mercoledì 31 luglio 2024

Il Vangelo del Giovedì 1 Agosto 2024

 

Della 17° settimana del Tempo Ordinario.

Sant’Alfonso Maria dè Liguori,

vescovo e dottore della Chiesa.

Prima Lettura

Come l'argilla è nelle mani del vasaio,

così voi siete nelle mie mani.

Dal libro del profeta Geremìa (18,1-6)

Questa parola fu rivolta dal Signore a

Geremìa: «Àlzati e scendi nella bottega

del vasaio; là ti farò udire la mia parola».

Scesi nella bottega del vasaio, ed ecco,

egli stava lavorando al tornio.

Ora, se si guastava il vaso che stava

modellando, come capita con la creta

in mano al vasaio, egli riprovava di

nuovo e ne faceva un altro, come ai

suoi occhi pareva giusto.

Allora mi fu rivolta la parola del Signore

in questi termini: «Forse non potrei

agire con voi, casa d’Israele, come

questo vasaio?

Oracolo del Signore.

Ecco, come l’argilla è nelle mani del

vasaio, così voi siete nelle mie mani,

casa d’Israele.

Parola di Dio.

Vangelo.

Raccolgono i buoni nei canestri

e buttano via i cattivi.

Dal Vangelo secondo Matteo (13,47-53) anno pari.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Ancora, il regno dei cieli è simile a una

rete gettata nel mare, che raccoglie ogni

genere di pesci.

Quando è piena, i pescatori la tirano a riva,

si mettono a sedere, raccolgono i pesci

buoni nei canestri e buttano via i cattivi.

Così sarà alla fine del mondo.

Verranno gli angeli e separeranno i cattivi

dai buoni e li getteranno nella fornace

ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.

Avete compreso tutte queste cose?».

Gli risposero: «Sì».

Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba,

divenuto discepolo del regno dei cieli,

è simile a un padrone di casa che estrae

dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».

Terminate queste parabole, Gesù partì di là.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Nel Vangelo di oggi scopriamo che nel

gruppo dei discepoli non ci sono solo

pescatori e pubblicani, ma anche scribi

diventati seguaci del Nazareno.

Gli scribi erano gli unici in grado di

ricopiare la Scrittura, ed erano conosciuti

ed apprezzati per la loro cultura biblica;

spesso intervenivano nelle dispute

teologiche per dare opinioni autorevoli.

Appartengono, quindi, alla parte avversa,

a quanti si oppongono risolutamente alle

novità destabilizzanti di Gesù, al suo

modo poco tradizionale di interpretare

la Scrittura.

Spesso, nei Vangeli, gli scribi, assieme

ai farisei, sono annoverati fra i più

ostinati oppositori di Gesù; non in

questo caso, però; Gesù loda quegli scribi

che lo hanno accolto, paragonandoli ad

un buon padrone di casa che sa estrarre

dal proprio tesoro cose nuove e cose antiche.

Anche nella Chiesa ci sono persone che

sanno accogliere le novità con intelligenza,

sapendo distinguere cosa è essenziale alla

fede e cosa è accessorio o secondario.

Persone, anche non più giovani, formate

ad una vita cristiana precisa e rigorosa,

che capiscono e apprezzano i modi nuovi

di dire lo stesso Vangelo, senza arroccarsi

sulle proprie posizioni ma pregando.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

martedì 30 luglio 2024

Il Vangelo del Mercoledì 31 Luglio 2024

 

Della 17° settimana del Tempo Ordinario.

Sant’Ignazio di Loyola, presbitero.

Prima Lettura

Perché il mio dolore è senza fine?

«Se ritornerai, starai alla mia presenza».

Dal libro del profeta Geremìa (15,10.16-21)

Me infelice, madre mia!

Mi hai partorito uomo di litigio e di

contesa per tutto il paese!

Non ho ricevuto prestiti, non ne ho fatti

a nessuno, eppure tutti mi maledicono.

Quando le tue parole mi vennero incontro,

le divorai con avidità; la tua parola fu la

gioia e la letizia del mio cuore, perché il

tuo nome è invocato su di me, Signore,

Dio degli eserciti.

