sabato 25 gennaio 2025

Il Vangelo di Domenica 26 Gennaio 2025

 

Della 3° Domenica del Tempo Ordinario.

Santi Timoteo e Tito, Vescovi.

Prima Lettura.

Leggevano il libro della legge

e ne spiegavano il senso.

Dal libro di Neemìa (8,2-4a.5-6.8-10)

In quei giorni, il sacerdote Esdra portò

la legge davanti all’assemblea degli

uomini, delle donne e di quanti erano

capaci di intendere.

Lesse il libro sulla piazza davanti alla

porta delle Acque, dallo spuntare della

luce fino a mezzogiorno, in presenza

degli uomini, delle donne e di quelli

che erano capaci d’intendere; tutto il

popolo tendeva l’orecchio al libro

della legge.

Lo scriba Esdra stava sopra una

tribuna di legno, che avevano

costruito per l’occorrenza.

Esdra aprì il libro in presenza di tutto

il popolo, poiché stava più in alto di

tutti; come ebbe aperto il libro, tutto

il popolo si alzò in piedi.

Esdra benedisse il Signore, Dio grande,

e tutto il popolo rispose: «Amen, amen»,

alzando le mani; si inginocchiarono e

si prostrarono con la faccia a terra

dinanzi al Signore.

I levìti leggevano il libro della legge di

Dio a brani distinti e spiegavano il senso,

e così facevano comprendere la lettura.

Neemìa, che era il governatore, Esdra,

sacerdote e scriba, e i levìti che

ammaestravano il popolo dissero a tutto

il popolo: «Questo giorno è consacrato

al Signore, vostro Dio; non fate lutto

e non piangete!».

Infatti tutto il popolo piangeva, mentre

ascoltava le parole della legge.

Poi Neemìa disse loro: «Andate,

mangiate carni grasse e bevete vini

dolci e mandate porzioni a quelli che

nulla hanno di preparato, perché questo

giorno è consacrato al Signore nostro;

non vi rattristate, perché la gioia del

Signore è la vostra forza».

Parola di Dio.

 

Salmo Responsoriale dal Sal 18 (19)

Ripetiamo. Le tue parole, Signore,

sono spirito e vita.

 

La legge del Signore è perfetta,

rinfranca l'anima; la testimonianza

del Signore è stabile,

rende saggio il semplice. R.

 

I precetti del Signore sono retti,

fanno gioire il cuore;

il comando del Signore è limpido,

illumina gli occhi. R.

 

Il timore del Signore è puro,

rimane per sempre;

i giudizi del Signore sono fedeli,

sono tutti giusti. R.

 

Ti siano gradite le parole della mia bocca;

davanti a te i pensieri del mio cuore.

Signore, mia roccia e mio redentore. R.

 

Seconda Lettura.

Voi siete corpo di Cristo, ognuno

secondo la propria parte.

Dalla prima lettera di san Paolo

apostolo ai Corìnzi (12,12-14.27)

Fratelli, come il corpo è uno solo e ha

molte membra, e tutte le membra del

corpo, pur essendo molte, sono un corpo

solo, così anche il Cristo.

Infatti noi tutti siamo stati battezzati

mediante un solo Spirito in un solo corpo,

Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti

siamo stati dissetati da un solo Spirito.

E infatti il corpo non è formato da un

membro solo, ma da molte membra.

Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno

secondo la propria parte, sue membra.

Parola di Dio.

 

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

 

Il Signore mi ha mandato a portare ai

poveri il lieto annuncio, a proclamare

ai prigionieri la liberazione. (Cf. Lc 4,18)

 

Alleluia, alleluia.

 

Vangelo

Oggi si è compiuta questa Scrittura.

Dal Vangelo secondo

Luca (1,1-4;4,14-21) anno C.

Poiché molti hanno cercato di raccontare

con ordine gli avvenimenti che si sono

compiuti in mezzo a noi, come ce li

hanno trasmessi coloro che ne furono

testimoni oculari fin da principio e

divennero ministri della Parola, così

anch’io ho deciso di fare ricerche

accurate su ogni circostanza, fin dagli

inizi, e di scriverne un resoconto

ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo

che tu possa renderti conto della solidità

degli insegnamenti che hai ricevuto.

In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea

con la potenza dello Spirito e la sua fama

si diffuse in tutta la regione.

Insegnava nelle loro sinagoghe e gli

rendevano lode.

Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e

secondo il suo solito, di sabato, entrò

nella sinagoga e si alzò a leggere.

Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa;

aprì il rotolo e trovò il passo dove era

scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra

di me; per questo mi ha consacrato con

l’unzione e mi ha mandato a portare ai

poveri il lieto annuncio, a proclamare

ai prigionieri la liberazione e ai ciechi

la vista; a rimettere in libertà gli oppressi,

a proclamare l’anno di grazia del Signore».

Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò

all’inserviente e sedette.

Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano

fissi su di lui.

Allora cominciò a dire loro: «Oggi si

è compiuta questa Scrittura che voi

avete ascoltato».

Parola del Signore.

Riflessione personale sul Vangelo di oggi.

