Della 7° settimana del Tempo di Pasqua.
Santi Carlo Lwanga
e compagni martiri.
Prima Lettura
Si trattava di un
certo Gesù, morto, che Paolo sosteneva essere vivo.
Dagli Atti degli
Apostoli (25,13-21)
In quei giorni,
arrivarono a Cesarèa il re Agrippa e Berenìce e vennero
a salutare Festo.
E poiché si
trattennero parecchi giorni, Festo espose al re le accuse contro
Paolo, dicendo: «C'è un uomo, lasciato qui prigioniero da
Felice, contro
il quale, durante la
mia visita a Gerusalemme, si presentarono i capi dei
sacerdoti e gli
anziani dei Giudei per chiederne la condanna.
Risposi loro che i
Romani non usano consegnare una persona, prima che
l'accusato sia messo a
confronto con i suoi accusatori e possa aver modo
di difendersi
dall'accusa.
Allora essi vennero
qui e io, senza indugi, il giorno seguente sedetti in
tribunale e ordinai
che vi fosse condotto quell'uomo.
Quelli che lo
incolpavano gli si misero attorno, ma non portarono alcuna
accusa di quei crimini
che io immaginavo; avevano con lui alcune questioni
relative alla loro
religione e a un certo Gesù, morto, che Paolo sosteneva
essere vivo.
Perplesso di fronte a
simili controversie, chiesi se volesse andare a
Gerusalemme e là
essere giudicato di queste cose.
Ma Paolo si appellò
perché la sua causa fosse riservata al giudizio di
Augusto, e così
ordinai che fosse tenuto sotto custodia fino a quando
potrò inviarlo a
Cesare».
Parola di Dio.
Vangelo
Pasci i miei
agnelli, pasci le mie pecore.
Dal Vangelo secondo
Giovanni (21,15-19) anno pari.
In quel tempo, [quando
si fu manifestato ai discepoli ed] essi ebbero mangiato,
Gesù disse a Simon
Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?».
Gli rispose: «Certo,
Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci
i miei agnelli».
Gli disse di nuovo,
per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?».
Gli rispose: «Certo,
Signore, tu lo sai che ti voglio bene».
Gli disse: «Pascola le
mie pecore».
Gli disse per la terza
volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?».
Pietro rimase
addolorato che per la terza volta gli domandasse "Mi vuoi bene?",
e gli disse: «Signore,
tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene».
Gli rispose Gesù:
«Pasci le mie pecore.
In verità, in verità
io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi
dove volevi; ma quando
sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti
vestirà e ti porterà
dove tu non vuoi».
Questo disse per
indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio.
E, detto questo,
aggiunse: «Seguimi».
Parola del Signore.
Meditazione personale
sul Vangelo di oggi.
Nessuna infedeltà a Dio resta
impunita.
Ogni mancanza di comunione e di
amore nei suoi confronti va pagata.
Quello che è interessante, è
capire con quale moneta Dio vuole essere ripagato;
Pietro si è macchiato di una
infedeltà grave, rinnegando il Maestro la notte
tragica della cattura, e Gesù
vuole che egli ripari quel torto.
Ma quello che Gesù gli chiede, perché
si ricordi dell’offesa data, non è
né penitenza, né punizioni di
vario genere.
D’altro canto, quale penitenza si
potrebbe fare che basti a riparare il
rinnegamento del Figlio di Dio?
Gesù gli chiede solo amore.
Quell’amore negato dal triplice
rinnegamento, viene adesso, nuovamente
ribadito e rafforzato.
Anche quando compiamo i peccato
peggiori che ci allontanano da Dio e
dalla sua grazia, Egli non
pretende altro da noi, se non amarlo.
Coraggio amici, non è difficile
amare il Signore, facciamolo attraverso
la preghiera.
Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo
regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo
così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai
nostri debitori, e non
abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di
grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel
principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli.
Amen.
Buona giornata, Fausto.
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