Non mi sono seduto per divertirmi nelle

compagnie di gente scherzosa, ma spinto

dalla tua mano sedevo solitario, poiché

mi avevi riempito di sdegno.

Perché il mio dolore è senza fine e la mia

piaga incurabile non vuole guarire?

Tu sei diventato per me un torrente ìnfido,

dalle acque incostanti.

Allora il Signore mi rispose: «Se ritornerai,

io ti farò ritornare e starai alla mia presenza;

se saprai distinguere ciò che è prezioso da

ciò che è vile, sarai come la mia bocca.

Essi devono tornare a te, non tu a loro,

e di fronte a questo popolo io ti renderò

come un muro durissimo di bronzo;

combatteranno contro di te, ma non

potranno prevalere, perché io sarò con te

per salvarti e per liberarti.

Oracolo del Signore.

Ti libererò dalla mano dei malvagi e ti

salverò dal pugno dei violenti».

Parola di Dio.

Vangelo

Vende tutti i suoi averi e compra quel campo.

Dal Vangelo secondo Matteo (13,44-46) anno pari.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi

discepoli: «Il regno dei cieli è simile

a un tesoro nascosto nel campo; un uomo

lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di

gioia, vende tutti i suoi averi e compra

quel campo.

Il regno dei cieli è simile anche a un

mercante che va in cerca di perle

preziose; trovata una perla di grande

valore, va, vende tutti i suoi averi

e la compra».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Quanto intenerisce questo brano di Matteo!

Quando deve raccontare l’esperienza di fede,

l’evangelista usa una doppia immagine

accessibile ed efficace; il Regno è come

uno che trova un tesoro nel campo,

come un collezionista che trova la più

preziosa delle perle, allora considerate

il massimo del lusso, come per noi

oggi i diamanti.

La presenza di Dio è preziosa, cambia la

vita, la ribalta, la rivoluziona.

L’incontro con Dio è quanto di meglio

possa capitare nel percorso di vita di

una persona, questo dice Matteo.

Tutto il resto, per quanto importante,

prezioso, efficace, è secondario.

Gli affetti, i successi, il lavoro, le emozioni;

sono sempre e solo secondi e conseguenti

all’incontro con Dio.

L’inquietudine che portiamo radicata nel

profondo di noi stessi ci porta a cercare

il tesoro ma, troppo spesso, ci accontentiamo

di ninnoli senza valore, ci illudiamo

collezionando copie maldestre di

preziosi gioielli.

Iniziamo il mese di agosto, il mese della

vacanza, sapendo che possiamo ancora

scavare in noi stessi e cercare attorno a

noi l’essenziale, aiutandoci con la preghiera.

Matteo scrive trent’anni dopo l’incontro

col Nazareno, il suo tesoro, e ancora ci

testimonia che ne è valsa la pena, che bello!

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

lunedì 29 luglio 2024

Il Vangelo del Martedì 30 Luglio 2024

 

Della 17° settimana del Tempo Ordinario.

San Pietro, detto Crisologo,

vescovo e dottore della Chiesa.

Prima Lettura

Ricordati, Signore!

Non rompere la tua alleanza con noi.

Dal libro del profeta Geremìa (14,17b-22)

Il Signore ha detto: «I miei occhi grondano

lacrime notte e giorno, senza cessare,

perché da grande calamità è stata colpita

la vergine, figlia del mio popolo,

da una ferita mortale.

Se esco in aperta campagna, ecco le

vittime della spada; se entro nella città,

ecco chi muore di fame.

Anche il profeta e il sacerdote si aggirano

per la regione senza comprendere».

Hai forse rigettato completamente Giuda,

oppure ti sei disgustato di Sion?

Perché ci hai colpiti, senza più rimedio

per noi?

Aspettavamo la pace, ma non c’è alcun

bene, il tempo della guarigione,

ed ecco il terrore!

Riconosciamo, Signore, la nostra infedeltà,

la colpa dei nostri padri: abbiamo peccato

contro di te.

