martedì 28 febbraio 2023

Il Vangelo del Mercoledì 1 Marzo 2023

 

Della 1° settimana di Quaresima.

Sant' Albino di Angers, vescovo.

Prima Lettura

I Niniviti si convertirono dalla

loro condotta malvagia.

Dal libro del profeta Giona (3,1-10)

In quel tempo, fu rivolta a Giona la parola

del Signore: «Àlzati, va' a Nìnive, la grande

città, e annuncia loro quanto ti dico».

Giona si alzò e andò a Nìnive secondo

la parola del Signore.

Nìnive era una città molto grande, larga

tre giornate di cammino.

Giona cominciò a percorrere la città per un

giorno di cammino e predicava: «Ancora

quaranta giorni e Nìnive sarà distrutta».

I cittadini di Nìnive credettero a Dio e

bandirono un digiuno, vestirono il sacco,

grandi e piccoli.

Giunta la notizia fino al re di Nìnive, egli

si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì

di sacco e si mise a sedere sulla cenere.

Per ordine del re e dei suoi grandi fu poi

proclamato a Nìnive questo decreto:

«Uomini e animali, armenti e greggi

non gustino nulla, non pascolino,

non bevano acqua.

Uomini e animali si coprano di sacco

e Dio sia invocato con tutte le forze;

ognuno si converta dalla sua condotta

malvagia e dalla violenza che è

nelle sue mani.

Chi sa che Dio non cambi, si ravveda,

deponga il suo ardente sdegno e noi

non abbiamo a perire!».

Dio vide le loro opere, che cioè si erano

convertiti dalla loro condotta malvagia,

e Dio si ravvide riguardo al male che

aveva minacciato di fare loro e non lo fece.

Parola di Dio.

Vangelo

A questa generazione non sarà

dato che il segno di Giona.

Dal Vangelo secondo Luca (11,29-32) anno dispari.

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano,

Gesù cominciò a dire: «Questa generazione

è una generazione malvagia; essa cerca

un segno, ma non le sarà dato alcun segno,

se non il segno di Giona.

Poiché, come Giona fu un segno per quelli

di Nìnive, così anche il Figlio dell'uomo

lo sarà per questa generazione.

Nel giorno del giudizio, la regina del Sud

si alzerà contro gli uomini di questa

generazione e li condannerà, perché ella

venne dagli estremi confini della terra

per ascoltare la sapienza di Salomone.

Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.

Nel giorno del giudizio, gli abitanti di

Nìnive si alzeranno contro questa

generazione e la condanneranno,

perché essi alla predicazione di Giona

si convertirono.

Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

La richiesta del miracolo e dell’apparizione

rivela una piccola fede che ha bisogno di

prodigi miracolosi senza riconoscere il

grande prodigio della presenza del

Figlio di Dio in mezzo a noi!

In particolare Gesù chiede di prestare

attenzione a due grandi segni; quello

della profezia dei tanti che, come Giona,

ancora ci invitano a conversione e quello

della ricerca della sapienza che mise in

moto la regina di Saba e la spinse a

verificare la fama del re Salomone.

Ascoltare la profezia e la sapienza,

accogliere chi ci invita a conversione

e chi parla con saggezza, dote sempre

più rara nelle nostre nervose e

superficiali società.

Ben più di Giona e di Salomone abbiamo

qui; la Parola di Dio stessa incarnata e resa

accessibile ad ogni uomo che cerca Dio.

Smettiamola di chiedere segni e

accorgiamoci del grande segno

che è Cristo e la sua preghiera, fra di noi!

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

lunedì 27 febbraio 2023

Il Vangelo del Martedì 28 Febbraio 2023

 

Della 1° settimana di Quaresima.

San Romano di Condat, Abate.

Prima Lettura

La mia parola opera ciò che desidero.

Dal libro del profeta Isaìa (55,10-11)

Così dice il Signore: «Come la pioggia

e la neve scendono dal cielo e non vi

ritornano senza avere irrigato la terra,

senza averla fecondata e fatta germogliare,

perché dia il seme a chi semina il pane

a chi mangia, così sarà della mia parola

uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me

senza effetto, senza aver operato ciò che

desidero e senza aver compiuto ciò per

cui l'ho mandata».

Parola di Dio.

Vangelo

Voi dunque pregate così.

Dal Vangelo secondo Matteo (6,7-15) anno dispari.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Pregando, non sprecate parole come i

pagani: essi credono di venire ascoltati

a forza di parole.

Non siate dunque come loro, perché il

Padre vostro sa di quali cose avete

bisogno prima ancora che gliele chiediate.

