venerdì 31 agosto 2018

Il Vangelo del Sabato 1 Settembre 2018


Della 21° settimana del Tempo Ordinario.
1° Lettura dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi (1,26-31)
Dal Vangelo secondo Matteo (25,14-30) anno pari.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come
a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò
loro i suoi beni.
A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le
capacità di ciascuno; poi partì.
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne
guadagnò altri cinque.
Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due.
Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca
nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.
Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque,
dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati
altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele–gli disse il suo padrone–, sei
stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia
del tuo padrone”.
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi
hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo
buono e fedele–gli disse il suo padrone–, sei stato fedele nel poco, ti darò
potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse:
“Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e
raccogli dove non hai sparso.
Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra:
ecco ciò che è tuo”.
Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove
non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il
mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse.
Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti.
Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha,
verrà tolto anche quello che ha.
E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Il servo è inutile, secondo le parole di questo brano, soprattutto perché si
comporta da pigro.
Egli, in altri termini, non ha capito che a Dio non interessa tanto il risultato
del suo trafficare, quanto il suo darsi da fare.
Questo dovrebbero capire tanti cristiani; molti, infatti, non cominciano
nemmeno a impegnarsi per la loro e altrui santificazione perçhé la considerano
un’opera troppo difficile e complicata.
Perciò vi rinunciano ancora prima di cominciare.
Essi non hanno capito che è Dio a fare il lavoro più difficile; Egli agisce in
profondità dentro di noi attraverso gli eventi lieti e dolorosi della vita, ma per
far questo aspetta il nostro sì generoso. Dunque, finché non abbiamo capito ciò,
possiamo anche fare tante cose per Lui, ma resteremo inesorabilmente
pigri davanti a Dio.
Perciò, diamoci da fare, diamo il nostro sì al Signore, qualsiasi cosa accada,
facendoci aiutare dalla preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Buona giornata, Fausto.

giovedì 30 agosto 2018

Il Vangelo del Venerdì 31 Agosto 2018


Della 21° settimana del Tempo Ordinario.
1° Lettura dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi (1,17-25)
Dal Vangelo secondo Matteo (25,1-13) anno pari.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei
cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono
incontro allo sposo.
Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade,
ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade,
presero anche l’olio in piccoli vasi.
Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo!
Andategli incontro!”.
Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade.
Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le
nostre lampade si spengono”.
Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi;
andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le
vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa.
Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore,
signore, aprici!”.
Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
In una festa di nozze può capitare che Io sposo tardi e che il tempo passi
velocemente.
Ma quello che non si deve dimenticare è che Lui verrà.
A quel punto anche l’orario preciso passa in secondo piano, di fronte a
questa certezza; chi riesce a conservare quest’attesa e orienta tutta la
propria vita a questo incontro, difficilmente resta confuso.
Si tratta di assumere un atteggiamento sapiente nei confronti di tutto ciò
che avviene, nella certezza che la cosa veramente importante è fare
attenzione alla venuta del Signore.
Egli viene continuamente nella nostra vita; porsi in atteggiamento di
disponibilità ad accoglierlo è bello, poiché ci rende come le vergini sagge,
le quali avevano capito l’importanza di tenere pronte le lampade e di
alimentare la fiamma con l’olio della fede e della preghiera. 
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Buona giornata, Fausto.

mercoledì 29 agosto 2018

Il Vangelo del Giovedì 30 Agosto 2018


Della 21° settimana del Tempo Ordinario.
1° Lettura dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi (1,1-9)
Dal Vangelo secondo Matteo (24,42-51) anno pari.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vegliate, perché non sapete
in quale giorno il Signore vostro verrà.
Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della
notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa.
Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate,
viene il Figlio dell’uomo.
Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei
suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito?
Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così!
Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni.
Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”,
e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con
gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se
l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la
sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Gli ipocriti, secondo le parole di Gesù, sono quelli che dicono e non fanno.
Essi sono come quei servi disonesti e ubriaconi i quali promettono fedeltà
al loro padrone, ma appena egli si assenta si comportano in modo
allegro e malvagio.
L'unico atteggiamento che ci può salvare da questo pericolo è quello dell’attesa.
Solo chi ha il cuore attento e sveglio per capire quando tornerà il suo Signore
non si perde in cose di poco conto, o peggio si lascia andare alla malvagità.
Oggi è un dovere per ciascuno di noi vegliare per non addormentarsi nella
mentalità del mondo. Essa man mano ci paralizza e ci impedisce di pensare
secondo Dio. 
Di fronte a tutto ciò che ci abbaglia e che tenta di portarci fuori strada,
abbiamo il dovere di essere attenti, vigilanti e fedeli alla parola di Dio.
Facendoci aiutare dalla preghiera per non sbagliare.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Buona giornata, Fausto.

