Della 11° settimana del Tempo Ordinario.
San Gregorio
Giovanni Barbarigo, vescovo.
Prima lettura.
Avete ucciso
Zaccarìa tra il santuario e l'altare.
Dal secondo libro delle
Cronache (24,17-25).
Dopo la morte di
Ioiadà, i comandanti di Giuda andarono a prostrarsi davanti
al re, che allora
diede loro ascolto.
Costoro trascurarono
il tempio del Signore, Dio dei loro padri, per venerare
i pali sacri e gli
idoli.
Per questa loro colpa
l'ira di Dio fu su Giuda e su Gerusalemme.
Il Signore mandò loro
profeti perché li facessero ritornare a lui.
Questi testimoniavano
contro di loro, ma non furono ascoltati.
Allora lo spirito di
Dio investì Zaccarìa, figlio del sacerdote Ioiadà, che si alzò in
mezzo al popolo e
disse: «Dice Dio: "Perché trasgredite i comandi del Signore?
Per questo non avete
successo; poiché avete abbandonato il Signore, anch'egli
vi abbandona"».
Ma congiurarono contro
di lui e per ordine del re lo lapidarono nel cortile del
tempio del Signore.
Il re Ioas non si
ricordò del favore fattogli da Ioiadà, padre di Zaccarìa, ma ne
uccise il figlio, che
morendo disse: «Il Signore veda e ne chieda conto!».
All'inizio dell'anno
successivo salì contro Ioas l'esercito degli Aramei.
Essi vennero in Giuda
e a Gerusalemme, sterminarono fra il popolo tutti i
comandanti e inviarono
l'intero bottino al re di Damasco.
L'esercito degli
Aramei era venuto con pochi uomini, ma il Signore mise nelle
loro mani un grande
esercito, perché essi avevano abbandonato il Signore,
Dio dei loro padri.
Essi fecero giustizia
di Ioas.
Quando furono partiti,
lasciandolo gravemente malato, i suoi ministri
ordirono una congiura
contro di lui, perché aveva versato il sangue del
figlio del sacerdote
Ioiadà, e lo uccisero nel suo letto.
Così egli morì e lo
seppellirono nella Città di Davide, ma non nei sepolcri dei re.
Parola di Dio.
Vangelo.
Non preoccupatevi
del domani.
Vangelo secondo Matteo
(6,24-34) anno pari.
In quel tempo Gesù
disse ai suoi discepoli: «Nessuno può servire due padroni,
perché o odierà l'uno
e amerà l'altro, oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro.
Non potete servire Dio
e la ricchezza.
Perciò io vi dico: non
preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete
o berrete, né per il
vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse
più del cibo e il
corpo più del vestito?
Guardate gli uccelli
del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei
granai; eppure il
Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro?
E chi di voi, per
quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?
E per il vestito,
perché vi preoccupate?
Osservate come
crescono i gigli del campo: non faticano e non filano.
Eppure io vi dico che
neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come
uno di loro.
Ora, se Dio veste così
l'erba del campo, che oggi c'è e domani si getta nel
forno, non farà molto
di più per voi, gente di poca fede?
Non preoccupatevi dunque
dicendo: "Che cosa mangeremo?
Che cosa berremo? Che
cosa indosseremo?".
Di tutte queste cose
vanno in cerca i pagani.
Il Padre vostro
celeste, infatti, sa che ne avete bisogno.
Cercate invece,
anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste
cose vi saranno date
in aggiunta.
Non preoccupatevi
dunque del domani, perché il domani si preoccuperà
di se stesso.
A ciascun giorno basta
la sua pena».
Parola del Signore.
Meditazione personale
sul Vangelo di oggi.
Se leggessimo più spesso questo
brano, probabilmente avremmo meno bisogno
di ricorrere ad ansiolitici e
tranquillanti.
Quello che Gesù ci comunica qui,
è una grande serenità e pace.
Esse, paradossalmente, derivano
dalla comprensione del fatto che nelle nostre mani
non c’è nessun potere, tanto meno
quello di allungare la nostra vita di un solo istante.
Proprio questa consapevolezza
d’impotenza ci fa alzare gli occhi al cielo e ci fa
prendere coscienza del fatto che
Dio si prende cura di noi persino nelle cose più
pratiche e quotidiane.
Allora, il nostro unico impegno,
deve essere quello di ricercare il regno di Dio
e la sua giustizia; per il resto,
c’è chi pensa a noi.
Se abbiamo ancora paura del
futuro e di quanto potrebbe accaderci, significa
che dobbiamo ancora crescere
nella fiducia provvidente di Dio, ma per questo
possiamo farci aiutare dalla
preghiera.
Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo
regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo
così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai
nostri debitori, e non
abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di
grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio,
ora, e sempre,
nei secoli dei secoli.
Amen.
Buona giornata, Fausto.
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