martedì 31 gennaio 2023

Il Vangelo del Mercoledì 1 Febbraio 2023

 

Della 4° settimana del Tempo Ordinario.

Santa Brigida d'Irlanda.

Prima Lettura

Il Signore corregge colui che egli ama.

Dalla lettera agli Ebrei (12,4-7.11-15)

Fratelli, non avete ancora resistito fino al

sangue nella lotta contro il peccato e avete

già dimenticato l'esortazione a voi rivolta

come a figli: «Figlio mio, non disprezzare

la correzione del Signore e non ti perdere

d'animo quando sei ripreso da lui; perché

il Signore corregge colui che egli ama e

percuote chiunque riconosce come figlio».

È per la vostra correzione che voi soffrite!

Dio vi tratta come figli; e qual è il figlio

che non viene corretto dal padre?

Certo, sul momento, ogni correzione non

sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo,

però, arreca un frutto di pace e di giustizia a

quelli che per suo mezzo sono stati addestrati.

Perciò, rinfrancate le mani inerti e le ginocchia

fiacche e camminate diritti con i vostri piedi,

perché il piede che zoppica non abbia a

storpiarsi, ma piuttosto a guarire.

Cercate la pace con tutti e la santificazione,

senza la quale nessuno vedrà mai il Signore;

vigilate perché nessuno si privi della grazia di Dio.

Non spunti né cresca in mezzo a voi alcuna

radice velenosa, che provochi danni e molti

ne siano contagiati.

Parola di Dio.

Vangelo

Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria.

Dal Vangelo secondo Marco (6,1-6) anno dispari.

In quel tempo, Gesù venne nella sua patria

e i suoi discepoli lo seguirono.

Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga.

E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e

dicevano: «Da dove gli vengono queste cose?

E che sapienza è quella che gli è stata data?

E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani?

Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il

fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone?

E le sue sorelle, non stanno qui da noi?».

Ed era per loro motivo di scandalo.

Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è

disprezzato se non nella sua patria, tra i

suoi parenti e in casa sua».

E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma

solo impose le mani a pochi malati e li guarì.

E si meravigliava della loro incredulità.

Gesù percorreva i villaggi d'intorno, insegnando.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

L’Evangelista Marco, rispetto a Luca, non

racconta il tragico finale della visita di Gesù

nella sua cittadina.

Però, anch’egli ci riporta la reazione negativa

di coloro che avevano visto crescere il Messia

in mezzo a loro.

Il testo dice che il Signore si meraviglia della

loro incredulità, poiché la reazione più logica

avrebbe dovuto essere quella dettata dalla fede.

E invece ciò non avviene; proprio la sua gente

non riesce a fare quel salto di qualità nella fede

che permetta loro di riconoscere in quel Gesù,

che hanno visto bambino, il Figlio di Dio, il Messia

promesso e, addirittura, si scandalizza di Lui.

Dunque essere vicini a Gesù non è sempre

garanzia di autentica fede in Lui.

Si può vivere tanti anni assieme a Gesù e

continuare a considerarlo un semplice estraneo,

ma quel punto ci si è chiusi alla sua grazia e

non si è più in grado di accogliere la sue

proposte di amore.

Questo è il più grave errore da compiere,

riconosciamo il Signore nella nostra vita,

facendoci aiutare dalla preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

lunedì 30 gennaio 2023

Il Vangelo del Martedì 31 Gennaio 2023

 

Della 4° settimana del Tempo Ordinario.

San Giovanni Bosco, Presbitero.

Prima Lettura

Corriamo con perseveranza nella

corsa che ci sta davanti

Dalla lettera agli Ebrei (12,1-4)

Fratelli, anche noi, circondati da tale

moltitudine di testimoni, avendo deposto

tutto ciò che è di peso e il peccato che ci

assedia, corriamo con perseveranza nella

corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo

sguardo su Gesù, colui che dà origine

alla fede e la porta a compimento.

Egli, di fronte alla gioia che gli era posta

dinanzi, si sottopose alla croce, disprezzando

il disonore, e siede alla destra del trono di Dio.

Pensate attentamente a colui che ha sopportato

contro di sé una così grande ostilità dei

peccatori, perché non vi stanchiate

perdendovi d'animo.

Non avete ancora resistito fino al sangue

nella lotta contro il peccato.

Parola di Dio.

Vangelo

Fanciulla, io ti dico: Alzati!