Ma per il tuo nome non respingerci, non

disonorare il trono della tua gloria.

Ricòrdati!

Non rompere la tua alleanza con noi.

Fra gli idoli vani delle nazioni c’è

qualcuno che può far piovere?

Forse che i cieli da sé mandano rovesci?

Non sei piuttosto tu, Signore, nostro Dio?

In te noi speriamo,

perché tu hai fatto tutto questo.

Parola di Dio.

Vangelo

Come si raccoglie la zizzania e la si

brucia nel fuoco, così avverrà alla

fine del mondo.

Dal Vangelo secondo Matteo (13,36-43) anno pari.

In quel tempo, Gesù congedò la folla ed

entrò in casa; i suoi discepoli gli si

avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la

parabola della zizzania nel campo».

Ed egli rispose: «Colui che semina il

buon seme è il Figlio dell’uomo.

Il campo è il mondo e il seme buono

sono i figli del Regno.

La zizzania sono i figli del Maligno e

il nemico che l’ha seminata è il diavolo.

La mietitura è la fine del mondo e i

mietitori sono gli angeli.

Come dunque si raccoglie la zizzania e

la si brucia nel fuoco, così avverrà alla

fine del mondo.

Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli,

i quali raccoglieranno dal suo regno tutti

gli scandali e tutti quelli che commettono

iniquità e li getteranno nella fornace

ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.

Allora i giusti splenderanno come il sole

nel regno del Padre loro.

Chi ha orecchi, ascolti!».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Gesù, ancora, spiega una parabola ai suoi.

Non dev’essere così semplice capire la

Parola se gli apostoli stessi inciampano

nella comprensione!

Tutti noi sperimentiamo come, nella

nostra vita, nella Chiesa, il buon grano

seminato a piene mani dal seminatore

che è Dio, cresce fianco a fianco con

la zizzania.

La nostra tentazione è di fare come gli

zelanti servi della parabola; strappare

tutto e fare un bel falò.

Il padrone, prudentemente, ci ammonisce;

corriamo il rischio di perdere il buon

grano, nel tentativo di strappare l’erba

malvagia, meglio aspettare.

Ma quanto fatichiamo!

Quanto soffriamo nel dover convivere

quotidianamente con i nostri difetti!

Come vorremmo, in totale e assoluta

verità, poterci liberare delle nostre ombre!

E di quelle della Chiesa!

Per potere presentarci a Dio senza macchia,

con una vita corrispondente al nostro

desiderio di santità!

No, ammonisce il Signore; meglio per noi

dimorare nell’umiltà, crescere nella pazienza.

La parte oscura delle nostre vite, seminata

nel cuore dall’avversario, cresce accanto

al buon grano; ciò che a noi è chiesto è di

evitare che soffochi in noi la parte luminosa,

facendoci aiutare dalla preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

domenica 28 luglio 2024

Il Vangelo del Lunedì 29 Luglio 2024

 

Della 17° settimana del Tempo Ordinario.

Santi Marta, Maria e Lazzaro, amici di Gesù.

Prima Lettura

Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi.

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo (4,7-16)

Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché

l'amore è da Dio: chiunque ama è stato

generato da Dio e conosce Dio.

Chi non ama non ha conosciuto Dio,

perché Dio è amore.

In questo si è manifestato l'amore di Dio

in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo

Figlio unigenito, perché noi avessimo

la vita per mezzo di lui.

In questo sta l'amore: non siamo stati noi

ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi

e ha mandato il suo Figlio come vittima

di espiazione per i nostri peccati.

Carissimi, se Dio ci ha amati così, anche

noi dobbiamo amarci gli uni gli altri.

Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo

gli uni gli altri, Dio rimane in noi e

l'amore di lui è perfetto in noi.

In questo si conosce che noi rimaniamo

in lui ed egli in noi: egli ci ha donato

il suo Spirito.

E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo

che il Padre ha mandato il suo Figlio

come salvatore del mondo.

