mercoledì 7 maggio 2025

Il Vangelo del Giovedì 8 Maggio 2025

 

Della 3° settimana di Pasqua.

Madonna del Rosario

di Pompei, Apparizione.

Prima Lettura.

Ecco, qui c'è dell'acqua; che cosa

impedisce che io sia battezzato?

Dagli Atti degli Apostoli (8,26-40)

In quei giorni, un angelo del Signore

parlò a Filippo e disse: «Àlzati e va'

verso il mezzogiorno, sulla strada che

scende da Gerusalemme a Gaza;

essa è deserta».

Egli si alzò e si mise in cammino,

quand'ecco un Etíope, eunùco, funzionario

di Candàce, regina di Etiòpia,

amministratore di tutti i suoi tesori, che

era venuto per il culto a Gerusalemme,

stava ritornando, seduto sul suo carro,

e leggeva il profeta Isaìa.

Disse allora lo Spirito a Filippo: «Va'

avanti e accòstati a quel carro».

Filippo corse innanzi e, udito che leggeva

il profeta Isaìa, gli disse: «Capisci quello

che stai leggendo?».

Egli rispose: «E come potrei capire,

se nessuno mi guida?».

E invitò Filippo a salire e a sedere

accanto a lui.

Il passo della Scrittura che stava leggendo

era questo:"Come una pecora egli fu

condotto al macello e come un agnello

senza voce innanzi a chi lo tosa, così

egli non apre la sua bocca.

Nella sua umiliazione il giudizio gli è

stato negato, la sua discendenza chi

potrà descriverla?

Poiché è stata recisa dalla terra la sua vita".

Rivolgendosi a Filippo, l'eunùco disse:

«Ti prego, di quale persona il profeta

dice questo?

Di se stesso o di qualcun altro?».

Filippo, prendendo la parola e partendo

da quel passo della Scrittura, annunciò

a lui Gesù.

Proseguendo lungo la strada, giunsero

 dove c'era dell'acqua e l'eunùco disse:

«Ecco, qui c'è dell'acqua; che cosa

impedisce che io sia battezzato?».

Fece fermare il carro e scesero tutti

e due nell'acqua, Filippo e l'eunùco,

ed egli lo battezzò.

Quando risalirono dall'acqua, lo Spirito

del Signore rapì Filippo e l'eunùco non

lo vide più; e, pieno di gioia, proseguiva

la sua strada.

Filippo invece si trovò ad Azoto ed

evangelizzava tutte le città che

attraversava, finché giunse a Cesarèa.

Parola di Dio.

Vangelo.

Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.

Dal Vangelo secondo

Giovanni (6,44-51) anno dispari.

In quel tempo, disse Gesù alla folla:

«Nessuno può venire a me, se non

lo attira il Padre che mi ha mandato;

e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.

Sta scritto nei profeti: "E tutti saranno

istruiti da Dio".

Chiunque ha ascoltato il Padre e ha

imparato da lui, viene a me.

Non perché qualcuno abbia visto il

Padre; solo colui che viene da Dio ha

visto il Padre. In verità, in verità io vi

dico: chi crede ha la vita eterna.

Io sono il pane della vita.

I vostri padri hanno mangiato la manna

nel deserto e sono morti; questo è il

pane che discende dal cielo, perché chi

ne mangia non muoia.

Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.

Se uno mangia di questo pane vivrà in

eterno e il pane che io darò è la mia

carne per la vita del mondo».

Parola del Signore.

Riflessione personale sul Vangelo di oggi.

Gesù, durante il discorso che segue la

moltiplicazione dei pani e dei pesci nel

Vangelo di Giovanni, discorso pieno di

incomprensione e di teologia, parla di

un pane ‘altro’ capace di saziare la fame

di senso e di bene che portiamo

avvitata nel cuore.

E parlando di questo pane, lentamente,

comincia a delinearsi la figura di un

nuovo pane del cammino, un pane che

avrà la forza della manna, ma pieno di una

nuova presenza, quella del Signore Gesù.

Giovanni e i discepoli del Signore hanno

chiaramente visto in queste parole

un’allusione diretta all’istituzione

dell’Eucarestia, il pane di Dio.

Gesù dice che chi crede ha la vita eterna.

Non ‘avrà’, ma ‘ha’.

Credere nel Dio che egli è venuto a

raccontare e credere in lui, Gesù, ci porta

a fare un'esperienza totalizzante di bene,

ci conduce alla pienezza della vita.

Per il credente l’eternità è già cominciata,

non è un ipotetico ‘dopo’ da conquistare,

ma un ‘oggi’ da scoprire e da vivere.

La fede ci incarna totalmente nella vita

e ci permette di viverla in pienezza,

senza compromessi, senza cedimenti.

Chiediamo al Signore di darci il pane

della sua Parola, del suo insegnamento,

della sua presenza, attraverso la preghiera,

per fare sin d’ora l’esperienza di totalità

e di luce che solo chi scopre Dio può fare.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

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