lunedì 22 dicembre 2014

Il Vangelo del Martedì 23 Dicembre 2014

Dal Vangelo secondo Luca (1,57-66) anno B.
In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto
e diede alla luce un figlio.
I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato
in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e
volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa.
Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni».
Le dissero: «Non c'è nessuno della tua parentela che si
chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva
che si chiamasse.
Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome».
Tutti furono meravigliati.
All'istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e
parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione
montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose.
Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro,
dicendo: «Che sarà mai questo bambino?».
E davvero la mano del Signore era con lui.
Parola del Signore.
Dio sa bene quanto bisogno abbiamo di suoi messaggeri,
affinchè possiamo trovare facilmente la strada che porta a Lui.
Le parole e di discorsi ci scivolano di dosso con estrema
facilità, mentre siamo molto più sensibili ai testimoni, cioè
a coloro che ci annunciano la sua Parola con la vita.
Per questo, Dio manda un messaggero particolare, che
avrebbe avuto il compito di risvegliare nel popolo la
coscienza e l’attesa del Signore.
Per fare ciò, avrebbe svolto il suo ministero predicando la
purificazione e la conversione.
Così il nuovo Elia si chiama, Giovanni Battista, che ha il
compito di disporre il cuore di chi dovrà accogliere la venuta
del Cristo, fra questi ci siamo anche noi.
Nel nome del bambino vi è già scritto il suo destino e la sua
missione; Luca ci dice che la mano del Signore era con Lui
sin dalla sua infanzia; di fronte agli altri, la sua nascita aveva
un che di misterioso, eppure tutti comprendono che quel
bambino avrà un ruolo fondamentale per il destino dell’umanità.
Fissiamo l’attenzione sui genitori; essi sanno che quel figlio
non appartiene a loro, perché è un dono di Dio, affidato alla
loro custodia, nell’attesa che Egli possa manifestarsi a tutto Israele.
Dio, a volte, ci affida delle situazioni e delle persone, ma
Egli non vuole che noi ci appropriamo di essi.
Sarebbe come rubargli qualcosa che appartiene a Lui soltanto.
Per questo, impariamo a ringraziarlo per i doni che ci fa,
ma senza attaccarci il cuore; sono suoi.
Non è facile perché siamo troppo egoisti, perciò accogliamo i suoi
doni per tutto il tempo che ce li lascia e ringraziamolo con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga
il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre
in tentazione, ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.



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