mercoledì 31 luglio 2019

Il Vangelo del Giovedì 1 Agosto 2019


Della 17° settimana del Tempo Ordinario.
S. Alfonso Maria de Liguori, vescovo e dottore della Chiesa
1° Lettura dal libro dell’Esodo (40,16-21.34-38)
In quei giorni, Mosè eseguì ogni cosa come il Signore gli aveva ordinato:
così fece.
Nel secondo anno, nel primo giorno del primo mese fu eretta la Dimora.
Mosè eresse la Dimora: pose le sue basi, dispose le assi, vi fissò le traverse e
rizzò le colonne; poi stese la tenda sopra la Dimora e dispose al di sopra la
copertura della tenda, come il Signore gli aveva ordinato.
Prese la Testimonianza, la pose dentro l’arca, mise le stanghe all’arca e pose
il propiziatorio sull’arca; poi introdusse l’arca nella Dimora, collocò il velo
che doveva far da cortina e lo tese davanti all’arca della Testimonianza, come
il Signore aveva ordinato a Mosè.
Allora la nube coprì la tenda del convegno e la gloria del Signore riempì la Dimora.
Mosè non poté entrare nella tenda del convegno, perché la nube sostava su di
essa e la gloria del Signore riempiva la Dimora.
Per tutto il tempo del loro viaggio, quando la nube s’innalzava e lasciava la Dimora,
gli Israeliti levavano le tende.
Se la nube non si innalzava, essi non partivano, finché non si fosse innalzata.
Perché la nube del Signore, durante il giorno, rimaneva sulla Dimora e, durante
la notte, vi era in essa un fuoco, visibile a tutta la casa d’Israele, per tutto il tempo
del loro viaggio.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Matteo (13,47-53) anno dispari.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Ancora, il regno dei cieli è simile
a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci.
Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono
i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi.
Così sarà alla fine del mondo.
Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace
ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Avete compreso tutte queste cose?».
Gli risposero: «Sì».
Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli,
è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
Terminate queste parabole, Gesù partì di là.
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Gli scribi erano gli unici in grado di ricopiare la Scrittura, ed erano conosciuti
ed apprezzati per la loro cultura biblica; spesso intervenivano nelle dispute
teologiche per dare opinioni autorevoli.
Appartengono, quindi, alla parte avversa, a quanti si oppongono risolutamente
alle novità destabilizzanti di Gesù, al suo modo poco tradizionale di interpretare
la Scrittura.
Spesso nei Vangeli, gli scribi, assieme ai farisei, sono annoverati fra i più
ostinati oppositori di Gesù; non in questo caso però; Gesù loda quegli scribi
che lo hanno accolto, paragonandoli ad un buon padrone di casa che sa estrarre
dal proprio tesoro cose nuove e cose antiche.
Anche nella Chiesa ci sono persone che sanno accogliere le novità con intelligenza,
sapendo distinguere cosa è essenziale alla fede e cosa è accessorio o secondario.
Persone, anche non più giovani, formate ad una vita cristiana precisa e rigorosa,
che capiscono e apprezzano i modi nuovi di dire lo stesso Vangelo, senza
arroccarsi sulle proprie posizioni.
Anche noi siamo invitati dal Signore, a seguire il suo insegnamento attraverso
i tanti modi che abbiamo fortunatamente a disposizione, come può essere il
modo con cui riesco a raggiungervi agni mattina, prima di recarvi al lavoro.
Perciò, preghiamo, affinchè questo possa durare a lungo.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

