mercoledì 11 agosto 2021

Il Vangelo del Giovedì 12 Agosto 2021

 

Della 19° settimana del Tempo Ordinario.

Santa Giovanna Francesca de Chantal, religiosa.

Prima Lettura

L'arca dell'alleanza del Signore sta per attraversare il Giordano dinanzi a voi.

Dal libro di Giosuè (3,7-10.11.13-17)

In quei giorni, il Signore disse a Giosuè: «Oggi comincerò a renderti grande agli occhi

di tutto Israele, perché sappiano che, come sono stato con Mosè, così sarò con te.

Da parte tua, ordina ai sacerdoti che portano l'arca dell'alleanza: "Una volta

arrivati alla riva delle acque del Giordano, vi fermerete"».

Disse allora Giosuè agli Israeliti: «Venite qui ad ascoltare gli ordini del Signore,

vostro Dio».

Disse ancora Giosuè: «Da ciò saprete che in mezzo a voi vi è un Dio vivente:

proprio lui caccerà via dinanzi a voi il Cananeo, l'Ittita, l'Eveo, il Perizzita,

il Gergeseo, l'Amorreo e il Gebuseo.

Ecco, l'arca dell'alleanza del Signore di tutta la terra sta per attraversare il Giordano

dinanzi a voi. Quando le piante dei piedi dei sacerdoti che portano l'arca del Signore

di tutta la terra si poseranno nelle acque del Giordano, le acque del Giordano si

divideranno: l'acqua che scorre da monte si fermerà come un solo argine».

Quando il popolo levò le tende per attraversare il Giordano, i sacerdoti portavano

l'arca dell'alleanza davanti al popolo.

Appena i portatori dell'arca furono arrivati al Giordano e i piedi dei sacerdoti che

portavano l'arca si immersero al limite delle acque-il Giordano infatti è colmo fino

alle sponde durante tutto il tempo della mietitura-, le acque che scorrevano da monte

si fermarono e si levarono come un solo argine molto lungo a partire da Adam, la

città che è dalla parte di Sartàn.

Le acque che scorrevano verso il mare dell'Aràba, il Mar Morto, si staccarono

completamente.

Così il popolo attraversò di fronte a Gerico.

I sacerdoti che portavano l'arca dell'alleanza del Signore stettero fermi all'asciutto

in mezzo al Giordano, mentre tutto Israele attraversava all'asciutto, finché tutta la

gente non ebbe finito di attraversare il Giordano.

Parola di Dio.

Vangelo

Non ti dico fino a sette volte sette, ma fino a settanta volte sette.

Dal Vangelo secondo Matteo (18,21-19,1) anno dispari.

In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello

commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli?

Fino a sette volte?».

E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.

Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi.

Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva

diecimila talenti.

Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto

lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito.

Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: "Abbi pazienza con me

e ti restituirò ogni cosa".

Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.

Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari.

Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: "Restituisci quello che devi!".

Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: "Abbi pazienza con me

e ti restituirò".

Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non

avesse pagato il debito.

Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono

a riferire al loro padrone tutto l'accaduto.

Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: "Servo malvagio,

io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato.

Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?".

Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito

tutto il dovuto.

Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno

al proprio fratello».

Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione della

Giudea, al di là del Giordano.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Il Vangelo di oggi ci introduce nel difficile discorso sul perdono; siamo chiamati

a perdonare come Dio perdona, siamo chiamati a perdonare perché noi per primi

siamo stati perdonati.

Il discepolo scopre di essere perdonato dal Padre senza condizioni e questa scoperta

lo riempie di meraviglia e lo rende capace, a sua volta, di perdonare oltre ogni

ragionamento umano.

Non perdoniamo perché siamo migliori, né perdoniamo perché l’altro cambi in

conseguenza al nostro perdono.

Perdoniamo perché l’odio uccide noi che lo proviamo, non la persona verso cui

lo indirizziamo!

Perdoniamo per imitare il Padre, perdoniamo perché siamo tutti debitori gli uni

verso gli altri e il perdono ci rende liberi.

Il perdono non cancella il ricordo, non è un’amnesia.

A volte si dice; perdono ma non dimentico.

È ovvio che sia così!

Se una persona ha rovinato la mia vita, il solo vederla mi scuote e mi fa soffrire.

Il perdono non cancella l’esigenza della giustizia, ma non fa della giustizia un idolo.

Pietro, e noi, siamo invitati ad imitare il padrone che condona il nostro debito

immenso e perdonare coloro che a noi devono soltanto pochi soldi.

Sicuramente non è facile, perdonare, solo la preghiera ci può aiutare a riuscirci.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

 

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