sabato 12 gennaio 2019

Il Vangelo di Domenica 13 Gennaio 2019


Battesimo del Signore.
1° Lettura dal libro del profeta Isaìa (40,1-5.9-11)
2° Lettura dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito (2,11-14; 3,4-7)
Dal Vangelo secondo Luca (3,15-16.21-22) anno C.
In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni,
si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose
a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte
di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali.
Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco».
Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche
lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo
Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal
cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Lasciati alle spalle i giorni di Natale, intensi e caotici, brevi e stordenti,
passiamo quasi improvvisamente al Battesimo di Gesù, iniziando il
tempo ordinario.
Lo so, non sono certo io che cambierò l’anno liturgico ma, come già espresso
da altre parti, non mi dispiacerebbe aggiungere qualche festa intermedia dopo
il breve tempo natalizio.
Inizierei, dopo l’Epifania da riposizionare di domenica, con la domenica
della Festa della fuga in Egitto.
Così facendo, magari, noi bravi cristiani ci ricorderemmo di quanto hanno
penato Maria e Giuseppe in un paese straniero, da clandestini.
Poi aggiungerei la domenica dello stupore di Nazareth, tema appena sfiorato
dalla straordinaria festa della Santa Famiglia, per dedicare almeno qualche
micro-riflessione all’assordante silenzio di Nazareth e a quei trent’anni di
nulla (il 90% della vita terrena del Maestro e Signore Gesù) che danno un
sapore nuovo alla quotidianità.
In attesa di tali enormi cambiamenti, mi accontento di passare subito al tema
di oggi, quello del Battesimo di Gesù.
Il fatto che siamo tutti stati battezzati da neonati ha un valore enorme e da
valorizzare, i nostri genitori (più o meno coscientemente) hanno voluto
donarci tutto il loro cuore e la loro passione per Dio appena nati.
Ma, ahimè, l’esperienza fisica sensibile (non quella teologica) è rimasta
sepolta nel passato e, tutto sommato, il fatto di essere o meno battezzati
non ci cambia di molto la vita...
Se invece sapessimo cosa davvero è accaduto in quel giorno benedetto in
cui un povero prete ha versato sul nostro capo l’acqua benedetta!
Siamo diventati figli di Dio, concittadini dei santi, liberi di amare.
Figli di Dio; forse possiamo aspirare a diventare delle grandi pop-star o dei
premi Nobel, ma più che figli di Dio non potremo mai essere, e lo siamo già!
Concittadini dei santi, appartenendo al grande sogno di Dio che è la Chiesa
fatta di poveri peccatori (noi) ma anche di grandi testimoni.
Possiamo vantarci e contare sull’aiuto dei grandi santi, chiedere la fede a
Pietro o il buonumore a san Filippo o lo spirito di pace a frate Francesco.
Liberi di amare; liberati dal laccio del peccato, delle tenebre, del grande
inganno delle origini, salvati da Cristo possiamo, con l’aiuto del suo amore
e della sua grazia, imparare ad amare come Egli ha fatto.
Sulle sponde del Giordano Gesù si mette in coda per essere battezzato.
Lui, senza peccato, desidera da subito mettere bene in chiaro il suo stile;
Egli è venuto per solidarizzare con noi uomini, senza trucchi, senza privilegi.
Lui, senza tenebra, ha accettato di condividere la nostra tenebra per illuminarla
con la sua presenza.
Isaia, nella prima lettura, deportato in Babilonia con molti ebrei dopo la
disfatta di Gerusalemme, incoraggia un popolo smarrito e fragile parlando
della venuta di Dio.
Anche la gloria di Dio, come dice altrove Geremia, lascia il Tempio ormai
distrutto e parte in catene per stare con il suo popolo.
Davvero Gesù è il Dio-con-noi, senza riserve, senza parentesi.
Dopo il Battesimo Gesù prega e, nella preghiera fa esperienza di essere
abitato dallo Spirito Santo e tutti sentono la voce del Padre: “Tu sei il mio
figlio bene-amato, in te mi sono compiaciuto”.
Tutti noi veniamo educati a meritarci di essere amati, a compiere delle cose
che ci rendono meritevoli dell’affetto altrui; sin da piccoli siamo educati ad
essere buoni alunni, buoni figli, buoni fidanzati, buoni sposi, buoni genitori,
bravi parroci, il mondo premia le persone che riescono, capaci e-dentro di
noi-s’insinua l’idea che Dio mi ama, certo, ma a certe condizioni.
Tutta la nostra vita è l’elemosina di un apprezzamento, di un riconoscimento.
Anzi, se una persona mi contraddice, mi accusa, reagisco ma in fondo penso
che abbia ragione, dico: “Devi arrenderti all’evidenza, tu non vali”.
La reazione spontanea-lontani da Dio-è allora di difesa e aggressività o di
eccessiva superficialità, mi omologo, do il massimo, passo la mia vita ad
inseguire l’idea di me che gli altri mi restituiscono.
Dio, invece, mi dice che io sono amato bene, dall’inizio, prima di agire; Dio
non mi ama perché buono ma-amandomi-mi rende buono.
Dio si compiace di me perché vede il capolavoro che sono, l’opera d’arte
che posso diventare, la dignità di cui Egli mi ha rivestito.
Allora, ma solo allora, potrò guardare al percorso da fare per diventare opera
d’arte, alle fatiche che mi frenano, alle fragilità che devo superare.
Il cristianesimo è tutto qui, Dio mi ama per ciò che sono, Dio mi svela in
profondità ciò che sono; bene-amato.
È difficile amare “bene”, l’amore è grandioso e ambiguo, può costruire e
distruggere, non si tratta di adorare qualcuno, ma di amarlo “bene”, renderlo
autonomo, adulto, vero, consapevole.
Così Dio fa con me, ma anche con tutti noi.
Infine, nel Vangelo di oggi, un Battista consumato dal vento del deserto ci
spinge a guardare oltre, ad andare al di là del segno, un altro viene a
battezzare e il suo battesimo è Spirito Santo e fuoco!
Spirito e fuoco, questo ci abita, non la noia, non la mediocrità, non la paura,
non il peccato.
Spirito e fuoco, per far divampare, all'inizio di questo nuovo anno, la fiamma
della presenza di Dio nei nostri cuori!
Buona Domenica del nostro Battesimo, amici, Fausto.

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