martedì 30 luglio 2019

Il Vangelo del Mercoledì 31 Luglio 2019


Della 17° settimana del Tempo Ordinario.
S. Ignazio di Loyola, sacerdote.
1° Lettura dal libro dell’Esodo (34,29-35)
Quando Mosè scese dal monte Sinai–le due tavole della Testimonianza si
trovavano nelle mani di Mosè mentre egli scendeva dal monte–non sapeva
che la pelle del suo viso era diventata raggiante, poiché aveva conversato
con il Signore.
Ma Aronne e tutti gli Israeliti, vedendo che la pelle del suo viso era raggiante,
ebbero timore di avvicinarsi a lui.
Mosè allora li chiamò, e Aronne, con tutti i capi della comunità, tornò da lui.
Mosè parlò a loro.
Si avvicinarono dopo di loro tutti gli Israeliti ed egli ingiunse loro ciò che
il Signore gli aveva ordinato sul monte Sinai.
Quando Mosè ebbe finito di parlare a loro, si pose un velo sul viso.
Quando entrava davanti al Signore per parlare con lui, Mosè si toglieva il velo,
fin quando non fosse uscito.
Una volta uscito, riferiva agli Israeliti ciò che gli era stato ordinato.
Gli Israeliti, guardando in faccia Mosè, vedevano che la pelle del suo viso era raggiante.
Poi egli si rimetteva il velo sul viso, fin quando non fosse di nuovo entrato a
parlare con il Signore.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Matteo (13,44-46) anno dispari.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un
tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia,
vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose;
trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
La presenta di Dio è preziosa, cambia la vita, la ribalta e la rivoluziona.
L’incontro con Dio è quanto di meglio possa capitare nel percorso di vita
di una persona, questo dice il Matteo.
Tutto il resto, per quanto importante, prezioso, efficace, è secondario.
Gli affetti, i successi, il lavoro, le emozioni, sono sempre e solo secondi
e conseguenti all’incontro con Dio.
L’inquietudine che portiamo radicata nel profondo di noi stessi ci porta a
cercare il tesoro ma, troppo spesso, ci illudiamo collezionando copie
maldestre di preziosi gioielli.
Iniziamo il mese di Agosto, il mese della vacanza (per chi se lo può permettere),
sapendo che possiamo ancora scavare in noi stessi e cercare attorno a noi l’essenziale.
Matteo scrive trent’anni dopo l’incontro col Nazareno, il suo tesoro, e ancora
ci testimonia che ne è valsa la pena, che bello sarebbe, se anche noi, in vacanza
andassimo a cercare il Signore, per farci rosolare dal fuoco del suo amore,
facendoci aiutare dalla preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

Il Vangelo del Martedì 30 Luglio 2019


Della 17° settimana del Tempo Ordinario.
San Pietro Crisologo, vescovo e dottore della Chiesa.
1° Lettura dal libro dell’Esodo (33,7-11;34,5-9.28)
In quei giorni, Mosè prendeva la tenda e la piantava fuori dell’accampamento,
a una certa distanza dall’accampamento, e l’aveva chiamata tenda del convegno;
appunto a questa tenda del convegno, posta fuori dell’accampamento, si recava
chiunque volesse consultare il Signore.
Quando Mosè usciva per recarsi alla tenda, tutto il popolo si alzava in piedi,
stando ciascuno all’ingresso della sua tenda: seguivano con lo sguardo Mosè,
finché non fosse entrato nella tenda.
Quando Mosè entrava nella tenda, scendeva la colonna di nube e restava
all’ingresso della tenda, e parlava con Mosè.
Tutto il popolo vedeva la colonna di nube, che stava all’ingresso della tenda,
e tutti si alzavano e si prostravano ciascuno all’ingresso della propria tenda.
Il Signore parlava con Mosè faccia a faccia, come uno parla con il proprio amico.
Poi questi tornava nell’accampamento, mentre il suo inserviente, il giovane
Giosuè figlio di Nun, non si allontanava dall’interno della tenda.
Il Signore scese nella nube [sul monte Sinai], si fermò là presso di lui e
proclamò il nome del Signore.
Il Signore passò davanti a lui, proclamando: «Il Signore, il Signore, Dio
misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà, che
conserva il suo amore per mille generazioni, che perdona la colpa, la trasgressione
e il peccato, ma non lascia senza punizione, che castiga la colpa dei padri nei
figli e nei figli dei figli fino alla terza e alla quarta generazione».
Mosè si curvò in fretta fino a terra e si prostrò.
Disse: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, Signore, che il Signore cammini in
mezzo a noi.
Sì, è un popolo di dura cervice, ma tu perdona la nostra colpa e il nostro
peccato: fa’ di noi la tua eredità».
Mosè rimase con il Signore quaranta giorni e quaranta notti, senza mangiar pane
e senza bere acqua.
Egli scrisse sulle tavole le parole dell’alleanza, le dieci parole.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Matteo (13,36-43) anno dispari.
In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si
avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo».
Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo.
Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno.
La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo.
La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli.
Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà
alla fine del mondo.
Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno
tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella
fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro.
Chi ha orecchi, ascolti!».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Spesso pensiamo anche noi alla fine del mondo, ma in termini completamente sbagliati.
La colpa, forse, è da attribuire all’eccessiva importanza che molti di noi danno a
presunti annunci allarmistici, ma senza alcun fondamento razionale, oltre che di fede.
In genere, quando si vive lontani da Dio queste paure sono sempre presenti.
In realtà, secondo le parole di Gesù, la fine del mondo sarà un momento di verità.
Lì, infatti, vedremo davvero ciò che è bene e ciò che è male, senza possibilità di sbagliare.
Soprattutto vedremo anche le conseguenze di ogni nostra azione, con l’egoismo
e l’altruismo che le ha animate.
In attesa di quel momento, nascosto a tutti, perché non vivere cercando di
valorizzare ogni istante della nostra vita, riempiendolo di atti di amore?
Non è poi così difficile, o no, se facciamo fatica, la preghiera ci può aiutare.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

