto, che accetta di rivedere
la sua regola considerata impraticabile da tutti, che cerca di convincere il Sultano
a lasciar perdere la guerra, che insegna a Greccio a fidarsi di quel Bambino
nato in una stalla.
È folle il frate che canta a squarciagola le lodi di Dio e delle sue creature, che sa
convertire i lupi, quelli a quattro e a due gambe, che sa predicare ai pesci e agli uccelli.
È folle di quella follia che manca al nostro cristianesimo severo e compassato,
irrigidito e noioso.
Anche noi, come i fratelli ortodossi, non possiamo che chiamarlo,
il somigliatissimo a Cristo.
Certamente noi non dobbiamo fare come Francesco, ci mancherebbe, ma
assomigliargli un pochino, quello si, almeno nella determinazione facendoci
aiutare dalla preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

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