Perché Dio si è fatto
uomo.
È la domanda che mi sono posto tante volte, ma ancora di più me lo
sono chiesto in questi giorni in cui ero ricoverato all'ospedale.
Ma è la domanda che forse
vogliamo emerga in questo nostro Natale?
Perché, a essere onesti, dobbiamo
ammettere che il Natale un pò
ci è stato rubato.
E, tragicamente, non abbiamo
nemmeno sporto denuncia, non ci
siamo mossi per cercare di
recuperarlo.
In fondo va bene così come è
diventato; la festa della bontà più
zuccherosa e banale, un
collettivo e vago richiamo alla tenerezza
che si dimentica il giorno dopo, l’apoteosi
dei luoghi comuni sulla
famiglia, sul volersi bene,
sull’emozione natalizia.
Una grande festa di compleanno,
in cui l’unico a non essere invitato
è il festeggiato.
Un Natale senza Gesù; un vero
delirio.
Eppure a questo siamo giunti.
Per una scorretta idea che ci
siamo fatti riguardo al politicamente
corretto; è scorretto parlare di
temi di fede che potrebbero urtare
altre opinioni, (in certe scuole
non si fa il presepe e non si cantano
canzoni natalizie, per non
mettere a disagio i bimbi di altre religioni)!
Da ridere, se non ci fosse da
piangere.
Come se Gesù non fosse presente
nel Corano e venerato come un
grande profeta dai musulmani,
come se non fosse rispettato per
la sua grandezza morale dagli
induisti o dai buddisti.
Come se fosse offensivo ricordare
che festeggiamo il Natale, proprio
perché è il giorno in cui
facciamo memoria della nascita di Cristo.
Vorrei me lo
spiegassero quelle pseudo maestre delle scuole in cui
non bisogna parlare del
Natale ai bambini, e ce ne sono tante
purtroppo, (visto che
vi sentite intelligenti, spiegatemi, vi prego,
perché volete abolirlo
e privare i bimbi delle gioie che infonde
il Natale), grazie.
Quanto è triste non assistere
alle recite natalizie nelle scuole.
Piene di generici inviti alla
bontà, ma svuotate di storia e di speranza!
Quanta ipocrisia e falso senso
del rispetto delle idee altrui rivela
il nascondere le proprie.
Forse il fatto è che spaventa
quel Neonato, irrita e disturba.
Ci inquieta anche solo immaginare
che Dio, davvero, abbia deposto
il suo abito di eternità per
rivestire quello lacero e sporco dell’umanità.
Perciò, se preso sul serio, il
Natale ci mette in crisi; ci interroga.
Dio che si fa accessibile,
incontrabile, neonato fragile e indifeso,
demolisce i nostri infiniti
pregiudizi su Dio.
Dio è lontano.
Dio si disinteressa di noi.
Dio è misterioso e cupo, lunatico
e incomprensibile.
Dio vede e non interviene, lascia
morire di fame i bambini.
Dio non ferma le guerre e i
terroristi.
Dio fa morire di cancro la
giovane mamma e tiene in vita
l’omicida spietato.
Un Dio pasticcione e inquietante.
Crediamo tutti noi, o sbaglio?
Anche quello di noi cattolici che
crediamo senza mai porci una
domanda, senza un fremito, senza
un sussulto, senza convinzione,
me compreso, amici.
Crediamo come le pietre, non
saldi, ma freddi e inanimati.
Cos’ha a che vedere, questo
Neonato che si allatta all’acerbo
seno di un’adolescente, con
l’orribile idea di Dio che
portiamo nel cuore?
Mi e ci disturba il Natale,
diciamoci la verità.
Perciò lo abbiamo annacquato,
sminuito, svenduto.
Perciò, in fondo, va bene
renderlo innocuo.
Meglio anestetizzato, meglio
normalizzato.
Meglio ridurlo a una intensa
emozione che dura qualche ora.
È certamente più simpatico il
panciuto Babbo Natale, frutto
dell’intuizione geniale di un
addetto al marketing di una nota
bevanda gassata, rispetto allo
sciocco bambinello.
È inconcepibile un Natale come
alle origini.
Un Natale vero; teologico e
forte.
Un Natale che scuota l’anima, che
ci illumini.
Troppo forte, siamo onesti.
Meglio una Messa frettolosa,
magari nella notte, fa più tradizione,
scambio di auguri frettolosi ed
una grande abbuffata, chiuso il Natale.
Perché, sarebbe davvero un guaio
se ci convertisse.
Se ci spingesse oltre la soglia
della fede.
Se ci cambiasse la vita.
Eppure Dio è diventato uomo
esattamente per cambiare la nostra vita.
Per svelarci chi è Lui.
Perché vedendo Lui, capiamo chi
siamo noi; chi sono io.
Impasto di fango plasmato a
immagine di Dio; e riempito d’anima.
Dio diventa uomo per salvarci dai
peccati, come hanno scritto i padri
della Chiesa latina.
Dio diventa uomo perché l’uomo
diventi come Dio, come hanno
scritto i padri della Chiesa
d’Oriente.
Dio diventa uomo, aggiungo io,
perché, l’uomo, finalmente, impari
a diventare uomo.
Sì; Dio si è fatto uomo.
Visto che non riuscivamo ad avere
un’idea corretta di Lui, come
scrive il teologo san Tommaso
d’Aquino.
Nonostante i profeti, le
Scritture e le meraviglie del cosmo.
E la coscienza che, dalla
nascita, si stupisce dell’esistenza senza
darsi una risposta.
Nonostante tutto eravamo zoppi e
ciechi, incapaci di capire.
Un passo avanti e dieci indietro.
Stupiti dal volto di Dio rivelato
dai profeti biblici, salvo poi
stravolgerlo e piegarlo ai nostri
appetiti, alle nostre paure
e alla menzogna.
Un Dio diventato idolo e
fantoccio per giustificare le guerre
e mascherare le ingiustizie.
Dio non ne poteva più di essere
continuamente sfigurato.
Così ha deciso.
È venuto pe raccontarsi
Così che nessuno potesse più
mistificare il suo vero volto.
O, almeno, quella era
la sua idea.
Forse, amici, ho capito
qualche cosa di Dio, o almeno lo spero.
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