mercoledì 31 gennaio 2024

Il Vangelo del Giovedì 1 Febbraio 2024

 

Della 4° settimana del Tempo Ordinario.

Santa Brigida d'Irlanda, badessa.

Prima lettura.

Io me ne vado per la strada di ogni

uomo sulla terra.

Tu, Salomone, sii forte e mostrati uomo.

Dal primo libro dei Re (2,1-4.10-12)

I giorni di Davide si erano avvicinati alla

morte, ed egli ordinò a Salomone, suo

figlio: «Io me ne vado per la strada di

ogni uomo sulla terra.

Tu sii forte e móstrati uomo.

Osserva la legge del Signore, tuo Dio,

procedendo nelle sue vie ed eseguendo

le sue leggi, i suoi comandi, le sue norme

e le sue istruzioni, come sta scritto nella

legge di Mosè, perché tu riesca in tutto

quello che farai e dovunque ti volgerai,

perché il Signore compia la promessa

che mi ha fatto dicendo: “Se i tuoi figli

nella loro condotta si cureranno di

camminare davanti a me con fedeltà,

con tutto il loro cuore e con tutta la loro

anima, non ti sarà tolto un discendente

dal trono d’Israele”».

Davide si addormentò con i suoi padri

e fu sepolto nella Città di Davide.

La durata del regno di Davide su Israele

fu di quarant’anni: a Ebron regnò sette

anni e a Gerusalemme regnò trentatré anni.

Salomone sedette sul trono di Davide, suo

padre, e il suo regno si consolidò molto.

Parola di Dio.

Vangelo.

Prese a mandarli.

Dal Vangelo secondo Marco (6,7-13) anno pari.

In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici

e prese a mandarli a due a due e dava

loro potere sugli spiriti impuri.

E ordinò loro di non prendere per il viaggio

nient’altro che un bastone: né pane, né sacca,

né denaro nella cintura; ma di calzare sandali

e di non portare due tuniche.

E diceva loro: «Dovunque entriate in una

casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì.

Se in qualche luogo non vi accogliessero e

non vi ascoltassero, andatevene e scuotete

la polvere sotto i vostri piedi come

testimonianza per loro».

Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si

convertisse, scacciavano molti demòni,

ungevano con olio molti infermi e li guarivano.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Quando leggo questa pagina mi infiammo,

per qualche secondo.

Poi, mi spengo.

Dov’è finito tutto l’ardore dell’annuncio

che il Signore chiede?

Perché, invece di sentire vibrare quell’andate

come se fosse un’urgenza impellente

(l’amore per Cristo mi spinge, scriveva

san Paolo), ci accontentiamo di una

lamentazione insopportabile su come il

mondo sia brutto sporco e cattivo e non

ci ascolti o, proprio al limite,

sussurriamo ‘venite’?

No! Andate, dice il Cristo.

Non ‘aspettate che vengano!’, andate,

a costo di bruciarvi, di farvi massacrare

o prendere in giro, a costo di non essere

capiti e di passare per idolatri

e bestemmiatori.

Andate e gridate ad ogni uomo che Dio

lo ama, lo cerca, lo sposa, lo abbraccia.

Andate senza mezzi, senza strumenti,

senza strategie, senza manovre elettorali

o calcoli umani, andate nudi, spogli,

come siete, con Gesù nel cuore e il

Vangelo in mano.

Andate senza aspettarvi applausi o posti

d’onore, senza riconoscimenti, senza

ambiguità o furberie.

Andiamo, amici, andiamo incontro a

questa giornata, un pò folli, un

pò inconsapevoli.

Andiamo in ufficio, al lavoro o a fare

la spesa, a scuola o a Messa.

Andiamo a dire Cristo con la vita e la preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

martedì 30 gennaio 2024

Il Vangelo del Mercoledì 31 Gennaio 2024

 

Della 4° settimana del Tempo Ordinario.

San Giovanni Bosco, sacerdote.

Prima lettura.

Io ho peccato facendo il censimento;

ma queste pecore che hanno fatto?

Dal secondo libro di Samuèle (24, 2.9-17)

In quei giorni, il re Davide disse a Ioab,

capo dell’esercito a lui affidato: «Percorri

tutte le tribù d’Israele, da Dan fino a

Bersabea, e fate il censimento del popolo,

perché io conosca il numero della popolazione».