Voi dunque pregate così: Padre nostro

che sei nei cieli, sia santificato il tuo

nome, venga il tuo regno, sia fatta la

tua volontà, come in cielo così in terra.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

e rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non

abbandonarci alla tentazione, ma liberaci

dal male.

Se voi infatti perdonerete agli altri le loro

colpe, il Padre vostro che è nei cieli

perdonerà anche a voi; ma se voi non

perdonerete agli altri, neppure il Padre

vostro perdonerà le vostre colpe».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Oggi Gesù sottolinea un aspetto della

nostra vita di credenti su cui è bene

fissare l’attenzione.

È la relazione che intercorre tra

preghiera e perdono.

Di solito siamo convinti che la preghiera

migliore è quella che facciamo con il

cuore, senza distrazioni e che ci lasci

dentro il senso della presenza di Dio.

Questo è vero, ma solo in parte; infatti,

la nostra preghiera si completa soltanto

quando essa ci spinge ad assumere

comportamenti concreti che cambiano

il nostro modo di vivere.

Noi chiediamo a Dio di perdonare i nostri

peccati, come noi lo facciamo con gli altri.

Ma quante volte ciò avviene?

Vecchi rancori, invidie o litigi mai sopiti

né risolti tendono a rendere la nostra

preghiera al Padre, falsa.

Iniziare a perdonare è il primo passo

verso una vita di fede veramente degna

tale nome che, però, solo la preghiera

ci può aiutare a riuscirci.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

domenica 26 febbraio 2023

Il Vangelo del Lunedì 27 Febbraio 2023

 

Della 1° settimana di Quaresima.

San Gabriele dell'Addolorata, Religioso.

Prima Lettura

Giudica il tuo prossimo con giustizia.

Dal libro del Levìtico (19,1-2.11-18)

Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla a

tutta la comunità degli Israeliti dicendo

loro: "Siate santi, perché io, il Signore,

vostro Dio, sono santo.

Non ruberete né userete inganno o

menzogna a danno del prossimo.

Non giurerete il falso servendovi del mio

nome: profaneresti il nome del tuo Dio.

Io sono il Signore.

Non opprimerai il tuo prossimo, né lo

spoglierai di ciò che è suo; non tratterrai

il salario del bracciante al tuo servizio

fino al mattino dopo.

Non maledirai il sordo, né metterai

inciampo davanti al cieco, ma

temerai il tuo Dio.

Io sono il Signore.

Non commetterete ingiustizia in giudizio;

non tratterai con parzialità il povero né

userai preferenze verso il potente:

giudicherai il tuo prossimo con giustizia.

Non andrai in giro a spargere calunnie

fra il tuo popolo né coopererai alla

morte del tuo prossimo.

Io sono il Signore.

Non coverai nel tuo cuore odio contro

il tuo fratello; rimprovera apertamente

il tuo prossimo, così non ti caricherai

d'un peccato per lui.

Non ti vendicherai e non serberai

rancore contro i figli del tuo popolo, ma

amerai il tuo prossimo come te stesso.

Io sono il Signore"».

Parola di Dio.

Vangelo

Tutto quello che avete fatto a uno solo di

questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me.

Dal Vangelo secondo Matteo (25,31-46) anno dispari.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua

gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul

trono della sua gloria.

Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli.

Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore

separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore

alla sua destra e le capre alla sinistra.

Allora il re dirà a quelli che saranno alla

sua destra: "Venite, benedetti del Padre

mio, ricevete in eredità il regno preparato

per voi fin dalla creazione del mondo,

perché ho avuto fame e mi avete dato

da mangiare, ho avuto sete e mi avete

dato da bere, ero straniero e mi avete

accolto, nudo e mi avete vestito, malato

e mi avete visitato, ero in carcere e siete

venuti a trovarmi".

Allora i giusti gli risponderanno: "Signore,

quando ti abbiamo visto affamato e ti

abbiamo dato da mangiare, o assetato

e ti abbiamo dato da bere?

Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti

abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito?

Quando mai ti abbiamo visto malato o in

carcere e siamo venuti a visitarti?".

E il re risponderà loro: "In verità io vi

dico: tutto quello che avete fatto a uno

solo di questi miei fratelli più piccoli,

l'avete fatto a me".

Poi dirà anche a quelli che saranno alla

sinistra: "Via, lontano da me, maledetti,

nel fuoco eterno, preparato per il diavolo

e per i suoi angeli, perché ho avuto fame

e non mi avete dato da mangiare, ho

avuto sete e non mi avete dato da bere,

ero straniero e non mi avete accolto,

nudo e non mi avete vestito, malato

e in carcere e non mi avete visitato".