Dal Vangelo secondo Marco (5,21-43) anno dispari.

In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo

in barca all'altra riva, gli si radunò attorno

molta folla ed egli stava lungo il mare.

E venne uno dei capi della sinagoga, di nome

Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai

piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia

figlioletta sta morendo: vieni a imporle le

mani, perché sia salvata e viva».

Andò con lui.

Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.

Ora una donna, che aveva perdite di sangue

da dodici anni e aveva molto sofferto per

opera di molti medici, spendendo tutti i suoi

averi senza nessun vantaggio, anzi piuttosto

peggiorando, udito parlare di Gesù, venne

tra la folla e da dietro toccò il suo mantello.

Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare

le sue vesti, sarò salvata».

E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì

nel suo corpo che era guarita dal male.

E subito Gesù, essendosi reso conto della forza

che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo:

«Chi ha toccato le mie vesti?».

I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla

che si stringe intorno a te e dici: "Chi

mi ha toccato?"».

Egli guardava attorno, per vedere colei

che aveva fatto questo.

E la donna, impaurita e tremante, sapendo

ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò

davanti e gli disse tutta la verità.

Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata.

Va' in pace e sii guarita dal tuo male».

Stava ancora parlando, quando dalla casa

del capo della sinagoga vennero a

dire: «Tua figlia è morta.

Perché disturbi ancora il Maestro?».

Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al

capo della sinagoga: «Non temere,

soltanto abbi fede!».

E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a

Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.

Giunsero alla casa del capo della sinagoga

ed egli vide trambusto e gente che piangeva

e urlava forte.

Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete?

La bambina non è morta, ma dorme».

E lo deridevano.

Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il

padre e la madre della bambina e quelli che

erano con lui ed entrò dove era la bambina.

Prese la mano della bambina e le

disse: «Talità kum», che significa:

«Fanciulla, io ti dico: àlzati!».

E subito la fanciulla si alzò e camminava;

aveva infatti dodici anni.

Essi furono presi da grande stupore.

E raccomandò loro con insistenza che

nessuno venisse a saperlo e disse di

darle da mangiare.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Il miracolo compiuto da Gesù verso la donna

ha un duplice significato; essa viene guarita

non solo dalla sua infermità fisica, ma anche

dallo stato di impurità che la poneva in una

situazione di continua emarginazione

all’interno del consesso sociale.

Anche la fanciulla viene richiamata dal sepolcro

e dalla morte grazie a una Parola di Gesù.

Entrambe dunque hanno sperimentato la

lontananza e l’isolamento, per poi provare

la gioia di essere restituite, grazie a Gesù,

a una vita nuova.

Se siamo isolati o ci troviamo a vivere da

soli, pur non avendo scelto tale solitudine,

confidiamo sempre in Lui; il Signore conosce

quanta angoscia provoca l’essere isolati e ci

farà il dono prezioso della sua presenza

accanto a noi.

Mai perdere la fiducia amici, qualsiasi cosa

ci succeda, anche il Signore ha provato

l’isolamento e, sà quanto è tremendo, perciò,

preghiamo e Lui ci aiuterà ad uscirne.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

domenica 29 gennaio 2023

Il Vangelo del Lunedì 30 Gennaio 2023

 

Della 4° settimana del Tempo Ordinario.

San Costanzo di Perugia, vescovo e martire.

Prima Lettura

Per fede conquistarono regni.

Dio per noi aveva predisposto qualcosa di meglio.

Dalla lettera agli Ebrei (11,32-40)

Fratelli, che dirò ancora?

Mi mancherebbe il tempo se volessi narrare di

Gedeone, di Barak, di Sansone, di Iefte, di Davide,

di Samuèle e dei profeti; per fede, essi

conquistarono regni, esercitarono la giustizia,

ottennero ciò che era stato promesso, chiusero

le fauci dei leoni, spensero la violenza del

fuoco, sfuggirono alla lama della spada,

trassero vigore dalla loro debolezza,

divennero forti in guerra, respinsero

invasioni di stranieri.

Alcune donne riebbero, per risurrezione,

i loro morti.

Altri, poi, furono torturati, non accettando

la liberazione loro offerta, per ottenere

una migliore risurrezione.

Altri, infine, subirono insulti e flagelli,

catene e prigionia.

