sabato 30 aprile 2022

Il Vangelo di Domenica 1 Maggio 2022

 

Della 3° Domenica del Tempo di Pasqua.

San Giuseppe, Lavoratore.

Prima Lettura

Di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo.

Dagli Atti degli Apostoli (5,27b-32.40b-41)

In quei giorni, il sommo sacerdote interrogò gli apostoli dicendo: «Non vi

avevamo espressamente proibito di insegnare in questo nome?

Ed ecco, avete riempito Gerusalemme del vostro insegnamento e volete far

ricadere su di noi il sangue di quest'uomo».

Rispose allora Pietro insieme agli apostoli: «Bisogna obbedire a Dio invece

che agli uomini.

Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avete ucciso appendendolo

a una croce.

Dio lo ha innalzato alla sua destra come capo e salvatore, per dare a Israele

conversione e perdono dei peccati.

E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a quelli

che gli obbediscono».

Fecero flagellare [gli apostoli] e ordinarono loro di non parlare nel nome di Gesù.

Quindi li rimisero in libertà.

Essi allora se ne andarono via dal Sinedrio, lieti di essere stati giudicati degni

di subire oltraggi per il nome di Gesù.

Parola di Dio.

Seconda Lettura

L’Agnello, che è stato immolato, è degno di ricevere potenza e ricchezza.

Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni Apostolo (5,11-14)

Io, Giovanni, vidi, e udii voci di molti angeli attorno al trono e agli esseri viventi

e agli anziani.

Il loro numero era miriadi di miriadi e migliaia di migliaia e dicevano a gran

voce: «L'Agnello, che è stato immolato, è degno di ricevere potenza e ricchezza,

sapienza e forza, onore, gloria e benedizione».

Tutte le creature nel cielo e sulla terra, sotto terra e nel mare, e tutti gli esseri

che vi si trovavano, udii che dicevano: «A Colui che siede sul trono e all'Agnello

lode, onore, gloria e potenza, nei secoli dei secoli».

E i quattro esseri viventi dicevano: «Amen».

E gli anziani si prostrarono in adorazione.

Parola di Dio.

Vangelo

Viene Gesù, prende il pane e lo dà loro, così pure il pesce.

Dal Vangelo secondo Giovanni (21,1-19) anno C.

In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade.

E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo,

Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli.

Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare».

Gli dissero: «Veniamo anche noi con te».

Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.

Quando già era l'alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti

che era Gesù.

Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?».

Gli risposero: «No».

Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete».

La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci.

Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!».

Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi,

perché era svestito, e si gettò in mare.

Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di

pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.

Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane.

Disse loro Gesù: «Portate un po' del pesce che avete preso ora».

Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di

centocinquantatré grossi pesci.

E benché fossero tanti, la rete non si squarciò.

Gesù disse loro: «Venite a mangiare».

E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano

bene che era il Signore.

Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce.

Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di

Giovanni, mi ami più di costoro?».

Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene».

Gli disse: «Pasci i miei agnelli».

Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?».

Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene».

Gli disse: «Pascola le mie pecore».

Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?».

Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?»,

e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene».

Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore.

In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi

dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà

e ti porterà dove tu non vuoi».

Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio.

E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Gesù è risorto.

Bene. Evviva.

Complimenti vivi. Un applauso.

Ma molti sono ancora nel sepolcro.

Irrigiditi come cadaveri.

Travolti dal dolore, come se l’anima si fosse indurita, senza emozioni,

senza desideri, senza sussulti.

Come se la resurrezione riguardasse altri, come se non fosse davvero per me.

Ne conosco molte di persone che vivono così la Pasqua.

Ancora, in questi giorni, da questo mio blog da cui medito il Vangelo, ho letto

delle pacate sofferenze di chi, travolto dagli eventi, o dal proprio limite, o dal

dolore fisico o spirituale, hanno vissuto una Pasqua solo di fede, solo di

ostinata volontà, solo di sforzo, solo di sangue.

Rimasti indietro, inesorabilmente.

Con l’anima claudicante.

Travolti, come se la resurrezione, in cui credono, e fermamente, non fosse per loro.

Proprio come è accaduto a Pietro.

