sabato 8 marzo 2025

Il Vangelo di Domenica 9 Marzo 2025

 

Della 1° Domenica di Quaresima.

Santa Francesca Romana, religiosa.

Prima lettura.

Professione di fede del popolo eletto.

Dal libro del Deuteronomio (26,4-10).

Mosè parlò al popolo e disse: «Il sacerdote

prenderà la cesta dalle tue mani e la

deporrà davanti all'altare del Signore,

tuo Dio, e tu pronuncerai queste parole

davanti al Signore, tuo Dio: "Mio padre

era un Aramèo errante; scese in Egitto,

vi stette come un forestiero con poca

gente e vi diventò una nazione grande,

forte e numerosa.

Gli Egiziani ci maltrattarono, ci

umiliarono e ci imposero una

dura schiavitù.

Allora gridammo al Signore, al Dio dei

nostri padri, e il Signore ascoltò la nostra

voce, vide la nostra umiliazione, la nostra

miseria e la nostra oppressione; il Signore

ci fece uscire dall'Egitto con mano potente

e con braccio teso, spargendo terrore

e operando segni e prodigi.

Ci condusse in questo luogo e ci diede

questa terra, dove scorrono latte e miele.

Ora, ecco, io presento le primizie dei frutti

del suolo che tu, Signore, mi hai dato".

Le deporrai davanti al Signore, tuo Dio,

e ti prostrerai davanti al Signore, tuo Dio».

Parola di Dio.

 

Salmo Responsoriale dal Sal. 90

 

Ripetiamo. Resta con noi, Signore,

nell'ora della prova.

 

Chi abita al riparo dell'Altissimo passerà

la notte all'ombra dell'Onnipotente.

Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia

fortezza, mio Dio in cui confido». R.

 

Non ti potrà colpire la sventura,

nessun colpo cadrà sulla tua tenda.

Egli per te darà ordine ai suoi angeli

di custodirti in tutte le tue vie. R. 

 

Sulle mani essi ti porteranno, perché il

tuo piede non inciampi nella pietra.

Calpesterai leoni e vipere,

schiaccerai leoncelli e draghi. R.

 

«Lo libererò, perché a me si è legato,

lo porrò al sicuro, perché ha

conosciuto il mio nome.

Mi invocherà e io gli darò risposta;

nell'angoscia io sarò con lui,

lo libererò e lo renderò glorioso». R.

 

Seconda Lettura.

Professione di fede di chi crede in Cristo.

Dalla lettera di san Paolo

apostolo ai Romani (10,8-13).

Fratelli, che cosa dice [Mosè]? «Vicino

a te è la Parola, sulla tua bocca e nel tuo

cuore», cioè la parola della fede che

noi predichiamo.

Perché se con la tua bocca proclamerai:

«Gesù è il Signore!», e con il tuo cuore

crederai che Dio lo ha risuscitato dai

morti, sarai salvo.

Con il cuore infatti si crede per ottenere

la giustizia, e con la bocca si fa la

professione di fede per avere la salvezza.

Dice infatti la Scrittura: «Chiunque

crede in lui non sarà deluso».

Poiché non c'è distinzione fra Giudeo

e Greco, dato che lui stesso è il Signore

di tutti, ricco verso tutti quelli che

lo invocano.

Infatti: «Chiunque invocherà il nome

del Signore sarà salvato».

Parola di Dio.

 

Canto al Vangelo

Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

 

Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di

ogni parola che esce dalla bocca di Dio.

 

Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

 

Vangelo.

Gesù fu guidato dallo Spirito

nel deserto e tentato dal diavolo.

Dal Vangelo secondo Luca (4,1-13) anno C.

In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito

Santo, si allontanò dal Giordano ed era

guidato dallo Spirito nel deserto, per

quaranta giorni, tentato dal diavolo.

Non mangiò nulla in quei giorni, ma

quando furono terminati, ebbe fame.

Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei

Figlio di Dio, di' a questa pietra che

diventi pane».

Gesù gli rispose: «Sta scritto: "Non

di solo pane vivrà l'uomo"».

Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò

in un istante tutti i regni della terra e gli

disse: «Ti darò tutto questo potere e la

loro gloria, perché a me è stata data

e io la do a chi voglio.

Perciò, se ti prostrerai in adorazione

dinanzi a me, tutto sarà tuo».

Gesù gli rispose: «Sta scritto: "Il Signore,

Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto"».

Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul

punto più alto del tempio e gli disse: «Se

tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui;

sta scritto infatti: "Ai suoi angeli darà

ordini a tuo riguardo affinché essi ti

custodiscano"; e anche: "Essi ti porteranno

sulle loro mani perché il tuo piede non

inciampi in una pietra"».

Gesù gli rispose: «È stato detto: "Non

metterai alla prova il Signore Dio tuo"».

Dopo aver esaurito ogni tentazione, il

diavolo si allontanò da lui fino al

momento fissato.

Vangelo

Parola del Signore.

Riflessione personale sul Vangelo di oggi.

Eccoci, infine.

Quaranta giorni l’anno, poco più del 10%

del tempo che vivremo.

Quaranta giorni, come quaranta furono

gli anni che servirono ad un popolo di

schiavi per scoprirsi figli.

