venerdì 22 febbraio 2019

Il Vangelo del Sabato 23 Febbraio 2019


Della 6° settimana del Tempo Ordinario.
1° Lettura dalla lettera agli Ebrei (11,1-7)
Dal Vangelo secondo Marco (9,2-13) anno dispari.
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse
su un alto monte, in disparte, loro soli.
Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime:
nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche.
E apparve loro Elìa con Mosè e conversavano con Gesù.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui;
facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa».
Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati.
Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce:
«Questi è il Figlio mio, l'amato: ascoltatelo!».
E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non
Gesù solo, con loro.
Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò
che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risorto dai morti.
Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.
E lo interrogavano: «Perché gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?».
Egli rispose loro: «Sì, prima viene Elìa e ristabilisce ogni cosa; ma, come sta
scritto del Figlio dell'uomo?
Che deve soffrire molto ed essere disprezzato.
Io però vi dico che Elìa è già venuto e gli hanno fatto quello che hanno voluto,
come sta scritto di lui».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
È disposto a parlare del vero volto di Dio rischiando la propria vita,
il Maestro Gesù, senza paura.
E chiede a noi suoi discepoli di fare altrettanto, di non cedere alla logica del
mondo, come fa Pietro, pensando di consigliare a Gesù come muoversi.
Ci spaventa, questa logica, tanto.
L’idea di donare la propria vita ci può anche solleticare, a patto di vederla
concludere eroicamente e di vederci intitolata almeno una piazza in ogni città!
Ma chi è disposto ad amare rischiando di morire? Di perdersi?
Di essere dimenticato come farà il Signore Gesù?
Spaventa, e tanto, questa logica folle.
Perciò il Signore porta i suoi amici sul Tabor, a vedere la bellezza di Dio.
Non possiamo affrontare il Golgota se non speriamo di vedere la bellezza
luminosa del Signore.
Non possiamo salire sul Golgota se prima non abbiamo visto, anche solo
fugacemente, anche solo per un istante, lo splendido e radioso volto di Dio.
Golgota e Tabor fanno parte dello stesso percorso, dello stesso progetto.
Guai ad una fede che si compiace della croce senza lasciare spazio
alla resurrezione!
Guai ad un cristianesimo fermo al venerdì santo che non osa salire sul monte
per vedere Gesù solo!
È vero amici, muoviamoci e saliamo sul monte dell’amore del Signore,
facendoci aiutare dalla preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

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