Ioab consegnò al re il totale del censimento

del popolo: c’erano in Israele ottocentomila

uomini abili in grado di maneggiare la

spada; in Giuda cinquecentomila.

Ma dopo che ebbe contato il popolo, il

cuore di Davide gli fece sentire il rimorso

ed egli disse al Signore: «Ho peccato molto

per quanto ho fatto; ti prego, Signore, togli

la colpa del tuo servo, poiché io ho commesso

una grande stoltezza».

Al mattino, quando Davide si alzò, fu rivolta

questa parola del Signore al profeta Gad,

veggente di Davide: «Va’ a riferire a Davide:

Così dice il Signore: “Io ti propongo tre cose:

scegline una e quella ti farò”».

Gad venne dunque a Davide, gli riferì questo

e disse: «Vuoi che vengano sette anni di

carestia nella tua terra o tre mesi di fuga

davanti al nemico che ti insegue o tre giorni

di peste nella tua terra?

Ora rifletti e vedi che cosa io debba riferire

a chi mi ha mandato».

Davide rispose a Gad: «Sono in grande angustia!

Ebbene, cadiamo nelle mani del Signore,

perché la sua misericordia è grande, ma che

io non cada nelle mani degli uomini!».

Così il Signore mandò la peste in Israele,

da quella mattina fino al tempo fissato; da

Dan a Bersabea morirono tra il popolo

settantamila persone.

E quando l’angelo ebbe stesa la mano su

Gerusalemme per devastarla, il Signore

si pentì di quel male e disse all’angelo

devastatore del popolo: «Ora basta!

Ritira la mano!».

L’angelo del Signore si trovava presso

l’aia di Araunà, il Gebuseo.

Davide, vedendo l’angelo che colpiva il

popolo, disse al Signore: «Io ho peccato,

io ho agito male; ma queste pecore che

hanno fatto?

La tua mano venga contro di me e contro

la casa di mio padre!».

Parola di Dio.

Vangelo.

Un profeta non è disprezzato

se non nella sua patria.

Dal Vangelo secondo Marco (6,1-6) anno pari.

In quel tempo, Gesù venne nella sua patria

e i suoi discepoli lo seguirono.

Giunto il sabato, si mise a insegnare

nella sinagoga.

E molti, ascoltando, rimanevano stupiti

e dicevano: «Da dove gli vengono

queste cose?

E che sapienza è quella che gli è stata data?

E i prodigi come quelli compiuti dalle

sue mani?

Non è costui il falegname, il figlio di

Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses,

di Giuda e di Simone?

E le sue sorelle, non stanno qui da noi?».

Ed era per loro motivo di scandalo.

Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è

disprezzato se non nella sua patria, tra i

suoi parenti e in casa sua».

E lì non poteva compiere nessun prodigio,

ma solo impose le mani a pochi malati

e li guarì.

E si meravigliava della loro incredulità.

Gesù percorreva i villaggi d'intorno, insegnando.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Gesù si meraviglia poche volte nel Vangelo.

Come se conoscesse le profondità

dell’essere umano, come se sapesse,

come annota san Giovanni, quello che

passa veramente nel cuore di una persona.

Ma quando si meraviglia ci stupisce

e ci addolora.

Si meraviglia della fede del Centurione,

di un pagano.

Si meraviglia del fatto che dei suoi

concittadini, sapute le cose che ha

fatto in Giudea, cambino idea su di Lui.

Ma nelle sue parole troviamo anche dolore

e rabbia; Gesù si meraviglia della durezza

di cuore di quelli che non volevano che

un poveraccio fosse guarito di Sabato

dalla sua mano inaridita (il loro cuore

era inaridito).

Si stupisce dell’ottusità dei suoi

concittadini che non lo ascoltano

neppure, perché è il figlio di Giuseppe,

il carpentiere.

Che diamine, un pò di rispetto, caro Lei,

per le nostre idee su Dio e sul Messia!

A prescindere non ascoltiamo quelli che,

come il Nazareno, non vantano lauree

e titoli di studio!

Povero Gesù, poveri noi; anche san Paolo

sarà duramente osteggiato prima dai suoi

concittadini e poi, quel che è peggio, dai

suoi fratelli cristiani; non ha il ‘bollino’

di apostolo.

Stupiamo Gesù con la nostra disponibilità,

oggi, amici, riconosciamo i profeti che ci

abitano accanto, con l’aiuto della preghiera!

