Della 8° settimana del Tempo Ordinario.
Sant’Agostino,
vescovo di Canterbury.
Prima Lettura.
Della gloria del
Signore sono piene le sue opere.
Dal libro del Siràcide
(42,15-26)
Ricorderò ora le opere
del Signore e descriverò quello che ho visto.
Per le parole del
Signore sussistono le sue opere, e il suo giudizio si compie
secondo il suo volere.
Il sole che risplende
vede tutto, della gloria del Signore sono piene le sue opere.
Neppure ai santi del
Signore è dato di narrare tutte le sue meraviglie, che il Signore,
l'Onnipotente, ha
stabilito perché l'universo stesse saldo nella sua gloria.
Egli scruta l'abisso e
il cuore, e penetra tutti i loro segreti.
L'Altissimo conosce
tutta la scienza e osserva i segni dei tempi, annunciando
le cose passate e future
e svelando le tracce di quelle nascoste.
Nessun pensiero gli
sfugge, neppure una parola gli è nascosta.
Ha disposto con ordine
le meraviglie della sua sapienza, egli solo è da sempre e per
sempre: nulla gli è
aggiunto e nulla gli è tolto, non ha bisogno di alcun consigliere.
Quanto sono amabili
tutte le sue opere!
E appena una scintilla
se ne può osservare.
Tutte queste cose
hanno vita e resteranno per sempre per tutte le necessità,
e tutte gli
obbediscono.
Tutte le cose sono a
due a due, una di fronte all'altra, egli non ha fatto nulla d'incompleto.
L'una conferma i pregi
dell'altra: chi si sazierà di contemplare la sua gloria?
Parola di Dio.
Vangelo.
Rabbunì, che io
veda di nuovo!
Dal Vangelo secondo
Marco (10,46-52) anno dispari.
In quel tempo, mentre
Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla,
il figlio di Timèo,
Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare.
Sentendo che era Gesù
Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide,
Gesù, abbi pietà di
me!».
Molti lo
rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di
Davide, abbi pietà di
me!».
Gesù si fermò e disse:
«Chiamatelo!».
Chiamarono il cieco,
dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!».
Egli, gettato via il
suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
Allora Gesù gli disse:
«Che cosa vuoi che io faccia per te?».
E il cieco gli
rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!».
E Gesù gli disse:
«Va', la tua fede ti ha salvato».
E subito vide di nuovo
e lo seguiva lungo la strada.
Parola del Signore.
Meditazione personale
sul Vangelo di oggi.
Diversamente dal giovane ricco
che ha paura di perdere le certezze che ha,
diversamente dai discepoli
atterriti dall’idea di dover subire persecuzione
e dagli apostoli che litigano per
i primi posti, il modello del credente diventa
Bartimeo, cieco che mendica
all’uscita di Gerico, sperando di avere una moneta
dai pellegrini che stanno
affrontando l’ultima tappa per salire a Gerusalemme.
Meno di trenta chilometri separano
ormai Gesù dalla sua morte.
E sul ciglio della strada il
cieco, immagine simbolo di ognuno di noi, compie ciò
che noi fatichiamo a fare; grida
il suo dolore, elemosina consapevole di non avere
in sé la luce, chiede anche
quando tutti gli dicono (anche gli uomini di Chiesa!) che
è meglio tacere.
E il Signore lo ascolta, lo
accoglie, lo chiama.
Anche noi, come gli apostoli,
siamo chiamati a dire ad ogni uomo di avere coraggio
perché il Signore ci chiama a
salvezza.
E così avviene; Bartimeo getta
via il mantello che tiene sul grembo per raccogliere le
monete, l’unica cosa che ha, per
diventare discepolo.
Il punito da Dio diventa il
modello per ogni discepolato.
Colui che deve dipendere dagli
altri diventa l’unico che ha capito cosa fare.
Riusciamo ad assomigliarli almeno
un po; se fatichiamo, chiediamo aiuto alla preghiera.
Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo
regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo
così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai
nostri debitori, e non
abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di
grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel
principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli.
Amen.
Buona giornata, Fausto.
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