domenica 24 febbraio 2019

Il Vangelo del Lunedì 25 Febbraio 2019


Della 7° settimana del Tempo Ordinario.
1° Lettura dal libro del Siracide (1,1-10 NV [gr. 1,1-10ab])
Dal Vangelo secondo Marco (9,14-29) anno dispari.
In quel tempo, [Gesù, Pietro, Giacomo e Giovanni, scesero dal monte]
e arrivando presso i discepoli, videro attorno a loro molta folla e alcuni
scribi che discutevano con loro.
E subito tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo.
Ed egli li interrogò: «Di che cosa discutete con loro?».
E dalla folla uno gli rispose: «Maestro, ho portato da te mio figlio, che ha
uno spirito muto.
Dovunque lo afferri, lo getta a terra ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce.
Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti».
Egli allora disse loro: «O generazione incredula! Fino a quando sarò con voi?
Fino a quando dovrò sopportarvi?
Portatelo da me». E glielo portarono.
Alla vista di Gesù, subito lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli,
caduto a terra, si rotolava schiumando.
Gesù interrogò il padre: «Da quanto tempo gli accade questo?».
Ed egli rispose: «Dall’infanzia; anzi, spesso lo ha buttato anche nel fuoco
e nell’acqua per ucciderlo.
Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci».
Gesù gli disse: «Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede».
Il padre del fanciullo rispose subito ad alta voce: «Credo aiuta la mia incredulità!».
Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito impuro dicendogli:
«Spirito muto e sordo, io ti ordino, esci da lui e non vi rientrare più».
Gridando, e scuotendolo fortemente, uscì.
E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: «È morto».
Ma Gesù lo prese per mano, lo fece alzare ed egli stette in piedi.
Entrato in casa, i suoi discepoli gli domandavano in privato: «Perché noi non
siamo riusciti a scacciarlo?».
Ed egli disse loro: «Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun
modo, se non con la preghiera».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Intenerisce questo padre che chiede a Gesù un miracolo per il figlio ma che,
prima, deve passare attraverso la goffa prova di miracolo degli apostoli.
Intenerisce e stupisce, perché in lui prevale l’amore di un padre, non la fede.
Non disdegna la fede dei semplici, il Signore, non ha la puzza sotto il naso.
È urtato, invece, dalla stupidità dei suoi che pensano ormai di essere diventati
capaci di miracoli, come se fosse una tecnica, come se ci fosse un trucco.
Davanti alla forza di Gesù il padre abbassa lo sguardo.
Fede? La sua è piccola e fragile, se è la fede l’unico modo per salvare il suo
ragazzo, non guarirà.
Preghiera immensa, invocazione che piega la volontà di Dio!
Gesù è ammirato per tanta sincerità; sì, la fede di quel padre provato è
sufficiente, perché autentica, perché sincera.
E la nostra fede, com’è?
Preghiamo, perché sia autentica come quella di quel padre.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

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