martedì 28 agosto 2018

Il Vangelo del Mercoledì 29 Agosto 2018


Della 21° settimana del Tempo Ordinario.
Martirio di S. Giovanni Battista.
1° Lettura dal libro del profeta Geremìa (1,17-19)
Dal Vangelo secondo Marco (6,17-29) anno pari.
In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva
Messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo,
perché l’aveva sposata.
Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie
di tuo fratello».
Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva,
perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava
su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece
un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito
e i notabili della Galilea.
Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali.
Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò».
E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche
la metà del mio regno».
Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?».
Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista».
E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu
mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista».
Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non
volle opporle un rifiuto.
E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa
di Giovanni.
La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio,
la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre.
I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere
e lo posero in un sepolcro.
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Il destino di ogni profeta si realizza anche per Giovanni Battista, che paga
di persona con la vita l’annuncio della parola di Dio, che è sempre esigente
e che smuove le coscienze dal loro torpore. Egli sapeva perfettamente che
quello era il suo destino; tra l’altro egli era consapevole anche di
Un’altra verità.
Egli era stato designato per essere il precursore del Messia.
Tale missione dice dunque che egli doveva preparare in tutto il cammino
al Cristo, compreso quello della sua morte in croce.
Dire certe cose non è facile, soprattutto quando vanno a toccare sistemi di
peccato e di lontananza da Dio e dalla sua grazia.
Ma non ci si può sottrarre dal farlo, anche se questo ci attira impopolarità
e critiche, a volte anche nella Chiesa stessa.
È così purtroppo, ma noi dobbiamo proseguire la strada della grazia seguendo
le orme del Battista, facendoci aiutare dalla preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Buona giornata, Fausto.

lunedì 27 agosto 2018

Il Vangelo del Martedì 28 Agosto 2018


Della 21° settimana del Tempo Ordinario.
S. Agostino vescovo e dottore della Chiesa.
1° Lettura dalla seconda lettera di san Paolo apostolo
ai Tessalonicèsi (2,1-3a.13-17)
Dal Vangelo secondo Matteo (23,23-26) anno pari.
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti,
che pagate la decima sulla menta, sull’anéto e sul cumìno, e trasgredite
le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà.
Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle.
Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del
piatto, ma all’interno sono pieni di avidità e d’intemperanza.
Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno
diventi pulito!».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
La dovizia dei farisei di porre in atto ogni più piccola usanza della tradizione
in sé è sbagliata.
Gesù osserva che esse dovevano servire ai farisei a osservare meglio i
comandamenti fondamentali della legge; l’amore vicendevole e il
rispetto dell’altro.
Se ciò non avviene, si rischia di concentrarsi su particolari che fanno
perdere di vista l’essenziale della legge di Dio.
Quanti cristiani riempiono la loro vita di pratiche religiose, di novene
o di preghiere di dubbia provenienza.
Ma quando si tratta di perdonare chi ci ha fatto del male, di dare un aiuto
concreto a chi soffre o di esprimere con coerenza la propria fede in
parrocchia, cosa succede?
Improvvisamente si diventa incapaci di dimostrare davvero chi è Gesù per noi.
Questo è lo stesso atteggiamento dei farisei.
Speriamo non sia così per noi, comunque per dimostrare veramente chi è
Gesù a chi ci sta accanto, facciamoci aiutare dalla preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Buona giornata, Fausto.

