Della 33° settimana del Tempo Ordinario.
Sant' Alberto
Magno, Vescovo e dottore della Chiesa.
Prima Lettura
Se qualcuno ascolta
la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui.
Dal libro
dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo (3,1-6.14-22)
Io Giovanni, udii il
Signore che mi diceva: «All’angelo della Chiesa che è a
Sardi scrivi: “Così
parla Colui che possiede i sette spiriti di Dio e le sette stelle.
Conosco le tue opere;
ti si crede vivo, e sei morto.
Sii vigilante,
rinvigorisci ciò che rimane e sta per morire, perché non ho trovato
perfette le tue opere
davanti al mio Dio.
Ricorda dunque come
hai ricevuto e ascoltato la Parola, custodiscila e convèrtiti
perché, se non sarai
vigilante, verrò come un ladro, senza che tu sappia a che
ora io verrò da te.
Tuttavia a Sardi vi
sono alcuni che non hanno macchiato le loro vesti; essi
cammineranno con me in
vesti bianche, perché ne sono degni.
Il vincitore sarà
vestito di bianche vesti; non cancellerò il suo nome dal libro
della vita, ma lo
riconoscerò davanti al Padre mio e davanti ai suoi angeli.
Chi ha orecchi,
ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese”.
All’angelo della
Chiesa che è a Laodicèa scrivi:
“Così parla l’Amen, il
Testimone degno di fede e veritiero, il Principio
della creazione di
Dio. Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo.
Magari tu fossi freddo
o caldo!
Ma poiché sei tiepido,
non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti
dalla mia bocca.
Tu dici: Sono ricco,
mi sono arricchito, non ho bisogno di nulla.
Ma non sai di essere
un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo.
Ti consiglio di
comperare da me oro purificato dal fuoco per diventare ricco,
e abiti bianchi per
vestirti e perché non appaia la tua vergognosa nudità,
e collirio per ungerti
gli occhi e recuperare la vista.
Io, tutti quelli che
amo, li rimprovero e li educo.
Sii dunque zelante e
convèrtiti.
Ecco: sto alla porta e
busso.
Se qualcuno ascolta la
mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò
con lui ed egli con
me.
Il vincitore lo farò
sedere con me, sul mio trono, come anche io ho vinto
e siedo con il Padre
mio sul suo trono.
Chi ha orecchi,
ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese”».
Parola di Dio.
Vangelo
Il Figlio dell’uomo
era venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto.
Dal Vangelo secondo
Luca (19,1-10) anno pari.
In quel tempo, Gesù
entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando,
quand’ecco un uomo, di
nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava
di vedere chi era
Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era
piccolo di statura.
Allora corse avanti e,
per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché
doveva passare di là.
Quando giunse sul
luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi
subito, perché oggi
devo fermarmi a casa tua».
Scese in fretta e lo
accolse pieno di gioia.
Vedendo ciò, tutti
mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
Ma Zacchèo, alzatosi,
disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che
possiedo ai poveri e,
se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
Gesù gli rispose:
«Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli
è figlio di Abramo.
Il Figlio dell’uomo
infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
Parola del Signore.
Meditazione personale
sul Vangelo di oggi.
Luca esagera, come sempre.
Pone al cuore del suo Vangelo la
conversione impossibile, il discepolato
folle, la chiamata dell’impresentabile.
Gesù salva colui che nessuno
voleva salvare, che nessuno poteva salvare,
che nessuno avrebbe saputo come
salvare.
Eccetto Dio.
Accade, certo che accade.
Accade che Zaccheo, capo dei
peccatori, curioso, salga su un albero per
vedere senza essere visto.
E Gesù lo stana come si stana un
predatore nascosto.
Non si aspettava nessuna
salvezza, Zaccheo, abituato agli sguardi gonfi di odio
dei suoi concittadini,
impassibile davanti agli sputi che i farisei gli rivolgevano.
Impassibile e indurito finché non
ha incontrato l’unico sguardo che non lo
giudicava, dimostrandogli amore.
Scende Zaccheo, scende in fretta
perché il profeta vuole andare a casa sua.
Senza condizioni. Senza giudizi.
Senza moralismi.
Scende perché si sente amato,
accoglie perché si sente accolto.
E si scava la fossa con le sue
mani; andrà in rovina restituendo tutto
ciò che ha rubato.
Ma che gli importa, ora?
Così è quel folle di Dio; perdona
prima che ci convertiamo.
Anzi; il suo perdono suscita la
nostra conversione, la suscita, la fa fiorire.
Che bellissimo fioraio che è il
Signore, e a noi insegna il modo per poter
rifiorire, “la preghiera”.
Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo
regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo
così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai
nostri debitori, e non
abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di
grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel
principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli.
Amen.
Buona giornata, Fausto.
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