domenica 31 gennaio 2021

Il Vangelo del Lunedì 1 Febbraio 2021

 

Della 4° settimana del Tempo Ordinario.

Santa Brigida d'Irlanda.

Prima lettura dalla lettera agli Ebrei (11,32-40)

Fratelli, che dirò ancora?

Mi mancherebbe il tempo se volessi narrare di Gedeone, di Barak, di Sansone,

di Iefte, di Davide, di Samuèle e dei profeti; per fede, essi conquistarono regni,

esercitarono la giustizia, ottennero ciò che era stato promesso, chiusero le fauci

dei leoni, spensero la violenza del fuoco, sfuggirono alla lama della spada,

trassero vigore dalla loro debolezza, divennero forti in guerra, respinsero

invasioni di stranieri.

Alcune donne riebbero, per risurrezione, i loro morti.

Altri, poi, furono torturati, non accettando la liberazione loro offerta,

per ottenere una migliore risurrezione.

Altri, infine, subirono insulti e flagelli, catene e prigionia.

Furono lapidati, torturati, tagliati in due, furono uccisi di spada, andarono in giro

coperti di pelli di pecora e di capra, bisognosi, tribolati, maltrattati-di loro il mondo

non era degno!-, vaganti per i deserti, sui monti, tra le caverne e le spelonche della terra.

Tutti costoro, pur essendo stati approvati a causa della loro fede, non ottennero ciò

che era stato loro promesso: Dio infatti per noi aveva predisposto qualcosa di meglio,

affinché essi non ottenessero la perfezione senza di noi.

Parola di Dio.

Dal Vangelo secondo Marco (5,1-20) anno dispari.

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all'altra riva del mare,

nel paese dei Gerasèni.

Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da

uno spirito impuro.

Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche

con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato

le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo.

Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si

percuoteva con pietre.

Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce,

disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo?

Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!».

Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest'uomo!».

E gli domandò: «Qual è il tuo nome?».

«Il mio nome è Legione-gli rispose-perché siamo in molti».

E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese.

C'era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo.

E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi».

Glielo permise.

E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si

precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare.

I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne

e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto.

Giunsero da Gesù, videro l'indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che

era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura.

Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all'indemoniato

e il fatto dei porci.

Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio.

Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava

di poter restare con lui.

Non glielo permise, ma gli disse: «Va' nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò

che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te».

Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva

fatto per lui e tutti erano meravigliati.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

È furioso, l’indemoniato, sconquassato da una schizofrenia profonda, in lui

abita una moltitudine.

I suoi concittadini, intimoriti dalle sue intemperanze, lo hanno relegato nel

cimitero del paese, lontano dal borgo, dopo avere tentato di incatenarlo.

Che vita terribile è quella di quest’uomo!

Al tempo di Gesù molte manifestazioni incomprensibili erano legate al demonio,

anche eventi patologici come le malattie psichiatriche.

E Marco, nei suoi racconti, ci descrive sempre degli indemoniati feroci con loro

stessi che si fanno del male, si percuotono, si gettano nelle fiamme.

Come a lasciar intendere che chi si fa del male è in preda alla tenebra, così la

depressione, la sfiducia di sé, l’autolesionismo.

Gesù prende a cuore il destino di questo pover’uomo che abita fra le tombe e lo libera.

Se una parte di noi stessi tende ad affossarci o ad esaltarci inopinatamente, se siamo

oppressi dall’immagine di noi stessi che proviene dalla paura o dall’arroganza,

Gesù ci guarisce e ci ridona dignità e libertà.

Non così i concittadini dell’ex-indemoniato, molto più preoccupati dalla perdita

dei maiali che dalla miracolosa guarigione del loro amico!

Ecco il grave errore che facciamo spesso anche noi, impariamo da Gesù, non

dobbiamo avere paura, ma preghiamo.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

sabato 30 gennaio 2021

Il Vangelo di Domenica 31 Gennaio 2021

 

Della 4° Domenica del Tempo Ordinario.

San Giovanni Bosco, Sacerdote.

Prima lettura dal libro del Deuteronòmio (18,15-20)

Mosè parlò al popolo dicendo: «Il Signore, tuo Dio, susciterà per te, in mezzo

a te, tra i tuoi fratelli, un profeta pari a me.