Chiunque confessa che Gesù è il Figlio

di Dio, Dio rimane in lui ed egli in Dio.

E noi abbiamo conosciuto e creduto

l'amore che Dio ha in noi.

Dio è amore; chi rimane nell'amore

rimane in Dio e Dio rimane in lui.

Parola di Dio.

Vangelo

Io credo che sei il Cristo, il Figlio di Dio.

Dal Vangelo secondo Giovanni (11,19-27) anno pari.

In quel tempo, molti Giudei erano venuti

da Marta e Maria a consolarle per il fratello.

Marta dunque, come udì che veniva Gesù,

gli andò incontro; Maria invece stava

seduta in casa.

Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi

stato qui, mio fratello non sarebbe morto!

Ma anche ora so che qualunque cosa tu

chiederai a Dio, Dio te la concederà».

Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà».

Gli rispose Marta: «So che risorgerà

nella risurrezione dell'ultimo giorno».

Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e

la vita; chi crede in me, anche se muore,

vivrà; chiunque vive e crede in me,

non morirà in eterno.

Credi questo?».

Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che

tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che

viene nel mondo».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Oggi ricordiamo gli amici di Gesù; Marta,

Maria e Lazzaro, nella loro casa Lui si

rifugiava per rimanere un pò in serenità.

Marta, frequentando Gesù, capisce una

cosa importante; quando si sta con il

Signore, tutto diventa possibile, anche

ciò che umanamente e logicamente non

lo è, basta dargli fiducia.

Cosa c’è di più definitivo e dolorosa

della morte?

Eppure, Marta, che ha imparato ad

affidarsi totalmente a Gesù, sa che la

sua Parola è più forte della morte.

Questa certezza, nel cuore di Marta,

è frutto di un cammino di conoscenza

e di amicizia che dura da tanto tempo.

Anche in noi, se vogliamo, questa fede

nella Parola di Gesù può crescere,

proprio nello stesso modo in cui maturò

per Marta e la sua famiglia.

Quando si frequenta amichevolmente

il Signore, ed Egli trova spazio in noi,

allora anche per noi diventa possibile

ciò che è umanamente irrealizzabile.

Perché non provare, amici?, chiedendo

aiuto alla preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

sabato 27 luglio 2024

Il Vangelo di Domenica 28 Luglio 2024

 

Della 17° Domenica del Tempo Ordinario.

Santi Nazario e Celso, martiri.

Prima Lettura

Ne mangeranno e ne faranno avanzare.

Dal secondo libro dei Re (4,42-44)

In quei giorni, da Baal-Salisà venne un

uomo, che portò pane di primizie

all’uomo di Dio: venti pani d’orzo e

grano novello che aveva nella bisaccia.

Eliseo disse: «Dallo da mangiare alla gente».

Ma il suo servitore disse: «Come posso

mettere questo davanti a cento persone?».

Egli replicò: «Dallo da mangiare alla gente.

Poiché così dice il Signore: “Ne mangeranno

e ne faranno avanzare”».

Lo pose davanti a quelli, che mangiarono

e ne fecero avanzare, secondo la parola

del Signore.

Parola di Dio.

 

Salmo Responsoriale dal Sal 144 (145)

Ripetiamo. Apri la tua mano, Signore,

e sazia ogni vivente.

 

Ti lodino, Signore, tutte le tue

Opere e ti benedicano i tuoi fedeli.

Dicano la gloria del tuo regno

e parlino della tua potenza. R.

 

Gli occhi di tutti a te sono rivolti in attesa

e tu dai loro il cibo a tempo opportuno.

Tu apri la tua mano

e sazi il desiderio di ogni vivente. R.

 

Giusto è il Signore in tutte le sue vie

e buono in tutte le sue opere.

Il Signore è vicino a chiunque lo invoca,

a quanti lo invocano con sincerità. R.

 

Seconda Lettura

Un solo corpo, un solo Signore,

una sola fede, un solo battesimo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni (4,1-6)

Fratelli, io, prigioniero a motivo del

Signore, vi esorto: comportatevi in

maniera degna della chiamata che

avete ricevuto, con ogni umiltà,

dolcezza e magnanimità, sopportandovi

a vicenda nell’amore, avendo a cuore

di conservare l’unità dello spirito per

mezzo del vincolo della pace.