L’acqua della quotidianità, la fatica

dell’abitudine, lo strazio del dolore

possono essere trasformati nel vino della

festa; Gesù è lo sposo dell’umanità che

ci svela che l’incontro con Dio è una

festa di matrimonio riuscita.

Iniziare un anno nuovo con la certezza

di vedere le proprie fatiche trasformarsi

in speranza ci riempie il cuore di speranza,

ci mette nelle condizioni di potere leggere

con intensa gioia il Vangelo di oggi.

Luca ci assomiglia; come noi proviene

e vive in un ambiente lontano dalla

spiritualità, come noi è sollecitato da

mille stimoli, da novità religiose ‘alla

moda’, come noi non ha mai visto Gesù

in vita sua, come noi (spero!) è rimasto

profondamente coinvolto dalla

predicazione di un ebreo di nome

Paolo, giunto ad Antiochia per parlare

di un tale Gesù morto e risorto, come

noi è cresciuto nella consapevolezza

che Dio è tenerezza infinita.

Leggendo Luca ne rintracciamo

l’evoluzione interiore, il percorso,

il carattere, così come riusciamo a

conoscere le persone quando iniziamo

con esse un’intensa corrispondenza.

Luca è stato educato nella religione dei

padri, zeppa di divinità capricciose e

strane, umorali e biliose, che imitano,

nel loro Pantheon, i difetti e i limiti

degli uomini.

Divinità lontane, incomprensibili, scostanti,

messe in ridicolo dall’annuncio di Paolo.

Dio è diverso, dice l’ebreo di Tarso,

è un padre pieno di tenerezza, che cerca

e ama ciascuno dei suoi figli.

E Luca ne fa esperienza.

Spinto da Paolo, dopo alcuni anni di

discepolato, Luca accetta di scrivere un

resoconto ordinato delle cose accadute

tra le prime comunità.

Storico puntiglioso e appassionato,

Luca dedica molto tempo ad ascoltare

i testimoni diretti e a redigere uno

splendido Vangelo, il Vangelo della

mansuetudine di Cristo.

Luca ha a cuore la sua serietà di storico,

ci tiene a confermare la fede in cui è

rimasto coinvolto; non sono favole quelle

in cui ha creduto, né pie elucubrazioni.

Ha dato del tempo, Luca, a questa

ricerca e ci tiene a precisarlo.

Grande Luca!

Fa bene a dirlo; neanche lui avrebbe

immaginato che, a più di duemila anni

di distanza, siamo ancora qui a giocare

a fare gli intellettuali smaliziati, a

guardare con sufficienza le pretese di

storicità dei Vangeli, a scrutare con

arroganza il cristianesimo, a lasciarci

turbare dalle affascinanti teorie di un

romanziere furbetto.

Siamo convinti che la religione sia

qualcosa di utile sì, male non ne fa,

insegna il bene, ma che in fondo in fondo

tutto si risolva in una pia esortazione che

non può certo passare al vaglio della

storia o della scienza.

Il Vangelo è e resta uno splendido

esempio di libro religioso, Gesù è una

figura ammirevole, ma tutto si confonde;

morale, favola e dottrina.

Luca scuoterebbe la testa, invitandoci a

prendere più sul serio la nostra fede,

a dedicare del tempo alla nostra

preparazione, a renderci conto che la fede

va nutrita, informata, capita, indagata.

E invece no; le quattro nozioni imparate

di malavoglia al catechismo sono,

spesso, l’unico approccio al cristianesimo

che abbiamo conosciuto.

Salvo poi essere convinti di sapere molto

sulla fede; più di una volta mi sono

trovato durante una cena a parlare

di fede con fior di professionisti che si

impantanavano miseramente

nell’ignoranza nell’affrontare temi

come l’etica, la storicità dei Vangeli

e amenità del genere!

Siamo seri; il problema è la nostra

pigrizia, il problema è la dimenticanza;

non ci importa della nostra interiorità,

non investiamo perché in fondo

non ci crediamo.

Smettiamola di giocare a fare gli atei,

non nascondiamo la nostra mediocrità

dietro una pretesa culturale poco seria

e documentata, portiamo rispetto per

coloro che, davvero, hanno cercato

e studiato e indagato.

Mondo impigrito, il nostro, che affida

ad altri l’analisi per poi mandare a

memoria un riassunto delle conclusioni

masticate dai tuttologi di turno.

Vuoi veramente cercare la fede? Indaga.

Cerchi davvero Dio? Informati.

Vuoi davvero dare senso

alla tua vita? Fidati.

Sì perché-ci ricorda Luca-la fede nasce

dalla testimonianza di chi ha visto e creduto.

Gesù inizia il suo ministero nella

sinagoga di Nazareth; leggendo la

splendida profezia di Isaia che vede un

popolo di schiavi tornare dall’esilio,

il Messia proclama ufficialmente

l’inizio del Regno.

Non sarà ascoltato, lo sappiamo,

allora e oggi.

Ma a coloro che hanno il coraggio

di fidarsi di Luca e degli altri, coloro

che-sul serio-cercano risposte,

le indicazioni di Gesù sono davvero

una splendida buona notizia.

Buona Domenica della mansuetudine, Fausto.

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