A lui darete ascolto.

Avrai così quanto hai chiesto al Signore, tuo Dio, sull'Oreb, il giorno dell'assemblea,

dicendo: "Che io non oda più la voce del Signore, mio Dio, e non veda più questo

grande fuoco, perché non muoia".

Il Signore mi rispose: "Quello che hanno detto, va bene.

Io susciterò loro un profeta in mezzo ai loro fratelli e gli porrò in bocca le mie

parole ed egli dirà loro quanto io gli comanderò.

Se qualcuno non ascolterà le parole che egli dirà in mio nome, io gliene domanderò conto.

Ma il profeta che avrà la presunzione di dire in mio nome una cosa che io non gli ho

comandato di dire, o che parlerà in nome di altri dèi, quel profeta dovrà morire"».

Parola di Dio.

Seconda lettura dalla prima lettera di san Paolo ai Corìnzi (7,32-35)

Fratelli, io vorrei che foste senza preoccupazioni: chi non è sposato si preoccupa

delle cose del Signore, come possa piacere al Signore; chi è sposato invece si

preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere alla moglie, e si trova diviso!

Così la donna non sposata, come la vergine, si preoccupa delle cose del Signore,

per essere santa nel corpo e nello spirito; la donna sposata invece si preoccupa

delle cose del mondo, come possa piacere al marito.

Questo lo dico per il vostro bene: non per gettarvi un laccio, ma perché vi

comportiate degnamente e restiate fedeli al Signore, senza deviazioni.

Parola di Dio.

Dal Vangelo secondo Marco (1,21-28) anno B.

In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava.

Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno

che ha autorità, e non come gli scribi.

Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro

e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno?

Sei venuto a rovinarci?

Io so chi tu sei: il santo di Dio!».

E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!».

E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.

Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo?

Un insegnamento nuovo, dato con autorità.

Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».

La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Lasciamo le reti, diventiamo pescatori di umanità, allora.

Facciamolo non nel chiuso delle sacrestie ma presso i confini, sulle spiagge che

separano la terra certa dal mare tempestoso perché il nostro è il Dio dei confini

che inizia la sua predicazione quando tutti dicono di smettere.

Facciamolo sul serio, seguendo il Cristo.

Impariamo a diventare discepoli abbandonando le lentezze, rinnovando le

abitudini, risvegliando l’entusiasmo.

Facciamolo in compagnia del Pietro che lo Spirito, ora, ci ha messo accanto.

Un Pietro che, nonostante i mille giudizi mondani, positivi e negativi, nonostante

le dietrologie, raduna con la sua testimonianza sette milioni di persone, il più

grande assembramento nella storia dell’umanità.

E, oggi, il primo Pietro, attraverso la penna del suo discepolo Marco evangelista,

inizia il racconto della predicazione di Gesù con la più provocante delle provocazioni.

Il primo miracolo dello sconosciuto rabbì avviene a Cafarnao.

Guarisce un indemoniato.

Dentro la sinagoga.

Oggi si parla male e a sproposito del demonio, anche in casa cattolica.

È diventato una specie di eroe romantico, esaltato da alcuni, temuto da altri.

Una figura tragica che suscita curiosità e interesse, innalzato a struggente modello

negativo da una forte corrente di pensiero che fa presa soprattutto sugli adolescenti.

Spaventa, attira e inquieta.

E tranquillizza le coscienze.

Sì, avete capito bene; l’eccessiva attenzione al demonio paradossalmente lo

favorisce e, quel che è peggio, stravolge la visione biblica sulla tentazione.

Caricando di eccessiva importanza il male a scapito del bene, rischiamo di

deresponsabilizzare la coscienza e la scelta personale.

L’opera del Maligno (che esiste ed è meno goffo e caricaturale di come ce lo

immaginiamo) consiste esattamente nell’intorbidire le acque, nel girare la frittata,

nell’ingigantire il particolare a scapito della visione d’insieme, nello sminuire

o offuscare le conseguenze catastrofiche delle nostre scelte.

Il demonio ci fa credere di essere peggiori di come possiamo essere veramente.

