sabato 25 maggio 2024

Il Vangelo di Domenica 26 Maggio 2024

 

Domenica della Santissima Trinità.

Prima lettura.

Il Signore è Dio lassù nei cieli e

quaggiù sulla terra; non ve n'è altro.

Dal libro del Deuteronòmio (4,32-34.39-40)

Mosè parlò al popolo dicendo: «Interroga

pure i tempi antichi, che furono prima

di te: dal giorno in cui Dio creò l'uomo

sulla terra e da un'estremità all'altra

dei cieli, vi fu mai cosa grande come

questa e si udì mai cosa simile a questa?

Che cioè un popolo abbia udito la voce

di Dio parlare dal fuoco, come l'hai

udita tu, e che rimanesse vivo?

O ha mai tentato un dio di andare a

scegliersi una nazione in mezzo a

un'altra con prove, segni, prodigi

e battaglie, con mano potente e braccio

teso e grandi terrori, come fece per voi

il Signore, vostro Dio, in Egitto,

sotto i tuoi occhi?

Sappi dunque oggi e medita bene nel

tuo cuore che il Signore è Dio lassù nei

cieli e quaggiù sulla terra: non ve n'è altro.

Osserva dunque le sue leggi e i suoi

comandi che oggi ti do, perché sia felice

tu e i tuoi figli dopo di te e perché tu resti

a lungo nel paese che il Signore, tuo Dio,

ti dà per sempre».

Parola di Dio.

 

Salmo responsoriale dal Sal 32 (33)

Ripetiamo. Beato il popolo scelto

dal Signore.

 

Retta è la parola del Signore

e fedele ogni sua opera.

Egli ama la giustizia e il diritto;

dell'amore del Signore è piena la terra. R.

 

Dalla parola del Signore furono fatti i cieli,

dal soffio della sua bocca ogni loro schiera.

Perché egli parlò e tutto fu creato,

comandò e tutto fu compiuto. R.

 

Ecco, l'occhio del Signore è su chi lo

teme, su chi spera nel suo amore,

per liberarlo dalla morte

e nutrirlo in tempo di fame. R.

 

L'anima nostra attende il Signore:

egli è nostro aiuto e nostro scudo.

Su di noi sia il tuo amore, Signore,

come da te noi speriamo. R.

 

Seconda Lettura

Avete ricevuto lo Spirito che rende

figli adottivi, per mezzo del quale

gridiamo: «Abbà! Padre!».

Dalla lettera di san Paolo apostolo

ai Romani (8,14-17)

Fratelli, tutti quelli che sono guidati dallo

Spirito di Dio, questi sono figli di Dio.

E voi non avete ricevuto uno spirito da

schiavi per ricadere nella paura, ma avete

ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi,

per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!».

Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito,

attesta che siamo figli di Dio.

E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi

di Dio, coeredi di Cristo, se davvero

prendiamo parte alle sue sofferenze per

partecipare anche alla sua gloria.

Parola di Dio.

 

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

 

Gloria al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo,

a Dio, che è, che era e che viene. (Cf. Ap 1,8)

 

Alleluia, alleluia.

 

Vangelo

Battezzate tutti i popoli nel nome del

Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Dal Vangelo secondo Matteo Mt 28,16-20

In quel tempo, gli undici discepoli

andarono in Galilea, sul monte che

Gesù aveva loro indicato.

Quando lo videro, si prostrarono.

Essi però dubitarono.

Gesù si avvicinò e disse loro: «A me

è stato dato ogni potere in cielo e

sulla terra.

Andate dunque e fate discepoli tutti i

popoli, battezzandoli nel nome del

Padre e del Figlio e dello Spirito Santo,

insegnando loro a osservare tutto ciò

che vi ho comandato.

Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni,

fino alla fine del mondo».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

La Trinità, che complicazione!

Un tenerissimo pretino che tentava di

spiegare la Trinità a noi ragazzini di

terza elementare disegnando un

triangolo e usando l’improbabile

addizione: 1+1+1=1 creando un

insanabile conflitto tra scienza e fede!

No, lasciate stare, per cortesia.

Ho sempre immaginato questa festa

come un tuffo nell’acqua, come uno

spettacolare tuffo carpiato in un

mare profondo e calmo.

Così, oggi, ci tuffiamo nel mistero di Dio.

Ora e solo ora, dopo aver ricevuto

lo Spirito, possiamo parlare di Dio.

