sabato 4 febbraio 2023

Il Vangelo di Domenica 5 Febbraio 2023

 

Della 5° Domenica del Tempo Ordinario.

Sant' Agata, vergine e martire.

Prima Lettura

La tua luce sorgerà come l'aurora

Dal libro del profeta Isaìa (58,7-10)

Così dice il Signore: «Non consiste forse

[il digiuno che voglio]  nel dividere il pane

con l’affamato,  nell’introdurre in casa i

miseri, senza tetto,  nel vestire uno che

vedi nudo,  senza trascurare i tuoi parenti?

Allora la tua luce sorgerà come l’aurora,

la tua ferita si rimarginerà presto.

Davanti a te camminerà la tua giustizia,

la gloria del Signore ti seguirà.

Allora invocherai e il Signore ti risponderà,

implorerai aiuto ed egli dirà: “Eccomi!”.

Se toglierai di mezzo a te l’oppressione,

il puntare il dito e il parlare empio,

se aprirai il tuo cuore all’affamato,

se sazierai l’afflitto di cuore, allora

brillerà fra le tenebre la tua luce,

la tua tenebra sarà come il meriggio».

Parola di Dio.

 

Salmo Responsoriale dal Sal 111 (112)

Ripetiamo. Il giusto risplende come luce.

 

Spunta nelle tenebre, luce per gli uomini retti:

misericordioso, pietoso e giusto.

Felice l’uomo pietoso che dà in prestito,

amministra i suoi beni con giustizia. R.

 

Egli non vacillerà in eterno:

eterno sarà il ricordo del giusto.

Cattive notizie non avrà da temere,

saldo è il suo cuore, confida nel Signore. R.

 

Sicuro è il suo cuore, non teme,

egli dona largamente ai poveri,

la sua giustizia rimane per sempre,

la sua fronte s’innalza nella gloria. R.

 

Seconda Lettura

Vi ho annunciato il mistero di Cristo crocifisso.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi (2,1-5)

Io, fratelli, quando venni tra voi, non mi

presentai ad annunciarvi il mistero di Dio

con l’eccellenza della parola o della sapienza.

Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo

a voi se non Gesù Cristo, e Cristo crocifisso.

Mi presentai a voi nella debolezza e con

molto timore e trepidazione.

La mia parola e la mia predicazione non

si basarono su discorsi persuasivi di

sapienza, ma sulla manifestazione dello

Spirito e della sua potenza, perché la

vostra fede non fosse fondata sulla

sapienza umana, ma sulla potenza di Dio.

Parola di Dio.

 

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

 

Io sono la luce del mondo, dice il Signore;

chi segue me, avrà la luce della vita. (Cf. Gv 8,12)

 

Alleluia.

 

Vangelo

Voi siete la luce del mondo.

Dal Vangelo secondo Matteo (5,13-16) anno A.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde

il sapore, con che cosa lo si renderà salato?

A null’altro serve che ad essere gettato via

e calpestato dalla gente.

Voi siete la luce del mondo; non può restare

nascosta una città che sta sopra un monte,

né si accende una lampada per metterla sotto

il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce

a tutti quelli che sono nella casa.

Così risplenda la vostra luce davanti agli

uomini, perché vedano le vostre opere

buone e rendano gloria al Padre vostro

che è nei cieli».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Gesù inizia la sua predicazione quando

dovrebbe fuggire, dopo l’arresto e la

morte del Battista.

E lo fa dalle terre di Zabulon e Neftali,

terre maledette ed abbandonate, nella

mentalità dei puri di Gerusalemme.

E lo fa coinvolgendo pescatori chiamati

a diventare apostoli.

Quanta luce splende in queste parole!

Anche noi, come Simeone domenica scorsa,

possiamo stringere fra le braccia l’inaudito

di Dio ed ammettere di avere incontrato la luce.

Flebile, che a volte sembra essere travolta

dalle tenebre, ma sempre luce.

Luce che ci raggiunge attraverso l’obbedienza

al cammino tracciato prima di noi, come fanno

senza problemi i giovani Giuseppe e Maria.

Nella lettura continua del Vangelo di Matteo,

domenica scorsa la liturgia aveva proposto

la difficile pagina delle beatitudini.

E da questa Domenica e per qualche

settimana approfondiremo quella pagina

facendola diventare carne e sangue.

Se non viviamo le beatitudini, dice il Maestro,

siamo come del sale senza sapore, come una

città costruita in fondo ad una valle, una

lucerna nascosta sotto lo sgabello.

