Della 10° Domenica del Tempo Ordinario.
San Riccardo di
Andria.
Prima lettura.
Porrò inimicizia
tra la tua stirpe
e la stirpe della
donna.
Dal libro della Gènesi
(3,9-15)
[Dopo che l'uomo ebbe
mangiato del
frutto dell'albero,]
il Signore Dio lo
chiamò e gli disse:
«Dove sei?».
Rispose: «Ho udito la
tua voce nel
giardino: ho avuto
paura, perché sono
nudo, e mi sono
nascosto».
Riprese: «Chi ti ha
fatto sapere che
sei nudo?
Hai forse mangiato
dell'albero di cui
ti avevo comandato di
non mangiare?».
Rispose l'uomo: «La
donna che tu mi hai
posto accanto mi ha
dato dell'albero e io
ne ho mangiato».
Il Signore Dio disse
alla donna: «Che
hai fatto?».
Rispose la donna: «Il
serpente mi ha
ingannata e io ho mangiato».
Allora il Signore Dio
disse al serpente:
«Poiché hai fatto
questo, maledetto tu
fra tutto il bestiame
e fra tutti gli
animali selvatici!
Sul tuo ventre
camminerai e polvere
mangerai per tutti i
giorni della tua vita.
Io porrò inimicizia
fra te e la donna, fra
la tua stirpe e la sua
stirpe: questa ti
schiaccerà la testa e
tu le insidierai il calcagno».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale dal
Sal 129 (130)
Ripetiamo. Il
Signore è bontà e misericordia.
Dal profondo a te
grido, o Signore;
Signore, ascolta la
mia voce.
Siano i tuoi orecchi
attenti
alla voce della mia
supplica. R.
Se consideri le colpe,
Signore,
Signore, chi ti può
resistere?
Ma con te è il
perdono:
così avremo il tuo
timore. R.
Io spero, Signore.
Spera l'anima mia,
attendo la sua parola.
L'anima mia è rivolta
al Signore
più che le sentinelle
all'aurora. R.
Più che le sentinelle
l'aurora,
Israele attenda il
Signore,
perché con il Signore
è la misericordia
e grande è con lui la
redenzione.
Egli redimerà Israele
da tutte le sue colpe. R.
Seconda Lettura
Crediamo, perciò
parliamo.
Dalla seconda lettera
di san Paolo
apostolo ai Corìnzi (4,13–5,1)
Fratelli, animati da
quello stesso spirito
di fede di cui sta
scritto: «Ho creduto,
perciò ho parlato»,
anche noi crediamo
e perciò parliamo,
convinti che colui
che ha risuscitato il
Signore Gesù,
risusciterà anche noi
con Gesù e ci
porrà accanto a lui
insieme con voi.
Tutto infatti è per
voi, perché la grazia,
accresciuta a opera di
molti, faccia
abbondare l’inno di
ringraziamento,
per la gloria di Dio.
Per questo non ci
scoraggiamo, ma,
se anche il nostro
uomo esteriore si va
disfacendo, quello
interiore invece si
rinnova di giorno in
giorno.
Infatti il momentaneo,
leggero peso della
nostra tribolazione ci
procura una quantità
smisurata ed eterna di
gloria: noi non
fissiamo lo sguardo
sulle cose visibili,
ma su quelle
invisibili, perché le cose
visibili sono di un
momento, quelle
invisibili invece sono
eterne.
Sappiamo infatti che,
quando sarà distrutta
la nostra dimora
terrena, che è come una
tenda, riceveremo da
Dio un’abitazione,
una dimora non
costruita da mani
d’uomo, eterna, nei
cieli.
Parola di Dio.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Ora il principe di
questo mondo sarà
gettato fuori.
E io, quando sarò
innalzato da
terra, attirerò tutti
a me. (Gv 12, 31b.32)
Alleluia, alleluia.
Vangelo
Satana è finito.
Dal Vangelo secondo
Marco (3,22-30) anno B.
In quel tempo, gli
scribi, che erano scesi
da Gerusalemme,
dicevano: «Costui è
posseduto da Beelzebùl
e scaccia i demòni
per mezzo del capo dei
demòni».
Ma egli li chiamò e
con parabole diceva
loro: «Come può Satana
scacciare Satana?
Se un regno è diviso
in se stesso, quel
regno non potrà
restare in piedi; se una
casa è divisa in se
stessa, quella casa non
potrà restare in
piedi.
Anche Satana, se si
ribella contro se
stesso ed è diviso,
non può restare in
piedi, ma è finito.
Nessuno può entrare
nella casa di un
uomo forte e rapire i
suoi beni, se prima
non lo lega.
Soltanto allora potrà
saccheggiargli la casa.
In verità io vi dico:
tutto sarà perdonato
ai figli degli uomini,
i peccati e anche
tutte le bestemmie che
diranno; ma chi
avrà bestemmiato
contro lo Spirito Santo
non sarà perdonato in
eterno: è reo di
colpa eterna».
Poiché dicevano: «È
posseduto da uno
spirito impuro».
Parola del Signore.
Meditazione personale
sul Vangelo di oggi.
Gesù raduna un sacco di gente
accanto a sé.
Parla di Dio in maniera
straordinaria,
ascolta tutti, rende tutto
semplice e possibile.
Alcuni sostengono di essere stati
guariti
dalle sue parole.
Altri dal suo abbraccio.