Furono lapidati, torturati, tagliati in due,

furono uccisi di spada, andarono in giro

coperti di pelli di pecora e di capra,

bisognosi, tribolati, maltrattati-di loro

il mondo non era degno!-, vaganti per i

deserti, sui monti, tra le caverne e le

spelonche della terra.

Tutti costoro, pur essendo stati approvati

a causa della loro fede, non ottennero ciò

che era stato loro promesso: Dio infatti

per noi aveva predisposto qualcosa di

meglio, affinché essi non ottenessero

la perfezione senza di noi.

Parola di Dio.

Vangelo

Esci, spirito impuro, da quest’uomo!

Dal Vangelo secondo Marco (5,1-20) anno dispari.

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero

all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni.

Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne

incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro.

Costui aveva la sua dimora fra le tombe e

nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche

con catene, perché più volte era stato legato

con ceppi e catene, ma aveva spezzato

le catene e spaccato i ceppi, e nessuno

riusciva più a domarlo.

Continuamente, notte e giorno, fra le

tombe e sui monti, gridava e si

percuoteva con pietre.

Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò

ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che

vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo?

Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!».

Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro,

da quest’uomo!».

E gli domandò: «Qual è il tuo nome?».

«Il mio nome è Legione-gli rispose-perché

siamo in molti».

E lo scongiurava con insistenza perché non

li cacciasse fuori dal paese.

C’era là, sul monte, una numerosa mandria

di porci al pascolo.

E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci,

perché entriamo in essi».

Glielo permise.

E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono

nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe

nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare.

I loro mandriani allora fuggirono, portarono

la notizia nella città e nelle campagne e la

gente venne a vedere che cosa fosse accaduto.

Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato

seduto, vestito e sano di mente, lui che era

stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura.

Quelli che avevano visto, spiegarono loro

che cosa era accaduto all’indemoniato e il

fatto dei porci.

Ed essi si misero a pregarlo di andarsene

dal loro territorio.

Mentre risaliva nella barca, colui che era

stato indemoniato lo supplicava di poter

restare con lui.

Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella

tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il

Signore ti ha fatto e la misericordia che

ha avuto per te».

Egli se ne andò e si mise a proclamare per

la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto

per lui e tutti erano meravigliati.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Il Vangelo ci presenta l’uomo indemoniato

come una persona alla quale è stata tolta

la dignità di essere umano; egli si aggira

per i cimiteri, quindi lontano da un consesso

umano nel quale poter avere relazioni

interpersonali con altri.

Egli è senza vestiti, cioè senza quel decoro

minimo e fondamentale che gli permette di

coprirsi e conservare così la dignità.

Dunque, la liberazione operata da Gesù ha

un valore grande; egli è nuovamente un

uomo libero e sano, capace di vivere da

figlio di Dio assieme agli altri.

Gesù non gli permette di seguirlo, anche se

lui avrebbe voluto; non tutti possono seguire

Gesù, poiché non tutti sono chiamati.

Ma tutti possono testimoniare i prodigi che

ha fatto per ciascuno.

Verissimo amici, quello che il Signore ha

fatto per me, io lo testimonio ogni giorno

con queste semplici parole, facendomi

aiutare dalla preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

sabato 28 gennaio 2023

Il Vangelo di Domenica 29 Gennaio 2023

 

Della 4° Domenica del Tempo Ordinario.

San Costanzo di Perugia, vescovo e martire.

Prima Lettura

Lascerò in mezzo a te un popolo umile e povero.

Dal libro del profeta Sofonìa (2,3;3,12-13)

Cercate il Signore voi tutti, poveri della terra,

che eseguite i suoi ordini, cercate la giustizia,

cercate l'umiltà; forse potrete trovarvi al riparo

nel giorno dell'ira del Signore.

«Lascerò in mezzo a te un popolo umile e povero».

Confiderà nel nome del Signore il resto d'Israele.

Non commetteranno più iniquità e non

proferiranno menzogna; non si troverà più nella

loro bocca una lingua fraudolenta.

Potranno pascolare e riposare senza che

alcuno li molesti.

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale dal Sal 145 (146)

 

Ripetiamo. Beati i poveri in spirito.

 

Il Signore rimane fedele per sempre

rende giustizia agli oppressi,

dà il pane agli affamati.

Il Signore libera i prigionieri. R.

 

Il Signore ridona la vista ai ciechi,

il Signore rialza chi è caduto,

il Signore ama i giusti,

il Signore protegge i forestieri. R.