Cioè niente. Peggio; inutili.

Una fede che non dà sapore, che non

indirizza, che non illumina, è morta e sepolta.

Il sale era talmente prezioso nell’antichità

da rappresentare, per molte categorie fra cui i

soldati, la paga per il proprio lavoro, il “salario”.

I rabbini dicevano che la Torah è il sale del mondo.

Non solo, dice, Gesù; anche i discepoli

sono chiamati a diventare sale della terra.

A diventare la nuova Legge di Dio che

cammina per le strade, che si fa concretezza e

scelta, fiducia e pazienza, abbandono e passione.

Noi discepoli siamo chiamati ad essere come

la Torah per il mondo d’oggi.

È prezioso, il sale, perché insaporisce il cibo.

Quanto è difficile mangiare un cibo insipido!

E il sapore ha a che fare con la sapienza,

dono di Dio.

È sapiente chi mette sapore nella propria vita,

e il sapore ci è donato dalla Parola vissuta

e incarnata giorno per giorno.

Diamo sapore alle cose che facciamo,

alle parole che usiamo (niente discorsi

insipidi per favore!), mettiamo sale in

zucca ponendo sempre la Parola al

centro dei nostri discorsi.

Il sale, poi, impedisce ai cibi di corrompersi,

è un modo eccellente di conservare le

carne, ad esempio.

Impedisce la corruzione morale, il predomino

del male e della parte oscura nel mondo odierno.

Ancora oggi il gesto di gettare del sale dietro

le spalle, secondo una antica superstizione

popolare, tiene lontani gli spiriti avversi.

Il sale del Vangelo impedisce alla nostra vita

di corrompersi, di cedere, di perdere di sapore.

Non solo; nella Bibbia il sale viene usato per

sigillare un patto (2Cr 13,5), usato insieme al

pane o da solo, manifestava l’inviolabilità

di un’alleanza.

Noi cristiani siamo sale del mondo; ci diceva

il santo Padre Giovanni Paolo 2°, chiamati

a testimoniare a tutti gli uomini il perdurante

amore di Dio nei nostri confronti.

Curioso il fatto che Gesù chieda ai suoi,

sale della terra, di non diventare “insipidi”.

I chimici ci rassicurano; il sale non può

perdere il suo sapore.

A meno di non mischiarlo con altre sostanze

che lo sviliscono.

Se cediamo a compromessi, se lasciamo che

la Parola del Vangelo venga mischiata col

buon senso, le abitudini, le consuetudini

nostre e attribuite a Dio, perdiamo la

capacità di salare.

Anche in Palestina le città e i villaggi erano

costruiti sulla cima delle colline; per

proteggersi dai nemici, per dominare

la situazione, per sfuggire alle alluvioni.

Siamo città costruite sul monte, punto di

riferimento per il viaggiatore che cerca

Dio, per chi cerca speranza.

Certo, qualcuno dirà che nel passato la nostra

fede, la nostra Chiesa era la più bella e ricca

città sul monte, preziosa e luminosa, attirava

tutte le persone.

Oggi questa lucentezza risente dell’opacità dei

secoli e, tutto intorno, altre città imponenti e

magnifiche, all’apparenza, dominano il paesaggio.

Come accade a certe nostre chiese storiche in

mezzo alle grandi città; prima il campanile

dominava tutto il circondario, ora alti palazzi

e grattacieli lo sovrastano.

Poco importa; siamo chiamati a mantenere

viva la città di Dio, a non disabitarla.

È tempo per cristiani forti, questo, non scherziamo.

Il capo famiglia, alla fine della giornata,

prendeva una lucerna d’argilla riempita

d’olio di oliva e, una volta accesa,

la poneva in alto, su un lucerniere

appeso al soffitto affinché la piccola

fiammella illuminasse tutta la stanza.

Noi cristiani, invece, spesso mettiamo

la luce della fede sotto lo sgabello.

Ci vergogniamo di essere discepoli o,

se lo siamo, lo si vede solo durante

la preghiera domenicale.

Quanta poca luce cristiana vedo fra i

cittadini, fra i commercianti, fra i politici.

Un cristianesimo fatto di abitudine, che non

incide sulla vita, che non cambia la storia!

Che pena!

La vigorosa pagina del Vangelo di oggi ci

scuota amici, ci convinca, ci inorgoglisca.

Siamo già insaporiti, siamo già costruiti

sul monte, siamo già accesi e illuminati.

Animo, amici, insaporiamo il mondo, Fausto.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

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