venerdì 13 settembre 2024

Il Vangelo del Sabato 14 Settembre 2024

 
Della 23° settimana del Tempo Ordinario.

Esaltazione della Santa Croce.

Prima Lettura

Chiunque sarà stato morso e guarderà

il serpente, resterà in vita.

Dal libro dei Numeri (21,4b-9)

In quei giorni, il popolo non sopportò

il viaggio.

Il popolo disse contro Dio e contro Mosè:

«Perché ci avete fatto salire dall’Egitto

per farci morire in questo deserto?

Perché qui non c’è né pane né acqua e

siamo nauseati di questo cibo così leggero».

Allora il Signore mandò fra il popolo

serpenti brucianti i quali mordevano la

gente, e un gran numero d’Israeliti morì.

Il popolo venne da Mosè e disse:

«Abbiamo peccato, perché abbiamo

parlato contro il Signore e contro di te;

supplica il Signore che allontani da

noi questi serpenti».

Mosè pregò per il popolo.

Il Signore disse a Mosè: «Fatti un serpente

e mettilo sopra un’asta; chiunque sarà

stato morso e lo guarderà, resterà in vita».

Mosè allora fece un serpente di bronzo e

lo mise sopra l’asta; quando un serpente

aveva morso qualcuno, se questi guardava

il serpente di bronzo, restava in vita.

Parola di Dio.

Vangelo

Bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo.

Dal Vangelo secondo Giovanni (3,13-17) anno pari.

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:

«Nessuno è mai salito al cielo, se non

colui che è disceso dal cielo,

il Figlio dell’uomo.

E come Mosè innalzò il serpente nel

deserto, così bisogna che sia innalzato

il Figlio dell’uomo, perché chiunque

crede in lui abbia la vita eterna.

Dio infatti ha tanto amato il mondo da

dare il Figlio unigenito, perché chiunque

crede in lui non vada perduto, ma abbia

la vita eterna.

Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel

mondo per condannare il mondo, ma perché

il mondo sia salvato per mezzo di lui».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

La festa dell’esaltazione della santa Croce

è nata da un fatto storico; il ritrovamento

della regina Elena, madre dell’imperatore

Costantino, primo imperatore convertitosi

alla fede, del luogo della crocifissione

a Gerusalemme.

La croce non è da esaltare, la sofferenza

non è mai gradita a Dio, toglietevi dalla

testa, subito, la tragica inclinazione

all’autolesionismo tipica del cattolicesimo,

inclinazione che crogiola il cristiano nel

proprio dolore pensando che questo lo

avvicini a Dio.

La nostra è una Religione che rischia di

fermarsi al Venerdì Santo, perché tutti

abbiamo una sofferenza da condividere

e ci piace l’idea che anche Dio la

pensi come noi.

No, lo ripeto alla nausea; la felicità

cristiana è una tristezza superata, una croce

abbandonata perché ormai inutile e questa

croce vuota-oggi-viene esaltata.

La croce non è il segno della sofferenza

di Dio, ma del suo amore.

La croce è epifania della serietà del suo

bene per ciascuno di noi.

Fino a questo punto ha voluto amarci,

perché altro è usare dolci e consolanti

parole, altro appenderle a tre chiodi,

sospese fra il cielo e la terra.

La croce è il paradosso finale di Dio,

la sua ammissione di sconfitta, la sua

ammissione di arrendevolezza; poiché

ci ama lo possiamo crocifiggere.

Esaltare la croce significa esaltare l’amore,

esaltare la croce significa spalancare il

cuore all’adorazione e allo stupore.

Innalzato sulla croce (Giovanni non usa

mai la parola ‘crocifisso’ ma ‘osteso’ cioè

mostrato) Gesù attira tutti a sé, preghiamo.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

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