Della 20° settimana del Tempo Ordinario.
Sant' Alessandro di
Bergamo, Martire.
Prima Lettura
Il Signore non ti
ha fatto mancare uno che
esercitasse il
diritto di riscatto.
Egli fu il padre di
Iesse, padre di Davide.
Dal libro di Rut
(2,1-3.8-11;4,13-17)
Noemi aveva un parente
da parte del marito,
un uomo altolocato
della famiglia di
Elimèlec, che si
chiamava Booz.
Rut, la moabita, disse
a Noemi: «Lasciami
andare in campagna a
spigolare dietro
qualcuno nelle cui grazie
riuscirò a entrare».
Le rispose: «Va' pure,
figlia mia».
Rut andò e si mise a
spigolare nella
campagna dietro ai
mietitori.
Per caso si trovò
nella parte di campagna
appartenente a Booz,
che era della
famiglia di Elimèlec.
Booz disse a Rut: «Ascolta,
figlia mia,
non andare a spigolare
in un altro campo.
Non allontanarti di
qui e sta' insieme
alle mie serve.
Tieni d'occhio il
campo dove mietono
e cammina dietro a
loro.
Ho lasciato detto ai
servi di non molestarti.
Quando avrai sete, va'
a bere dagli orci ciò
che i servi hanno
attinto».
Allora Rut si prostrò
con la faccia a terra
e gli disse: «Io sono
una straniera: perché
sono entrata nelle tue
grazie e tu ti
interessi di me?».
Booz le rispose: «Mi è
stato riferito quanto
hai fatto per tua
suocera dopo la morte di
tuo marito, e come hai
abbandonato tuo
padre, tua madre e la
tua patria per venire
presso gente che prima
non conoscevi».
Booz prese in moglie
Rut.
Egli si unì a lei e il
Signore le accordò di
concepire: ella
partorì un figlio.
E le donne dicevano a
Noemi: «Benedetto
il Signore, il quale
oggi non ti ha fatto
mancare uno che
esercitasse il diritto
di riscatto.
Il suo nome sarà
ricordato in Israele!
Egli sarà il tuo
consolatore e il sostegno
della tua vecchiaia,
perché lo ha partorito
tua nuora, che ti ama
e che vale per te più
di sette figli».
Noemi prese il
bambino, se lo pose in
grembo e gli fece da
nutrice.
Le vicine gli
cercavano un nome e
dicevano: «È nato un
figlio a Noemi!».
E lo chiamarono Obed.
Egli fu il padre di
Iesse, padre di Davide.
Parola di Dio.
Vangelo
Dicono e non fanno.
Dal Vangelo secondo
Matteo (23,1-12) anno dispari.
In quel tempo, Gesù si
rivolse alla folla
e ai suoi discepoli
dicendo: «Sulla cattedra
di Mosè si sono seduti
gli scribi e i farisei.
Praticate e osservate
tutto ciò che vi dicono,
ma non agite secondo
le loro opere,
perché essi dicono e
non fanno.
Legano infatti
fardelli pesanti e difficili
da portare e li
pongono sulle spalle della
gente, ma essi non
vogliono muoverli
neppure con un dito.
Tutte le loro opere le
fanno per essere
ammirati dalla gente:
allargano i loro
filattèri e allungano
le frange; si
compiacciono dei posti
d'onore nei
banchetti, dei primi
seggi nelle sinagoghe,
dei saluti nelle
piazze, come anche di
essere chiamati
"rabbì" dalla gente.
Ma voi non fatevi
chiamare "rabbì",
perché uno solo è il
vostro Maestro
e voi siete tutti
fratelli.
E non chiamate
"padre" nessuno di voi
sulla terra, perché
uno solo è il Padre
vostro, quello
celeste.
E non fatevi chiamare
"guide", perché
uno solo è la vostra
Guida, il Cristo.
Chi tra voi è più
grande, sarà vostro servo;
chi invece si
esalterà, sarà umiliato e chi
si umilierà sarà
esaltato».
Parola del Signore.
Meditazione personale
sul Vangelo di oggi.
Gesù se la prende con un
atteggiamento
tipico di tutte le religioni, un
rischio che
contagia ogni sana esperienza
religiosa
e la svuota dal di dentro.
La definisco ‘sindrome del guru’
e
colpisce in particolare gli
entusiasti
che si avvicinano alla fede e
consiste
nell’idealizzare le persone
religiose
particolarmente carismatiche.
Intendiamoci; ci sono fratelli,
tra noi
discepoli, che hanno ricevuto dei
doni
particolari; nella predicazione, nel
consiglio, dell’ascolto, persone
autenticamente innamorate del
Signore
ed abitate nel profondo dalla sua
presenza che diventano una città
sul
monte, una fiamma sul lucerniere.
Il problema comincia da qui in
avanti,
dal momento, cioè, in cui molte
persone
sono attratte da questa capacità.
Occorre restare con i piedi per
terra, non
cedere alla tentazione di
prendersi
troppo sul serio.
D’altronde, amici, i santi veri,
non quelli
tarocchi, hanno sempre avuto un
realismo
saldo e proficuo, che ha sempre
permesso
loro di restare ancorati al
Signore, senza
montarsi la testa.
San Padre Pio, uomo crocifisso a
causa
dei doni straordinari ricevuti,
rientrando
sconvolto nel convento, mostrava
il proprio
saio tagliuzzato con le forbici
da presunti
devoti che cercavano reliquie ed
urlava:
“Paganesimo, questo è paganesimo!”.
Niente gurismi, fratelli, uno
solo è il
nostro Maestro, gli altri, quelli
bravi,
quelli che ci portano a Lui, al
massimo
sono buoni fratelli maggiori,
nulla di più,
piuttosto cerchiamo aiuto nella
preghiera.
Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato
il tuo nome, venga il
tuo regno, sia fatta
la tua volontà come in
cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
rimetti a noi i nostri
debiti come anche
noi li rimettiamo ai
nostri debitori,
e non abbandonarci
alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di
grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e
benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per
noi peccatori, adesso
e nell'ora della
nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e
allo Spirito Santo.
Come era nel
principio, ora, e
sempre, nei secoli dei
secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.
Nessun commento:
Posta un commento