domenica 28 luglio 2019

Il Vangelo del Lunedì 29 Luglio 2019


Della 17° settimana del Tempo Ordinario.
Santa Marta.
1° Lettura dalla prima lettera di san Giovanni apostolo (4,7-16)
Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio: chiunque ama
è stato generato da Dio e conosce Dio.
Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.
In questo si è manifestato l'amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo
il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui.
In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato
noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.
Carissimi, se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri.
Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e
l'amore di lui è perfetto in noi.
In questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha donato
il suo Spirito.
E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio
come salvatore del mondo.
Chiunque confessa che Gesù è il Figlio di Dio, Dio rimane in lui ed egli in Dio.
E noi abbiamo conosciuto e creduto l'amore che Dio ha in noi.
Dio è amore; chi rimane nell'amore rimane in Dio e Dio rimane in lui.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Giovanni (11,19-27) anno dispari.
In quel tempo, molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello.
Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava
seduta in casa.
Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!
Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà».
Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà».
Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell'ultimo giorno».
Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore,
vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno.
Credi questo?».
Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui
che viene nel mondo».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Marta e Maria hanno accolto il Signore molte volte nella loro piccola abitazione
di Betania, sul monte degli ulivi, fornendo al Maestro, stanco della Gerusalemme
che uccide i profeti, un angolo di famiglia, un piccolo rifugio dove trovare
intimità e ascolto, un piatto caldo e qualche sorriso.
Ci intenerisce l’idea che Dio abbia bisogno di pace, come noi, che abbia
bisogno di riposo e di intimità!
E le due sorelle sono diventate famose per una scenetta in cui Maria ascoltava,
rapita, le parole di Gesù mentre Marta preparava un pò di cena.
Gesù, racconta Luca, rimproverò bonariamente Marta, salvo poi, ne sono certo,
far alzare Maria perché apparecchiasse la tavola assieme a sua sorella.
Marta è l’icona di una fede attiva, concreta, che vede il bisogno ed interviene,
che sa tradurre operativamente l’amore; di una fede che si concretizza nel servizio.
E quante “Marte” fortunatamente, ci sono nelle nostre parrocchie, perciò,
ringraziamole pregando per il loro servizio.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.


