Della 14° settimana del Tempo Ordinario.
Sante Rufina e
Seconda, martiri di Roma.
Prima lettura.
Dio verrà a
visitarvi e vi farà uscire da questa terra.
Dal libro della Gènesi
(49,29-33; 50,15-24)
In quei giorni,
Giacobbe diede quest'ordine ai suoi figli: «Io sto per essere riunito
ai miei antenati:
seppellitemi presso i miei padri nella caverna che è nel campo
di Efron l'Ittita,
nella caverna che si trova nel campo di Macpela di fronte a Mamre,
nella terra di Canaan,
quella che Abramo acquistò con il campo di Efron l'Ittita
come proprietà
sepolcrale.
Là seppellirono Abramo
e Sara sua moglie, là seppellirono Isacco e Rebecca sua
moglie e là seppellii
Lia.
La proprietà del campo
e della caverna che si trova in esso è stata acquistata dagli Ittiti».
Quando Giacobbe ebbe
finito di dare questo ordine ai figli, ritrasse i piedi nel letto
e spirò, e fu riunito
ai suoi antenati.
Ma i fratelli di
Giuseppe cominciarono ad aver paura, dato che il loro padre era
morto, e dissero:
«Chissà se Giuseppe non ci tratterà da nemici e non ci renderà
tutto il male che noi
gli abbiamo fatto?».
Allora mandarono a
dire a Giuseppe: «Tuo padre prima di morire ha dato quest'ordine: "Direte
a Giuseppe: Perdona il
delitto dei tuoi fratelli e il loro peccato, perché ti hanno fatto del
male!".
Perdona dunque il
delitto dei servi del Dio di tuo padre!».
Giuseppe pianse quando
gli si parlò così.
E i suoi fratelli
andarono e si gettarono a terra davanti a lui e dissero: «Eccoci tuoi
schiavi!».
Ma Giuseppe disse
loro: «Non temete.
Tengo io forse il
posto di Dio?
Se voi avevate tramato
del male contro di me, Dio ha pensato di farlo servire a un
bene, per compiere
quello che oggi si avvera: far vivere un popolo numeroso.
Dunque non temete, io
provvederò al sostentamento per voi e per i vostri bambini».
Così li consolò
parlando al loro cuore.
Giuseppe con la
famiglia di suo padre abitò in Egitto; egli visse centodieci anni.
Così Giuseppe vide i
figli di Èfraim fino alla terza generazione e anche i figli di
Machir, figlio di
Manasse, nacquero sulle ginocchia di Giuseppe.
Poi Giuseppe disse ai
fratelli: «Io sto per morire, ma Dio verrà certo a visitarvi
e vi farà uscire da
questa terra, verso la terra che egli ha promesso con giuramento
ad Abramo, a Isacco e
a Giacobbe».
Giuseppe fece giurare
ai figli d'Israele così: «Dio verrà certo a visitarvi e allora
voi porterete via di
qui le mie ossa».
Giuseppe morì all'età
di centodieci anni.
Parola di Dio.
Vangelo.
Non abbiate paura
di quelli che uccidono il corpo.
Dal Vangelo secondo Matteo
(10,24-33) anno dispari.
In quel tempo, disse
Gesù ai suoi apostoli: «Un discepolo non è più grande del
maestro, né un servo è
più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo
diventare come il suo
maestro e per il servo come il suo signore.
Se hanno chiamato
Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia!
Non abbiate dunque
paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà
svelato né di segreto
che non sarà conosciuto.
Quello che io vi dico
nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate
all'orecchio voi annunciatelo
dalle terrazze.
E non abbiate paura di
quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di
uccidere l'anima;
abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire
nella Geènna e l'anima
e il corpo.
Due passeri non si
vendono forse per un soldo?
Eppure nemmeno uno di
essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro.
Perfino i capelli del
vostro capo sono tutti contati.
Non abbiate dunque
paura: voi valete più di molti passeri!
Perciò chiunque mi
riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti
al Padre mio che è nei
cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io
lo rinnegherò davanti
al Padre mio che è nei cieli».
Parola del Signore.
Meditazione personale
sul Vangelo di oggi.
Quando Matteo scrive il suo
vangelo, probabilmente si sta già vivendo ciò che
Gesù aveva predetto, senza grandi
difficoltà profetiche vista l’aria che tirava!
Dopo la rivolta giudaica e il
successivo intervento di Roma, Gerusalemme viene
distrutta e il tempio raso al
suolo; la classe sacerdotale, fuggita in Galilea, raduna
le forze rimaste e inveisce
contro i romani e, contro i seguaci del Nazareno.
Così, d’improvviso, quella che
era considerata una costola della fede ebraica si
vede espulsa dalla sana dottrina,
proprio da quella classe sacerdotale e da quei
farisei che tanto duramente erano
stati contestati dalla predicazione di Gesù.
I cristiani si ritrovano ad
essere “scomunicati” dalla parte ufficiale del giudaismo
e perseguitati dai romani, in
quanto ebrei.
Davanti a tale doppia catastrofe,
le parole del Maestro e l’invito a non avere paura
di chi può uccidere il corpo ma
non l’anima, acquistano una attualità indesiderata.
Anche noi, oggi, corriamo il
rischio di subire qualche pressione o qualche presa in
giro perché viviamo la fede con
serietà e passione; non va di moda, oggi, essere cattolici.
Se davvero viviamo il Vangelo
fino in fondo, ci può capitare di fare delle scelte
non sempre capite o condivise,
pazienza, non era stato capito neanche Gesù, ma non
dobbiamo perdere la fiducia, ma
chiedere aiuto alla preghiera.
Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo
regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo
così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai
nostri debitori, e non
abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di
grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel
principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli.
Amen.
Buona giornata, Fausto.
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