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

lunedì 29 gennaio 2024

Il Vangelo del Martedì 30 Gennaio 2024

 

Della 4° settimana del Tempo Ordinario.

Santa Martina, martire.

Prima lettura.

Figlio mio, Assalonne!

Fossi morto io invece di te!

Dal secondo libro di Samuèle

(18,9-10.14b.21a.24-25a.30-32;19,1-3)

In quei giorni, Assalonne s’imbatté nei

servi di Davide.

Assalonne cavalcava il mulo; il mulo entrò

sotto il groviglio di una grande quercia e

la testa di Assalonne rimase impigliata

nella quercia e così egli restò sospeso fra

cielo e terra, mentre il mulo che era sotto

di lui passò oltre.

Un uomo lo vide e venne a riferire a Ioab:

«Ho visto Assalonne appeso a una quercia».

Allora Ioab prese in mano tre dardi e li ficcò

nel cuore di Assalonne, che era ancora vivo

nel folto della quercia.

Poi Ioab disse all’Etìope: «Va’ e riferisci

al re quello che hai visto».

Davide stava seduto fra le due porte; la

sentinella salì sul tetto della porta sopra

le mura, alzò gli occhi, guardò, ed ecco

vide un uomo correre tutto solo.

La sentinella gridò e l’annunciò al re.

Il re disse: «Se è solo, ha in bocca una

bella notizia».

Il re gli disse: «Mettiti là, da parte».

Quegli si mise da parte e aspettò.

Ed ecco arrivare l’Etìope che disse: «Si

rallegri per la notizia il re, mio signore!

Il Signore ti ha liberato oggi da quanti

erano insorti contro di te».

Il re disse all’Etìope: «Il giovane

Assalonne sta bene?».

L’Etìope rispose: «Diventino come quel

giovane i nemici del re, mio signore,

e quanti insorgono contro di te per farti

del male!».

Allora il re fu scosso da un tremito, salì al

piano di sopra della porta e pianse; diceva

andandosene: «Figlio mio Assalonne!

Figlio mio, figlio mio Assalonne!

Fossi morto io invece di te, Assalonne,

figlio mio, figlio mio!».

Fu riferito a Ioab: «Ecco il re piange e

fa lutto per Assalonne».

La vittoria in quel giorno si cambiò in lutto

per tutto il popolo, perché il popolo sentì

dire in quel giorno: «Il re è desolato a

causa del figlio».

Parola di Dio.

Vangelo.

Fanciulla, io ti dico: àlzati!

Dal Vangelo secondo Marco (5,21-43) anno pari.

In quel tempo, essendo Gesù passato di

nuovo in barca all'altra riva, gli si radunò

attorno molta folla ed egli stava lungo il mare.

E venne uno dei capi della sinagoga, di

nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli

si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza:

«La mia figlioletta sta morendo: vieni a

imporle le mani, perché sia salvata e viva».

Andò con lui.

Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.

Ora una donna, che aveva perdite di sangue

da dodici anni e aveva molto sofferto per

opera di molti medici, spendendo tutti i

suoi averi senza nessun vantaggio, anzi

piuttosto peggiorando, udito parlare di

Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò

il suo mantello.

Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a

toccare le sue vesti, sarò salvata».

E subito le si fermò il flusso di sangue e

sentì nel suo corpo che era guarita dal male.

E subito Gesù, essendosi reso conto della

forza che era uscita da lui, si voltò alla

folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?».

I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la

folla che si stringe intorno a te e dici: "Chi

mi ha toccato?"».

Egli guardava attorno, per vedere colei

che aveva fatto questo.

E la donna, impaurita e tremante, sapendo

ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò

davanti e gli disse tutta la verità.

Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata.

Va' in pace e sii guarita dal tuo male».

Stava ancora parlando, quando dalla casa

del capo della sinagoga vennero a dire:

«Tua figlia è morta.

Perché disturbi ancora il Maestro?».

Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al

capo della sinagoga: «Non temere,

soltanto abbi fede!».

E non permise a nessuno di seguirlo,

fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni,

fratello di Giacomo.

Giunsero alla casa del capo della sinagoga

ed egli vide trambusto e gente che piangeva

e urlava forte.

Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete?

La bambina non è morta, ma dorme».

E lo deridevano.

Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il

padre e la madre della bambina e quelli che

erano con lui ed entrò dove era la bambina.