Anch'essi allora risponderanno: "Signore,

quando ti abbiamo visto affamato o

assetato o straniero o nudo o malato

o in carcere, e non ti abbiamo servito?".

Allora egli risponderà loro: "In verità

io vi dico: tutto quello che non avete

fatto a uno solo di questi più piccoli,

non l'avete fatto a me".

E se ne andranno: questi al supplizio

eterno, i giusti invece alla vita eterna».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Nell’ultimo giudizio, tutti i nostri bei

pensieri, le nostre aspirazioni spirituali

e le nostre buone intenzioni non avranno

nessun peso.

Gesù valuterà il comportamento di ognuno

di noi semplicemente in base a quanto

abbiamo fatto o non fatto nei confronti

dei fratelli.

Cioè gli altri, quelli che ci vivono accanto

e che hanno bisogno di noi.

Dunque, se tutte le nostre velleità spirituali

e le nostre preghiere ci portano ad amare di

più e meglio gli altri, siamo sulla buona strada.

Ma se ciò non avviene, stiamo correndo un

grosso pericolo; stiamo infatti rischiando

di perdere di vista l’essenziale, che è

l’amore per Dio manifestato attraverso

l’amore per gli altri.

L’attenzione a questo aspetto fondamentale

della nostra vita di credenti ci permette di

camminare sulla via di Dio, senza pericolosi

fraintendimenti, ci facciamo aiutare

dalla preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

sabato 25 febbraio 2023

Il Vangelo di Domenica 26 Febbraio 2023

 

Della 1° Domenica di Quaresima.

Sant' Alessandro di Alessandria, Patriarca.

Prima Lettura

La creazione dei progenitori e il loro peccato.

Dal libro della Gènesi (2,7-9;3,1-7)

Il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere

del suolo e soffiò nelle sue narici un alito

di vita e l'uomo divenne un essere vivente.

Poi il Signore Dio piantò un giardino in

Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che

aveva plasmato.

Il Signore Dio fece germogliare dal suolo

ogni sorta di alberi graditi alla vista e

buoni da mangiare, e l'albero della vita

in mezzo al giardino e l'albero della

conoscenza del bene e del male.

Il serpente era il più astuto di tutti gli

animali selvatici che Dio aveva fatto

e disse alla donna: «È vero che Dio

ha detto: Non dovete mangiare di alcun

albero del giardino?».

Rispose la donna al serpente: «Dei frutti

degli alberi del giardino noi possiamo

mangiare, ma del frutto dell'albero che

sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non

dovete mangiarne e non lo dovete toccare,

altrimenti morirete».

Ma il serpente disse alla donna: «Non

morirete affatto!

Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne

mangiaste si aprirebbero i vostri occhi

e sareste come Dio, conoscendo il

bene e il male».

Allora la donna vide che l'albero era

buono da mangiare, gradevole agli

occhi e desiderabile per acquistare

saggezza; prese del suo frutto e ne

mangiò, poi ne diede anche al marito,

che era con lei, e anch'egli ne mangiò.

Allora si aprirono gli occhi di tutti e due

e conobbero di essere nudi; intrecciarono

foglie di fico e se ne fecero cinture.

Parola di Dio.

 

Salmo Responsoriale dal Sal 50 (51)

Ripetiamo. Perdonaci, Signore: abbiamo peccato.

 

Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;

nella tua grande misericordia

cancella la mia iniquità.

Lavami tutto dalla mia colpa,

dal mio peccato rendimi puro. R.

 

Sì, le mie iniquità io le riconosco,

il mio peccato mi sta sempre dinanzi.

Contro di te, contro te solo ho peccato,

quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto. R.

 

Crea in me, o Dio, un cuore puro,

rinnova in me uno spirito saldo.

Non scacciarmi dalla tua presenza

e non privarmi del tuo santo spirito. R.

 

Rendimi la gioia della tua salvezza,

sostienimi con uno spirito generoso.

Signore, apri le mie labbra

e la mia bocca proclami la tua lode. R.

 

Seconda Lettura

Dove ha abbondato il peccato,

ha sovrabbondato la grazia.

Dalla lettera di san Paolo apostolo

ai Romani (5,12-19)

Fratelli, come a causa di un solo uomo

il peccato è entrato nel mondo e, con il

peccato, la morte, così in tutti gli uomini

si è propagata la morte, poiché tutti

hanno peccato.

