lunedì 18 marzo 2019

Giuseppe il primo dei Papà


Una riflessione su Giuseppe il giusto.
Giuseppe sta organizzando casa per accogliere Maria.
È un bravo ragazzo, un onesto lavoratore ed è sufficientemente devoto,
insomma; un buon partito.
È contento di accogliere Maria, che è una ragazza timida ma decisa,
gentile e di bell’aspetto; molti lo considerano fortunato di avere in
sposa la piccola adolescente di Nazareth.
In questo clima di festa matrimoniale, arriva la doccia fredda.
Matteo, tutela della privacy, non ci spiega come Giuseppe sia venuto
a conoscenza della gravidanza di Maria.
Dubito che si siano incontrati, forse è stata la madre Anna a comunicargli
la notizia, chissà.
Possiamo, però immaginare la notte insonne di Giuseppe, la peggiore
della sua vita.
Ma come? Maria? La mia piccola Maria?
E chi sarà il padre?
Io che pensavo fosse una così brava ragazza!
Che stupido sono stato!
Ma ci sarà una ragione, qualcuno avrà abusato della sua gentilezza.
Giuseppe non riesce a prendere sonno, si gira e si rigira sul giaciglio,
come fa la porta sui cardini, come dice la Scrittura (Pr 26,14).
Ma, oltre alla profonda ferita di un amore tradito, Giuseppe deve
affrontare l’incubo del futuro.
Cosa deve fare?
A norma di legge (Dt 22,21), Giuseppe deve svegliarsi e radunare altri
uomini della comunità dicendo che quel bambino non è suo, e subito
Maria sarà lapidata a morte.
Per essere un buon credente e un devoto, deve uccidere Maria.
(Non è folle che, a volte, gli uomini compiano cose orribili in nome di Dio?).
Ma, grazie al cielo, quest’usanza non è più praticata, al tempo di Gesù.
Giuseppe deve informare il rabbino del fattaccio e ripudiare la futura sposa, che
rimarrà a casa dei propri genitori piena di vergogna, segnata per tutta la vita.
E, a questo punto, succede l’incredibile.
Giuseppe, che è un giusto, trova una soluzione.
Mentirà.
Dirà che si è stancato di Maria, la ripudierà, salvandole l’onore.
Certo, nessuno prenderà più in sposa una donna che ha avuto un figlio
da un altro uomo, ma, almeno, girerà a testa alta nelle strade di Nazareth.
Giuseppe è grandioso; non rispetta la Legge attribuita a Dio
e decide di mentire.
Matteo ci dice che Giuseppe è giusto.
A volte la legge di Dio, quella autentica, passa attraverso la
trasgressione della legge degli uomini, quella attribuita a Dio.
Giusto è un titolo straordinario, in Israele.
È, forse, il più bel complimento che si possa fare ad un ebreo.
Giuseppe è giusto come Dio è giusto, perché non giudica secondo le
apparenze, perché si sacrifica, supera il suo orgoglio di maschio
ferito, e salva Maria.
Immenso Giuseppe, falegname abituato a riconoscere l’essenza di un legno,
a piallare un asse, non ad inseguire fini ragionamenti che lo mettono in crisi!
Ha deciso, anche se continua a non prendere sonno.
E, proprio quando ha scelto di salvare Maria, quando si è dato pace, quando
ha superato il proprio orgoglio, arriva, in sogno, un angelo che lo rassicura.
Va tutto bene, gli dice l’angelo, hai a che fare col mistero.
Fai bene a fidarti di Maria, è prodigioso ciò che le è capitato, colui
che porta in grembo non è il figlio di un altro uomo, ma di Dio stesso.
Maria lo partorirà e tu, Giuseppe, gli darai il nome, cioè l’identità,
il carattere, l’educazione.
A Maria l’angelo chiede di collaborare.
A Giuseppe l’angelo chiede di insegnare a Dio a diventare uomo.
Anche lui, Giuseppe, deve cambiare la sua vita, i suoi desideri, le sue scelte,
adeguarli all’evento improvviso di un Dio che decide di diventare uomo.
Giuseppe obbedisce.
Si sveglia e prende con sé Maria.
Leggo e rileggo questa conclusione sconcertante.
Si alza e obbedisce.
Non fa commenti, non approfondisce ulteriormente, si fida e basta,
accetta e accoglie.
La sua vita, ora, è radicalmente cambiata, ma va bene così;
ha a che fare con il mistero di Dio.
Auguri a tutti i papà, quelli veri, quelli che amano i propri figli, Fausto.


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