Della 3° settimana di Quaresima.
San Cirillo di
Gerusalemme, vescovo
e dottore della
Chiesa.
Prima Lettura
Voglio l'amore e
non il sacrificio.
Dal libro del profeta
Osèa (6,1-6)
«Venite, ritorniamo al
Signore: egli ci
ha straziato ed egli
ci guarirà.
Egli ci ha percosso ed
egli ci fascerà.
Dopo due giorni ci
ridarà la vita e il terzo ci
farà rialzare, e noi
vivremo alla sua presenza.
Affrettiamoci a
conoscere il Signore,
la sua venuta è sicura
come l'aurora.
Verrà a noi come la
pioggia d'autunno,
come la pioggia di
primavera che
feconda la terra».
Che dovrò fare per te,
Èfraim, che dovrò
fare per te, Giuda?
Il vostro amore è come
una nube del mattino,
come la rugiada che
all'alba svanisce.
Per questo li ho
abbattuti per mezzo dei
profeti, li ho uccisi
con le parole della
mia bocca e il mio
giudizio sorge come
la luce: poiché voglio
l'amore e non il
sacrificio, la
conoscenza di Dio più
degli olocàusti.
Parola di Dio.
Vangelo
Il pubblicano tornò
a casa sua
giustificato, a
differenza del fariseo.
Dal Vangelo secondo
Luca (18,9-14) anno dispari.
In quel tempo, Gesù
disse ancora questa
parabola per alcuni
che avevano l'intima
presunzione di essere
giusti e
disprezzavano gli altri:
«Due uomini
salirono al tempio a
pregare: uno era
fariseo e l'altro
pubblicano.
Il fariseo, stando in
piedi, pregava così
tra sé: "O Dio,
ti ringrazio perché non
sono come gli altri
uomini, ladri,
ingiusti, adùlteri, e
neppure come
questo pubblicano.
Digiuno due volte alla
settimana e pago
le decime di tutto
quello che possiedo".
Il pubblicano invece,
fermatosi a distanza,
non osava nemmeno
alzare gli occhi al
cielo, ma si batteva
il petto dicendo:
"O Dio, abbi
pietà di me peccatore".
Io vi dico: questi, a
differenza dell'altro,
tornò a casa sua
giustificato, perché
chiunque si esalta
sarà umiliato, chi
invece si umilia sarà
esaltato».
Parola del Signore.
Meditazione personale
sul Vangelo di oggi.
Il pubblicano ha una chiara
visione di
sé e della sua situazione.
Non ha nulla da presentare
dinanzi a Dio
se non il proprio peccato; ed è
proprio
questo che piace a Dio!
Egli non ha bisogno che noi gli
facciamo
l’elenco delle nostre presunte
bravure
o meriti; Dio vuole che
comprendiamo
di essere semplicemente
peccatori.
Soltanto così può riempirci della
sua
misericordia senza limiti e
giustificarci
in base al suo amore.
Questo, il fariseo, non è in
grado di
capirlo, soffocato com’è da
un’idea di
religiosità meritocratica, in cui
Dio è
un giudice di fronte a cui
presentare
nostri meriti; egli non capisce
che la
sua preghiera è, in realtà,
rivolta
semplicemente a se stesso e alla
propria santità immaginaria.
Ecco amici, il grave problema di
tanti
cristiani praticanti, ma noi non
dobbiamo
fare lo stesso errore e,
semplicemente,
pregare con il cuore il Signore.
Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo
regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo
così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai
nostri debitori, e non
abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di
grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio,
ora, e sempre,
nei secoli dei secoli.
Amen.
Buona giornata, Fausto.
Nessun commento:
Posta un commento