Quaranta furono i giorni che il Nazareno

volle vivere prima di iniziare la sua

missione e decidere quale Messia diventare.

Deponiamo le maschere; quelle di

carnevale e quelle che la vita ci ha cucito

addosso, quelle che gli altri ci hanno

messo, quelle dietro cui ci rifugiamo

per paura delle scelte.

Davanti a Dio, almeno davanti a Lui,

possiamo restare nudi senza

provare vergogna.

Gesù è spinto dallo Spirito Santo; i suoi

anni di quotidianità, il silenzio assordante

di Nazareth è ormai alle spalle.

Ora è pronto per dire Dio.

Libero di scegliere.

Gesù solidale con l’uomo vuole ripercorrere

il sentiero di Israele, sperimenta la fame,

si lascia avvolgere dal silenzio stordente

del deserto, si lascia invadere dalla luce

accecante del sole che riflette i colori

delle scarne rocce del deserto di Giuda.

Gesù vuole scegliere come annunciare la

Parola, come svelare il mistero di Dio.

La conoscenza che Gesù ha di Dio è

assoluta; Egli è il Verbo di Dio.

Ma, in quanto uomo, Egli vuole poter

scegliere, elabora un piano pastorale,

cerca nel silenzio una risposta.

Dio, fattosi uomo, ora conosce l’odore

della resina e la stanchezza di una

giornata di lavoro.

Ora Egli sa.

Come sa che l’uomo è fragile, ondivago,

buffo, scostante; come aiutarlo a superare

la brutta immagine di Dio che si è fatto?

Gesù entra nel silenzio del deserto per

decidere quale Messia essere.

Noi entriamo nel deserto per chiederci se

l’uomo che siamo è quello che avremmo

voluto diventare e, soprattutto, se assomiglia

all’uomo, magnifico, che Dio porta nel cuore.

Gesù ha davanti a sé una strada maestra,

consolidata, preparata dai profeti, lievitata

nel cuore di un popolo servo e oppresso da

secoli da potenze straniere; il Messia vittorioso.

Un Messia muscoloso, politico, deciso, condottiero.

La gente (come logico) si aspetta qualcuno

che magicamente risolva i problemi, che

punisca i malvagi (sempre gli altri, ovvio)

e che ristabilisca un bel governo come

quello del re Davide, magari esentasse.

Ma il demonio arriva.

Più suadente e affascinante di tutte le

rappresentazioni grottesche che ne

abbiamo fatto.

La sua proposta è semplice,

ragionevole e scontata.

Vuoi fare il Messia? Magnifico!

Non esagerare, però; riguardati, affidati

a un personal trainer, cura l’immagine,

se non fai lo splendido nessuno ti noterà.

Vuoi fare il Messia? Geniale!

Ti toccherà contattare politici e sacerdoti,

ragionare con loro, qualche compromesso

sarà necessario.

Vuoi fare il Messia? Notevole!

Qualche bel miracolo, Gesù, qualche statua

della Madonna che lacrima sangue, qualche

segno prodigioso e vedrai che le folle si

strapperanno i capelli per te!

Ha ragione, il demonio.

Cita pure la Parola di Dio.

Non basta conoscere la Bibbia per fare

la volontà di Dio.

Gesù replica; no, non farò così.

La vita è essenza, non immagine,

fosse anche immagine religiosa.

Andrò al cuore delle persone, sarà il mio

amore, attinto dal Padre, a scavare

i solchi nelle anime.

Il potere è ambiguo; se da, pretende.

Io voglio essere libero di parlare del

vero volto di Dio.

Il miracolo è pericoloso; voglio che la

gente ami Dio per ciò che Dio è, non

per ciò che dà.

Ecco, Dio ha deciso.

In queste parole l’essenza del suo ministero.

E del suo fallimento. Temporaneo.

Gesù sarà un Messia di basso profilo,

Gesù, non userà nessun altro strumento

se non l’amore per convincere, per

annunciare, per convertire.

È un rischio enorme, il suo.

Capirà, il popolo? Si accontenterà?

Spalancherà il proprio cuore allo stupore

di incontrare un Dio dimesso e fragile,

un Dio vissuto e adulto?

La sfida è lanciata, il demonio lo lascia.

Tornerà al momento giusto, nel Getsemani,

per dire a Gesù che è stato un illuso, che si

è sbagliato, per convincerlo ad abbandonare

l’inutile gesto di morire per amore.

E noi amici, che uomini vogliamo essere?

Che donna?

Che marito, figlio, collega, prete?

Chi vogliamo essere?

Davanti a noi molte scelte, immensi

consigli, suadenti tentazioni che ci

raggiungono ininterrottamente; appari,

cambia, rifatti, imponi, urla, combatti.

Ma noi, dentro, cosa vogliamo

davvero essere?

Guardiamo l’orologio, allora, quaranta

giorni da ora per accorgerci che la nostra

livida città è un deserto e che questo

deserto lo possiamo o dobbiamo attraversare.

Lo ha fatto Dio.

Lo possiamo fare anche noi, amici,

buon cammino Quaresimale

e buona Domenica, Fausto.

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