 

Egli sostiene l'orfano e la vedova,

ma sconvolge le vie dei malvagi.

Il Signore regna per sempre, il tuo Dio,

o Sion, di generazione in generazione. R.

 

Seconda Lettura

Dio ha scelto ciò che è debole per il mondo.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo

ai Corinzi (1,26-31)

Considerate la vostra chiamata, fratelli: non

ci sono fra voi molti sapienti dal punto di

vista umano, né molti potenti, né molti nobili.

Ma quello che è stolto per il mondo, Dio lo

ha scelto per confondere i sapienti; quello

che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto

per confondere i forti; quello che è ignobile

e disprezzato per il mondo, quello che è nulla,

Dio lo ha scelto per ridurre al nulla le cose

che sono, perché nessuno possa vantarsi

di fronte a Dio.

Grazie a lui voi siete in Cristo Gesù,

il quale per noi è diventato sapienza per

opera di Dio, giustizia, santificazione

e redenzione, perché, come sta scritto,

chi si vanta, si vanti nel Signore.

Parola di Dio.

 

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

 

Rallegratevi ed esultate, perché grande

è la vostra ricompensa nei cieli. (Mt 5,12a)

 

Alleluia.

 

Vangelo

Beati i poveri in spirito.

Dal Vangelo secondo Matteo (5,1-12a) anno A.

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul

monte: si pose a sedere e si avvicinarono

a lui i suoi discepoli.

Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:

«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il

regno dei cieli.

Beati quelli che sono nel pianto, perché

saranno consolati.

Beati i miti, perché avranno in eredità la terra.

Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,

perché saranno saziati.

Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.

Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.

Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati

figli di Dio.

Beati i perseguitati per la giustizia, perché di

essi è il regno dei cieli.

Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno

e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro

di voi per causa mia.

Rallegratevi ed esultate, perché grande è la

vostra ricompensa nei cieli».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

L’agnello che porta il peccato del mondo,

il Figlio di Dio che ci viene incontro, che

porta l’annuncio nelle periferie della Storia,

là dove nessuno vuole stare, che ci invita

ad andare dietro di Lui, a pescare tutta

l’umanità che abita nei nostri cuori e nei

cuori altrui, oggi parla ai nostri cuori,

riassume tutta la logica di Dio in un’unica,

memorabile pagina.

Una pagina talmente destabilizzante da

essere insostenibile, dall’essere sconosciuta

alla maggior parte dei cristiani.

Forse perché troppo difficile o, comunque,

non applicabile.

Forse perché i predicatori stessi l’hanno

stravolta, riducendola ad una sorta di

illusorio elenco di buoni propositi etici.

Eppure la pagina delle beatitudini è fuoco

che divampa, a saperla leggere.

Perché racconta cosa pensa Dio della felicità.

E come si fa a raggiungerla.

Perché descrive, più di ogni altra pagina del

Vangelo, la profonda identità di Gesù.

Direi che vale la pena leggere con attenzione.

Forse la ragione per cui questa pagina è così

colpevolmente ignorata da noi cristiani è che,

ad una prima lettura superficiale, elogia la

sfortuna, esalta la sfiga.

Gesù definisce beati, cioè felici, coloro che sono

poveri, che piangono, che sono perseguitati.

Ma scherziamo?

Chi vive nella povertà o nel pianto, chi è

perseguitato non è felice.

È nella tristezza più cupa.

E il rischio, decisamente diffuso, è che,

leggendola, molti pensino che il cristianesimo

esalti il dolore, ci inviti alla sofferenza,

alla sopportazione.

Come se Gesù ci chiedesse di piegare la testa,

di andare avanti, sopportando ogni nefandezza,

quasi che la rassegnazione piacesse a Dio.

Non è così.

Dio non ama il dolore, né ci invita alla rassegnazione.

E quando Gesù parla di felicità, usa il verbo futuro.

Perché è verso il futuro che dobbiamo guardare

per essere felici.

Non ci aspetta una ricompensa per avere

sopportato il dolore.

Ma vivere in una certa logica, anche se costa

dolore, è la direzione giusta per entrare nella

felicità di Dio.

Beati i poveri in spirito, perché di essi è il

regno dei cieli.

Beati quelli che sperimentano il proprio limite

senza ignorarlo, minimizzarlo, enfatizzarlo.