sabato 27 luglio 2019

Il Vangelo di Domenica 28 Luglio 2019


Della 17° Domenica del Tempo Ordinario.
1° Lettura dal libro della Gènesi (18,20-32)
In quei giorni, disse il Signore: «Il grido di Sòdoma e Gomorra è troppo grande
e il loro peccato è molto grave.
Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il
grido fino a me; lo voglio sapere!».
Quegli uomini partirono di là e andarono verso Sòdoma, mentre Abramo stava
ancora alla presenza del Signore.
Abramo gli si avvicinò e gli disse: «Davvero sterminerai il giusto con l’empio?
Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere?
E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano?
Lontano da te il far morire il giusto con l’empio, così che il giusto sia trattato
come l’empio; lontano da te!
Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia?».
Rispose il Signore: «Se a Sòdoma troverò cinquanta giusti nell’ambito della città,
per riguardo a loro perdonerò a tutto quel luogo».
Abramo riprese e disse: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono
polvere e cenere: forse ai cinquanta giusti ne mancheranno cinque; per questi
cinque distruggerai tutta la città?».
Rispose: «Non la distruggerò, se ve ne troverò quarantacinque».
Abramo riprese ancora a parlargli e disse: «Forse là se ne troveranno quaranta».
Rispose: «Non lo farò, per riguardo a quei quaranta».
Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora: forse là se ne troveranno trenta».
Rispose: «Non lo farò, se ve ne troverò trenta».
Riprese: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore!
Forse là se ne troveranno venti».
Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei venti».
Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola: forse là se ne
troveranno dieci».
Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei dieci».
Parola di Dio.
2° Lettura dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossèsi (2,12-14)
Fratelli, con Cristo sepolti nel battesimo, con lui siete anche risorti mediante la
fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti.
Con lui Dio ha dato vita anche a voi, che eravate morti a causa delle colpe e della
non circoncisione della vostra carne, perdonandoci tutte le colpe e annullando il
documento scritto contro di noi che, con le prescrizioni, ci era contrario: lo ha
tolto di mezzo inchiodandolo alla croce.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Luca (11,1-13) anno C.
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli
gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai
suoi discepoli».
Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: "Padre, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a
noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione"».
Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a
dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un
viaggio e non ho nulla da offrirgli”; e se quello dall’interno gli risponde: “Non
m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non
posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli
perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti
gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto.
Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce?
O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione?
Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto
più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Come Maria di Betania possiamo fare l’esperienza splendida di sederci e
metterci in ascolto del Maestro che parla.
Il cuore, allora, scopre di sé una nuova dimensione, fino ad allora sconosciuta,
un percorso che-stupore-lo mette in contatto con Dio.
Niente “vocine” o autosuggestioni, credetemi, solo la scoperta dell’oceano
su cui passeggiamo senza saperlo.
La dimensione dell’interiorità, del silenzio, della scoperta di Dio passa attraverso
l’esperienza della preghiera, una delle esperienze universali dell’umanità.
Ma, ahimè, il cuore dell’uomo tende a possedere, a manipolare, a schematizzare
e anche la splendida esperienza della preghiera rischia di essere svilita e sbiadita,
ridotta a noiosa ripetizione, a dovere da assolvere, a estremo ricorso in caso di difficoltà.
La Parola di Dio di oggi ci aiuta a capire cos’è la preghiera secondo Dio.