L’ultimo degli apostoli ad essersi convertito.

Pietro arriva alla resurrezione con un macigno nel cuore.

La sua storia, la conosciamo tutti; Simone il pescatore chiamato a diventare

discepolo del falegname di Nazareth, i tre anni di entusiasmante sequela con

un crescendo di fama e di popolarità, la promessa fatta a Simone (a lui!) di

essere il referente del gruppo, il custode della fede, le gaffes incredibili di

Pietro che non riesce a moderare il suo temperamento troppo impulsivo e

sanguigno e, infine, la catastrofe della croce.

Pietro, nel cortile del Sinedrio, aveva negato di conoscere l’uomo che credeva

di amare e di servire fedelmente, senza incrinature, l’uomo e il Messia per

cui-diceva-avrebbe dato la vita.

Era bastata la domanda di una serva, di una pettegola, per far crollare le

fragili certezze del principe degli apostoli.

Poi l’arresto, il processo sommario, l’uccisione.

Anche Pietro, come tutti, era fuggito.

Riusciamo solo vagamente a capire quanto dolore, quanta desolazione,

quanto strazio aveva scosso la vita degli apostoli.

Pietro, sanguinante per la morte del Maestro e per la propria morte di

discepolo, era stato travolto dal suo peccato. E lì era rimasto.

Ma Gesù ora è risorto.

Ed è apparso ai discepoli; Pietro, insieme a Giovanni, è stato il primo a correre

alla tomba, ed è presente al Cenacolo alla sera di Pasqua, diversamente da

Tommaso; Luca accenna anche ad una apparizione privata a Pietro di cui non

abbiamo alcuna traccia.

Probabilmente non era andata granché bene.

Pietro è stato il più presente alle apparizioni del Risorto.

Ma nulla è accaduto, in lui, il suo cuore è rimasto duro e arido.

Gesù è vivo certo, ma non per lui.

Gesù è risorto e glorioso, vivo, ma lui, Pietro, è rimasto in quel cortile.

Pietro crede, certo.

Ma la sua fede non riesce a superare il suo fallimento.

Come succede a molti di noi, amici, io per primo.

L’inizio del Vangelo di oggi, descrive uno dei più tristi momenti del

Cristianesimo; Pietro torna a pescare.

L’ultima volta, tre anni prima, aveva incontrato sulla riva quel perdigiorno

che parlava del Regno di Dio.

Torna a pescare; come a dire; fine dell’avventura, della parentesi mistica,

si torna alla dura realtà.

Gli altri apostoli-teneri!-lo accompagnano sperando di risollevargli il morale.

E invece nulla, pesca infruttuosa; il sordo dolore di Pietro allontana anche i pesci.

Ma Gesù, come spesso accade, aspetta Pietro alla fine della notte.

Gesù ci aspetta sempre alla fine della notte. Di ogni notte.

Il clima è pesante.

Nessuno fiata mentre riassettano le reti.

Un silenzio rotto solo da quel rompiscatole che si avvicina per attaccare

bottone e chiede notizie sulla pesca.

Nessuno ha voglia di parlare la schiena curva, il capo chino, il cuore asciutto

e sanguinante.

«Riprendete il largo e gettate le reti»

Tutti si fermano.

Andrea guarda Giovanni che guarda Tommaso che guarda Pietro.

Come scusa? Cos’ha detto? Cosa?

Nessuno fiata, riprendono il largo, gettano le reti dalla parte debole e accade.

È Lui. Amami, Pietro

Il silenzio, ora, è gravido.

Gesù si comporta con naturalezza, scherza, ride, mangia con loro.

Poi tenta il tutto per tutto e prende da parte Pietro.

L’ultima volta che si erano visti era stato al sinedrio.

«Mi ami, Simone?»

«Come faccio ad amarti, Rabbì, come oso ancora dirtelo, come faccio?» pensa Pietro.

«Ti voglio bene» risponde Simone.

«Mi ami, Simone?»

«Basta, basta Signore, lo sai che non sono capace, piantala!» pensa Pietro.

«Ti voglio bene» risponde Simone.

«Mi vuoi bene, Simone?»

Pietro tace, ora. È scosso, ancora una volta.