Beati coloro che sanno che le risposte alle tante

domande che sorgono dal nostro cuore non

sono dentro di noi ma fuori di noi, in Dio.

Beati coloro che non vivono nell’apparenza,

facendo finta di essere migliori di ciò che

sono, ma che hanno il coraggio di accogliere

anche le ombre, di sperimentare la povertà

interiore, perché quella è l’unica strada per

lasciar spazio a Dio.

Beati quelli che sono nel pianto, perché

saranno consolati.

Beati coloro che non si piangono addosso,

che non passano il tempo a lamentarsi, che

non si sentono perseguitati da Dio o dagli

altri, che non vivono passivamente il dolore.

Beati coloro che si lasciano consolare,

non compatire.

Che sanno mettersi in relazione con gli altri

per non stare da soli.

Che guardano oltre alla sofferenza

che sperimentano.

Beato chi scopre che la vita è preziosa agli

occhi di Dio, che nessun uomo, mai, è solo

e abbandonato, che anche i capelli del nostro

capo sono contati (Mt 10,30) e le lacrime

raccolte (Sal 56,9), perché il Dio di Gesù

protegge i passeri che si vendono per due

spiccioli (Lc 12,6).

La sofferenza, allora, non è la parola

definitiva della vita.

Di nessuna vita.

Beati i miti, perché avranno in eredità la terra.

Beati quelli che vedono sempre il lato buono

delle cose, e usano parole e pensieri di luce,

di pace, di mitezza.

Senza essere svaporati, senza essere degli illusi,

senza essere delle vittime passive.

Beati coloro che cercano sempre di cucire,

non di strappare, di gettare ponti, non di erigere

muri, perché la terra è loro eredità, un terra abitata,

non un cimitero deserto.

Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,

perché saranno saziati.

Beati quelli che non cedono alle tante ingiustizie

che nascono dall’animo umano incline alla tenebra.

Beati quelli che non commettono ingiustizia e

cercano di essere retti davanti a Dio e agli uomini.

Beati quelli che ancora desiderano perché il loro

desiderio sarà colmato.

Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.

Beati quelli che, come Dio, guardano alla miseria col

cuore, che non giudicano sé e gli altri impietosamente,

che chiedono responsabilità e coerenza ma che non

fanno della giustizia un idolo.

Se giudicano gli altri con verità e compassione

troveranno verità e compassione per loro stessi.

Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.

Beati quelli che non vedono il male ovunque,

che non usano malizia nei loro giudizi, che

non vivono nell’inganno.

Per vedere Dio necessitiamo di un cuore

trasparente e puro, come il suo.

Uno sguardo torbido non vede mai lo

sguardo di Dio.

Beati gli operatori di pace, perché saranno

chiamati figli di Dio.

Beati quelli che non cedono all’odio e alla

violenza, che costruiscono la pace a partire

dal proprio cuore, che non si lasciano

divorare dalla rabbia.

Sono chiamati e sono figli di Dio anche se

appartengono ad altre fedi, ad altre convinzioni,

perché solo il vero volto di Dio suscita desideri

di pace nel cuore delle persone.

Beati i perseguitati per la giustizia, perché di

essi è il regno dei cieli.

Beati voi quando vi insulteranno, vi

perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni

sorta di male contro di voi per causa mia.

Rallegratevi ed esultate, perché grande è la

vostra ricompensa nei cieli.

Così infatti perseguitarono i profeti che

furono prima di voi.

Beati quelli che si assumono le proprie

responsabilità, che non scaricano sugli altri,

che hanno il coraggio di pagare fino in fondo

le proprie scelte, e anche i propri errori.

Beati i discepoli che non rinnegano la loro

fede per paura.

Ecco, così ha vissuto Gesù, lo sappiamo.

È morto perché ha vissuto fino all’ultimo

queste beatitudini.

E ora tocca a noi, se vogliamo.

Giorno per giorno, un pezzo di beatitudine

alla volta, per cambiare il nostro cuore,

per convertire noi stessi e il mondo.

Noi poveri, che non ci fermiamo al pianto,

miti, assetati di giustizia, misericordiosi,

trasparenti, pacificati, disposti a portare le

conseguenze delle nostre scelte.

La sfida è lanciata.

O Gesù è un folle senza speranza, o ha ragione.

Allora vale la pena di rischiare.

E di seguirlo.

Certo amici, dobbiamo rischiare se

vogliamo vivere nelle beatitudini,

buona Domenica Fausto.