Fino alla Legge infatti c'era il peccato

nel mondo e, anche se il peccato non

può essere imputato quando manca la

Legge, la morte regnò da Adamo fino

a Mosè anche su quelli che non avevano

peccato a somiglianza della trasgressione

di Adamo, il quale è figura di colui che

doveva venire.

Ma il dono di grazia non è come la

caduta: se infatti per la caduta di uno

solo tutti morirono, molto di più la

grazia di Dio, e il dono concesso in

grazia del solo uomo Gesù Cristo, si

sono riversati in abbondanza su tutti.

E nel caso del dono non è come nel

caso di quel solo che ha peccato: il

giudizio infatti viene da uno solo,

ed è per la condanna, il dono di grazia

invece da molte cadute, ed è per la

giustificazione. Infatti se per la caduta

di uno solo la morte ha regnato a causa

di quel solo uomo, molto di più quelli

che ricevono l'abbondanza della grazia

e del dono della giustizia regneranno

nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo.

Come dunque per la caduta di uno solo

si è riversata su tutti gli uomini la

condanna, così anche per l'opera giusta

di uno solo si riversa su tutti gli uomini

la giustificazione, che dà vita.

Infatti, come per la disobbedienza di un

solo uomo tutti sono stati costituiti

peccatori, così anche per l'obbedienza di

uno solo tutti saranno costituiti giusti.

Parola di Dio.

Acclamazione al Vangelo

Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

 

Non di solo pane vivrà l’uomo,

ma di ogni parola che esce

dalla bocca di Dio. (Mt 4,4b)

 

Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

 

Vangelo

Gesù digiuna per quaranta giorni

nel deserto ed è tentato.

Dal Vangelo secondo Matteo (4,1-11) anno A.

In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito

nel deserto, per essere tentato dal diavolo.

Dopo aver digiunato quaranta giorni e

quaranta notti, alla fine ebbe fame.

Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se

tu sei Figlio di Dio, di' che queste pietre

diventino pane».

Ma egli rispose: «Sta scritto: "Non di solo

pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che

esce dalla bocca di Dio"».

Allora il diavolo lo portò nella città santa,

lo pose sul punto più alto del tempio e gli

disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù;

sta scritto infatti: "Ai suoi angeli darà

ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno

sulle loro mani perché il tuo piede non

inciampi in una pietra"».

Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: "Non

metterai alla prova il Signore Dio tuo"».

Di nuovo il diavolo lo portò sopra un

monte altissimo e gli mostrò tutti i regni

del mondo e la loro gloria e gli disse:

«Tutte queste cose io ti darò se,

gettandoti ai miei piedi, mi adorerai».

Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana!

Sta scritto infatti: "Il Signore, Dio tuo,

adorerai: a lui solo renderai culto"».

Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli

angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Inizia, finalmente.

Non se ne poteva più, sinceramente.

Anche il Carnevale, ancora sottotono in

questi terribili anni di crisi, aveva assunto

i contorni scipiti della fine di un Impero

dove si ride per non piangere.

Deposte le maschere, proviamo a seguire

il Nazareno nel suo tempo di deserto per

capire come muoverci, per provare a

leggere la storia (piccina e travagliata)

che stiamo vivendo.

Gesù solidale con gli uomini, ha voluto

mettersi in fila con i penitenti per farsi

battezzare, primo evidente segno di una

totale condivisione con noi.

E nel deserto che può essere momento di

grazia, dove ha ricevuto il battesimo,

o momento di morte, dove affronta la

tentazione, Gesù sperimenta la fatica

di scegliere.

Il più grande dei nostri limiti.

Oggi si parla male e a sproposito del

demonio, anche in casa cattolica.

È diventato una specie di eroe romantico,

esaltato da alcuni, temuto da altri.

Una figura tragica che suscita curiosità e

interesse, innalzato a struggente modello

negativo da una forte corrente di pensiero

che fa presa soprattutto sugli adolescenti.

Basta guardarsi intorno; musica di genere

che veicola espliciti messaggi violenti,

film che propongono demoni e indemoniati

a più non posso e, ultimamente, best-seller

che coinvolgono esorcisti di fama;

il diavolo affascina. E fa vendere.

Spaventa, attira, inquieta.

E tranquillizza le coscienze.

Sì, avete capito bene; l’eccessiva attenzione

al demonio paradossalmente lo favorisce

e, quel che è peggio, stravolge la visione

biblica sulla tentazione.

Caricando di eccessiva importanza il

male a scapito del bene, rischiamo

di deresponsabilizzare la coscienza

e la scelta personale.

