Della 20° Domenica del Tempo Ordinario.
San Samuele, giudice
e profeta d'Israele.
Prima Lettura
Condurrò gli
stranieri sul mio monte santo.
Dal libro del profeta
Isaìa (56,1.6-7)
Così dice il Signore: «Osservate
il diritto e
praticate la
giustizia, perché la mia salvezza
sta per venire, la mia
giustizia sta per rivelarsi.
Gli stranieri, che
hanno aderito al Signore
per servirlo e per
amare il nome del Signore,
e per essere suoi
servi, quanti si guardano
dal profanare il
sabato e restano fermi nella
mia alleanza, li
condurrò sul mio monte
santo e li colmerò di
gioia nella mia casa
di preghiera.
I loro olocausti e i
loro sacrifici saranno
graditi sul mio
altare, perché la mia casa si
chiamerà casa di
preghiera per tutti i popoli».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale dal
Sal 66 (67)
Ripetiamo. Popoli
tutti, lodate il Signore.
Dio abbia pietà di noi
e ci benedica,
su di noi faccia
splendere il suo volto;
perché si conosca
sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra
tutte le genti. R.
Gioiscano le nazioni e
si rallegrino,
perché tu giudichi i
popoli con rettitudine,
governi le nazioni
sulla terra. R.
Ti lodino i popoli, o
Dio,
ti lodino i popoli
tutti.
Ci benedica Dio e lo
temano
tutti i confini della
terra. R.
Seconda Lettura
I doni e la
chiamata di Dio sono
irrevocabili per
Israele.
Dalla lettera di san
Paolo
apostolo ai Romani (11,13-15.29-32)
Fratelli, a voi,
genti, ecco che cosa dico:
come apostolo delle
genti, io faccio onore
al mio ministero,
nella speranza di
suscitare la gelosia
di quelli del mio
sangue e di salvarne
alcuni.
Se infatti il loro
essere rifiutati è stata una
riconciliazione del
mondo, che cosa sarà la
loro riammissione se
non una vita dai morti?
Infatti i doni e la
chiamata di Dio sono irrevocabili!
Come voi un tempo
siete stati disobbedienti
a Dio e ora avete
ottenuto misericordia
a motivo della loro
disobbedienza, così
anch'essi ora sono
diventati disobbedienti
a motivo della
misericordia da voi ricevuta,
perché anch'essi
ottengano misericordia.
Dio infatti ha
rinchiuso tutti nella
disobbedienza, per
essere misericordioso
verso tutti!
Parola di Dio.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Gesù annunciava il
vangelo del Regno
e guariva ogni sorta
di infermità
nel popolo. (Cf. Mt
4,23)
Alleluia, alleluia.
Vangelo
Donna, grande è la
tua fede!
Dal Vangelo secondo
Matteo (15,21-28) anno A
In quel tempo, partito
di là, Gesù si ritirò
verso la zona di Tiro
e di Sidòne.
Ed ecco una donna
Cananèa, che veniva
da quella regione, si
mise a gridare:
«Pietà di me, Signore,
figlio di Davide!
Mia figlia è molto
tormentata da un demonio».
Ma egli non le rivolse
neppure una parola.
Allora i suoi
discepoli gli si avvicinarono
e lo implorarono:
«Esaudiscila, perché ci
viene dietro
gridando!».
Egli rispose: «Non
sono stato mandato se
non alle pecore
perdute della casa d'Israele».
Ma quella si avvicinò
e si prostrò dinanzi a
lui, dicendo:
«Signore, aiutami!».
Ed egli rispose: «Non
è bene prendere il pane
dei figli e gettarlo
ai cagnolini». "È vero,
Signore", disse
la donna, "eppure i cagnolini
mangiano le briciole
che cadono dalla
tavola dei loro
padroni".
Allora Gesù le
replicò: «Donna, grande
è la tua fede!
Avvenga per te come
desideri».
E da quell'istante sua
figlia fu guarita.
Parola del Signore.
Meditazione personale
sul Vangelo di oggi.
Lo straniero ci inquieta, ci
scomoda,
ci preoccupa. Ogni straniero.
Ha abitudini diverse dalla
nostra, parla
una lingua incomprensibile, non
conosciamo la sua cultura, le sue
abitudini.
Certo: il concetto di ‘straniero’,
oggi,
è decisamente cambiato.
Fino al dopoguerra, era straniero
uno
che veniva da un’altra città.
Poi lo divenne chi proveniva da
una
regione italiana.
Poi da un paese europeo
confinante.
Ieri al supermercato ho
incontrato un mio
amico, che suo figlio, un
bravissimo
ragazzo appassionato di
agricoltura,
sua moglie, è una brasiliana
conosciuta
in un progetto internazionale.
Davanti allo straniero possiamo
compiere
lo sforzo del confronto oppure
della chiusura.
Come Israele.
Israele si considerava un popolo
eletto,
scelto da Dio in mezzo agli altri
popoli.