Un solo corpo e un solo spirito, come

una sola è la speranza alla quale siete

stati chiamati, quella della vostra

vocazione; un solo Signore, una sola

fede, un solo battesimo.

Un solo Dio e Padre di tutti, che è al

di sopra di tutti, opera per mezzo di

tutti ed è presente in tutti.

Parola di Dio.

 

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

 

Un grande profeta è sorto tra noi, e Dio

ha visitato il suo popolo. (Lc 7,16)

 

Alleluia, alleluia.

 

Vangelo

Distribuì a quelli che erano

seduti quanto ne volevano.

Dal Vangelo secondo Giovanni (6,1-15) anno B.

In quel tempo, Gesù passò all’altra riva

del mare di Galilea, cioè di Tiberìade,

e lo seguiva una grande folla, perché

vedeva i segni che compiva sugli infermi.

Gesù salì sul monte e là si pose a

sedere con i suoi discepoli.

Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.

Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che

una grande folla veniva da lui e disse

a Filippo: «Dove potremo comprare il

pane perché costoro abbiano da mangiare?».

Diceva così per metterlo alla prova; egli

infatti sapeva quello che stava per compiere.

Gli rispose Filippo: «Duecento denari di

pane non sono sufficienti neppure perché

ognuno possa riceverne un pezzo».

Gli disse allora uno dei suoi discepoli,

Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui

un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due

pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?».

Rispose Gesù: «Fateli sedere».

C’era molta erba in quel luogo.

Si misero dunque a sedere ed erano circa

cinquemila uomini.

Allora Gesù prese i pani e, dopo aver

reso grazie, li diede a quelli che erano

seduti, e lo stesso fece dei pesci,

quanto ne volevano.

E quando furono saziati, disse ai suoi

discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati,

perché nulla vada perduto».

Li raccolsero e riempirono dodici canestri

con i pezzi dei cinque pani d’orzo,

avanzati a coloro che avevano mangiato.

Allora la gente, visto il segno che egli

aveva compiuto, diceva: «Questi è

davvero il profeta, colui che viene

nel mondo!».

Ma Gesù, sapendo che venivano a

prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo

sul monte, lui da solo.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

La vacanza ha dato occasione agli apostoli

di tirare il fiato, di sentire vicina la presenza

del Rabbì, di superare la stanchezza infinita

che abita il loro e il nostro cuore.

Scoprire Gesù che si commuove per la

folla, pecore senza pastore, ha messo loro

le ali; sì, vale la pena annunciare la buona

notizia di un Dio che ti abbraccia come

un padre fa con il proprio figlio!

L’euforia, però, sta per finire; la folla

che si è radunata per ascoltare il Rabbì

sta per assistere al miracolo più eclatante

di Gesù, miracolo che si rivelerà il

più drammatico.

Il miracolo inutile.

Il miracolo della moltiplicazione dei

pani segna l’inizio della fine di Gesù,

l’apoteosi dell’incomprensione, il delirio

di un’umanità che preferisce lo stregone

al Messia, il prodigio all’amore.

Giovanni sceglie proprio questo miracolo

per iniziare una complessa catechesi alle

sue (e alle nostre) comunità su chi è Dio

e su cosa siamo noi e quale debba essere

l’atteggiamento corretto del discepolo

verso il Maestro.

Gesù è ad una svolta.

Il falegname di Nazareth che ha lasciato

la sua bottega ed ora gira con un gruppo

di discepoli parlando di Dio è diventato

famoso; Rabbì Gesù acquista nel giro di

pochi mesi una fama insperata (ricordate

l’appunto di Marco che ci rivela che il

gruppo non riusciva neppure a mangiare

in santa pace?); folle numerose lo seguono

attratti un pò dalle sue parole e molto per

la sua fama di guaritore potente.