E questo succede anche in casa cattolica

e con le migliori intenzioni!

Non siamo marionette; siamo uomini

dotati di intelligenza e volontà.

L’opera del Maligno (che esiste ed è

meno goffo e caricaturale di come ce lo

immaginiamo) consiste esattamente

nell’intorbidire le acque, nel girare la

frittata, nell’ingigantire il particolare

a scapito della visione d’insieme, nello

sminuire o offuscare le conseguenze

catastrofiche delle nostre scelte.

Non dobbiamo scomodare il demonio per

le nostre tentazioni, siamo capaci di

metterci nei guai da soli!

Lasciamo le tentazioni ai santi, amici.

A noi mediocri basta la quotidianità

per metterci in difficoltà!

La prima tentazione è quella del pane.

Bisogna pensare a sopravvivere,

anzitutto. Ovvio.

Il diavolo ha buon senso.

Nel leggere le tentazioni si resta stupiti

da due cose; cita la Scrittura a proposito

e dà buoni consigli.

E, a leggere bene i consigli del demonio, si

resta attoniti; dice cose piene di buon senso!

Gesù vuole fare il Messia? Ottimo!

Ma deve curarsi, stare attento alla propria

alimentazione, alla propria forma fisica.

Ha ragione, nessuno può affrontare una

sfida così impegnativa se non pensa un

pò a se stesso.

Ma, e qui sta l’inganno, per nutrirsi deve

trasformare le pietre in pane.

Ostentare un miracolo, prendere la scorciatoia.

L’essere Figlio, dal punto di vista del

demonio, è un bel privilegio, perché

non approfittarne?

Essere Figlio, nella logica di Gesù,

è imitare il Padre e mettersi a servizio.

Il pane, qui, diventa un idolo, un obiettivo

da raggiungere con ogni mezzo.

Certo, è bene tenersi in forma.

Ma prima pensiamo all’anima, poi al corpo.

Ed è importante pensare al proprio

benessere fisico.

Per mettersi a servizio degli altri, però,

non per diventare dei vanitosi narcisisti.

Non mette in discussione l’esistenza

di Dio, l’avversario.

E nemmeno la sua presenza.

O la sua bontà.

Propone solo a Gesù di chiedere un segno

della sua presenza.

Un piccolo segno, rispetto alla sua

debordante santità.

Che sarà mai?

E ancora cita la Scrittura, rassicura Gesù.

Se è Figlio, il Padre non rifiuterà.

Se ha scelto la strada dell’onestà,

dell’autenticità senza cavalcare il

potere, Dio approverà e manifesterà

certamente la sua benevolenza.

Con un bel miracolo.

Bello e utile per la sua neonata carriera

di profeta; quanto scalpore farà vederlo

galleggiare nell’aria!

Quanti si metteranno in ginocchio

davanti a tale visione?

Quanta autorevolezza susciterà quel

gesto di indiscutibile favore divino!

No, Dio non va manipolato, dice Gesù.

La terza tentazione che Gesù deve

affrontare durante la sua vita è la

manipolazione delle relazioni per

il proprio interesse.

Gesù vuole fare il Messia, d’accordo.

Ma come pensa di fare se non entra in

relazione con i potenti del tempo?

Se non media?

Se non cede a compromessi?

Come può fare senza un’organizzazione

efficiente, una struttura che lo aiuti nel

suo compito?

Ma ciò che nasconde questa tentazione

è, nuovamente, la logica della bramosia,

del tornaconto.

Il demonio insinua l’idea che il fine

giustifica i mezzi.

Se è possibile allearsi col potere per

diffondere il Regno, tanto meglio.

Se è possibile usare le relazioni, le

amicizie, le logiche dei favori ricevuti

e da restituire, perché farsele fuggire?

I regni di questo mondo cercano sempre

di meravigliare, di ammaliare, di convincere.

Ostentano potere, ricchezza, fama,

gloria, dominio.

Ma sono sempre e solo strumenti per la

libera e dignitosa convivenza sociale.

Farne un idolo è un errore folle e tragico

dalle conseguenze imprevedibili, eppure

già storicamente sperimentate.

Non è facile, lo so bene.

Soprattutto se ho scelto di dare una mano,

se sto in mezzo alle cose, se mi attivo per

cambiarle; nel quartiere, a scuola,

a catechismo di mio figlio.

Ma sempre col cuore libero, come ha

saputo fare Gesù.

Qui e più avanti, quando il potere, politico

e religioso, gli chiederà obbedienza.

Che rifiuterà.

Da uomo libero.

Buon deserto, amici, santa Domenica Fausto!