giovedì 20 aprile 2023

Il Vangelo del Venerdì 21 Aprile 2023

 

Della 2° settimana del Tempo di Pasqua.

Sant’Anselmo, vescovo e dottore della Chiesa.

Prima Lettura

Gli apostoli se ne andarono dal sinedrio,

lieti di essere stati giudicati degni di

subire oltraggi per il nome di Gesù.

Dagli Atti degli Apostoli (5,34-42)

In quei giorni, si alzò nel sinedrio un

fariseo, di nome Gamalièle, dottore della

Legge, stimato da tutto il popolo.

Diede ordine di far uscire [gli apostoli]

per un momento e disse: «Uomini di

Israele, badate bene a ciò che state per

fare a questi uomini.

Tempo fa sorse Tèuda, infatti, che

pretendeva di essere qualcuno, e a lui

si aggregarono circa quattrocento uomini.

Ma fu ucciso, e quelli che si erano lasciati

persuadére da lui furono dissolti e finirono

nel nulla.

Dopo di lui sorse Giuda il Galileo, al

tempo del censimento, e indusse gente

a seguirlo, ma anche lui finì male, e quelli

che si erano lasciati persuadére da lui

si dispersero.

Ora perciò io vi dico: non occupatevi

di questi uomini e lasciateli andare.

Se infatti questo piano o quest'opera

fosse di origine umana, verrebbe

distrutta; ma, se viene da Dio, non

riuscirete a distruggerli.

Non vi accada di trovarvi addirittura

a combattere contro Dio!».

Seguirono il suo parere e, richiamati

gli apostoli, li fecero flagellare e

ordinarono loro di non parlare nel

nome di Gesù.

Quindi li rimisero in libertà.

Essi allora se ne andarono via dal sinedrio,

lieti di essere stati giudicati degni di subire

oltraggi per il nome di Gesù.

E ogni giorno, nel tempio e nelle case,

non cessavano di insegnare e di annunciare

che Gesù è il Cristo.

Parola di Dio.

Vangelo

Gesù distribuì i pani a quelli che

erano seduti, quanto ne volevano.

Dal Vangelo secondo Giovanni (6,1-15) anno dispari.

In quel tempo, Gesù passò all'altra riva

del mare di Galilea, cioè di Tiberìade,

e lo seguiva una grande folla, perché

vedeva i segni che compiva sugli infermi.

Gesù salì sul monte e là si pose a sedere

con i suoi discepoli.

Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.

Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una

grande folla veniva da lui e disse a Filippo:

«Dove potremo comprare il pane perché

costoro abbiano da mangiare?».

Diceva così per metterlo alla prova; egli

infatti sapeva quello che stava per compiere.

Gli rispose Filippo: «Duecento denari di

pane non sono sufficienti neppure perché

ognuno possa riceverne un pezzo».

Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea,

fratello di Simon Pietro: «C'è qui un

ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due

pesci; ma che cos'è questo per tanta gente?».

Rispose Gesù: «Fateli sedere».

C'era molta erba in quel luogo.

Si misero dunque a sedere ed erano circa

cinquemila uomini.

Allora Gesù prese i pani e, dopo aver

reso grazie, li diede a quelli che erano

seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto

ne volevano.

E quando furono saziati, disse ai suoi

discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati,

perché nulla vada perduto».

Li raccolsero e riempirono dodici canestri

con i pezzi dei cinque pani d'orzo, avanzati

a coloro che avevano mangiato.

Allora la gente, visto il segno che egli

aveva compiuto, diceva: «Questi è

davvero il profeta, colui che viene

nel mondo!».

Ma Gesù, sapendo che venivano a

prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo

sul monte, lui da solo.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Ha davvero tanto impressionato il miracolo

della moltiplicazione dei pani e dei pesci,

se tutti gli evangelisti ne parlano in

abbondanza e se Giovanni, come vedremo,

lo usa per introdurre uno dei più importanti

discorsi di Gesù, quello dell’Eucarestia.

Voglio, del racconto di Giovanni,

sottolineare un particolare che sfugge

agli altri evangelisti.

Tutti parlano della sfiducia degli apostoli,

della loro ironia rispetto all'assurda richiesta

di Gesù di sfamare la folla venuta ad ascoltarlo.

Ma solo Giovanni ci dice che i famosi

pochi pani e pochi pesci che serviranno a

sfamare tutti, sono stati donati da un ragazzo.

Da ridere; la merenda di un ragazzo

sfamerà una folla sterminata, avanzandone

addirittura (e non era certo gente cui

mancava la fame arretrata!).

Sì, Dio ama la freschezza degli adolescenti;

la passione per la chitarra del piccolo Davide,

pastore che diventerà il più grande dei re,

l’attitudine riflessiva della piccola Maria

di Nazareth, che accetta di portare in

grembo l’infinito, e qui l’incosciente

ingenuità di un ragazzo che mastica

poco di matematica e di economia (al

contrario del serioso Filippo).

Anche noi, davanti all’immensità della

fame che ci troviamo davanti, fame di

pace, di giustizia, di dialogo, di verità,

sentiamo le nostre gambe vacillare e

vorremmo che fosse Dio ad occuparsene.

Macché, sta a noi, ci dice il Vangelo.

Anche se la sproporzione è immensa, sta

a noi metterci in gioco per primi, affinché

Dio possa salvare l’umanità. 

Ecco i nostri pani i nostri pesci e le nostre

preghiera, Signore.

Ti servano, oggi, per sfamare il nostro cuore

e il cuore di chi incontreremo.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

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