Prese la mano della bambina e le disse:

«Talità kum», che significa: «Fanciulla,

io ti dico: àlzati!».

E subito la fanciulla si alzò e camminava;

aveva infatti dodici anni.

Essi furono presi da grande stupore.

E raccomandò loro con insistenza che

nessuno venisse a saperlo e disse di

darle da mangiare.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Due storie di dolore, due tragedie di quelle

che ci fanno alzare il pugno contro il fatto.

O contro Dio.

Ma Giàiro e l’emorroissa non maledicono,

implorano.

Implorano salvezza, implorano guarigione,

implorano luce.

L’annotazione di Marco è tragica; la

donna soffre di emorragia da dodici anni.

Dodici è il numero della pienezza, della

totalità, della perfezione; il suo è un

dolore perfetto.

Peggio; nelle rigide norme igieniche della

Bibbia, la donna mestruata è impura,

non può essere toccata.

Questa donna vive nella solitudine

assoluta da dodici anni.

E nell’implacabile giudizio della gente.

È una poco di buono, nessuna la vuole.

Se aveva un marito ora, certamente,

se n'è andato.

E lei, l’impura, tocca il puro che non

si contamina. E la guarisce.

Tutti toccano il Maestro, una sola ne

ruba la potenza e il segreto, una sola

viene sanata.

Una sola lo tocca con la fede della

disperazione assoluta, la donna sola,

la donna abbandonata da tutti.

Ma non da Dio.

Chi ci separerà dall’amore di Cristo?,

se egli desidera più di ogni altra cosa

di tenerci stretti a Lui, anche se siamo

impuri e peccatori?

Questa, amici, è una bella notizia, perciò,

ringraziamolo con la preghiera,

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

domenica 28 gennaio 2024

Il Vangelo del Lunedì 29 Gennaio 2024

 

Della 4° settimana del Tempo Ordinario.

San Costanzo di Perugia, vescovo e martire

Prima lettura.

Fuggiamo dalle mani di Assalonne.

Lasciate che Simei maledica, poichè

glielo ha ordinato il Signore.

Dal secondo libro di Samuèle (15,13-14.30;16,5-13a)

In quei giorni, arrivò un informatore da

Davide e disse: «Il cuore degli Israeliti

è con Assalonne».

Allora Davide disse a tutti i suoi servi che

erano con lui a Gerusalemme: «Alzatevi,

fuggiamo; altrimenti nessuno di noi

scamperà dalle mani di Assalonne.

Partite in fretta, perché non si affretti lui

a raggiungerci e faccia cadere su di noi

la rovina e passi la città a fil di spada».

Davide saliva l’erta degli Ulivi, saliva

piangendo e camminava con il capo

coperto e a piedi scalzi; tutta la gente che

era con lui aveva il capo coperto e,

salendo, piangeva.

Quando poi il re Davide fu giunto a

Bacurìm, ecco uscire di là un uomo della

famiglia della casa di Saul, chiamato

Simei, figlio di Ghera.

Egli usciva imprecando e gettava sassi

contro Davide e contro tutti i servi del re

Davide, mentre tutto il popolo e tutti i prodi

stavano alla sua destra e alla sua sinistra.

Così diceva Simei, maledicendo Davide:

«Vattene, vattene, sanguinario, malvagio!

Il Signore ha fatto ricadere sul tuo capo

tutto il sangue della casa di Saul, al posto

del quale regni; il Signore ha messo il

regno nelle mani di Assalonne, tuo figlio,

ed eccoti nella tua rovina, perché sei

un sanguinario».

Allora Abisài, figlio di Seruià, disse al re:

«Perché questo cane morto dovrà maledire

il re, mio signore?

Lascia che io vada e gli tagli la testa!».

Ma il re rispose: «Che ho io in comune

con voi, figli di Seruià?

Se maledice, è perché il Signore gli ha

detto: “Maledici Davide!”.

E chi potrà dire: “Perché fai così?”».

Poi Davide disse ad Abisài e a tutti i suoi

servi: «Ecco, il figlio uscito dalle mie

viscere cerca di togliermi la vita: e allora,

questo Beniaminita, lasciatelo maledire,

poiché glielo ha ordinato il Signore.

Forse il Signore guarderà la mia afflizione

e mi renderà il bene in cambio della

maledizione di oggi».

Davide e la sua gente continuarono il cammino.