È Gesù che abbassa il tiro, è Lui che si adegua alle nostre esigenze.

Pietro ha un groppo in gola.

A Gesù non importa nulla della fragilità di Pietro, né del suo tradimento,

non gli importa se non è all’altezza, non gli importa se non sarà capace.

Chiede a Pietro solo di amarlo come riesce.

«Cosa vuoi che ti dica, Maestro?

Tu sai tutto, tu mi conosci, sai quanto ti voglio bene».

Sorride, ora, il Signore. Sorride.

Pietro è pronto; saprà aiutare i fratelli poveri ora che ha accettato la sua

povertà, sarà un buon Papa.

Sorride il Signore e gli dice, come anche a tutti noi: «Seguimi».

È così amici, dopo una notte terribile, il Signore ci chiede se lo amiamo,

rispondiamogli di sì anche se abbiamo la morte nel cuore: “Seguiamolo nella

sua avventura, io l’ho fatto amici e non me ne pento, Santa Domenica Fausto. 

 

venerdì 29 aprile 2022

Il Vangelo del Sabato 30 Aprile 2022

 

Della 2° settimana del Tempo di Pasqua.

San Pio V, papa.

Prima Lettura

Scelsero sette uomini pieni di Spirito Santo.

Dagli Atti degli Apostoli (6,1-7)

In quei giorni, aumentando il numero dei discepoli, quelli di lingua greca

mormorarono contro quelli di lingua ebraica perché, nell'assistenza quotidiana,

venivano trascurate le loro vedove.

Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: «Non è giusto

che noi lasciamo da parte la parola di Dio per servire alle mense.

Dunque, fratelli, cercate fra voi sette uomini di buona reputazione, pieni di

Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico.

Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al servizio della Parola».

Piacque questa proposta a tutto il gruppo e scelsero Stefano, uomo pieno

di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timone, Parmenàs

e Nicola, un prosèlito di Antiòchia.

Li presentarono agli apostoli e, dopo aver pregato, imposero loro le mani.

E la parola di Dio si diffondeva e il numero dei discepoli a Gerusalemme

si moltiplicava grandemente; anche una grande moltitudine di sacerdoti

aderiva alla fede.

Parola di Dio.

Vangelo

Videro Gesù che camminava sul mare.

Dal Vangelo secondo Giovanni (6,16-21) anno pari.

Venuta la sera, i discepoli di Gesù scesero al mare, salirono in barca e si

avviarono verso l'altra riva del mare in direzione di Cafàrnao.

Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato,

perché soffiava un forte vento.

Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che

camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura.

Ma egli disse loro: «Sono io, non abbiate paura!».

Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva

alla quale erano diretti.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Prendiamo sulla barca della nostra vita il Signore.

Prendiamolo quando siamo in un momento di fatica, di difficoltà, di stordimento.

Quando abbiamo l’impressione di affondare con tutto ciò che siamo,

con i nostri sogni e le nostre certezze.

Quando la Chiesa cui apparteniamo e che amiamo, nonostante i limiti,

sembra essere travolta dalle acque minacciose della storia.

Quando qualcuno, sulla barca della Chiesa, ci mette impegno a bucare

lo scafo, facendolo affondare.

È quello il momento di prendere il Signore con noi, di portarlo con noi

nelle vicende quotidiane delle nostre piccole vite.

I discepoli hanno appena assistito allo strabiliante segno della moltiplicazione

dei pani ma ancora non hanno capito.

Se Dio è capace di sfamare migliaia di uomini adulti partendo dalla merenda

di un adolescente, come non riuscirà a sostenerci nel momento della difficoltà?

Ma siamo noi a dover guidare, Dio ci crede capaci di condurre le nostre vite in

mezzo alle onde minacciose.

Siamo noi, troppo spesso, a non credere di potercela fare.

Oggi il Signore Risorto ci raggiunge là dove siamo e ci chiede di fidarci,

di farlo salire.

Facciamolo, aiutandoci con la preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

giovedì 28 aprile 2022

Il Vangelo del Venerdì 29 Aprile 2022

 

Della 2° settimana del Tempo di Pasqua.