E che tutto ciò sia inevitabile.

Che c’entri con noi?

Uno dei presenti, che fino ad allora non ha dato alcun segno di stranezza,

dà in escandescenze e inizia ad urlare.

E ciò che dice è la sintesi di come non deve diventare la fede.

Che c’è fra noi e te, Gesù Nazareno?

Cosa c’entra Gesù con l’economia? La politica? Il lavoro? Gli affetti?

Quante persone sento ragionare in questo modo! “Dio c’è ma non mi riguarda,

non mi interessa.

Se proprio devo, indosso i panni del credente in occasione delle feste grandi,

ma lì finisce.”

E questo ragionamento, purtroppo, lo sento in bocca non agli atei convinti, ma

ai credenti deboli.

A quelli che vogliono sentirsi “a posto” perché non si sa mai.

L’indemoniato frequenta la sinagoga, partecipa alla messa domenicale,

col vestito buono, in fondo alla Chiesa.

È presente a tutti funerali del paese, fa parte di una antica confraternita e porta

la statua del santo a spalle il giorno del santo patrono, destina l’ 8x1000 dei

propri redditi alla Chiesa.

Ma non vuole avere nulla a che fare con Gesù.

Sei venuto a rovinarci?

Ecco la ragione di tanta lontananza; molti sono convinti che Dio sia un

concorrente dell’uomo, un avversario pronto a rovinarci la festa, uno a cui dover

rendere conto, mannaggia.

La vita è bella soprattutto se è trasgressiva, godereccia, esagerata, eccessiva e folle.

E Dio, invece, chiede ordine, serietà, senso della misura.

Credere è giusto e doveroso, certo.

Ma mortalmente noioso.

No; il Dio di Gesù non viene a rovinarci, ma a redimerci.

La redenzione, certo, passa attraverso la conversione e la capacità di cogliere

cosa ci costruisce e cosa ci distrugge.

Ma questo è un passo successivo.

La prima verità che dobbiamo urlare dai tetti delle nostra case è che Dio è un

alleato dell’uomo, non un concorrente.

Io so chi tu sei; il Santo di Dio!

L’indemoniato “sa”, conosce.

L’arroganza e la supponenza ci tengono lontani dalla verità perché pensiamo

di averne a sufficienza in tasca, senza avere bisogno di nessuno.

Oggi circolano molte informazioni, ma pochissime idee.

Molti pensano di conoscere la fede dopo ben tre lunghi anni di catechismo

con la suora dell’oratorio!

Cosa c’è altro da sapere?

E di poter esprimere giudizi dopo aver letto l’ultimo saggio scandalistico

sul Vaticano (oggi vende molto sparlare di chiunque).

Non c’è bisogno di sapere altro, non c’è bisogno di informarsi, e ci mancherebbe.

E, così facendo, chiudono gli occhi e si turano gli orecchi.

E se, invece, ci fosse altro, molto altro da sapere?

Perché non tentare?

Argutamente sant’Agostino commenta questa pagina; non vantarti della

fede, non ti distingui ancora dai demoni.

È demoniaca una fede che tiene il Signore lontano dalla quotidianità, che lo relega nel

sacro, che sorride benevola alle pie esortazioni, senza calarle nella dura quotidianità.

È demoniaca una fede che vede in Dio un concorrente e che contrappone la piena riuscita

della vita e la fede; se Dio esiste io sono castrato, non posso realizzare i miei desideri.

È demoniaca una fede che resta alle parole; il demone riconosce in Gesù il santo

di Dio ma non aderisce al suo Vangelo.

Liberiamoci da una fede così piccina.

Diamo retta all’unico che ha autorevolezza perché parla di cose che conosce.

Ma che mi fa conoscere la verità; Gesù detto il Cristo, che mi ha fatto conoscere

veramente chi è Dio.

Santa Domenica, amici, nella conoscenza del Signore, Fausto.

venerdì 29 gennaio 2021

Il Vangelo del Sabato 30 Gennaio 2021

 

Della 3° settimana del Tempo Ordinario.

Santa Giacinta Merescotti, vergine.

Prima lettura dalla lettera agli Ebrei (11,1-2.8-19)

Fratelli, la fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede.