Alcuni aggiungevano; per svelare
al
mondo il vero volto di Dio.
I rabbini dicevano che in un
giardino di
alberi che non avevano prodotto
alcun
frutto, il padrone trovò un unico
melograno, ma che questi era
talmente
dolce che, per merito suo, decise
di
salvare tutti gli alberi.
Ma questa particolarità, almeno
nei primi
secoli, si era trasformata in
Israele in una
chiusura ossessiva; nessuna
alleanza con
altri popoli era possibile,
nessun
matrimonio misto era autorizzato
per
non contaminare il popolo.
Fu l’esilio in Babilonia a
cambiare
Prospettiva; gli ebrei
prigionieri in
quella terra videro che anche i
pagani
avevano dei valori morali e che
le loro
credenze religiose portavano in
sé
qualcosa di positivo che,
addirittura,
finì con l’influenzare l’evoluzione
della fede ebraica.
Il profeta che incontriamo oggi
nella
prima lettura, uno dei tre che
scrisse il
rotolo di Isaia, è uno di coloro
che superò
la mentalità ristretta del popolo
e
profetizza; ogni pagano avrà
accesso al tempio.
Anche ai tempi di Gesù la
situazione era
Simile; da una parte una società
meticcia
era dominante in Israele,
dall’altra forti
spinte conservatrici arroccavano
la fede
ebraica su posizioni difensive.
I primi cristiani dovettero
litigare non
poco per capire quale fosse la
volontà
di Gesù; rivolgersi alle sole
pecore di
Israele, come anch’egli aveva
fatto,
o aprirsi ai pagani, come
sembrava
indicare una serie di suoi
atteggiamenti?
Il confronto fu aspro ma, grazie
allo Spirito,
alla cocciutaggine di san Paolo e
al buon
senso, si capì che il
cristianesimo era rivolto
all’intera umanità.
Meno male!
In questo contesto leggiamo oggi
un
imbarazzante Vangelo in cui Gesù
tratta
duramente una donna cananea, non
soltanto straniera, ma
appartenente a uno
dei popoli storicamente ostili
agli ebrei.
Gesù è sgradevole nel suo
rifiuto,
insultante; prima non le rivolge
la parola,
poi dice di essere venuto solo
per il popolo
di Israele, infine apostrofa la
donna con
il titolo dispregiativo di ‘cane’.
Mamma mia! Gesù è un gran
maleducato?
Un lunatico che non vuole essere
disturbato?
Eppure alla risposta della
cananea Gesù
si scioglie, le rivolge un
complimento
che mai aveva rivolto ad un
israelita!
È grande la sua fede, grande
perché ha
superato la prova.
È come noi, la cananea.
Non è una discepola, non le
importa molto
di chi sia Gesù, di cosa faccia,
di cosa parli.
Ha un grave problema e Gesù,
dicono,
potrebbe risolverlo.
Cosa serve di più?
È insistente, come si fa con le
divinità,
con i guru.
Rispettosa e zuccherosa, per
blandire,
per convincere.
Come facciamo noi quando, tiepidi
e
scostanti, ci troviamo di fronte
ad un
grave problema e, subito,
diventiamo
fervorosi; sgraniamo rosari,
promettiamo
pellegrinaggi, accendiamo ceri
votivi
per convincere la distratta
divinità ad
occuparsi di noi.
Ed è lì, in quel momento, che Dio
tace.
Perché mai dovrebbe occuparsi di
noi?
Deve prima occuparsi dei suoi
figli!
Dei suoi discepoli!
La provocazione di Gesù è un
pieno
schiaffo alla cananea.
E lei che fa?
Io mi sarei offeso, me ne sarei
andato
bestemmiando e maledicendo
quell’arrogante profeta.
La donna no, riflette.
Ha ragione, certo.
È proprio un cane nel chiedere un
favore
senza farsi mai vedere.
Ha ragione, il Maestro.
Ma a volte anche i cani possono
leccare
le briciole che cadono dalla
tavola dei figli.
Sorride, ora, Gesù.
Questa donna ha capito.
La Parola di oggi ci insegna che
Dio vuole
dei figli, dei discepoli, non dei
devoti che
ricorrono a Lui solo quando sono
in difficoltà!
Il nostro Do non è un potente
guru da
blandire, ma un pastore che sa
dove condurci!
La Parola di oggi ci guarisce
dalle derive
xenofobe che aleggiano nella
nostra
Europa e nella nostra Italia e
rimette le
cose al proprio ordine; problema
non
facile da affrontare, certo, ma
che va
comunque dibattuto dal punto di
vista
della Scrittura; tutti siamo
stranieri
davanti a Dio.
E chi sa che la nostra
testimonianza di
fedeltà e di pazienza,
come lo è quella
di Israele, come lo è
quella di Gesù,
non diventi per il
fratello non credente
stimolo alla
riflessione e all’accoglienza
del Rabbì che ci ha
cambiato il cuore.
Buona Domenica, amici,
Fausto.
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