Attenti; non il dio che c’é nella nostra

testa, ma il Dio che ci è venuto a

raccontare Gesù; non il dio ragionevole

e innocuo delle nostre riflessioni moderne

o delle dilaganti mode sincretiste, ma il

Dio scandaloso e inimmaginabile di Gesù.

Ci siamo fidati di Gesù, lo abbiamo

seguito in questi mesi, ne abbiamo

ascoltato il messaggio affascinante e

nuovo, abbiamo con stupore visto i

gesti prodigiosi della presenza di Dio,

abbiamo celebrato la sua passione e

morte tragica, abbiamo, stupiti, accolto

l’annuncio della sua resurrezione e

della sua presenza.

Infine, Domenica scorsa, abbiamo

ricordato la forza dello Spirito che

ci permette di scoprire che Gesù è

vivo in mezzo a noi.

Ci fidiamo di Gesù?

Ora possiamo dargli retta?

Crediamo che la sua vicinanza al Padre

è qualcosa di misterioso e radicale

perché, come spesse volte ci ha

ricordato, Lui e il Padre sono

una cosa sola?

Se sì, amici, ascoltiamo ora la sua

esperienza di Dio,

Lui che professiamo ‘Signore’, cioé Dio,

può parlarci di Dio in maniera definitiva,

ci rivela nel profondo chi è Dio.

E la sorpresa è incredibile.

Gesù ci svela che Dio è Trinità,

cioé comunione.

Ci dice che se noi vediamo ‘da fuori’

che Dio è unico, in realtà questa unità

è frutto della comunione del Padre

col Figlio nello Spirito Santo.

Talmente uniti da essere uno, talmente

orientati l’uno verso l’altro da essere

totalmente uniti.

Che grande notizia, amici!

Dio non è solitudine, immutabile e

asettica perfezione, ma è comunione,

festa, famiglia, amore, tensione

dell’uno verso l’altro.

Solo Gesù poteva farci accedere alla

stanza interiore di Dio, solo Gesù poteva

svelarci l’intima gioia, l’intimo tormento

di Dio: la comunione.

E la Scrittura oggi ci ricorda come,

a partire da Israele, questa amicizia

tra l’uomo e Dio sia cresciuta fino al

dono dello Spirito stesso di Dio in noi.

A me e a voi?

Che significa questa scoperta?

Cosa cambia nella nostra quotidianità?

Se Dio è comunione, in Lui siamo

battezzati e a sua immagine siamo stati

creati; questa comunione ci abita e a

immagine di questa immagine siamo

stati creati.

La bella parabola della Genesi ci ricorda

di come Dio si sia guardato allo specchio,

sorridendo, per progettare l’uomo.

Ma se questo è vero le conseguenze

sono enormi.

Amici, la solitudine ci é insopportabile

perché inconcepibile in una logica

di comunione.

Se giochiamo la nostra vita da solitari

non riusciremo mai a trovare la luce

interiore perché ci allontaniamo dal progetto.

Gesù ci ribadisce: “Siate perfetti nell’unità”.

E se anche fare comunione è difficile,

ci è indispensabile, vitale, e più puntiamo

alla comunione e più realizziamo la nostra

storia, più ci mettiamo alla scuola di

comunione di Dio, più ci realizzeremo.

Ricordiamoci che il grande sogno di Dio,

la Chiesa, va costruita a immagine

della Trinità.

La nostra comunità prende ispirazione

da Dio-Trinità, guarda a lui per intessere

rapporti, per rispettare le diversità, per

superare le difficoltà.

Guardando al nostro modo di essere,

di relazionarci, di rispettarci, di essere

autentici, chi ci sta intorno capirà chi è

Dio e per noi l’idea di un Dio che

è Trinità diventerà luce.

Il povero pretino sbagliava operazione

Aritmetica; non l’addizione serviva per

capire la Trinità, ma la moltiplicazione.

Uno per uno per uno fa sempre uno.

Il Padre è per il Figlio che è per lo

Spirito Santo e insieme sono un unico Dio.

Questo è il Dio che Gesù è venuto a raccontare.

Volete ancora tenervi il vostro vecchio dio?

Spero di no, amici, il Dio che Gesù

è venuto a raccontarci è molto meglio.

Santa Domenica della Trinità, a voi

e alle vostre famiglie, Fausto.

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