sabato 23 maggio 2015

Il Vangelo di Domenica 24 Maggio 2015

Il Vangelo della Domenica di Pentecoste
1° Lettura dagli Atti degli Apostoli (2,1-11).
2° Lettura dalla lettera di San Paolo apostolo
ai Galati (5,16-25).
Dal Vangelo secondo Giovanni
(15,26-27.16,12-15) anno B.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
“Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò
dal Padre, lo Spirito della verità che procede
dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche
voi date testimonianza, perché siete con me fin
dal principio.
Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento
non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà
a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso,
ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà
le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che
è mio e ve lo annuncerà.
Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo
ho detto che prenderà da quel che è mio e
ve lo annuncerà”.
Parola del Signore.
Babele era il luogo nel quale Dio aveva confuso
tutte le lingue degli uomini, perché essi accecati
dalla loro superbia, non si capissero più.
La superbia, infatti, crea sempre divisioni e non
permette di parlare una lingua comune.
A Gerusalemme, il giorno di Pentecoste, avviene
un miracolo atteso da secoli; il peccato che ha
diviso gli uomini viene cancellato dallo Spirito Santo,
che ricrea l’unità fra tutti gli uomini e tra essi e Dio.
Lo Spirito Santo scende e crea la Chiesa, cioè la
comunità dei credenti che per tutti i secoli parlerà
la stessa lingua.
Anche se non ne siamo consapevoli, nella nostra
vita si svolge quotidianamente una lotta drammatica,
che vede schierate due potenze; la carne e lo Spirito.
Queste due forze sono in perpetua lotta tra di loro,
in quanto hanno interessi e scopi opposti.
Potremmo fare un lungo elenco delle tentazione della
carne; quante volte ci sentiamo schiavi di essi,
ed incapaci di liberarcene?
D’altro canto, i frutti dello Spirito in noi, invece,
manifestano un’armonia ed una vita vissuta in
unione con Dio.
Come è successo agli Apostoli.
Gesù ha messo nel loro cuore, il seme della sua dottrina.
Ma questo seme, per giungere alla maturazione,
necessita dello Spirito Santo.
Gesù nel Vangelo di Luca, dirà che Dio non nega il dono
più importante a chi glielo chiede; quello dello Spirito Santo.
Ciò significa che noi non possiamo chiedere a Dio
qualcosa di migliore che non sia già presente in esso.
Dunque, anche noi in questa solennità di Pentecoste,
apriamoci alla grazia e non mettiamo alcun limite
all’azione dello Spirito, aiutandoci con la preghiera.
Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.
Vieni, padre dei poveri, vieni, datore dei doni,
vieni, luce di cuori.
Consolatore perfetto, ospite dolce dell’anima,
dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo, nella calura, riparo,
nel pianto, conforto.
O luce beatissima, invadi nell’intimo il cuore
dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza, nulla è nell’uomo,
nulla senza colpa.
Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido,
sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido,
drizza ciò che è sviato.
Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidano i tuoi,
santi doni.
Dona virtù e premio, dona morte santa,
dona gioia eterna.
Santa Domenica di Pentecoste, Fausto.
   


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