A Cafarnao si consuma la tragedia,

avviene la frattura, la fine di una neonata

brillante carriera politica.

Gesù moltiplica i pani e la gente lo vuole

far re; chi non incoronerebbe uno che

distribuisce pane e pesci gratis?

Gesù è turbato da questo epilogo e fa un

discorso duro, durissimo, incomprensibile

che avrà, come vedremo nelle prossime

domeniche, un esito drammatico.

Sappiamo tutti com’è andata; la folla,

il gran caldo, Gesù che parla e la gente

che ripete a quelli che stanno dietro, le ore

che scorrono ad ascoltare della bellezza di

Dio, poi Gesù si accorge dell’ora tarda, il

languorino allo stomaco ha preso anche Lui.

Sappiamo della richiesta fatta agli apostoli

e della loro risposta realistica e disincantata;

Filippo che annota che ci vorrebbero

duecento denari (l’equivalente di duecento

giornate di lavoro!) per dare un misero pezzo

di pane alle cinquemila famiglie presenti.

Giovanni, il grande, aggiunge un particolare;

è un ragazzo che offre la sua merenda

a Gesù per provocare il miracolo.

Un adolescente generoso sente la richiesta

di Gesù rivolta ai discepoli e tira per la

tunica il più vicino, Andrea, mostrandogli

le cose che la madre previdente gli ha

infilato nella sacca.

Gesù sorride; quando capiremo noi adulti

che Dio ha bisogno della beata incoscienza

degli adolescenti?

Davide non fu forse scelto re quando

ancora faceva il pastorello?

E Maria la madre non fu chiamata nell’età

del fidanzamento, quando aveva tredici

o quattordici anni?

Il problema di noi adulti è smarrire il sogno,

essere talmente realisti da diventare aridi.

Dio, eterno adolescente, ama il gesto

ingenuo e straordinario del ragazzo.

E sfama la folla.

Smettiamola di recitare le litanie delle

nostre fragilità e delle nostre incapacità

di fronte alle tragedie del mondo,

piantiamola di inanellare pessimistiche

analisi sul destino del mondo e della

Chiesa, finiamola di gufare all’inizio

dell’anno pastorale quando vediamo

il nostro quartiere crescere e la nostra

parrocchia arrendersi!

Un pò di leggerezza, prego.

Dio ha bisogno della nostra merenda

per sfamare il mondo.

Non è sufficiente, ovvio.

Ciò che manca lo mette il cuore di Dio.

Gesù trasforma la merenda di questo

ragazzo, il più saggio di tutti, in abbondanza.

Dio è fatto così; non interviene al posto

nostro, chiede la nostra collaborazione,

non si sostituisce a noi, esige che ci

mettiamo in gioco, che diamo del nostro.

Davanti alla tristezza e alla devastazione

del nostro mondo, Dio si manifesta il più

equilibrato e il più logico di tutti,

chiedendoci di intervenire.

Lo vogliamo davvero un Dio così?

La folla guarda attonita le ceste di pane

che passano, mangia, rimangia, mangia

ancora, si infila il pane nelle bisaccia,

le riempie, avanza ancora, un boccone,

due, lo stomaco scoppia, ne avanza ancora.

Qualche istante di silenzio, poi il brusio

diventa grido, la gente si alza, ora ha capito.

No, non ha capito, ha capito il contrario.

Gesù, con quel gesto, dice: “Davanti alla

difficoltà, anche se non hai le forze, mettiti

in gioco, dona quel poco che hai e diventerà

un miracolo di condivisione”

La folla ha capito: “Gesù ci dona da

mangiare, abbiamo finito di tribolare”.

L’esatto contrario, l’esatto contrario.

Gesù scappa, turbato.

È dunque così difficile spiegarsi agli uomini?

Purtroppo si, tante persone non capiscono

cosa il Signore vuole da noi, e si perdono

lungo la strada della vita, inesorabilmente.

In questa Domenica dell’abbondanza,

cerchiamo di capire cosa ci vuole

trasmettere il Signore e mettiamolo

in pratica, buona Domenica, Fausto.