Per questa fede i nostri antenati sono stati approvati da Dio.

Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva

ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava.

Per fede, egli soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera, abitando

sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa.

Egli aspettava infatti la città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore

è Dio stesso.

Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell'età, ricevette la possibilità di diventare

madre, perché ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso.

Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una

discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova

lungo la spiaggia del mare e non si può contare.

Nella fede morirono tutti costoro, senza aver ottenuto i beni promessi, ma li videro

e li salutarono solo da lontano, dichiarando di essere stranieri e pellegrini sulla terra.

Chi parla così, mostra di essere alla ricerca di una patria.

Se avessero pensato a quella da cui erano usciti, avrebbero avuto la possibilità di

ritornarvi; ora invece essi aspirano a una patria migliore, cioè a quella celeste.

Per questo Dio non si vergogna di essere chiamato loro Dio.

Ha preparato infatti per loro una città.

Per fede, Abramo, messo alla prova, offrì Isacco, e proprio lui, che aveva ricevuto

le promesse, offrì il suo unigenito figlio, del quale era stato detto: «Mediante Isacco

avrai una tua discendenza».

Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo

lo riebbe anche come simbolo.

Parola di Dio.

Dal Vangelo secondo Marco (4,35-41) anno dispari.

In quel medesimo giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo

all'altra riva».

E, congedata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca.

C'erano anche altre barche con lui.

Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto

che ormai era piena.

Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva.

Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t'importa che siamo perduti?».

Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, càlmati!».

Il vento cessò e ci fu grande bonaccia.

Poi disse loro: «Perché avete paura?

Non avete ancora fede?».

E furono presi da grande timore e si dicevano l'un l'altro: «Chi è dunque costui,

che anche il vento e il mare gli obbediscono?».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Prendiamolo così com’è, il Signore, anche se non lo capiamo, anche se ci mette

continuamente in crisi, anche se le sue parole sono troppo taglienti.

Prendiamolo a bordo, come hanno saputo fare i discepoli e così, durante le tempeste

della nostra vita, ci accorgeremo di quanto Egli sia presente, anche se pare che dorma.

Quanto è doloroso il sonno di Dio!

Quanto ci spaventa e ci inquieta!

Eppure, nella vita interiore, succede di passare dei tempi, e dei lunghi tempi,

talvolta, senza percepire la sua presenza, afflitti, scoraggiati persi, con la barca

ormai piena d’acqua.

Animo, fratello che sperimenti il silenzio di Dio!

Coraggio, sorella che sperimenti l’abbandono e la disperazione!

Anche se Dio pare lontano, anche se sembra indifferente o, peggio, cinico

e crudele, Egli è il presente.

Discreto, silenzioso, immobile, ma presente, perciò, se vogliamo sentirlo più

vicino a noi, dobbiamo solo pregare in silenzio.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

giovedì 28 gennaio 2021

Il Vangelo del Venerdì 29 Gennaio 2021

 

Della 3° settimana del Tempo Ordinario.

San Costanzo di Perugia, vescovo e martire.

Prima lettura dalla lettera agli Ebrei (10,32-39)

Fratelli, richiamate alla memoria quei primi giorni: dopo aver ricevuto la luce

di Cristo, avete dovuto sopportare una lotta grande e penosa, ora esposti

pubblicamente a insulti e persecuzioni, ora facendovi solidali con coloro che

venivano trattati in questo modo.

Infatti avete preso parte alle sofferenze dei carcerati e avete accettato con gioia di

essere derubati delle vostre sostanze, sapendo di possedere beni migliori e duraturi.

Non abbandonate dunque la vostra franchezza, alla quale è riservata una

grande ricompensa.

Avete solo bisogno di perseveranza, perché, fatta la volontà di Dio, otteniate

ciò che vi è stato promesso.

Ancora un poco, infatti, un poco appena, e colui che deve venire, verrà e non tarderà.

Il mio giusto per fede vivrà; ma se cede, non porrò in lui il mio amore.

Noi però non siamo di quelli che cedono, per la propria rovina, ma uomini

di fede per la salvezza della nostra anima.

Parola di Dio.

Dal Vangelo secondo Marco (4,26-34) anno dispari.