È divorato dalla folla.
Ascolta tutti. Salta i pasti.
Non chiede denari.
Non ambisce a posizioni di
privilegio.
Qualcosa non torna, decisamente.
Quando mai si è visto qualcuno
che
opera in quel modo?
Senza averne un tornaconto?
E nel mondo religioso?
Anche se la Galilea, terra
meticcia,
è lontana e molti Giudei
preferirebbero
abbandonarla al proprio destino
paganeggiante, da Gerusalemme
alcuni
scribi sono inviati per
analizzare la
situazione e redigere un
rapporto.
Il ricostituendo tempio e la
rinata classe
sacerdotale si arrogano il
diritto di
rilasciare patentini.
Anche oggi, purtroppo, qualcuno
nella
Chiesa preferisce fare il
carabiniere e
controllare i documenti piuttosto
di
gioire per la fantasia dello
Spirito.
Ai controllori basta un’occhiata.
Non fanno domande, non chiedono,
non parlano nemmeno all’indagato.
Giudicano e basta.
Certamente Gesù è un ossesso.
Un indemoniato.
Certo; uno che parla di Dio e
guarisce
gratis dev’essere fuori di testa.
Bravi.
Gesù scaccia i demoni perché egli
stesso è un demonio.
Carina come analisi.
E Gesù, immenso, invece di
mandarli
a quel paese, cerca di
argomentare,
di ragionare, di farli rinsavire.
Ma che idiota sarebbe Satana che
caccia Satana?
Che interesse avrebbe il demonio
a
combattere se stesso?
Se Satana fugge è perché arriva
qualcuno
più forte di lui, superiore alle
tenebre.
Satana fugge perché irrompe Dio
nella
vita caliginosa della persona
ammalata.
Giusto, semplice ed ovvio.
Ma l’ovvietà raramente trascende
il
pregiudizio ostinato, specie
quello di
coloro che si sentono inviati da
Dio.
Allora Gesù affonda; non
riconoscere
nelle sue azioni l’opera di Dio,
non
cogliervi l’agire del Signore è
una
bestemmia imperdonabile.
Se davvero siete sulle tracce di
Dio
preparatevi a non essere capiti
dai
vostri famigliari, ad essere resi
per
bizzarri perché lo Spirito vi ha
acceso di passione.
E, anche se fa tristezza, a non
essere
seriamente accolti proprio da
coloro
che magari lavorano nella Chiesa
da tanto tempo.
Ma non abbiate paura; l’uomo
forte,
il Signore Gesù, invocato e
pregato,
seguito e amato, accolto e
ascoltato,
caccia ogni tenebra, ogni demone,
ogni giudizio.
E pazienza se qualcuno ci prende
per matti.
Siamo discepoli di Gesù che, per
primo,
è stato preso per matto.
La fama di Gesù subisce un
pesante
contraccolpo, ovviamente.
Se da Gerusalemme i capi hanno
decretato
che non solo Gesù non è
autorizzato a
fare ciò che fa ma che, anzi, è
figlio del
demonio, molta gente si
allontana.
Potere del potere che semplifica
e si
impone con autoritarismo, che
impedisce
alle persone di ragionare, che si
sostituisce nel giudizio.
Sarà Gesù stesso ad insegnarci ad
essere
figli, liberi, capaci di capire.
A darci dignità senza delegare ad
altri
le scelte, senza appaltare ad
altri la
nostra coscienza.
Fra le montagne arriva la notizia
della ‘scomunica’.
È imbarazzante per la famiglia di
Gesù
che si precipita sul lago per
portarlo via.
Gesù è diventato la vergogna
della famiglia.
Non scherziamo, va riportato a
casa
dopo la delirante parentesi
mistica.
E, per avere più forza, il clan
porta
anche Maria.
Ma Gesù nemmeno li riceve e manda
a dire loro che ora ha una
famiglia;
i discepoli e le discepole che
vivono
con Lui il Regno di Dio.
Ecco, Gesù ha scelto. E anche
Maria.
Lo ha concepito e cresciuto.
Ora diventa discepola,
abbandonando
la logica del clan.
Se seguite il Nazareno,
preparatevi a
compiere scelte coraggiose, che
superano la visione familista che
portiamo nel cuore. Gesù è più di
ogni affetto, di ogni famiglia,
di ogni
ruolo che dobbiamo interpretare.
Dove sei?
Gesù ci parla di Dio come nessuno
prima di Lui.
Un Dio che si è raccontato sin
dai
Primi momenti, se abbiamo il
coraggio e
l’onestà di approfondire la
Scrittura.
Un Dio che passeggia sul fare
della sera
cercando l’umano e la sua donna
e, non
trovandolo, lo chiama.
Dove sei? Dove siamo?
Dove sono in questo momento della
vita?
Dove sto andando?
San Paolo, nella seconda lettura,
ci
suggerisce un percorso; fissare
lo
sguardo sulle cose invisibili,
ascoltare
ed accogliere i moti dell’anima
che ci
portano alla verità tutta intera.
No, Gesù non è matto.
O forse lo è, ancora oggi, per la
logica
del mondo.
Ma per noi che siamo
stati toccati dal
suo mantello, è più
saggio di tutti i saggi.
E se anche passiamo per
matti perché
amiamo, bene così.
Dove siamo?
Dietro un folle
d’amore.
Buona Domenica, amici,
Fausto.
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