venerdì 17 giugno 2022

Il Vangelo del Sabato 18 Giugno 2022

 

Della 11° settimana del Tempo Ordinario.

San Gregorio Giovanni Barbarigo, vescovo.

Prima lettura.

Avete ucciso Zaccarìa tra il santuario e l'altare.

Dal secondo libro delle Cronache (24,17-25).

Dopo la morte di Ioiadà, i comandanti di Giuda andarono a prostrarsi davanti

al re, che allora diede loro ascolto.

Costoro trascurarono il tempio del Signore, Dio dei loro padri, per venerare

i pali sacri e gli idoli.

Per questa loro colpa l'ira di Dio fu su Giuda e su Gerusalemme.

Il Signore mandò loro profeti perché li facessero ritornare a lui.

Questi testimoniavano contro di loro, ma non furono ascoltati.

Allora lo spirito di Dio investì Zaccarìa, figlio del sacerdote Ioiadà, che si alzò in

mezzo al popolo e disse: «Dice Dio: "Perché trasgredite i comandi del Signore?

Per questo non avete successo; poiché avete abbandonato il Signore, anch'egli

vi abbandona"».

Ma congiurarono contro di lui e per ordine del re lo lapidarono nel cortile del

tempio del Signore.

Il re Ioas non si ricordò del favore fattogli da Ioiadà, padre di Zaccarìa, ma ne

uccise il figlio, che morendo disse: «Il Signore veda e ne chieda conto!».

All'inizio dell'anno successivo salì contro Ioas l'esercito degli Aramei.

Essi vennero in Giuda e a Gerusalemme, sterminarono fra il popolo tutti i

comandanti e inviarono l'intero bottino al re di Damasco.

L'esercito degli Aramei era venuto con pochi uomini, ma il Signore mise nelle

loro mani un grande esercito, perché essi avevano abbandonato il Signore,

Dio dei loro padri.

Essi fecero giustizia di Ioas.

Quando furono partiti, lasciandolo gravemente malato, i suoi ministri

ordirono una congiura contro di lui, perché aveva versato il sangue del

figlio del sacerdote Ioiadà, e lo uccisero nel suo letto.

Così egli morì e lo seppellirono nella Città di Davide, ma non nei sepolcri dei re.

Parola di Dio.

Vangelo.

Non preoccupatevi del domani.

Vangelo secondo Matteo (6,24-34) anno pari.

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Nessuno può servire due padroni,

perché o odierà l'uno e amerà l'altro, oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro.

Non potete servire Dio e la ricchezza.

Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete

o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse

più del cibo e il corpo più del vestito?

Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei

granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro?

E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?

E per il vestito, perché vi preoccupate?

Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano.

Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come

uno di loro.

Ora, se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani si getta nel

forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede?

Non preoccupatevi dunque dicendo: "Che cosa mangeremo?

Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?".

Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani.

Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno.

Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste

cose vi saranno date in aggiunta.

Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà

di se stesso.

A ciascun giorno basta la sua pena».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Se leggessimo più spesso questo brano, probabilmente avremmo meno bisogno

di ricorrere ad ansiolitici e tranquillanti.

Quello che Gesù ci comunica qui, è una grande serenità e pace.

Esse, paradossalmente, derivano dalla comprensione del fatto che nelle nostre mani

non c’è nessun potere, tanto meno quello di allungare la nostra vita di un solo istante.

Proprio questa consapevolezza d’impotenza ci fa alzare gli occhi al cielo e ci fa

prendere coscienza del fatto che Dio si prende cura di noi persino nelle cose più

pratiche e quotidiane.

Allora, il nostro unico impegno, deve essere quello di ricercare il regno di Dio

e la sua giustizia; per il resto, c’è chi pensa a noi.

Se abbiamo ancora paura del futuro e di quanto potrebbe accaderci, significa

che dobbiamo ancora crescere nella fiducia provvidente di Dio, ma per questo

possiamo farci aiutare dalla preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

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