domenica 26 agosto 2018

Il Vangelo del Lunedì 27 Agosto 2018


Della 21° settimana del Tempo Ordinario.
S. Monica.
1° Lettura dalla seconda lettera di san Paolo apostolo
ai Tessalonicèsi (1,1-5.11b-12)
Dal Vangelo secondo Matteo (23,13-22) anno pari.
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti,
che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi,
e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare
un solo prosèlito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geènna
due volte più di voi.
Guai a voi, guide cieche, che dite: “Se uno giura per il tempio, non conta
nulla; se invece uno giura per l’oro del tempio, resta obbligato”.
Stolti e ciechi!
Che cosa è più grande: l’oro o il tempio che rende sacro l’oro?
E dite ancora: “Se uno giura per l’altare, non conta nulla; se invece uno giura
per l’offerta che vi sta sopra, resta obbligato”. Ciechi!
Che cosa è più grande: l’offerta o l’altare che rende sacra l’offerta?
Ebbene, chi giura per l’altare, giura per l’altare e per quanto vi sta sopra;
e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che lo abita.
E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
L’ipocrisia è una malattia dell’anima subdola, che spesso si trova anche
nei “professionisti” della fede, come i farisei di ieri e di oggi.
Essa, fondamentalmente, è un atteggiamento di finzione e di inganno di Dio
e della sua parola, che viene manipolata a proprio piacimento per farle dire
ciò che, in realtà, essa non affatto.
Chi ha quest’atteggiamento, con l’andare del tempo, si convince sempre che
la sua interpretazione delle parole di Dio sia l’unica esatta, per cui smette di
porsi il problema se egli sia nel giusto oppure no.
È chiaro che quando qualcuno, come Gesù, cerca di scardinare questa mentalità,
si trova di fronte al rifiuto e addirittura alla violenza.
La fede, quando è avvelenata dall’ipocrisia, si trasforma in sopruso e prepotenza
e nel nome di Dio  si commettono i peggiori delitti.
Ed allora, cerchiamo di avere una vera fede nel Signore aiutandoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Buona giornata, Fausto.

sabato 25 agosto 2018

Il Vangelo di Domenica 26 Agosto 2018


Della 21° Domenica del Tempo Ordinario.
1° Lettura dal libro di Giosuè (24,1-2a.15-17.18b)
2° Lettura dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni (5,21-32)
Dal Vangelo secondo Giovanni (6,60-69) anno B.
In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero:
«Questa parola è dura!
Chi può ascoltarla?».
Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo
a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza?
E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima?
È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho
detto sono spirito e sono vita.
Ma tra voi vi sono alcuni che non credono».
Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e
chi era colui che lo avrebbe tradito.
E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli
è concesso dal Padre».
Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano
più con lui.
Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?».
Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo?
Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei
il Santo di Dio».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
È triste considerare che, a causa delle parole di Gesù, molti decidano di non
seguirlo più Certamente questo abbandono sarà stato per Lui una sofferenza;
nondimeno, la verità-con tutto quello che comporta-va annunciata, costi
quel che costi.
Anche oggi tanti cristiani, di fronte alle esigenze dell’essere credenti,
preferiscono andarsene, poiché ritengono troppo dure o difficili certe
richieste del Signore.
L’effetto è ancora quello di lasciarlo da solo.
Qual è la soluzione?
Le parole di Pietro ci aiutano a capire; anche se duri, i discorsi di Gesù
ci danno luce e forza.
Chi altro può darcele alla stessa maniera?
Dunque, prima di resistere alla sua parola, proviamo a interiorizzarla
e viverla nella semplicità quotidiana.
Ci accorgeremo della forza che essa trasmette e dalla pace che essa dà.
Ecco da dove mi viene l’aiuto; dal meditare ogni giorno la Parola del Signore,
logicamente, facendomi aiutare dalla preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Buona giornata, Fausto.


venerdì 24 agosto 2018

Il Vangelo del Sabato 25 Agosto 2018


Della 20° settimana del Tempo Ordinario.
1° Lettura dal libro del profeta Ezechièle (43,1-7a)
Dal Vangelo secondo Matteo (23,1-12) anno pari.
In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla
cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei.
Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro
opere, perché essi dicono e non fanno.
Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle
della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro
filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti,
dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere
chiamati “rabbì” dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e
voi siete tutti fratelli.
E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre
vostro, quello celeste.
E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.
Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato
e chi si umilierà sarà esaltato».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Gesù capovolge, ancora e una volta, la logica arrivista dei farisei e degli scribi.
Per loro, essere chiamati “mastri” o “rabbì” significava avere ruolo
importante in mezzo a tutto il popolo.
Era, più che altro, una questione di prestigio e di affermazione.
Gesù ribalta i termini della questione, dicendo che essere autentici maestri
e guide degli altri significa soprattutto porsi al loro servizio, dando l’esempio.
In questo modo si crea un clima di unità e di condivisione cordiale che è il
terreno fertile per vedere autentici miracoli.
Non dobbiamo servirci di Dio per cercare fama e affermazione sociale;
i nostri fratelli hanno bisogno del nostro esempio e della nostra solidarietà
e non del nostro egoismo e della nostra volontà di emergere.
Soltanto quando rinunceremo a questi sentimenti negativi, possiamo essere
davvero, con la tua Nostra vita, guida degli altri.
Non sarà facile, ma abbiamo la preghiera che ci può aiutare.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Buona giornata, Fausto.