lunedì 18 settembre 2023

Il Vangelo del Martedì 19 Settembre 2023

 

Della 24° settimana del Tempo Ordinario.

San Gennaro, vescovo e martire.

Prima Lettura

Bisogna che il vescovo sia irreprensibile;

allo stesso modo i diaconi conservino il

mistero della fede in una coscienza pura.

Dalla prima lettera di san Paolo

apostolo a Timòteo (3,1-13)

Figlio mio, questa parola è degna di fede:

se uno aspira all'episcopato, desidera un

nobile lavoro.

Bisogna dunque che il vescovo sia

irreprensibile, marito di una sola donna,

sobrio, prudente, dignitoso, ospitale,

capace di insegnare, non dedito al vino,

non violento ma benevolo, non litigioso,

non attaccato al denaro.

Sappia guidare bene la propria famiglia

e abbia figli sottomessi e rispettosi,

perché, se uno non sa guidare la propria

famiglia, come potrà aver cura della

Chiesa di Dio?

Inoltre non sia un convertito da poco

tempo, perché, accecato dall'orgoglio, non

cada nella stessa condanna del diavolo.

È necessario che egli goda buona stima

presso quelli che sono fuori della comunità,

per non cadere in discredito e nelle insidie

del demonio.

Allo stesso modo i diaconi siano persone

degne e sincere nel parlare, moderati

nell'uso del vino e non avidi di guadagni

disonesti, e conservino il mistero della

fede in una coscienza pura.

Perciò siano prima sottoposti a una prova

e poi, se trovati irreprensibili, siano

ammessi al loro servizio.

Allo stesso modo le donne siano persone

degne, non maldicenti, sobrie, fedeli in tutto.

I diaconi siano mariti di una sola donna

e capaci di guidare bene i figli e le

proprie famiglie.

Coloro infatti che avranno esercitato bene

il loro ministero, si acquisteranno un grado

degno di onore e un grande coraggio

nella fede in Cristo Gesù.

Parola di Dio.

Vangelo

Ragazzo, dico a te, àlzati!

Dal Vangelo secondo Luca (7,11-17) anno dispari.

In quel tempo, Gesù si recò in una città

chiamata Nain, e con lui camminavano

i suoi discepoli e una grande folla.

Quando fu vicino alla porta della città,

ecco, veniva portato alla tomba un morto,

unico figlio di una madre rimasta vedova;

e molta gente della città era con lei.

Vedendola, il Signore fu preso da grande

compassione per lei e le disse: «Non piangere!».

Si avvicinò e toccò la bara, mentre i

portatori si fermarono.

Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!».

Il morto si mise seduto e cominciò a parlare.

Ed egli lo restituì a sua madre.

Tutti furono presi da timore e glorificavano

Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto

tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo».

Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta

la Giudea e in tutta la regione circostante.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Conosco molte persone (gli altri, non voi!)

che hanno di Dio un’idea terribile ed

inquietante; se lo immaginano una specie

di Moloch perfetto e insensibile che

dall’alto dei cieli ci guarda accigliato

e indifferente e molti, purtroppo, si

comportano di conseguenza temendo

questo Dio; così, nel caso di una morte

o di una disgrazia, la nostra fede viene

sbriciolata dal dolore; è Dio che mi ha

inviato la sofferenza, forse per mettermi

alla prova, chissà.

Gesù ci dice, invece, che Dio è

compassionevole, soffre insieme

a noi quando vede passare il corteo

funebre del figlio unico di una vedova

di Naim, una situazione che lascia

intravedere una scia di dolore inaudito.

Gesù prova compassione e dona vita,

restituisce dignità.

No, non sappiamo quale sia la ragione

ultima della morte, sappiamo però che

la Scrittura scagiona Dio e professa,

ad attenuare le nebbie dei nostri fragili

ragionamenti, un Dio che desidera la

vita e non la morte.

La folla resta attonita e glorifica Dio

riconoscendo in quel segno la venuta

di un grande profeta.

Siamo chiamati, oggi, ad individuare i

tanti segni di resurrezione che Dio pone

tra le nostre mani, a saper leggere le

resurrezioni che vedremo nello sguardo

dei nostri fratelli, a compiere gesti di

tolleranza, di perdono, di pazienza,

caparra della resurrezione, testimonianza

del Dio che ama la vita.

Perciò, amici, non dobbiamo temere il

Signore, Lui ci ama, la malattia e la morte

sono una conseguenza della nostra natura

fragile, perciò, non disperiamoci, ma preghiamo.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

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