Parola di Dio.

Vangelo.

Esci, spirito impuro, da quest'uomo!

Dal Vangelo secondo Marco (5,1-20) anno pari.

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli

giunsero all'altra riva del mare, nel

paese dei Gerasèni.

Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli

venne incontro un uomo posseduto da

uno spirito impuro.

Costui aveva la sua dimora fra le tombe

e nessuno riusciva a tenerlo legato,

neanche con catene, perché più volte

era stato legato con ceppi e catene, ma

aveva spezzato le catene e spaccato i

ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo.

Continuamente, notte e giorno, fra le

tombe e sui monti, gridava e si

percuoteva con pietre.

Visto Gesù da lontano, accorse, gli si

gettò ai piedi e, urlando a gran voce,

disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio

del Dio altissimo?

Ti scongiuro, in nome di Dio,

non tormentarmi!».

Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro,

da quest'uomo!».

E gli domandò: «Qual è il tuo nome?».

«Il mio nome è Legione-gli rispose-perché

siamo in molti».

E lo scongiurava con insistenza perché

non li cacciasse fuori dal paese.

C'era là, sul monte, una numerosa mandria

di porci al pascolo.

E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci,

perché entriamo in essi».

Glielo permise.

E gli spiriti impuri, dopo essere usciti,

entrarono nei porci e la mandria si

precipitò giù dalla rupe nel mare; erano

circa duemila e affogarono nel mare.

I loro mandriani allora fuggirono,

portarono la notizia nella città e nelle

campagne e la gente venne a vedere

che cosa fosse accaduto.

Giunsero da Gesù, videro l'indemoniato

seduto, vestito e sano di mente, lui che

era stato posseduto dalla Legione,

ed ebbero paura.

Quelli che avevano visto, spiegarono

loro che cosa era accaduto all'indemoniato

e il fatto dei porci.

Ed essi si misero a pregarlo di andarsene

dal loro territorio.

Mentre risaliva nella barca, colui che era

stato indemoniato lo supplicava di poter

restare con lui.

Non glielo permise, ma gli disse: «Va'

nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro

ciò che il Signore ti ha fatto e la

misericordia che ha avuto per te».

Egli se ne andò e si mise a proclamare

per la Decàpoli quello che Gesù aveva

fatto per lui e tutti erano meravigliati.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Dove arriva Gesù e il messaggio del

Regno, il Maligno arretra; così ammalati,

indemoniati, che molto spesso erano afflitti

da malattie allora sconosciute e temute

come l’epilessia, vengono guariti; è il

segno evidente del trionfo di Dio sulla

tenebra; la guarigione dell’indemoniato

nella regione dei Geraseni ci offre lo

spunto per annotare una curiosa

caratteristica di Marco.

Evangelista diretto e sanguigno, come

Pietro suo Maestro, Marco afferma che

gli indemoniati si fanno del male; si

percuotono con pietre, si gettano nel

fuoco, dimorano nei cimiteri.

Marco, insomma, ci dice che là dove c’è

il demonio c’è autolesionismo, che il

demonio porta a farci del male.

Le scoperte che ci derivano dalle scienze

del profondo confermano questa intuizione

dopo più di duemila anni; la scarsa fiducia

in sé, l’autolesionimo, la sfiducia in se stessi

è uno dei grandi drammi di questo tempo

nevrotico e depresso e-ahimè-conosco

dei cristiani che confondono questo

atteggiamento con l’umiltà.

Dire; ‘non valgo a nulla, sono miserevole’

non è umiltà ma depressione; l’umiltà,

al contrario, parte dalla giusta percezione

di sé, senza esaltazioni fasulle-altra

caratteristica tipica del nostro tempo-ma

apprezzando i doni che il Signore mette

nel mio cuore, i talenti che devo riuscire

a far fruttare.

Alla luce del capolavoro che sono e che

posso diventare, allora, potrò serenamente

ammettere le mie fragilità, affidarle al Signore.

Può accadere che alcuni tra noi soffrano

di questa poca fiducia in se stessi a causa

di un’infanzia poco efficace, o di esperienze

affettive destabilizzanti; non temere, amico

che non ti ami, il Signore è in grado di

liberarti dal demone autodistruttivo, Egli

è qui a dirti: “Tu vali e io, tuo Dio, ti amo

di amore infinito”.

Per questo, preghiamo.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.