venerdì 5 giugno 2015

Il Vangelo del Sabato 6 Giugno 2015

1° Lettura dal libro di Tobia (12,1.5-15.20)
Dal Vangelo secondo Marco (12,38-44) anno B.
In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla
nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi,
che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere
saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle
sinagoghe e i primi posti nei banchetti.
Divorano le case delle vedove e pregano a lungo
per farsi vedere.
Essi riceveranno una condanna più severa».
Seduto di fronte al tesoro, osservava come la
folla vi gettava monete.
Tanti ricchi ne gettavano molte.
Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due
monetine, che fanno un soldo.
Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse
loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così
povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri.
Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo.
Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto
quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Anche per Tobia, dice l’angelo, la tentazione era
necessaria proprio perché lui, con il suo
comportamento era gradito a Dio.
Non è sorprendente?
Noi abbiamo una concezione estremamente
negativa della tentazione, mentre invece la
Sacra Scrittura ci dice che Dio prova proprio
coloro che Egli ama e a cui tiene particolarmente.
Dunque la tentazione ha un effetto positivo su di noi;
essa infatti scopre le reali intenzioni del cuore e ci fa
comprendere quanto siamo davvero fedeli a Lui anche
nelle avversità.
Come forse anche noi, tante volte abbiamo sperimentato,
è molto facile avere fiducia in Lui quando tutto va bene.
Invece i veri amici di Dio si vedono nelle avversità.
Come ci fa capire questa vedova.
La vedova e i farisei; Gesù contrappone questi
personaggi per far comprendere ai discepoli un
insegnamento importante.
A Dio non interessa quanto gli di dà, ma come glielo si dà.
I farisei davano a Dio il superfluo; questo sanno farlo
tutti e non c’è bisogno di particolare spirito di fede
per questo tipo di gesti del genere.
Ma dare il necessario, cioè ciò che serve per vivere e
dal quale sappiamo che dipende la nostra sopravvivenza,
questo è veramente eroico.
La vedova dunque diventa il modello del vero discepolo
di Gesù, perché insegna cosa significhi fidarsi davvero di Dio.
Essa, proprio come Gesù, ha donato tutta se stessa in
quella piccola offerta, per questo Gesù la indica come
esempio di sua vera, anche se inconsapevole, imitatrice.
Imitiamo allora, questa vedova e offriamo tutto quello
che abbiamo al Signore, cominciando con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.
 



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