mercoledì 16 agosto 2017

Il Vangelo del Giovedì 17 Agosto 2017

Della 19° settimana del Tempo Ordinario.
1° Lettura dal libro di Giosuè (3,7-10.11.13-17)
Dal Vangelo secondo Matteo (18,21-19,1) anno dispari.
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello
commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli?
Fino a sette volte?».
E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con
i suoi servi.
Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli
doveva diecimila talenti.
Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto
lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito.
Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me
e ti restituirò ogni cosa”.
Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.
Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari.
Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”.
Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con
me e ti restituirò”.
Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse
pagato il debito.
Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono
a riferire al loro padrone tutto l’accaduto.
Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio,
io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato.
Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto
pietà di te?”.
Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse
restituito tutto il dovuto.
Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore,
ciascuno al proprio fratello».
Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione
della Giudea, al di là del Giordano.
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Non si può pretendere che Dio ci perdoni se noi non facciamo nessuno
sforzo per riconciliarci con i nostri fratelli.
La cosa può sembrarci trascurabile e illogica; perché Dio dovrebbe condizionare
il suo perdono a quello che noi possiamo e dobbiamo dare agli altri?
Eppure, con la parabola di oggi, Gesù vuole farci capire che ciò che gli sta
davvero a cuore sono le relazioni che abbiamo con gli altri.
Non si può amare Dio che non si vede se non si amano i fratelli che vediamo
ogni giorno accanto a noi.
E qual’è la dimostrazione più concreta dell'amore verso gli altri se non il perdono?
Ecco perché Dio ci chiede di avere un cuore talmente libero da perdonare gli
altri, anche quando il nostro perdono non viene accolto noi veniamo persino
presi in giro per questo nostro gesto.
Perciò, perdoniamo sempre, solo così possiamo dire di amare veramente il Signore,
certamente non sarà facile, ma abbiamo sempre la preghiera che ci può aiutare.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata Fausto.


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