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo

che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme

germoglia e cresce.

Come, egli stesso non lo sa.

Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno

nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è

arrivata la mietitura».

Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola

possiamo descriverlo?

È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più

piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce

e diventa più grande di tutte le piante dell'orto e fa rami così grandi che gli

uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».

Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come

potevano intendere.

Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

La Parola che accogliamo e che porta frutto in noi, che germoglia quando meno ce

lo aspettiamo, che porta frutto per coloro che ci stanno accanto è da condividere.

Se la fede, in qualche modo, ha acceso in noi una speranza, un modo nuovo di vedere

le cose, allora la nostra vita cambia e chi ci sta accanto si accorge che qualcosa,

in noi, è cambiato.

Senza diventare degli arroganti, senza imitare la logica aggressiva di questo mondo,

siamo chiamati a lasciar brillare la luce della fede nella nostra vita, a porla in alto

nelle nostre scelte.

A volte rischiamo di temere il giudizio del mondo, non va certo di moda, oggi,

dirsi cattolici!, e la fede si nasconde nelle sacrestie invece di brillare nelle strade

e nelle scelte quotidiane!

Ciò che dobbiamo fare è lasciar brillare in noi la luce della misericordia e della

compassione, quella misura traboccante con cui giudichiamo gli altri con onestà

(non si tratta certo di chiudere gli occhi davanti alle brutture delle persone!) ma

vedendovi, anche, la possibilità di cambiare, di convertire il nostro cuore.

E sappiamo tutti di quanta benevolenza e positività necessita il nostro mondo

affaticato e cupo; ma anche di tanta preghiera!

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

mercoledì 27 gennaio 2021

Il Vangelo del Giovedì 28 Gennaio 2021

 

Della 3° settimana del Tempo Ordinario.

San Tommaso d'Aquino, Sacerdote e Dottore della Chiesa.

Prima lettura dalla lettera agli Ebrei (10,19-25)

Fratelli, poiché abbiamo piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del

sangue di Gesù, via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso

il velo, cioè la sua carne, e poiché abbiamo un sacerdote grande nella casa di Dio,

accostiamoci con cuore sincero, nella pienezza della fede, con i cuori purificati

da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura.

Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è degno

di fede colui che ha promesso.

Prestiamo attenzione gli uni agli altri, per stimolarci a vicenda nella carità e nelle

opere buone.

Non disertiamo le nostre riunioni, come alcuni hanno l'abitudine di fare, ma

esortiamoci a vicenda, tanto più che vedete avvicinarsi il giorno del Signore.

Parola di Dio.

Dal Vangelo secondo Marco (4,21-25) anno dispari.

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Viene forse la lampada per essere

messa sotto il moggio o sotto il letto?

O non invece per essere messa sul candelabro?

Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di

nascosto che non debba essere messo in luce.

Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!.

Diceva loro: «Fate attenzione a quello che ascoltate.

Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più.

Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

La lampada brilla, è nata per fare luce.

È sciocco nasconderla, metterla sotto uno sgabello, deve stare in alto, portare

luce a chi è nella stanza.

Spesso, invece, la flebile fiammella della nostra fede è abbandonata in uno

sgabuzzino della nostra vita, e la tiriamo fuori solo nelle feste comandate.

Ci vergogniamo della nostra fede, a volte perché non sappiamo difenderla,

più spesso perché abbiamo paura di sfigurare davanti alla modernità.

Per potere illuminare la nostra vita e quella degli altri, ci dobbiamo porre non

come arroganti detentori della verità, ma come persone che sanno ascoltare

senza pregiudizio, con una misura generosa, con misericordia.

Nella mia esperienza ho incontrato più anticlericali che atei, persone che hanno

avuto un brutto incontro con noi cristiani.

Animo, amici, non c’è nulla di nascosto che non debba venire alla luce; lasciamo

che sia il Signore a illuminare la nostra vita e, attraverso di noi, la vita di coloro

che oggi incontreremo e che, attraverso il nostro ascolto, la nostra assenza di giudizio,

la nostra affabilità e simpatia, potranno ricevere la luce del sorriso del maestro

Gesù, facendoci aiutare dalla preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.