lunedì 12 luglio 2021

Il Vangelo del Martedì 13 Luglio 2021

 

Della 15° settimana del Tempo Ordinario.

Sant'Enrico II, Imperatore.

Prima lettura.

Lo chiamò Mosè perché l’aveva tratto dalle acque; cresciuto in età,

egli si recò dai suoi fratelli.

Dal libro dell'Èsodo (2,1-15)

In quei giorni, un uomo della famiglia di Levi andò a prendere in moglie una

discendente di Levi.

La donna concepì e partorì un figlio; vide che era bello e lo tenne nascosto per tre mesi.

Ma non potendo tenerlo nascosto più oltre, prese per lui un cestello di papiro, lo spalmò

di bitume e di pece, vi adagiò il bambino e lo depose fra i giunchi sulla riva del Nilo.

La sorella del bambino si pose a osservare da lontano che cosa gli sarebbe accaduto.

Ora la figlia del faraone scese al Nilo per fare il bagno, mentre le sue ancelle

passeggiavano lungo la sponda del Nilo.

Ella vide il cestello fra i giunchi e mandò la sua schiava a prenderlo.

L'aprì e vide il bambino: ecco, il piccolo piangeva.

Ne ebbe compassione e disse: «È un bambino degli Ebrei».

La sorella del bambino disse allora alla figlia del faraone: «Devo andare a chiamarti

una nutrice tra le donne ebree, perché allatti per te il bambino?». «Va'», rispose

la figlia del faraone.

La fanciulla andò a chiamare la madre del bambino.

La figlia del faraone le disse: «Porta con te questo bambino e allattalo per me;

io ti darò un salario».

La donna prese il bambino e lo allattò.

Quando il bambino fu cresciuto, lo condusse alla figlia del faraone.

Egli fu per lei come un figlio e lo chiamò Mosè, dicendo: «Io l'ho tratto dalle acque!».

Un giorno Mosè, cresciuto in età, si recò dai suoi fratelli e notò i loro lavori forzati.

Vide un Egiziano che colpiva un Ebreo, uno dei suoi fratelli.

Voltatosi attorno e visto che non c'era nessuno, colpì a morte l'Egiziano e lo sotterrò nella sabbia.

Il giorno dopo uscì di nuovo e vide due Ebrei che litigavano; disse a quello che

aveva torto: «Perché percuoti il tuo fratello?».

Quegli rispose: «Chi ti ha costituito capo e giudice su di noi?

Pensi forse di potermi uccidere, come hai ucciso l'Egiziano?».

Allora Mosè ebbe paura e pensò: «Certamente la cosa si è risaputa».

Il faraone sentì parlare di questo fatto e fece cercare Mosè per metterlo a morte.

Allora Mosè fuggì lontano dal faraone e si fermò nel territorio di Madian.

Parola di Dio.

Vangelo.

Nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne e la terra di Sòdoma saranno trattate

meno duramente di voi.

Dal Vangelo secondo Matteo (11,20-24) anno dispari.

In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la

maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite:

«Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida!

Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi,

già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite.

Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno

duramente di voi.

E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo?

Fino agli inferi precipiterai!

Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te,

oggi essa esisterebbe ancora!

Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata

meno duramente di te!».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Il dolore di Gesù deborda.

Non si aspettava tanta durezza, tanta ostilità, tanta piccineria.

Venuto per annunciare la rivoluzione di Dio, la buona notizia della sua compagnia,

si ritrova a dover fare i conti con l’indifferenza, con la presunzione di chi pensa

di sapere già tutto, di essere salvo, di non avere bisogno di conversione.

Soffre, il Signore, soffre terribilmente.

E sbotta; come è possibile che la presunzione possa allontanare dalla salvezza?

Le città pagane che nella Bibbia sono diventate l’emblema della perdizione verranno

salvate, diversamente dalle città sante che si crogiolano nella loro ostentazione di sicurezza.

Oggi, Gesù, cosa direbbe delle nostre Chiese cristiane?

Delle nostre comunità sedute e arrivate, che vivono con insofferenza ogni

cambiamento, ogni forte invito alla conversione?

Cosa direbbe delle nostre parrocchie che rischiano di ridursi ad agenzie di servizi religiosi?

Delle nostre convinzioni inossidabili che, in realtà, sono un incrocio fra superstizioni

e modi di dire tradizionali?

Stiamo attenti, discepoli del Signore, a non ricevere lo stesso rimprovero, a non fare

della nostra fede un comodo cuscino su cui sedersi; per poi, nelle difficoltà, gridare al

Signore: “Cosa ho fatto di male per meritarmi questo?”!

Perciò, invece di sederci, inginocchiamoci e preghiamo.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

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