domenica 28 gennaio 2024

Il Vangelo del Lunedì 29 Gennaio 2024

 

Della 4° settimana del Tempo Ordinario.

San Costanzo di Perugia, vescovo e martire

Prima lettura.

Fuggiamo dalle mani di Assalonne.

Lasciate che Simei maledica, poichè

glielo ha ordinato il Signore.

Dal secondo libro di Samuèle (15,13-14.30;16,5-13a)

In quei giorni, arrivò un informatore da

Davide e disse: «Il cuore degli Israeliti

è con Assalonne».

Allora Davide disse a tutti i suoi servi che

erano con lui a Gerusalemme: «Alzatevi,

fuggiamo; altrimenti nessuno di noi

scamperà dalle mani di Assalonne.

Partite in fretta, perché non si affretti lui

a raggiungerci e faccia cadere su di noi

la rovina e passi la città a fil di spada».

Davide saliva l’erta degli Ulivi, saliva

piangendo e camminava con il capo

coperto e a piedi scalzi; tutta la gente che

era con lui aveva il capo coperto e,

salendo, piangeva.

Quando poi il re Davide fu giunto a

Bacurìm, ecco uscire di là un uomo della

famiglia della casa di Saul, chiamato

Simei, figlio di Ghera.

Egli usciva imprecando e gettava sassi

contro Davide e contro tutti i servi del re

Davide, mentre tutto il popolo e tutti i prodi

stavano alla sua destra e alla sua sinistra.

Così diceva Simei, maledicendo Davide:

«Vattene, vattene, sanguinario, malvagio!

Il Signore ha fatto ricadere sul tuo capo

tutto il sangue della casa di Saul, al posto

del quale regni; il Signore ha messo il

regno nelle mani di Assalonne, tuo figlio,

ed eccoti nella tua rovina, perché sei

un sanguinario».

Allora Abisài, figlio di Seruià, disse al re:

«Perché questo cane morto dovrà maledire

il re, mio signore?

Lascia che io vada e gli tagli la testa!».

Ma il re rispose: «Che ho io in comune

con voi, figli di Seruià?

Se maledice, è perché il Signore gli ha

detto: “Maledici Davide!”.

E chi potrà dire: “Perché fai così?”».

Poi Davide disse ad Abisài e a tutti i suoi

servi: «Ecco, il figlio uscito dalle mie

viscere cerca di togliermi la vita: e allora,

questo Beniaminita, lasciatelo maledire,

poiché glielo ha ordinato il Signore.

Forse il Signore guarderà la mia afflizione

e mi renderà il bene in cambio della

maledizione di oggi».

Davide e la sua gente continuarono il cammino.

Parola di Dio.

Vangelo.

Esci, spirito impuro, da quest'uomo!

Dal Vangelo secondo Marco (5,1-20) anno pari.

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli

giunsero all'altra riva del mare, nel

paese dei Gerasèni.

Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli

venne incontro un uomo posseduto da

uno spirito impuro.

Costui aveva la sua dimora fra le tombe

e nessuno riusciva a tenerlo legato,

neanche con catene, perché più volte

era stato legato con ceppi e catene, ma

aveva spezzato le catene e spaccato i

ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo.

Continuamente, notte e giorno, fra le

tombe e sui monti, gridava e si

percuoteva con pietre.

Visto Gesù da lontano, accorse, gli si

gettò ai piedi e, urlando a gran voce,

disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio

del Dio altissimo?

Ti scongiuro, in nome di Dio,

non tormentarmi!».

Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro,

da quest'uomo!».

E gli domandò: «Qual è il tuo nome?».

«Il mio nome è Legione-gli rispose-perché

siamo in molti».

E lo scongiurava con insistenza perché

non li cacciasse fuori dal paese.

C'era là, sul monte, una numerosa mandria

di porci al pascolo.

E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci,

perché entriamo in essi».

Glielo permise.

E gli spiriti impuri, dopo essere usciti,

entrarono nei porci e la mandria si

precipitò giù dalla rupe nel mare; erano

circa duemila e affogarono nel mare.

I loro mandriani allora fuggirono,

portarono la notizia nella città e nelle

campagne e la gente venne a vedere

che cosa fosse accaduto.

Giunsero da Gesù, videro l'indemoniato

seduto, vestito e sano di mente, lui che

era stato posseduto dalla Legione,

ed ebbero paura.

Quelli che avevano visto, spiegarono

loro che cosa era accaduto all'indemoniato

e il fatto dei porci.

Ed essi si misero a pregarlo di andarsene

dal loro territorio.

Mentre risaliva nella barca, colui che era

stato indemoniato lo supplicava di poter

restare con lui.

Non glielo permise, ma gli disse: «Va'

nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro

ciò che il Signore ti ha fatto e la

misericordia che ha avuto per te».

Egli se ne andò e si mise a proclamare

per la Decàpoli quello che Gesù aveva

fatto per lui e tutti erano meravigliati.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Dove arriva Gesù e il messaggio del

Regno, il Maligno arretra; così ammalati,

indemoniati, che molto spesso erano afflitti

da malattie allora sconosciute e temute

come l’epilessia, vengono guariti; è il

segno evidente del trionfo di Dio sulla

tenebra; la guarigione dell’indemoniato

nella regione dei Geraseni ci offre lo

spunto per annotare una curiosa

caratteristica di Marco.

Evangelista diretto e sanguigno, come

Pietro suo Maestro, Marco afferma che

gli indemoniati si fanno del male; si

percuotono con pietre, si gettano nel

fuoco, dimorano nei cimiteri.

Marco, insomma, ci dice che là dove c’è

il demonio c’è autolesionismo, che il

demonio porta a farci del male.

Le scoperte che ci derivano dalle scienze

del profondo confermano questa intuizione

dopo più di duemila anni; la scarsa fiducia

in sé, l’autolesionimo, la sfiducia in se stessi

è uno dei grandi drammi di questo tempo

nevrotico e depresso e-ahimè-conosco

dei cristiani che confondono questo

atteggiamento con l’umiltà.

Dire; ‘non valgo a nulla, sono miserevole’

non è umiltà ma depressione; l’umiltà,

al contrario, parte dalla giusta percezione

di sé, senza esaltazioni fasulle-altra

caratteristica tipica del nostro tempo-ma

apprezzando i doni che il Signore mette

nel mio cuore, i talenti che devo riuscire

a far fruttare.

Alla luce del capolavoro che sono e che

posso diventare, allora, potrò serenamente

ammettere le mie fragilità, affidarle al Signore.

Può accadere che alcuni tra noi soffrano

di questa poca fiducia in se stessi a causa

di un’infanzia poco efficace, o di esperienze

affettive destabilizzanti; non temere, amico

che non ti ami, il Signore è in grado di

liberarti dal demone autodistruttivo, Egli

è qui a dirti: “Tu vali e io, tuo Dio, ti amo

di amore infinito”.

Per questo, preghiamo.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

Nessun commento:

Posta un commento