Santa Caterina da Siena, vergine e dottore della Chiesa,

patrona d’Italia e d’Europa.

Prima Lettura

Il sangue di Gesù ci purifica da ogni peccato.

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo (1,5-2,2)

Figlioli miei, questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che noi vi

annunciamo: Dio è luce e in lui non c'è tenebra alcuna.

Se diciamo di essere in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre,

siamo bugiardi e non mettiamo in pratica la verità.

Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli

uni con gli altri, e il sangue di Gesù, il Figlio suo, ci purifica da ogni peccato.

Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi.

Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto tanto da perdonarci

i peccati e purificarci da ogni iniquità.

Se diciamo di non avere peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola

non è in noi.

Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha

peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto.

È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri,

ma anche per quelli di tutto il mondo.

Parola di Dio.

Vangelo

Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.

Dal Vangelo secondo Matteo (11,25-30) anno pari.

In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra,

perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.

Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza.

Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre,

e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.

Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.

Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile

di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita.

Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Anche a poche ore dalla sua morte, Gesù manifesta con lucidità di conoscere

la situazione e, soprattutto, ciò che si muove nell’intimo di tutti coloro che gli

stanno accanto; essi non dovranno scandalizzarsi della sua sofferenza e della

sua morte; anzi, essa darà loro l’opportunità di comprendere la rivelazione più

alta riguardante il loro Maestro; il nome che Dio aveva rivelato a Mosè sul

Sinai; Io sono, Gesù lo attribuisce a se stesso.

Paradossalmente, essi lo capiranno proprio nel momento in cui il dolore e la

croce sembrano offuscare questa verità.

Questo ci fa comprendere come a volte il nostro approccio alla sofferenza e al

dolore sia sbagliato; a noi sembra che con la passione e la morte di Gesù tutto

sia finito, invece tutto è appena cominciato.

Apriamo la nostra mente e accogliamo il punto di vista di Dio che, anche se

spesso è diverso dal nostro, è quello veritiero.

Capisco, amici, che non è semplice, ci sono passato anch’io, ma abbiamo la

preghiera che ci può aiutare a comprendere.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

mercoledì 27 aprile 2022

Il Vangelo del Giovedì 28 Aprile 2022

 

Della 2° settimana del Tempo di Pasqua.

San Luigi Maria Grignon de Montfort, sacerdote.

Prima Lettura

Di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo.

Dagli Atti degli Apostoli (5,27-33)

In quei giorni, [il comandante e gli inservienti] condussero gli apostoli e li

presentarono nel sinedrio; il sommo sacerdote li interrogò dicendo: «Non

vi avevamo espressamente proibito di insegnare in questo nome?

Ed ecco, avete riempito Gerusalemme del vostro insegnamento e volete far

ricadere su di noi il sangue di quest'uomo».

Rispose allora Pietro insieme agli apostoli: «Bisogna obbedire a Dio invece

che agli uomini.

Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avete ucciso appendendolo

a una croce.

Dio lo ha innalzato alla sua destra come capo e salvatore, per dare a Israele

conversione e perdono dei peccati.

E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a

quelli che gli obbediscono».

All'udire queste cose essi si infuriarono e volevano metterli a morte.

Parola di Dio.

Vangelo

Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa.

Dal Vangelo secondo Giovanni (3,31-36) anno pari.

Chi viene dall'alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene

alla terra e parla secondo la terra.

Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti.

Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza.

Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero.

Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli

dà lo Spirito.

Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa.

Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà

la vita, ma l'ira di Dio rimane su di lui.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Gesù racconta ad uno spaesato Nicodemo il cuore del suo messaggio; Egli è

venuto per rendere testimonianza al Padre perché Lui e Dio sono una cosa sola.

Gesù vuole smontare l’idea approssimativa di Dio che l’uomo si è fatta,

ma anche l’idea a volte zoppicante che ne ha Israele.

Dio non è uno che ti premia se ti comporti osservando scrupolosamente i suoi

precetti, come pensavano i farisei, ma colui che desidera salvarti e opera

perché questa salvezza si realizzi.

Gesù manifesta il vero volto di Dio; siamo talmente abituati a questa

affermazione da non sobbalzare più quando la udiamo!