La preghiera è amicizia con Lui.
La pagina della Genesi è un capolavoro che ci svela il volto di Dio; Sodoma
e Gomorra sono due città violente e depravate e Dio decide di distruggerle,
abbandonandole al proprio destino.
Dio è dubbioso; ormai il rapporto di amicizia con Abramo si è consolidato
e decide di parlargli del proprio progetto.
Abramo ha un tuffo nel cuore; a Sodoma abita Lot, suo nipote, e inizia una
serrata contrattazione.
Alla fine la spunta Abramo; se Dio troverà a Sodoma anche solo cinque
giusti salverà l’intera città.
La preghiera è un colloquio intimo, uno scambio di opinioni, una reciproca intesa.
Non una lista della spesa, non un tentativo di corruzione, non una litania portafortuna.
Concepiamo la preghiera come una serie di formule bene auguranti, ma la
preghiera è fatta anzitutto di ascolto, l’ascolto di Dio, e di intercessione,
intercessione per il mondo, non per i miei bisogni.
La preghiera è fiducia.
Gesù ci svela il volto del Padre; è a Lui che rivolgiamo la preghiera.
Non a un despota capriccioso, non a un potente da convincere.
Siamo diventati figli, ci ha detto san Paolo, Dio ci tratta come tratta il suo
figlio beneamato.
Perciò, anche noi siamo beneamati.
Un buon Padre sa di cosa ha bisogno il proprio figlio, non lo lascia penare.
Molte delle nostre preghiere restano inascoltate perché sbagliano indirizzo
del destinatario, non si rivolgono a un padre ma a un patrigno o a un antipatico
tutore a cui chiedere qualcosa che, pensiamo, in realtà ci è dovuto.
La splendida e unica preghiera che Gesù ci ha lasciato dovrebbe essere la
preghiera sempre presente sulle nostre labbra, a cui attingere, preghiera piena
di buon senso e di concretezza, di affetto e di gioia, di fiducia e di realismo,
ci permette di rimettere al centro la nostra giornata.
La preghiera è costante colloquio con il Padre.
Come la vedova della parabola il Signore ci invita ad insistere.
Gesù non entra nel merito; forse la questione sollevata dalla vedova è un litigio
tra vicini e il giudice ha ben altro di cui occuparsi.
Eppure, alla fine, cede.
Gesù è sicuro di ciò che dice; se chiediamo otteniamo, se ci affidiamo siamo
accolti in un caldo abbraccio dal Padre.
Ma è a un Padre che ci rivolgiamo con costanza?
Leggendo questa pagina sorrido; ho pregato molto nella mia vita e non
sono mai stato esaudito.
Bè, proprio mai non è vero, ma tante volte sì. Perché?
Già sant’Agostino si poneva questa domanda e rispondeva mirabilmente;
non sei esaudito perché chiedi male, senza l’insistenza dell’amico importuno,
perché ciò che chiedi non è il tuo vero bene (Guardandomi indietro, vedo i
problemi sotto una luce completamente diversa), perché Dio aspetta ad
esaudirci per lasciare crescere in noi il desiderio di ciò che chiediamo.
Mi correggo, allora; nella mia preghiera non ho mai ottenuto ciò che chiedevo.
Ma sempre ciò che desideravo.
Perché no?
Perché non imparare a pregare?
La preghiera ha bisogno di me e di noi, anzitutto; come siamo, devoti o atei,
santi o peccatori.
Ma un “tu” vero, non finto, non di facciata.
La preghiera ha bisogno di un tempo; cinque minuti, per iniziare, il tempo in
cui non siamo proprio rimbambiti o distratti, spegnendo il cellulare e isolandoci.
La preghiera ha bisogno di un luogo; la nostra camera, la metro, la pausa pranzo.
La preghiera ha bisogno di una parola da ascoltare; meglio se il Vangelo del
giorno, da leggere con calma e assaporare e, ne vale veramente la pena amici.
Capite ora perché mi sono preso la briga di darvi il Vangelo ogni giorno?
La preghiera ha bisogno di una parola da dire; le persone che incontriamo, le cose
che ci angustiano, un “grazie” detto a Dio.
La preghiera ha bisogno di una parola da vivere; cosa cambia ora che riprendiamo
la nostra attività quotidiana?
Venga lo Spirito promesso dal Signore, amici, lo Spirito che ci permette di
vedere con uno sguardo diverso anche le cose che ci sembrano indispensabili
alla nostra felicità, capendo, infine, che ciò che riteniamo un ostacolo insuperabile
non è poi così importante risolverlo e-forse-non è neppure un ostacolo.
Perché, nella preghiera, scopriremo che nulla ci può impedire di dire con
verità; Padre mio.
Preghiamo amici, perché nella preghiera siamo in intimo colloquio con il Padre,
Santa Domenica Fausto.