sabato 10 ottobre 2015

Il Vangelo di Domenica 11 Ottobre 2015

Il Vangelo della 28° Domenica del Tempo Ordinario 

1° Lettura dal libro della Sapienza (7,7-11)
2° Lettura dalla lettera agli Ebrei (4,12-13)
Dal Vangelo secondo Marco (10,17-30) anno B.
In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale
gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui,
gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per
avere in eredità la vita eterna?».
Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono?
Nessuno è buono, se non Dio solo.
Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non
commettere adulterio, non rubare, non testimoniare
il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho
osservate fin dalla mia giovinezza».
Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse:
«Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo
ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!».
Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne
andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi
discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono
ricchezze, entrare nel regno di Dio!».
I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù
riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare
nel regno di Dio!
È più facile che un cammello passi per la cruna di un
ago, che un ricco entri nel regno di Dio».
Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può
essere salvato?».
Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile
agli uomini, ma non a Dio!
Perché tutto è possibile a Dio».
Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato
tutto e ti abbiamo seguito».
Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno
che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o
padre o figli o campi per causa mia e per causa del
Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo,
cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e
figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna
nel tempo che verrà».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
La ricchezza, in sé, non è né bene e né male.
Il problema nasce nel momento in cui il cuore dell’uomo
vi si attacca a tal punto da esserne schiavo.
Essa ha come effetto caratteristico quello di togliere lo
slancio persino verso quelle cose che noi avvertiamo
come buone per noi e per gli altri.
Dunque, essa si trasforma in una catena che nemmeno
Dio, se non lo vogliamo, può distruggere.
Eppure, non si deve disperare; gli apostoli infatti si resero
conto che ognuno ha i suoi piccoli o grandi attaccamenti,
e rimasero scoraggiati nel constatare che questo può
essere un impedimento per entrare nel regno di Dio.
Eppure, Dio conosce perfettamente i nostri cuori, e sa
che la sua grazia può portare la luce anche nei cuori
che sono nelle tenebre.
Perciò, ripuliamo il nostro cuore dalla caliggine che
lo oscura, per vedere la luce del Signore, se facciamo
fatica, aiutiamoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

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