La domanda birichina da porci, allora, è sempre la stessa; il Dio in cui credo

è il Dio di Gesù?

Conosco molti cristiani che hanno una qualche idea religiosa ma che, spesso,

di Dio si fanno un’idea davvero orribile!

Tutta la nostra vita diventa una conversione dall’idea di Dio che portiamo nel

cuore a quella splendida e adulta raccontata da Gesù.

Leggere e meditare correttamente la Parola, scrutarne il significato animati dallo

Spirito e guidati dall’esperienza millenaria della comunità cristiana ci permette di

verificare continuamente la verità della nostra fede, se ci aiutiamo con la preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

martedì 26 aprile 2022

Il Vangelo del Mercoledì 27 Aprile 2022

 

Della 2° settimana del Tempo di Pasqua.

Prima Lettura

Ecco, gli uomini che avete messo in carcere si trovano nel tempio

a insegnare al popolo.

Dagli Atti degli Apostoli (5,17-26)

In quei giorni, si levò il sommo sacerdote con tutti quelli della sua parte,

cioè la setta dei sadducèi, pieni di gelosia, e, presi gli apostoli, li gettarono

nella prigione pubblica.

Ma, durante la notte, un angelo del Signore aprì le porte del carcere, li condusse

fuori e disse: «Andate e proclamate al popolo, nel tempio, tutte queste parole di vita».

Udito questo, entrarono nel tempio sul far del giorno e si misero a insegnare.

Quando arrivò il sommo sacerdote con quelli della sua parte, convocarono il

sinedrio, cioè tutto il senato dei figli d'Israele; mandarono quindi a prelevare

gli apostoli nella prigione.

Ma gli inservienti, giunti sul posto, non li trovarono nel carcere e tornarono a

riferire: «Abbiamo trovato la prigione scrupolosamente sbarrata e le guardie

che stavano davanti alle porte, ma, quando abbiamo aperto, non vi abbiamo

trovato nessuno».

Udite queste parole, il comandante delle guardie del tempio e i capi dei sacerdoti

si domandavano perplessi a loro riguardo che cosa fosse successo.

In quel momento arrivò un tale a riferire loro: «Ecco, gli uomini che avete messo

in carcere si trovano nel tempio a insegnare al popolo».

Allora il comandante uscì con gli inservienti e li condusse via, ma senza

violenza, per timore di essere lapidati dal popolo.

Parola di Dio.

Vangelo

Dio ha mandato il Figlio nel mondo, perchè il mondo sia salvato per mezzo di lui.

Dal Vangelo secondo Giovanni (3,16-21) anno pari.

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare

il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia

la vita eterna.

Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo,

ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.

Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato,

perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio.

E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato

più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie.

Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue

opere non vengano riprovate.

Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le

sue opere sono state fatte in Dio».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Dio ha talmente amato il mondo da mandare suo figlio a salvare il mondo.

Questa affermazione di Gesù raccolta da un tentennante Nicodemo, capo dei

farisei, e riconsegnata ai discepoli, diventa la chiave di lettura del progetto

divino sull’umanità.

Il nostro Dio ama e salva, desidera la nostra felicità più di quanto noi stessi

la sappiamo desiderare.

Dobbiamo abbandonare la nostra piccina idea di un Dio severo pronto

a coglierci in fallo.

Gesù ha dimostrato con la sua predicazione e con la sua vita che il suo Dio

è un padre/madre pieno di ogni tenerezza e compassione.

Ma Dio non è nemmeno un bonaccione, un innocuo Babbo Natale che dà

pacche sulle spalle.

La vita è una cosa seria e la felicità un percorso che richiede fatica e costanza;

la croce di Gesù testimonia, se ancora ce ne fosse bisogno, fino a che punto Dio

è disposto ad amarci e a collaborare alla nostra gioia.

Prendiamo molto sul serio il messaggio del Vangelo, siamo stati amati a caro

Prezzo; accogliamo la proposta di conversione del Signore, lasciamo che sia la

sua Parola a guidare i nostri passi, ad orientare le nostre scelte, attraverso l’aiuto

della preghiera.

Perché, oggi, viviamo da salvati!

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.